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Pillole per la Memoria: Abbiamo Trovato le Migliori per Te!

pillole per la memoria

Vuoi prendere delle pillole per la memoria, ma non sai quali siano veramente efficaci senza causare danni al nostro fisico? Allora sei nel posto giusto! 

Prima di entrare nei dettagli specifici, di seguito trovi una tabella nella quale sono state inserite le migliori pillole per la memoria del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale

migliori pillole per la memoria

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Pillole per la memoria: classifica delle migliori

Di seguito, invece, trovi una classifica delle migliori pillole per la memoria presenti sul mercato:

Pillole per la memoria

La memoria è un grande contenitore psichico dentro cui vengono immagazzinati i ricordi, che sono esperienze pregresse significative per il soggetto.

Si tratta di un archivio in continua modificazione, comprendente eventi piacevoli e spiacevoli, la cui sequenzialità non sempre è oggettiva.

I processi di elaborazione mnemonica comprendono tre fasi successive, che sono:

  • codifica;
  • ritenzione;
  • recupero.

La fase di codifica si collega alla modalità con cui le informazioni vengono inserite in quelle già esistenti, sfruttando un codice influenzato da numerosi fattori di tipo psico-emotivo.

La fase di ritenzione corrisponde al momento in cui i ricordi si consolidano, stabilizzandosi in una condizione a lungo o medio termine.

La fase di recupero è quella che permette di riportare a galla i ricordi, recuperandoli appunto dall’archivio mnestico.

L’intero processo trifasico può essere condizionato da influenze di tipo fisico, ambientale, psichico ed emotivo: questo spiega il perché la memoria è una funzione assolutamente soggettiva, che non può essere codificata secondo regole generali.

Esistono vari tipi di memoria, che sono:

  • memoria a breve termine (MBT), contenente informazioni relative a una decina di secondi, dato che mostra un’evidente tendenza a inattivarsi: la persona adulta può disporre di poche unità contenibili che, se non si trasformano in memoria a lungo termine, vanno inevitabilmente perdute e spariscono per sempre;
  • memoria a lungo termine (MLT), che prevede una capacità quasi illimitata di conservare conoscenze ed esperienze acquisite nel corso di un lungo periodo, che non scompaiono mai definitivamente, anche se possono affievolirsi. La MLT è suddivisa a sua volta in memoria esplicita, comprendente tutto quello che può essere descritto in maniera consapevole, memoria episodica, che riguarda soltanto alcuni eventi selezionati del passato, e memoria autobiografica, che contiene fatti inerenti alla vita personale del soggetto;
  • memoria di lavoro (WM, Working Memory), che elabora e archivia le informazioni acquisite durante attività professionali, e che ha una capacità limitata poiché può trattenere i dati soltanto per un breve periodo di tempo;
  • memoria prospetticacomprendente tutte le abilità che possono avere uno sviluppo nel futuro e che, a seconda dell’intervallo di ritenzione prevedono tempi variabili.

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Secondo la maggioranza degli studiosi, esiste una correlazione molto stretta tra memoria ed emozioni, poiché entrambe queste funzioni dipendono dall’ippocampo, una struttura sottocorticale del lobo temporale del cervello.

L’ippocampo, che è coinvolto prevalentemente nella memoria a breve termine, raggrupperebbe anche le percezioni sensitive provocate da stimoli sensoriali esterni.

Altre parti dell’encefalo interessate nei processi di memoria sono il talamo, l’ipotalamo e i lobi frontali: si tratta di un’ampia parte del cervello, dove sono presenti prevalentemente neuroni sensitivi e fibre ad essi collegate, che prevedono una funzionalità selettiva con specifici neuromediatori.

La memoria umana, che può contenere fino a un quadrilione di dati, è in grado di riconoscere, archiviare, immagazzinare, conservare e rievocare tutte le informazioni acquisite.

In condizioni normali viene utilizzato soltanto il 30% delle potenzialità mnemoniche, poiché il processo di memorizzazione è particolarmente complesso e richiede un dispendio energetico elevatissimo.

Una buona memoria dipende non soltanto dall’integrità degli organi preposti ma anche dal coinvolgimento affettivo e dal livello di attenzione che la circostanza ha evocato nel soggetto.

La memoria trattiene soltanto i dati che ritiene utili per il soggetto, scartandone oltre il 75%, che vengono considerati ininfluenti; del restante 25%, meno dell’1% viene immagazzinato sotto forma di memoria a breve termine, che rappresenta la funzione più limitata.

La memoria a lungo termine, che è considerata teoricamente illimitata, permette di immagazzinare le informazioni per un periodo molto maggiore di tempo.

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La perdita di memoria (amnesia), che è un disturbo molto frequente poiché associato a numerose patologie, può essere di due tipi:

  • anterograda, quando non è più possibile ricordare da un certo momento in avanti;
  • retrograda, quando tutti i ricordi precedenti all’attimo presente sono cancellati.

Anche se la riduzione del processo mnemonico viene considerato un evento fisiologico derivante dall’invecchiamento, quando una simile manifestazione si verifica in maniera troppo incisiva oppure in età giovanile, deve essere considerato un disturbo e come tale trattato terapeuticamente.

Le pillole per la memoria sono per l’appunto dei farmaci o integratori che consentono di ritardare il processo di invecchiamento cerebrale, mantenendo attiva la memoria per un periodo di tempo piuttosto elevato.

Tra le principali medicine che trovano impiego per migliorare lo stato della memoria, ci sono:

  • farmaci inotropi, in grado di migliorare non soltanto la memoria ma soprattutto le capacità cognitive in generale. Si tratta di rimedi vasodilatatori cerebrali che, aumentando la circolazione sanguigna nell’encefalo, potenziano la sua ossigenazione. Essi inoltre stimolano la produzione di neuromediatori, la ricostituzione e la crescita delle fibre nervose e in generale il metabolismo cerebrale. Sono farmaci che possono provocare effetti collaterali come disturbi del sonno, tremore, capogiri e vertigini, e che proprio per questo motivo devono essere assunti sotto controllo medico;
  • melatonina, si tratta di un ormone normalmente presente nell’organismo poiché sintetizzato dall’epifisi durante le ore notturne. Oltre a regolarizzare il ritmo sonno/veglia, essa svolge funzioni antiossidanti e potenzianti l’attività cerebrale. Invecchiando la sintesi di melatonina diminuisce progressivamente e questo comportamento è stato messo in relazione con la perdita di memoria tipica della terza età;
  • ginkgo biloba, che grazie alle sue proprietà vasodilatatrici, trova impiego in numerose vasculopatie cerebrali e per stimolare la perfusione cerebrale, da cui dipendono memoria e apprendimento;
  • lecitina, che svolge un effetto trofico sul cervello in caso di affaticamento mentale, invecchiamento e disturbi della memoria.

Pillole per la memoria: studio

Memoria e concentrazione sono due funzioni cerebrali indispensabili in caso di applicazione intellettiva come soprattutto nello studio.

In simili condizioni l’individuo sottopone l’organismo a condizioni di stress psico-fisico, consistenti in una progressiva stanchezza mentale, nell’affaticamento della vista e nella tensione muscolare.

Il dispendio energetico risulta particolarmente elevato poiché sia il corpo che il cervello richiedono un supporto molto intenso per funzionare al meglio.

Per fare fronte a queste necessità superiori al normale, è consigliabile ricorrere a integratori per la memoria formulati a base di principi vegetali come glutammina, fosfoserina e vitamina B6.

La caratteristica principale di simili rimedi è quella di garantire un’eccezionale compatibilità con le funzioni biologiche del cervello, che risulta stimolato in maniera naturale e senza nessuna forzatura.

Inoltre, questi composti si distinguono per un’ottima biodisponibilità, che già dopo poche assunzioni consente di ottenere risultati soddisfacenti.

Anche la vitamina B6, associata al magnesio, consente di migliorare le prestazioni mnemoniche durante intense sessioni di studio, poiché ottimizza l’ossigenazione delle cellule cerebrali.

Il ginkgo biloba è una pianta dotata di ottime prestazioni stimolanti ed energizzanti nei confronti di corpo e mente, che a differenza di altri elementi non causa nervosismo o irritabilità, due effetti collaterali piuttosto diffusi durante terapie del genere.

Queste sostanze, assunte sia isolatamente che insieme, svolgono un’azione stimolante poiché agiscono direttamente sull’asse psico-neuro-endocrino, dato che anche gli ormoni sono coinvolti in primo piano nel controllo della memoria.

Tali integratori offrono quindi il giusto apporto energetico per affrontare un surmenage psico-fisico e per assicurare concentrazione, apprendimento e capacità mnemonica.

Sarebbe buona norma prevenire gli stati di affaticamento mentale con cicli di questi prodotti, da associare anche a composti polivitaminici e multiminerali.

La funzione delle sostanze antiossidanti è basilare per migliorare la memoria negli studenti poiché, contrastando lo stress ossidativo, sono in grado di massimizzare l’ossigenazione delle cellule cerebrali anche in periodi di affaticamento mentale.

Per raggiungere simili obiettivi, vengono utilizzati integratori appartenenti alla categoria degli inotropi, che possono essere formulati con erbe officinali, cortecce e altre parti di piante fitoterapiche.

La loro funzione è quella di aumentare il metabolismo dei circuiti encefalici, velocizzando la trasmissione sinaptica degli stimoli.

È risaputo che lo stress mentale può provocare un calo delle prestazioni cognitive e intellettive che si traducono anche attraverso la perdita della memoria, infatti lo studente non riesce a recepire il surplus di informazioni, che non vengono archiviate nella memoria.

Per supportare questo tipo di esigenze, risulta estremamente efficace l’associazione tra vitamine del gruppo B (tiamina, niacina e cianacobalamina) e vitamina C (antiossidante).

L’associazione tra magnesio (regolatore sulla trasmissione sinaptica), zinco (antiossidante) e ferro (energizzante), si conferma un rimedio di prima scelta per potenziare l’attività mnemonica durante intenso affaticamento cerebrale.

Nella maggior parte dei casi, è preferibile orientarsi verso integratori multicomponente, contenenti vitamine e minerali in associazione con asparagina, glutammina e fosfoserina, sostanze che partecipano alla sintesi dei principali neuromediatori.

In questo modo, la trasmissione sinaptica degli impulsi nervosi viene potenziata e accelerata, per cui lo studente riesce a memorizzare un numero maggiore di nozioni senza affaticare il cervello.

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Pillole per la memoria e concentrazione

I vuoti di memoria sono spesso associati alla difficoltà di concentrazione, derivanti da un accumulo di stanchezza psico-fisica oppure da un’inadeguata ossigenazione cellulare.

Chi attraversa periodi di surmenage mentale e psicologico, conosce bene la sensazione di stordimento e di confusione intellettuale derivante da un eccessivo dispendio energetico.

In situazioni del genere la memoria subisce alterazioni molto significative, sia per quanto riguarda quella a breve termine che quella a lungo termine.

Per contrastare disturbi di questo tipo, spesso derivanti dal fisiologico invecchiamento delle cellule cerebrali, è possibile assumere composti adattogeni estratti da piante capaci di migliorare le reazioni dell’organismo allo stress psico-fisico.

I rimedi adattogeni aumentano la resistenza all’affaticamento, riequilibrano il metabolismo e incrementano le capacità intellettive; proprio per queste caratteristiche vengono utilizzati a scopo preventivo quando cioè la mente sta per affrontare un periodo di attività particolarmente intensa.

Grazie alle loro funzioni stimolanti, tonificanti e riequilibranti sul sistema nervoso centrale, i rimedi adattogeni riescono a incrementare l’attività elettrica delle cellule corticali encefaliche, potenziando concentrazione e memoria.

Bisogna poi tenere presente che i circuiti cerebrali (neuroni encefalici) si nutrono unicamente di glucosio, che è l’unica sostanza capace di attraversare liberamente la barriera emato-encefalica.

Questo glucide una volta raggiunta la sua sede funzionale, viene catabolizzato attraverso una serie di reazioni biochimiche per produrre massicce dosi di energia.

Per migliorare memoria e concentrazione, due attività mentali che richiedono un notevole apporto energetico, è pertanto indispensabile offrire corretti quantitativi di glucosio sotto forma di integratori.

L’acuità mentale e l’abilità cognitiva sono due prestazioni che consentono al cervello di funzionare al massimo riguardo a tutte le sue attività.

Secondo le più recenti linee guida, alcuni composti biologici come flavonoidi e polifenoli svolgono un ruolo di estrema importanza per migliorare le funzioni intellettive.

Pertanto è opportuno assumere periodicamente integratori a base di questi composti, che tra l’altro esercitano anche un efficace effetto preventivo nei confronti di disturbi neurovascolari del cervello.

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Pillole per la memoria: funzionano?

Le pillole per la memoria sono formulate sfruttando le numerose prestazioni biologiche di composti adattogeni, vitamine (del gruppo B, C ed E), minerali (magnesio, zinco, rame e ferro) ed estratti naturali.

La loro efficacia è molto elevata a patto di seguire i dosaggi indicati sulle confezioni, infatti esiste una soglia minima posologica al di sotto della quale questi integratori non hanno effetto.

È sempre consigliabile associare a cicli di integrazione anche un regime alimentare sano e bilanciato, ricco di frutta e verdura di stagione, di legumi e cereali integrali, alimenti che migliorano le prestazioni mentali.

Un ruolo essenziale viene infine svolto da tutti i composti antiossidanti, che combattendo lo stress ossidativo consentono al metabolismo delle cellule encefaliche di sfruttare elevate concentrazioni di ossigeno e una corretta quantità di energia di pronto intervento.

Secondo l’opinione della maggior parte dei consumatori abituali, le pillole per la memoria funzionano se assunte a cicli alterni, per evitare controproducenti effetti di assuefazione.

I benefici ottenuti riguardano principalmente la rapidità della comparsa dei risultati in tempi piuttosto brevi dall’inizio dell’assunzione, e l’assenza di fastidiosi contraccolpi mentali come sindrome da astinenza (qualora si sospendesse il trattamento, anche solo per dimenticanza per un giorno).

La valutazione delle pillole per la memoria da parte dei consumatori occasionali è anch’essa molto positiva, in quanto viene riferito un immediato ed evidente incremento delle facoltà cognitive con vantaggi in termini sia di studio che professionali.

È possibile infatti conservare in casa una confezione di pillole per la memoria, da assumere solamente al bisogno, così come da assumere ogni giorno per un periodo di tempo più o meno prolungato (fino a qualche mese) a seconda delle esigenze del soggetto.

L’estrema maneggevolezza di questi prodotti, in ultima analisi, rappresenta senza dubbio un vantaggio non indifferente, soprattutto in un contesto così delicato come il funzionamento della mente, potenzialmente esposto ad effetti collaterali anche gravi.

Le pillole per la memoria funzionano, purché non se ne abusi e a patto di affiancare alla terapia anche una riorganizzazione intelligente del proprio stile di vita, il più possibile orientata alla salute e alla tranquillità.

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