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Tarassaco: Ha Controindicazioni o Fa Veramente Bene?

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Prima di entrare nei dettagli, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori prodotti con tarassaco del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

miglior prodotti con tarassaco

tintura madre di tarassaco

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tarassaco vegavero

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tarassaco bio

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Classifica dei migliori prodotti con tarassaco

Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori prodotti con tarassaco presenti sul mercato:

Tarassaco

Il tarassaco è una pianta erbacea perenne, dotata di una grossa radice fittonante e di un fusto erbaceo eretto e lineare, da cui partono numerose foglie costituite da lobi triangolari profondamente incisi.

La sua appartenenza alla famiglia delle Asteracee si collega all’aspetto dei fiori, che in realtà sono infiorescenze a capolino di colore giallo intenso, molto simili ad astri celesti.

Comunemente conosciuto con la denominazione di “dente di leone”, questo vegetale è chiamato anche “soffione” in quanto, a maturazione completata, i fiori si trasformano formazioni sferiche di pappi che vengono distribuiti dal vento.

La sua altezza, compresa tra 10 e 30 centimetri, rende il tarassaco una pianta praticamente ubiquitaria dato che può svilupparsi su qualsiasi terreno senza richiedere troppe cure.

Le foglie dentate (da cui probabilmente deriva il nome di “dente di leone“) hanno una conformazione semplice e allungata e si sviluppano lateralmente rispetto al fusto principale.

Le infiorescenze a capolino sono formate da almeno due file di brattee membranose che, ripiegandosi verso l’interno, contribuiscono a creare il calice e il ricettacolo, su cui sono inserite centinaia di piccoli fiori tubulari.

La corolla, di forma ligulata, ha una porzione inferiore tubulare dalla quale si estende una ligula nastriforme, composta da veri r propri petali.

La fioritura avviene tra aprile e maggio, ma può prolungarsi fino all’autunno.

L’impollinazione, che dipende quasi sempre dagli insetti, può realizzarsi anche ad opera del vento (anemofila) e permette lo sviluppo di un frutto a forma di achenio.

È proprio l’achenio ad essere provvisto di prolungamenti lanosi (chiamati pappi) che vengono distribuiti nell’atmosfera ad opera del vento, per distribuire i semi nel terreno.

Il ciuffo di peli lanosi di cui è provvisto ogni achenio agisce come un paracadute, agevolandone la dispersione.

Il vegetale cresce spontaneamente e facilmente nelle zone pianeggianti e fino a un’altitudine di 2000 metri, in quanto il suo apparato radicale è adatto anche per habitat montagnoso e collinare.

Particolarmente diffuso nelle zone erbose e ben areate, soprattutto sulle rive dei corsi d’acqua, il tarassaco in alcune zone viene considerato infestante, dato che cresce in maniera vigorosa e senza richiedere nessuna cura.

proprietà del tarassaco

A partire dal mese di marzo e per tutta la primavera, l’estate e l’inizio dell’autunno, i prati di pianure e colline sono ricoperti da ampie distese di fiori gialli del tarassaco, che predilige spazi aperti e soleggiati anche incolti.

Il suo nome scientifico deriva dall’associazione di due vocaboli greci: “taraxis” che significa “squilibrio” e “akas” che significa “rimedio“, con chiaro riferimento alle sue proprietà officinali e fitoterapiche.

Volgarmente chiamato “piscialetto”, il tarassaco trova largo impiego come rimedio naturale diuretico, confermando la sua denominazione collegata proprio alla minzione.

Questa pianta può essere utilizzata per due scopi:

  • gastronomico, nella preparazione di insalate miste oppure di verdure lessate, di risotti e di contorni di vario genere;
  • officinale, per migliorare la diuresi, per potenziare la produzione di bile e per purificare il fegato.

In cucina il vegetale viene impiegato per numerose ricette popolari che, a seconda delle varie regioni d’Italia, possono essere primi piatti, pietanze e anche dolci.

Oltre alle foglie, anche i petali vengono usati per insaporire e colorare insalate crude e cotte, mentre i boccioli sostituiscono a volte i capperi in alcune preparazioni a crudo.

I capolini possono essere impanati e fritti, lessati oppure saltati in padella, spesso in associazione con le foglie.

Più spesso vengono lasciati macerare in alcol per realizzare un delizioso sciroppo e la famosa gelatina (miele di tarassaco).

Dopo tostatura, le radici possono essere triturate fino a formare una polvere granulosa che viene impiegata nella preparazione di infusi e tisane, il cui aspetto ricorda moltissimo quello del caffè d’orzo.

Tarassaco: proprietà

Le proprietà erboristiche del tarassaco dipendono dai suoi componenti, che sono:

  • flavonoidi;
  • quercetina;
  • luteolina;
  • isocercetrina;
  • apigenina;
  • acido caffeico;
  • acido clorogenico;
  • triterpeni;
  • tannini;
  • steroli;
  • lattoni sesquiterpenici;
  • inulina;
  • pectina;
  • acidi fenolici;
  • fibre solubili e insolubili;
  • mucillagini.

Il vegetale è conosciuto soprattutto per le sue funzioni diuretiche in quanto, contenendo considerevoli concentrazioni di potassio e di sostanze amare, è in grado di stimolare l’apparato renale ad aumentare i processi di filtrazione del sangue.

tarassaco benefici

Le sue radici migliorano la sintesi della bile a livello degli epatociti, ottimizzandone il deflusso verso l’intestino (funzione colagoga e coleretica).

Gli estratti trovano largo impiego come decongestionanti e depurativi (detossinanti) del fegato.

Se assunto con dosaggi adeguati, che non devono superare la soglia fisiologica, il tarassaco è in grado di stimolare l’attività pancreatica e di controllare il livello ematico di colesterolo.

Infatti la notevole quantità di fibre insolubili contenute prevalentemente nel fusto della pianta consente di eliminare il surplus lipidico del sangue.

Come tutte le altre specie di Compositae, anche il tarassaco contiene notevoli percentuali di inulina, una fibra solubile dotata di funzioni prebiotiche, indispensabili per migliorare le prestazioni della flora batterica intestinale (microbioma).

Essendo un rimedio diuretico, esso contribuisce anche ad abbassare la pressione arteriosa, eliminando il rischio di picchi ipertensivi.

Le foglie, che sono utilizzate come rimedio erboristico, dovrebbero sempre essere raccolte prima della fioritura, per mantenere inalterate le loro caratteristiche fitoterapiche.

L’attività biologica della pianta si concentra essenzialmente sulle funzioni diuretiche, digestive, depurative, coleretiche e detossinanti, imputabili soprattutto ai flavonoidi, ai lattoni e ai triterpeni che costituiscono i suoi maggiori componenti.

L’azione coleretica dipende invece dagli alcoli triterpenici, il cui meccanismo d’azione viene potenziato dai lattoni, responsabili dell’aumentata secrezione biliare e dai processi di detossificazione.

Una delle principali caratteristiche del tarassaco è quella di facilitare l’escrezione di alcuni metaboliti dannosi che potrebbero provocare la formazione di calcoli biliari.

Un simile processo avviene in seguito alla stimolazione dei processi digestivi e di assimilazione dei nutrienti.

L’attività diuretica, che è la principale funzione della pianta, dipende dall’attività sinergica di lattoni e flavonoidi, potenziata dalla presenza di notevoli concentrazioni di sali di potassio.

L’inulina, che è un oligosaccaride capace di svolgere ruoli benefici a livello dell’apparato gastrointestinale, stimola la proliferazione della flora batterica simbionte, contribuendo a incentivare l’assorbimento dei minerali e a produrre una massa fecale idratata e ben formata.

Dalle radici del vegetale vengono estratti principi attivi che svolgono azione protettiva sugli epatociti mediante un’attività di radical scavenger: questo importante comportamento difensivo contro lo stress ossidativo si esercita anche verso l’apparato renale, sommandosi alla sua normale attività diuretica.

Tarassaco: benefici

I principali benefici derivanti dal regolare impiego di rimedi a base di tarassaco sono riferibili all’aumento della diuresi, che dipende dalle funzioni dei flavonoidi.

L’effetto diuretico è piuttosto rapido in quanto insorge dopo circa trenta minuti dall’assunzione del prodotto, che può essere sotto forma di integratore, di estratto liquido oppure di tintura madre.

È possibile servirsi anche di succo ottenuto dalla spremitura della pianta fresca, anche se la sua conservazione è molto limitata e quindi risulta più agevole utilizzare compresse o pastiglie.

Quando viene utilizzato per scopi fitoterapici, il tarassaco deve essere assunto sotto forma di prodotti standardizzati e titolati, poiché soltanto in questo modo è possibile conoscere la reale quantità di principi attivi che si stanno assumendo.

Un altro effetto benefico della pianta si realizza per risolvere i disturbi dispeptici, e per contrastare problematiche digestive che spesso dipendono dal malfunzionamento di fegato e bile.

Grazie alle funzioni sinergiche di triterpeni, lattoni e inulina, il tarassaco agisce su tre livelli: aumenta l’appetito, velocizza i processi digestivi, migliora l’assimilazione dei nutrienti.

Per raggiungere simili obiettivi è consigliabile utilizzare ciclicamente integratori a base di tarassaco in purezza, che devono essere assunti per almeno 6-8 settimane consecutive.

In questo modo i rimedi riescono ad agire a livello dell’apparato sia gastrointestinale che urinario, migliorando le loro proprietà metaboliche.

Gli estratti di tarassaco possono essere utilizzati in purezza oppure in associazione con altre sostanze naturali, per formare fitocomplessi di varia natura destinati al trattamento oppure alla prevenzione di numerosi disturbi.

I settori in cui questi prodotti trovano maggiore impiego sono i seguenti:

  • ritenzione idrica;
  • presenza di cellulite al terzo stadio;
  • edemi diffusi alle parti declivi del corpo;
  • sovrappeso e obesità;
  • ipercolesterolemia;
  • uricemia e gotta;
  • stitichezza cronica oppure occasionale;
  • disappetenza;
  • difficoltà digestive;
  • meteorismo e flatulenza;
  • patologie epatiche;
  • iperglicemia di grado lieve;
  • calcoli delle vie biliari;
  • ittero;
  • intossicazioni alimentari.

In tutte queste condizioni l’assunzione di tarassaco si rivela un supporto ottimale poiché stimolando la diuresi facilita contemporaneamente l’eliminazione delle sostanze nocive, oltre alla quantità di liquidi in eccesso.

tarassaco tisana

Essendo un efficace diuretico, questo vegetale deve essere assunto con particolare cautela da parte di pazienti sottoposti a terapie croniche con farmaci diuretici di sintesi, poiché la sovrapposizione con essi potrebbe creare scompensi metabolici.

Le parti della pianta che vengono utilizzate sono foglie, radici e raramente fiori; in alcuni casi è sufficiente utilizzare le varie parti del vegetale mediante preparazioni culinarie, per ottenere risultati soddisfacenti.

Le foglie possono infatti essere consumate fresche, sotto forma di insalata, mentre le radici devono essere per forza essiccate, macinate e polverizzate.

I fiori partecipano alla preparazione di una bevanda alcolica (Dandelion Wine) oppure di confetture, marmellate e sciroppi.

Il liquido lattiginoso che esce dalle radici è considerato un rimedio popolare estremamente efficace contro verruche e pizzichi di insetti, poiché è dotato di principi attivi antinfiammatori e decongestionanti.

La dose giornaliera consigliata di tarassaco polverizzato è compresa tra 3 e 10 grammi, da assumere tre volte al giorno; nella maggior parte dei casi il suo impiego avviene sotto forma di tisana o decotto, per sfruttare anche le proprietà vasodilatatrici del calore.

Come alimento il tarassaco può essere aggiunto a insalate miste oppure può essere lessato insieme ad altri ortaggi.

Il tarassaco fa male alla tiroide?

È piuttosto controversa la questione degli effetti del tarassaco nei confronti della tiroide, ma di recente si è cercato di semplificare il discorso distinguendo tra pazienti affetti da patologie a carico della ghiandola e soggetti con tiroide sana.

Nel primo caso, quando ci si trova quindi in una condizione di ipertiroidismo o ipotiroidismo, l’utilizzo di tarassaco viene generalmente sconsigliato.

Se tale vegetale viene assunto sotto forma di tisane, può essere sufficiente ridurre il dosaggio in maniera significativa (almeno dimezzarlo), mentre se si tratta di compresse, capsule o tintura madre, vista la maggiore concentrazione, bisogna effettivamente abbandonarne l’impiego.

Infatti è stato rilevato che in caso di scompenso del sistema endocrino, l’assunzione di dosaggi piuttosto significativi di tarassaco prolungato nel tempo può contribuire ad aumentare lo scompenso, che invece ritorna alle condizioni originarie non appena se ne sospende l’utilizzo.

Un discorso diverso invece è stato costruito sulla base delle evidenze su persone sane, che non presentano squilibri a carico del sistema endocrino.

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In tali situazioni un’assunzione regolare di tarassaco, anche in forma concentrata (opercoli, compresse, capsule, tintura madre a basse diluizioni) si rivela un prezioso alleato per regolarizzare tutte le funzioni che dipendono dagli ormoni.

Infatti, in individui che presentano alterazioni para-fisiologiche della concentrazione di T3 e T4 (principali ormoni tiroide), dovuti ad esempio a transitori periodi di stress o di cambiamenti di vita, il tarassaco è in grado di ripristinare i livelli ematici sui valori standard.

Si tratta comunque di piccole modificazioni e non legate a patologie organiche, nei confronti delle quali nessun vegetale, compreso il tarassaco, potrebbe mai svolgere un effetto terapeutico, e in presenza delle quali bisogna sempre rivolgersi a un medico ed evitare di ricorrere a pericolose cure fai-da-te.

Tarassaco: controindicazioni

Le proprietà benefiche del tarassaco sono concentrate nelle foglie e nelle radici, parti contenenti elevate concentrazioni di vitamina A, D, del complesso B e di acido ascorbico, oltre a steroli, flavonoidi e terpeni.

La sua assunzione è da evitare in presenza di gastrite, ulcera peptica, calcoli renali e biliari, poiché il suo gusto amaro e acidulo provoca un abbassamento del pH contribuendo all’insorgenza di numerosi disturbi dell’apparato digerente.

I sali di potassio e l’elevata concentrazione di flavonoidi che facilitano la diuresi, possono altresì contrastare l’attività di farmaci diuretici di sintesi, per cui per evitare simili sovrapposizioni è preferibile non assumere integratori in presenza di terapie croniche.

Tenendo conto dell’elevata concentrazione di potassio, questa pianta non deve essere utilizzata in pazienti affetti da patologie cardiovascolari e renali.

Sono riportati inoltre casi di intolleranza alimentare e di allergia, derivanti probabilmente dalla presenza di triterpeni e fitosteroli.

Pazienti affetti da ipotiroidismo, nei quali tutte le funzioni metaboliche sono rallentate dalle inadeguate prestazioni ghiandolari, hanno mostrato un miglioramento delle condizioni fisiologiche in seguito all’assunzione di tarassaco.

Infatti, preparati del genere agiscono potenziando l’attività sia renale che intestinale e velocizzando il metabolismo, tutte funzioni che in presenza di ipotiroidismo risultano notevolmente squilibrate.

Tra gli effetti collaterali di un eccessivo consumo della pianta si sono registrati molti casi di allergia e intolleranza alimentare, oltre all’insorgenza di pirosi gastrica.

Non si possiedono evidenze sufficienti riguardo all’utilizzo di tarassaco su pazienti molto giovani, pertanto a tutt’oggi non è consigliato l’impiego regolare sui bambini se non sotto controllo pediatrico.

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