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La Vitamina E Rende Davvero Giovani? Dove Trovarla Nel 2022

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Vuoi chiarimenti su benefici e proprietà della vitamina E? Allora hai trovato la guida che fa al caso tuo!

Di seguito, prima di continuare, trovi una tabella in cui abbiamo inserito i migliori integratori di Vitamina E del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

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Vitamina E: la classifica dei migliori integratori per assumerla

Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori integratori di vitamina E che puoi reperire sul mercato:

Vitamina E: a cosa serve

La vitamina E è un composto liposolubile dotato di elevati poteri antiossidanti grazie ai quali protegge le membrane cellulari dallo stress ossidativo.

Più che di un unico elemento, sarebbe più giusto parlare di un gruppo di 8 molecole liposolubili, comprendenti 4 tocoferoli e 4 tocotrienoli, che complessivamente vengono classificati come “vitamina E”.

Tuttavia, siccome dal punto di vista biologico il macronutriente più attivo è l’alfa-tocoferolo (sinonimo di vitamina E), con questa denominazione ci si riferisce alla vitamina stessa.

La sua localizzazione è prevalentemente negli alimenti di origine vegetale, che costituiscono un normale regime dietetico, per cui è piuttosto raro che insorgano stati carenziali tranne nei casi in cui è presente un difetto genetico metabolico.

D’altro canto è quasi impossibile raggiungere anche livelli di tossicità, per cui complessivamente il metabolismo della vitamina E rientra nel range fisiologico.

Le funzioni che la caratterizzano sono collegate principalmente alla sua elevata capacità antiossidante, in grado di disattivare i radicali liberi in seguito alla cessione di un atomo di idrogeno.

Infatti il legame tra ossigeno e idrogeno della vitamina E è molto più debole rispetto a quello di altri composti, per cui essa è in grado di donare questo atomo ai radicali perossilici minimizzando il loro effetto nocivo.

Una volta acquisito l’atomo di idrogeno, il radicale si trasforma da perossilico a tocoferile, un composto che può essere riciclato in tocoferolo attraverso un’ossidoriduzione in presenza di vitamina C.

Trattandosi di un composto liposolubile, la vitamina E viene incorporata nelle membrane cellulari che si rinforzano nei confronti del danno ossidativo; essa inoltre controlla l’espressione genica delle attività enzimatiche, partecipando alla disattivazione della PKC.

Una volta introdotta, questa vitamina viene assorbita nel lume intestinale sotto forma di chilomicrone, per poter circolare liberamente nel sangue; l’organo dove si verifica il suo maggiore deposito è il fegato, mentre la quota non assorbita viene eliminata attraverso le feci oppure con le urine.

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Vitamina E: proprietà

La vitamina E, che si trova in numerosi alimenti, può essere assunta anche sotto forma di integratore per eliminare stati carenziali.

Questo composto oleoso, dotato di notevole attività antiossidante, è disponibile in otto forme chimiche dotate di differenti livelli di attività biologica: tra queste, l’alfa-tocoferolo è l’unica forma che permette di soddisfare le esigenze umane.

La sua concentrazione ematica dipende soprattutto dal metabolismo del fegato, dove arriva la quasi totalità del composto dopo essere stato assorbito a livello dell’intestino tenue.

Grazie alla funzione antiossidante e protettiva sulle cellule, questa vitamina risulta efficace in tutti i distretti corporei, poiché come è noto l’attività radicalica può danneggiare tutte le cellule contribuendo all’insorgenza e allo sviluppo di patologie infiammatorie e degenerative.

La vitamina E viene classificata come un’antiossidante liposolubile, capace di interrompere il metabolismo dei radicali liberi in quanto li trasforma da composti instabili in molecole stabili.

Questo elemento non svolge soltanto funzioni terapeutiche ma anche preventive nei confronti della maggior parte di patologie croniche associate all’attività radicalica.

La vitamina E inoltre è strettamente correlata al funzionamento del sistema immunitario, dato che potenzia la trasmissione dei segnali tra le immuno-cellule, quando è necessario aumentare la produzione di anticorpi.

Secondo la maggior parte delle ricerche di dietologia, il fabbisogno vitaminico dovrebbe essere soddisfatto essenzialmente mediante l’alimentazione, poiché i cibi costituiscono la principale risorsa per il benessere dell’organismo.

In alcuni casi però, diventa necessario utilizzare una specifica integrazione poiché gli alimenti consumati risultano in quantità inferiore rispetto a quelli utili.

I meccanismi d’azione attraverso cui questa vitamina svolge il suo ruolo biologico sono collegati al mantenimento del benessere dell’intero organismo, come conseguenza della sua attività antiossidante e antinfiammatoria.

Esiste una stretta correlazione tra il potenziamento della risposta immunitaria, l’azione contro lo stress ossidativo e l’attività antiflogistica della vitamina E, che proprio sfruttando l’attività sinergica di queste funzioni riesce a contrastare qualsiasi squilibrio organico.

Le proprietà della vitamina E si collegano principalmente a quattro settori, che sono i seguenti.

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Malattia coronarica

La cardiopatia coronarica è una patologia provocata dalla presenza delle placche ateromatose all’interno delle pareti vasali, per cui il loro lume si restringe fino a limitare notevolmente il flusso sanguigno.

Nel tempo la placca può indurirsi o rompersi: nel primo caso tutta l’arteria risulta più rigida e quindi meno funzionale, nel secondo caso può provocare il distacco di un trombo.

Le principali conseguenze della malattia coronarica sono l’angina, l’infarto, l’insufficienza cardiaca e varie forme di anemia.

Molte ricerche scientifiche hanno dimostrato che la vitamina E è in grado di inibire l’ossidazione delle LDL, direttamente coinvolte nello sviluppo dell’aterosclerosi; essa inoltre contrasta la formazione dei coaguli sanguigni migliorando la fluidità circolatoria.

Tumori

La vitamina E protegge alcuni componenti endocellulari dagli effetti dannosi dei radicali liberi, che potrebbero contribuire alla trasformazione incontrollata di cellule neoplastiche.

Questo processo protettivo sembra bloccare la formazione di nitrosammine cancerogene, che si sviluppano a livello gastrico a partire dai nitriti degli alimenti.

La protezione contro il cancro si verifica anche attraverso il potenziamento della funzione immunitaria, soprattutto per quanto riguarda il carcinoma della mammella e della prostata.

Sul tumore alla vescica, numerose ricerche cliniche ed epidemiologiche hanno evidenziato un collegamento tra assunzione di vitamina E e diminuzione della mortalità.

Apparato visivo

Due disturbi oculari legati alla senescenza come cataratta e degenerazione maculare retinica, sembrano reagire positivamente al trattamento con vitamina E; l’eziologia di questi disturbi è ancora sconosciuta, anche se si ritiene che tra le cause scatenanti vi sia lo stress ossidativo.

Proprio per questo, l’impiego di vitamina E, considerata uno dei più efficaci composti antiossidanti, può curare e prevenire questi disturbi dell’apparato visivo.

L‘effetto terapeutico viene potenziato dalla contemporanea assunzione di zinco e rame, che rallentano la progressione delle malattie soprattutto negli stadi iniziali.

Declino cognitivo

Come è noto, il cervello mostra un elevato consumo di ossigeno in rapporto alle sue facoltà cognitive: questo comportamento biologico richiede un notevole supporto di acidi grassi polinsaturi, necessari per mantenere funzionanti le membrane cellulari dei neuroni.

I danni cumulativi causati dai radicali liberi, oltre a provocare conseguenze fisiche, possono anche interferire sul declino cognitivo tipico del morbo di Alzheimer; l’utilizzo di composti antiossidanti come la vitamina E può rallentare la degenerazione di patologie neurologiche a lenta evoluzione.

Carenza di vitamina E: sintomi

Anche se è molto raro che insorgano stati carenziali da vitamina E a patto che il regime nutritivo sia equilibrato e sano, può comunque succedere che il quantitativo di questo composto non sia adeguato alle esigenze.

Condizioni del genere sono piuttosto comuni nei neonati prematuri che presentano un basso peso corporeo (inferiore a 1500 grammi), ai quali è consigliabile somministrare integratori di vitamina E per scongiurare il rischio di retinopatia e infezioni oculari.

Negli adulti, la carenza di vitamina E dipende quasi esclusivamente da problematiche di malassorbimento lipidico, dato che, trattandosi di una vitamina liposolubile, il suo metabolismo è strettamente collegato a quello dei grassi.

I principali sintomi sono:

  • atassia;
  • retinopatia;
  • neuropatia periferica;
  • miopatia e dolore muscolare;
  • alterazione delle risposte immunitarie;
  • degenerazione retinica;
  • debolezza muscolare;
  • mancata trasmissione dei segnali neuromuscolari.

Pazienti affetti da patologie intestinali come il morbo di Crohn, che non riescono a produrre adeguate concentrazioni di bile, devono assumere vitamina E per migliorare la produzione delle feci.

Chi soffre di fibrosi cistica può manifestare scarso assorbimento dei lipidi a livello intestinale e di conseguenza necessita di una integrazione con vitamina E per integrare quella non assimilata.

Persone affette da carenza di vitamina E possono sviluppare danni permanenti alle terminazioni nervose periferiche perdendo parzialmente o totalmente la sensibilità e alterando la capacità di mantenere l’equilibrio e camminare.

Il meccanismo d’azione attraverso cui questa vitamina svolge il suo ruolo biologico è collegato esclusivamente all’omesotasi delle membrane cellulari, a livello delle quali il composto può entrare e uscire liberamente attraverso la loro componente lipoproteica.

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Vitamina E: dove si trova?

La vitamina E si trova principalmente negli alimenti di origine vegetale e soprattutto nei semi e negli oli da essi derivati; essa inoltre è presente nei cereali, nella frutta fresca e secca e negli ortaggi di vario genere.

Bisogna tenere presente che il contenuto vitaminico si riduce notevolmente in seguito a processi di cottura, frittura e bollitura, per questo sarebbe conveniente consumare la verdura cruda per non denaturare questa proteina.

Gli alimenti più ricchi di vitamina E sono:

  • semi di girasole;
  • mandorle e nocciole;
  • avocado;
  • cicoria;
  • gamberetti;
  • more;
  • castagne;
  • olio extravergine di oliva;
  • olive.

Trattandosi di una vitamina liposolubile, è abbondantemente presente nel germe di tutti i semi, dove svolge un ruolo essenziale di protezione dallo stress ossidativo.

Per garantire un cospicuo apporto vitaminico, è quindi necessario consumare semi di girasole, mandorle e nocciole non tostate ma al naturale; alcuni ortaggi a foglia verde sono ricchi di vitamina E, come ad esempio l’ortica, il tarassaco, spinaci e cicoria e le cime di rapa.

I frutti maggiormente consigliati sono quelli selvatici, come more, lamponi, mirtilli e ribes; i cereali integrali sono più ricchi di vitamina E rispetto a quelli raffinati poiché questo composto si concentra nel germe, che può essere utilizzato anche a crudo.

Gli oli che contengono le maggiori concentrazioni di vitamina E sono quelli spremuti a freddo, come ad esempio l’olio di germe di grano e quello di semi di girasole.

La carne e il latte non sono buone fonti di vitamina E, mentre l’uovo ne contiene quantitativi discreti, tutti concentrati nel tuorlo; alcuni prodotti ittici come anguilla, salmone, gamberetti e sgombro, che sono considerati pesci grassi, contengono vitamina E in percentuali significative.

Essendo una molecola piuttosto instabile, la vitamina E può essere danneggiata con la conservazione e la cottura, poiché è termolabile e sensibile alle variazioni luminose.

Una cottura rapida e a bassa temperatura può comunque preservarne una considerevole quantità, anche se gli alimenti crudi sono comunque i più indicati.

Ancora più della cottura, la vitamina E teme l’esposizione prolungata alla luce e all’ossigeno, fenomeni che ne causano la completa ossidazione, pertanto gli alimenti oleosi come semi, cereali integrali e oli vegetali devono essere conservati al buio e in contenitori chiusi per il più breve tempo possibile, per evitare che i lipidi si ossidino e irrancidiscano.

Bisogna infine ricordare che la vitamina C e i polifenoli sono in grado di rigenerare la vitamina E aumentando la sua biodisponibilità; al contrario, il ferro contenuto in alcuni cibi ne provoca una rapida ossidazione.

Vitamina E: integratore

Anche se le carenze da vitamina E sono piuttosto rare, è comunque possibile che si manifestino quando la richiesta dell’organismo non è supportata da un’adeguata introduzione con la dieta.

In simili condizioni diventa necessario ricorrere a una interazione con integratori di Vitamina E, la cui posologia deve essere definita soggettivamente in base alle differenti esigenze.

Le formulazioni di tali rimedi sono in compresse in capsule oppure in gocce: per iniziare una terapia d’attacco di solito è preferibile orientarsi verso i preparati liquidi, che permettono di calibrare perfettamente il dosaggio grazie anche a un’elevata compatibilità biologica con l’organismo.

Come terapia di mantenimento è possibile utilizzare capsule o compresse, conservando un dosaggio medio/basso per evitare accumuli quantitativi della vitamina, che il fegato non è in grado di catabolizzare.

Bisogna comunque optare sempre per composti titolati e standardizzati, i cui dosaggi devono essere riportati chiaramente sulla confezione: soltanto in questo modo si ha la certezza di non rischiare carene oppure sovradosaggio, due evenienze altrettanto rischiose per il benessere dell’organismo.

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Vitamina E in gocce

Gli integratori di vitamina E in gocce sono considerati il rimedio ideale per incominciare un ciclo di integrazione quando sono presenti carenze vitaminiche.

L’efficacia dei rimedi in gocce dipende da due fattori: da un lato la rapida biodisponibilità del prodotto che, essendo liquido, bypassa i processi digestivi a livello gastrico e intestinale, d’altro lato la facilità con cui è possibile stabilire il dosaggio rispetto a compresse contenenti un quantitativo prestabilito di principio attivo.

Gli integratori di vitamina E in gocce, inoltre, non presentano problemi di deglutizione e possono essere assunti anche da soggetti particolarmente sensibili all’impiego di medicinali.

È sempre consigliabile partire da un dosaggio minimo che può essere incrementato anche solo di una goccia per volta, scegliendone soggettivamente i tempi.

Vitamina E: controindicazioni

La vitamina E è un elemento molto ben tollerato dall’organismo, che generalmente non provoca effetti collaterali e neppure reazioni avverse.

Tuttavia, quando la posologia non è appropriata, è possibile sviluppare fenomeni di sovradosaggio, una condizione nella quale vengono coinvolti fegato e apparato renale.

In simili condizioni aumenta il rischio di patologie cardiovascolari legate alla formazione di placche ateromatose di matrice lipidica.

Il dosaggio consigliato di vitamina E non dovrebbe superare 1000 microgrammi al giorno per quanto riguarda i prodotti naturali, e 1100 microgrammi al giorno per quelli sintetici.

Per poche settimane è possibile raggiungere il valore massimo di 2000 microgrammi al giorno a patto che il periodo di tempo non superi i 15-20 giorni, poiché assunzioni a lungo termine potrebbero provocare effetti collaterali pericolosi.

Bisogna evitare l’interazione con farmaci anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici, con le statine, la niacina, il selenio e il beta-carotene, che modificano l’assorbimento di vitamina E.

Infine, trattamenti chemioterapici e radioterapici sconsigliano di utilizzare questa vitamina che potrebbe minimizzare gli effetti benefici delle cure.

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