Vuoi scoprire tutto sui benefici dello Shilajit? Allora sei nel posto giusto!
Prima di scendere nel dettaglio, di seguito trovi una tabella dove sono riportati i migliori prodotti con shilajit, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
Fa parte dell’alimentazione di molti VIP e proprio per questo motivo è diventato famoso: si tratta dello shilajit, (mumijo), una polvere nerastra che si estrae da rocce di alta montagna.
La sua presenza è particolarmente abbondante sull’Himalaya e su altre cime di paesi di quelle zone, come Nepal, Bhutan, Mongolia, Russia e Perù.
Secondo alcuni si tratterebbe di una resina particolarmente densa, di aspetto simile al catrame, anche se in realtà, pur essendo un materiale molto viscoso, si scioglie in acqua con facilità, ma è insolubile in alcol.
La sua origine si collega con ogni probabilità alla decomposizione di materie vegetali che, nel corso di secoli, subiscono una progressiva compressione e conseguente trasformazione.
Si tratta di un antico rimedio Ayurvedico, utilizzato ampiamente a scopi curativi e preventivi per numerosi disturbi, che i monaci Tibetani erano soliti usare a scopo terapeutico.
A differenza dei tradizionali rimedi fitoterapici che vengono estratti soprattutto da piante officinali, lo shilajit proviene dal regno minerale, e quindi deriva da elementi inorganici.
Tuttavia, nonostante una simile genesi, le sue proprietà risultano efficaci per migliorare lo stato di salute dell’organismo.
È infatti un essudato naturale a base di humus, estremamente ricco di acido humico e di acido fulvico, due composti che fungono da supporti salutistici di notevole potenza.
Secondo la tradizione, la scoperta dello shilajit risale all’osservazione dei processi migratori delle scimmie bianche che, durante i mesi estivi, si muovevano attraversando le valli e le montagne dell’Himalaya.
Questi animali, che erano soliti nutrirsi della sostanza durante i loro trasferimenti, avevano una notevole riserva di energia che permetteva loro di affrontare lunghi percorsi anche molto difficoltosi e in condizioni climatiche particolarmente ostili.
Inoltre le scimmie raggiungevano età considerevoli in buona salute, confermando le proprietà benefiche delle polveri di cui si nutrivano.
Da tali osservazioni, anche gli abitanti dei villaggi incominciarono a servirsi dello shilajit, introducendolo nella loro dieta, ottenendo maggiore forza fisica e longevità.
Secondo le più recenti ricerche scientifiche sulla formazione di questo rimedio naturale, i processi di base sarebbero di tipo essudativo e interesserebbero alcune rocce molto ricche di minerali.
A differenza dell’humus contenuto nel terreno (che non contiene elementi organici), quello delle rocce Himalayane è ricchissimo di composti organici, tra cui l’acido fulvico e l’acido humico.
La massa organica delle shilajit sfiora una percentuale dell’80%, un valore indicativo della sua composizione unica nel regno minerale.
Quando milioni di anni fa il continente Indiano entrò in collisione con quello Asiatico si verificò un sollevamento dei fondali marini, responsabile dell’orogenesi della catena Himalayana.
Dal fondo del mare vennero quindi portati in superficie tutti gli abbondanti composti organici che, nel corso del tempo, rimasero intrappolati nelle stratificazioni rocciose, trasformandosi in humus organico.
Il loro posizionamento all’interno delle rocce ha contribuito a proteggerli dal contatto con agenti chimici e climatici, preservandone la composizione originale.
I prodotti finali sono dunque derivati da elementi organici che nel complesso hanno consentito di ottenere uno dei più complessi sistemi biomolecolari esistenti in natura.
Nella lingua locale il termile shilajit significa: “distruttore di debolezza“, a conferma del fatto che la sua assunzione aumenta la forza fisica e migliora le prestazioni psico-somatiche.
La medicina Ayurvedica si serve do questo composto sia con finalità terapeutiche che per ringiovanire e potenziare le forze muscolari.
Lo shilajit è un materiale contenente oltre 85 oligoelementi e minerali, miscelati a composti antiossidanti, principi attivi adattogeni e antinfiammatori.
La sua genesi si realizza a oltre 3000 metri di altitudine e viene fortemente influenzata dalle condizioni ambientali e climatiche.
Esso trasuda in maniera naturale dalle fessure delle rocce, da cui viene raccolto, purificato e lavorato secondo procedure di laboratorio che lo rendono uno dei più efficaci integratori nutraceutici attualmente in commercio.
La pratica Ayurvedica, che ha un’altissima considerazione di questo rimedio, lo impiega regolarmente per:
Secondo questa impostazione medica, lo shilajit potrebbe contribuire a ottimizzare le funzioni del primo e del secondo Chakra, che sono i due principali centri di energia presenti nel corpo umano e dai quali dipende lo stato di salute.
Le proprietà della sostanza dipendono sostanzialmente dai suoi principali costituenti che, oltre alle molecole organiche comprendono anche umina, un elemento unico e non rintracciabile in nessun altro prodotto naturale.
Alla base dei benefici che è in grado di offrire, questo integratore c’é l’interessamento dei centri energetici che vengono riequilibrati soprattutto in presenza di sbilanciamenti provocati da patologie di ogni tipo.
È noto che, secondo la maggior parte delle teorie Ayurvediche, la malattia deriva da un’alterazione dei flussi di energia che spesso rimangono intrappolati come conseguenza di tensioni.
Dal punto di vista biomolecolare, lo shilajit contiene una complessa miscela di metaboliti vegetali, elementi minerali, microrganismi e micro-elementi che vivono a livello delle rocce, dove formano rizosfere esclusive.
Le resine, che trasudano dalle fessure rocciose stimolate dal gradiente termico tra interno ed esterno delle pareti, derivano dalla costante attività trasformatrice della pressione microbiotica di materiali in decomposizione.
Tra gli elementi maggiormente rappresentativi, nello shilajit sono presenti:
L’attività sinergica di tutti questi elementi, in associazione anche ad altri composti organici e inorganici, è in grado di svolgere un’azione di duplice valore: da un lato infatti è possibile intervenire terapeuticamente su numerosi disturbi e d’altro lato è possibile prevenirli.
Lo shilajit si caratterizza inoltre per un’esclusiva funzionalità selettiva che, a seconda delle condizioni del soggetto, può mettere a disposizione uno o più composti.
Quando è presente una patologia da curare di solito il primo intervento è quello di rinforzare le difese immunitarie che vengono attivate dallo zinco, spesso associato a selenio e calcio.
Se invece è necessario aumentare la forza fisica, vengono coinvolti il ferro (per potenziare la produzione di emoglobina e quindi di eritrociti), la vitamina C (che agisce contro lo stress ossidativo) e le vitamine del complesso B (che migliorano le prestazioni energetiche ed ergonomiche).
Per rallentare i processi d’invecchiamento si sfrutta l’azione del magnesio che, agendo a livello delle membrane cellulari, stimola il turn-over dello strato germinativo per sostituire elementi vecchi con altri neo-formati.
Un aumento di prestazioni fisiche e muscolari deriva dall’intervento degli aminoacidi ramificati che massimizzano la sintesi di ATP, il composto ad alta energia immediatamente disponibile in caso di necessità.
In un’unica sostanza sono pertanto contenuti tutti gli elementi indispensabili per raggiungere differenti obiettivi che, a seconda delle singole esigenze, sono in grado di funzionare in maniera del tutto selettiva.
L’acido umico e l’acido fulvico, infine, agiscono incentivando la capacità del corpo ad assorbire gli elementi utili, accelerando i processi metabolici e contrastando lo stress ossidativo.
Lo shilajit è stato definito come la sostanza naturale che contiene la maggiore concentrazione di molecole utili all’organismo, e pertanto viene consigliato per supportare le sue funzioni.
Questo elemento catramoso dal tipico aroma balsamico e dal sapore di incenso bruciato che si è formato per compressione nel corso dei secoli sta spopolando a tal punto da creare seri problemi per suo approvvigionamento futuro.
Derivante dalla conversione biologica dei residui vegetali miscelati a composti animali, esso contiene un nucleo attivo contenente elevate concentrazioni di dibenzo-pironi, sostanze organiche a cui si attribuiscono i numerosi benefici del prodotto finale.
Oltre ai dibenzo-pironi, lo shilajit contiene anche:
L’acido fulvico, che sembra svolgere le principali funzioni metaboliche, è dotato di un elevato potere antiossidante, anti-radicalico e antinfiammatorio.
Il suo impiego si è rivelato estremamente vantaggioso in presenza di disturbi gastro-enterici, neurologici, nel Morbo di Alzheimer, nel diabete e in molte patologie infiammatorie dell’intestino (come il Morbo di Crohn e la retto-colite ulcerosa).
Secondo la tradizione Indiana, i benefici offerti da questo rimedio sono:
Il suo impiego, che può essere topico (per applicazioni locali a livello cutaneo) oppure sistemico (sotto forma di integratori da assumere per via orale), è ormai molto diffuso nel settore fitoterapico ed erbo-minerale.
Tra i vari benefici ad esso collegati c’é il controllo della glicemia in pazienti affetti da diabete di tipo 2: in uno studio epidemiologico risalente al 2003, i trial clinici hanno evidenziato che un suo impiego regolare può diminuire le concentrazioni di malondialdeide e aumentare i valori delle catalasi.
In ambito immunologico, lo shilajit attiva il potenziale citotossico dei linfociti T migliorando la loro efficacia contro antigeni di vario genere e migliora l’attività litica dei leucociti.
Individui di sesso maschile affetti da problemi di fertilità ormono-dipendente hanno ottenuto risultati benefici dall’impiego di simili integratori grazie alla loro attività stimolante sulla sintesi del testosterone.
Lo shilajit è dotato della capacità di permeare le pareti cellulari e di agire come trasportatore di altri composti utili all’organismo, come composti fitochimici, antiossidanti, sostanze nutraceutiche e altro.
La presenza del rimedio all’interno della matrice cellulare consente di migliorare la compatibilità biologica degli elementi introdotti, rendendoli rapidamente disponibili a livello metabolico.
Esso inoltre supporta la rigenerazione delle cellule vecchie e poso funzionali, assicura un’adeguata permanenza dei nutrienti nel citoplasma, elimina le tossine endogene ed esogene e i metalli pesanti.
Grazie a un’efficace azione riequilibrante sull’equilibrio elettrolitico, le membrane cellulari sono in grado di garantire la massima permeabilità verso ioni e molecole elettricamente neutre.
Il bilancio energetico risulta sempre vantaggioso, soprattutto quando l’organismo si trova in uno stato di carenza derivante da eccessivo affaticamento.
Ideale non soltanto come rimedio terapeutico, ma anche come supporto preventivo questo composto è ampiamente utilizzato anche in ambito sportivo dagli atleti in allenamento o in fase di recupero.
L’acido fulvico svolge due compiti fondamentali, in quanto da un lato aumenta la quantità di nutrienti che entrano nella cellula e d’altro lato favorisce il rinnovamento germinativo.
Complessivamente i benefici dello shilajit sono i seguenti:
Pur essendo un composto naturale e quindi dotato di ottima compatibilità biologica, questo composto può provocare alcuni effetti collaterali soltanto in presenza di intolleranza dell’individuo nei suoi confronti, oppure se gli integratori vengono formulati con metodiche inadeguate.
Lo shilajit deve infatti essere estratto, depurato e titolato seguendo regole ben definite, che rispettano anche una posologia fisiologica.
In presenza di anemia falciforme, emocromatosi o talassemia, è sconsigliato l’impiego della sostanza.
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