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La vitamina B12, conosciuta anche come cianocobalamina, è un nutriente essenziale per la nostra salute in quanto responsabile di funzioni molto importanti per il benessere dell’organismo.
Essa infatti interviene nei processi di sintesi proteica, di duplicazione degli acidi nucleici e di produzione degli eritrociti, nonché nelle reazioni metaboliche degli acidi grassi, nella proliferazione e differenziazione delle cellule, nella fisiologia del sistema circolatorio e di quello nervoso.
La vitamina B12 è un composto idrosolubile, cioè presenta un’ottima solubilità nel mezzo acquoso e una scarsa affinità per i materiali lipidici.
L’attenzione su questa vitamina si è focalizzata quando è stata analizzata l’eziologia dell’anemia perniciosa, una patologia piuttosto grave caratterizzata da indolenzimento muscolare, parestesie, formicolii, disturbi gastrointestinali e forte debilitazione.
Gli eritrociti prelevati da pazienti affetti da tale malattia presentano dimensioni decisamente superiori a quelli di soggetti sani, ecco perché questa malattia è definita anche come “macrocitica” (grandi cellule).
Effettuando attente osservazioni su animali anemici, è stato rilevato che essi miglioravano lo stato di salute, se non addirittura guarivano, se assumevano mangimi ricchi di fegato bovino crudo; provando a somministrare tale alimento anche a pazienti umani, si evidenziò lo stesso risultato.
Cercando la sostanza responsabile di queste misteriose guarigioni, si arrivò alla scoperta della vitamina B12, che è naturalmente assai concentrata all’interno del tessuto epatico dei mammiferi.
A tale molecola venne assegnato poi il nome di “cianocobalamina” quando, successivamente, se ne analizzò la composizione chimica, notando la presenza di un atomo di cobalto al centro della struttura.
Pur essendo una vitamina idrosolubile, l’organismo umano è in grado di immagazzinarla in quote anche considerevoli nel fegato e nel tessuto muscolare, per una quantità complessiva stimata intorno ai 2500 microgrammi.
La vitamina B12 svolge importanti funzioni per il benessere dell’organismo, e precisamente:
È stato evidenziato come la vitamina B12 sia in grado di lavorare a stretto contatto con l’acido folico, nei processi di duplicazione e traduzione degli acidi nucleici.
Questo significa che un corretto sviluppo e accrescimento delle cellule di qualsiasi tessuto dipende dalla presenza di adeguate concentrazioni di questi due importanti composti nell’organismo.
A livello intestinale, ad esempio, se l’epitelio non è soggetto a un adeguato turnover, non è in grado di assimilare i nutrienti introdotti con la dieta, provocando un malessere generalizzato da malnutrizione, anche se il soggetto non modifica il suo regime alimentare.
I globuli rossi, fondamentali per una corretta ossigenazione di qualsiasi parte del corpo, e i globuli bianchi, essenziali per un’adeguata risposta immunitaria contro l’attacco di agenti patogeni, dipendono entrambi dalla presenza di vitamina B12.
Anche le piastrine, caratterizzate da un ricambio (distruzione e sintesi) molto rapido, dipendono da tale macro-nutriente.
I precursori degli elementi corpuscolati del sangue, infatti, si trovano nel midollo osseo si moltiplicano e si differenziano in maniera fisiologica solamente se sono assicurati tutti i processi di duplicazione, trascrizione e traduzione del DNA.
Tali importanti reazioni vengono condotte dalla cellula in maniera funzionale solamente se non sussiste una carenza di vitamina B12, altrimenti il plasma raccoglie i precursori in quanto tali, e si instaura una condizione di anemia megaloblastica.
Il termine “megaloblastico” si riferisce appunto alle cellule oversize e immature che circolano nel torrente ematico al posto di quelle piccole e differenziate (eritrociti e leucociti).
Se all’interno del regime dietetico c’è un deficit di vitamina B12 ma sono abbondantemente rappresentati i folati, l’organismo può parzialmente compensare questa carenza e produrre comunque una certa quota di cellule del sangue funzionanti.
Per quanto riguarda l’integrità del sistema nervoso, questa vitamina ricopre un ruolo decisamente importante, in quanto è in grado di proteggere la guaina mielinica, lo strato che avvolge le cellule nervose.
Un insufficiente apporto di questo macro-nutriente quindi determina inevitabilmente un peggioramento progressivo delle funzioni sensitive e motorie, che si manifesta sotto forma di formicolii, difficoltà nella coordinazione muscolare, paralisi, disturbi mentali.
Anche il rischio di eventi cardiovascolari sembra strettamente correlato alla concentrazione di vitamina B12 nell’organismo, infatti essa è direttamente coinvolta nel metabolismo dell’omocisteina, un amminoacido importante per la sintesi della metionina e della cisteina.
Questi due composti sono dei potentissimi antiossidanti naturali, che, grazie a questa azione, proteggono la parete dei vasi sanguigni (cellule endoteliali) dai danni indotti dallo stress ossidativo.
L’omocisteina viene trasformata in cisteina o metionina solamente in presenza di un’adeguata quota di vitamina B12, che rappresenta un cofattore enzimatico indispensabile affinché tali reazioni possano verificarsi.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 è strettamente correlato all’età del soggetto, e precisamente:
Un deficit di vitamina B12 si può instaurare in soggetti che seguono un’alimentazione vegetariana o vegana, ma anche in persone onnivore con l’avanzare dell’età.
Infatti l’assorbimento di questo macro-nutriente è caratterizzato dalla necessità di tempi piuttosto lunghi, in quanto ha bisogno della presenza, a livello intestinale, di un composto chiamato “fattore intrinseco”.
Si tratta essenzialmente di una glicoproteina prodotta dalle cellule parietali gastriche, che possiede la capacità di instaurare un legame con la vitamina B12 e consentirne un corretto assorbimento nel tratto enterico.
Con il passare del tempo la funzionalità dell’apparato digerente, così come di tutti gli apparati dell’organismo, inevitabilmente va incontro a un rallentamento progressivo e inesorabile.
L’anziano che introduce alimenti di origine animale, magari ricchissimi di questo nutriente, può comunque esserne deficitario in quanto non la assimila correttamente.
Esistono inoltre determinate categorie di medicinali, come gli inibitori di pompa protonica, utilizzati contro la pirosi gastrica, che tra i loro effetti collaterali presentano proprio quello di modificare il fisiologico funzionamento dello stomaco, tra cui la sintesi di fattore intrinseco.
Nel corso di terapie croniche con questi farmaci, il paziente andrà probabilmente incontro a carenza vitaminica.
La carenza di vitamina B12 può causare i seguenti disturbi:
Per focalizzare l’attenzione sulle possibili fonti alimentari di vitamina B12, bisogna tenere presente che tale macromolecola non è prodotta né dall’organismo animale né da quello vegetale, ma esclusivamente da batteri, funghi e alghe.
Quindi, gli animali che hanno immagazzinato vitamina B12 all’interno dei loro tessuti sono gli stessi che si sono alimentati con vegetali che l’hanno assorbita dal terreno e che si sono abbeverati con acqua contaminata.
La vitamina B12 è particolarmente presente all’interno di:
Nessun alimento di origine vegetale contiene questa vitamina e pertanto una dieta vegana non può essere considerata affidabile da questo punto di vista: in tali condizioni, tale nutriente deve essere considerato “critico” e preferibilmente integrato mediante appositi prodotti.
A contrario di tutte le altre vitamine del gruppo B, che sono abbondantemente presenti nei vegetali, la B12 si può definire come “strettamente di origine animale”.
In realtà, una definizione più corretta sarebbe quella di “origine microbica”: infatti per la precisione sono i microrganismi presenti nel tratto digerente della maggior parte dei mammiferi che, nel contesto delle loro normali reazioni metaboliche, sintetizzano anche questo macro-nutriente.
L’essere umano, che appartiene anch’esso alla classe dei mammiferi, dovrebbe essere in grado di produrre vitamina B12 ed essere così autosufficiente dal punto di vista dell’approvvigionamento.
Tale processo avviene in quanto sostenuto da batteri normalmente residenti nell’intestino umano (microbiota), però si verifica a livello di tratti enterici situati troppo a valle rispetto a quelli in cui è disponibile il fattore intrinseco.
Se la vitamina B12 non può legarsi a tale composto, quindi, non può essere assorbita dall’organismo, ma può solamente proseguire il percorso indotto dalla peristalsi per venire infine eliminata all’interno delle feci.
Gli animali erbivori ruminanti, come i bovini e gli ovini, grazie alla particolare conformazione e fisiologia del loro apparato digerente, sono degli eccellenti fissatori di vitamina B12 al fattore intrinseco, soprattutto se conducono un’alimentazione ricca di foraggio come erba o fieno.
Viceversa, se il loro regime alimentare viene impostato prevalentemente sul macinato di cereali, il loro stomaco non dispone di un substrato adeguato per la fermentazione e quindi necessitano di un’integrazione a base di questo nutriente.
La fonte alimentare più importante di vitamina B12 è il fegato, insieme a rognone e frattaglie come cuore, pancreas, cervello, milza, lingua e polmone; le specie di provenienza sono essenzialmente agnello, suino, volatili e bovini.
100 grammi di bistecca di origine bovina contengono circa un microgrammo di tale nutriente, mentre un’equivalente dose di fegato ne offre 60 microgrammi, questo significa che con un piccolo boccone di fegato si ricopre l’apporto fornito da due etti e mezzo di carne, che corrisponde comunque al fabbisogno giornaliero di un soggetto adulto.
Anche i prodotti pescati rappresentano un’ottima fonte di vitamina B12: vongole, pesce azzurro e in generale qualsiasi pesce di piccole dimensioni che in quanto tale viene ingerito intero, con anche il fegato.
L’uovo di gallina contiene la stessa quantità di vitamina di una bistecca, a parità di peso, mentre la stessa dose di formaggio Emmental ne concentra circa il triplo.
All’interno di un regime dietetico di tipo vegano, che esclude quindi qualsiasi alimento di origine animale, la vitamina B12 si può reperire in:
Considerando la struttura chimica della vitamina B12, si può affermare che essa è una molecola relativamente stabile nei confronti delle elevate temperature e dell’azione dell’ossigeno, mentre è particolarmente sensibile alle radiazioni luminose.
Infatti, se esposta alla luce solare o artificiale, la molecola va incontro a rapida scissione ovvero si rompono i legami tra gli atomi che la costituiscono e si degrada in composti più semplici, che, essendo diversi, risultano biologicamente inattivi.
Gli integratori alimentari a base di vitamina B12 sono particolarmente indicati in caso di regime alimentare vegetariano e soprattutto vegano dato che solamente i cibi di origine animale rappresentano una fonte affidabile.
I migliori prodotti che apportano tale molecola sono considerati quelli in forma di film o compresse per l’assorbimento sublinguale, una particolare via di somministrazione che si serve della vascolarizzazione del pavimento della cavità orale.
Questa regione anatomica è caratterizzata infatti da una ricchissima vascolarizzazione, e pertanto viene sfruttata per promuovere l’assorbimento di principi attivi disciolti nella zona sublinguale.
L’assimilazione che avviene secondo questa modalità offre un triplice vantaggio:
Bisogna sempre ricordare che il Ministero della Salute ha fissato un limite massimo di introduzione quotidiana di vitamina B12, che equivale a 1000 microgrammi.
La vitamina B12 non possiede alcun elemento di tossicità noto, nemmeno in caso di assunzione di dosi molto alte, in quanto il suo assorbimento a livello intestinale raggiunge un massimo oltre il quale rimane stabile nel tempo (plateau).
Questo significa che, anche in caso di introduzione eccessiva con gli alimenti, l’organismo non andrà mai incontro a un assorbimento altrettanto eccessivo, ma sarà invece in grado di compensarlo per incapacità funzionale, in tal caso estremamente preziosa.
Inoltre, bisogna considerare che la vitamina B12 appartiene alla categoria delle vitamine idrosolubili, che grazie alla loro particolare struttura chimica, mostrano un’elevata affinità per il mezzo acquoso che le rende facilmente eliminabili mediante la minzione.
Il metabolismo di questa vitamina è piuttosto rapido e dipende dal fatto che l’organismo non è in grado di sintetizzarla, ma deve assumerla tramite la dieta.
Infatti gli unici organismi in grado di produrla sono alcuni batteri e microrganismi appartenenti al regno Arcaea.
All’interno di questa molecola sono presenti tracce di cobalto (il suo vero nome è infatti “cianocobalamina”), un elemento chimico molto raro che deve essere catalizzato da specifici enzimi.
Pertanto una delle principali controindicazioni è relativa alla carenza di tali composti enzimatici, che provocherebbe notevoli alterazioni biochimiche a livello di assorbimento intestinale della vitamina.
Complessivamente comunque si tratta di casi molto rari, dato che questo elemento mostra un’ottima bio-compatibilità e non provoca quasi mai l’insorgenza di effetti avversi.
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