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Omega 9: Quali i Benefici? Cosa Cambia con gli Omega 3 e 6?

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Classifica dei migliori integratori con Omega 9

Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori integratori con Omega 9 presenti sul mercato:

Omega 9

Gli acidi grassi appartengo o a un vasto gruppo di acidi monocarbossilici, caratterizzati da una catena idrocarburica non ramificata, la cui lunghezza è variabile.

Possono essere saturi (quando presentano singoli legami carbonio-carbonio) o insaturi (quando contengono uno o più doppi legami carbonio-carbonio); si tratta di composti alifatici e quindi idrofobi per quanto riguarda la catena carboniosa, mentre solubili in acqua a livello del gruppo carbossilico.

Sono i componenti fondamentali dei lipidi in quanto, legandosi al glicerolo, formano i trigliceridi; man mano che aumenta la lunghezza della catena di atomi di carbonio, diminuisce la solubilità e aumenta la densità.

Nell’organismo umano, questi composto vengono sintetizzati a partire dall’acetil-coenzima-A e svolgono un ruolo essenziale per la vita poiché mantengono funzionanti le membrane cellulari e nucleari e producono energia mediante il processo di beta-ossidazione.

Grazie alla loro struttura biologica, intervengono nel processo di fosforilazione ossidativa e come precursori della sintesi di prostaglandine.

Gli atomi che li costituiscono sono carbonio, idrogeno e ossigeno, di cui i primi due possono arrivare fino a trenta unità, anche se nella maggior parte dei casi il numero di atomi di carbonio è compreso tra dodici e ventidue.

In natura non sono quasi mai presenti in forma libera ma piuttosto come trigliceridi, fosfolipidi o esteri del colesterolo.

A differenza di altri composti organici, gli acidi grassi sono dotati di una proprietà singolare poiché possono essere incorporati intatti nei tessuti modificando la loro composizione.

A seconda del loro grado di saturazione, si identificano tre classi fondamentali, che sono:

  • acidi grassi saturi, senza nessun doppio legame;
  • acidi grassi monoinsaturi, con un solo doppio legame;
  • acidi grassi polinsaturi, con due o più doppi legami.

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Si distingue inoltre un’ulteriore classificazione in base alla lunghezza della catena carboniosa:

  • acidi grassi a corta catena, contenenti fino a sei atomi di carbonio;
  • acidi grassi a catena media, contenenti da otto a dodici atomi di carbonio;
  • acidi grassi a lunga catena, contenenti da quattordici a diciotto atomi di carbonio;
  • acidi grassi a catena molto lunga, contenenti più di venti atomi di carbonio.

Gli acidi grassi saturi sono tutti a catena corta e dotati di elevata solubilità in acqua, per cui, grazie alle loro dimensioni contenute, vengono rapidamente assorbiti a livello intestinale, dato che non richiedono la formazione di chilomicroni.

Quelli saturi a lunga catena invece sono scarsamente solubili in acqua e per essere assimilati devono formare chilomicroni.

Gli acidi grassi omega 9, conosciuti anche con il nome di acidi polienoici, sono composti insaturi caratterizzati da un doppio legame carbonio-carbonio, che si trova in posizione 9.

I principali esempi di questa categoria sono l’acido oleico, che è uno dei principali componenti dell’olio di oliva, e l’acido erucico, che si estrae dall’olio di colza; al contrario degli omega 3 e degli omega 6, gli omega 9 non sono acidi grassi essenziali.

L’acido oleico è un composto di diciotto atomi di carbonio contenente un solo doppio legame quindi appartenente alla categoria dei monoinsaturi; l’organismo umano può sintetizzare questi composti a partire da altri acidi grassi insaturi, per cui in presenza di stati carenziali, l’acido oleico, che di norma non viene convertito, può trasformarsi in acido eicosatrienoico, importante per il suo rapporto con l’arachidonico.

La funzione di simili composti è fondamentale per l’attività delle membrane plasmatiche e quindi per il metabolismo.

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Omega 9: a cosa serve

L’acido oleico rappresenta senza dubbio il più diffuso e apprezzato acido grasso omega 9; esso è contenuto soprattutto nell’olio di oliva (concentrazione fino all’80%), dove costituisce il principale substrato dei trigliceridi, è presente anche nell’olio di sesamo, di girasole, di colza e nei semi di tè.

Dal punto di vista organolettico si presenta stabile a temperature elevate e quindi particolarmente indicato per fritture e cotture ad alto grado termico, tuttavia il suo maggiore impiego è a crudo, grazie all’attività salutistica di prevenzione nei confronti delle malattie cardiovascolari.

L’acido erucico è formato da ventidue atomi di carbonio con doppio legame in posizione nove, ed è un composto monoinsaturo che si trova principalmente nei semi delle brassicacee, soprattutto colza e senape.

Questo composto è stato studiato a partire dagli anni Settanta, quando alcune ricerche scientifiche condotte su mammiferi da pascolo, rivelarono la sua tossicità a dosaggi elevati, soprattutto a livello cardiaco.

Infatti, l’acido erucico tende a depositarsi nelle cellule del miocardio provocando l’insorgenza di numerose patologie, da allora i semi di colza sono stati utilizzati in concentrazioni minori oppure selezionati in maniera tale da bilanciare la concentrazione di questo acido.

Attualmente la percentuale massima consentita di acido erucico nei grassi alimentari è del 5%, mentre nell’olio di colza arriva fino al 30-50%: si tratta comunque di un elemento da assumere con attenzione poiché il suo metabolismo può essere nocivo per la salute.

Insieme agli omega 3 e agli omega 6, anche gli omega 9 sono molecole che funzionano come scudo protettivo per il benessere dell’organismo, in quanto riducono i livelli di colesterolo nel sangue migliorando la fluidità circolatoria e prevenendo la formazione di ateromi.

La loro definizione di acidi polienolici fa riferimento alla struttura biochimica tipica degli grassi insaturi; la loro localizzazione comprende sia alimenti di origine animale che vegetale, e quindi essi possono trovarsi in numerose formulazioni nutritive.

Non sono considerati indispensabili poiché l’essere vivente è in grado di sintetizzarli, partendo da composti simili; essendo grassi stabili, che resistono a shock termici, trovano largo impiego per usi sia gastronomici che terapeutici.

Gli omega 9 sono acidi grassi polinsaturi che grazie ai loro legami complessi svolgono funzioni vantaggiose per controllare l’assetto lipidico del sangue, agendo principalmente sulla quota LDL di colesterolo.

Dotati di un efficace potere antiossidante, questi elementi contrastano lo stress ossidativo e combattono la presenza di radicali liberi, comportandosi da veri e propri supporti antiaging.

L’acido oleico, che è il più studiato tra tutti gli omega 9, svolge numerosi compiti benefici a livello metabolico, tra cui liberare le arterie da depositi di colesterolo, supportare il metabolismo energetico, migliorare le funzioni cardiovascolari e supportare il ricambio cellulare.

Oltre all’acido oleico e all’acido erucico, gli omega 9 comprendono anche acido nevronico, che si trova nella senape e in quasi tutti i pesci azzurri (tonno, salmone, sarda e pesce spada).

Il suo contenuto è abbastanza significativo nei semi di zucca, nell’avocado, di lino, in mandorle e nocciole, nei pinoli e anacardi, nei semi di sesamo e nel cacao in polvere, oltre che nell’olio di borragine, che attualmente viene utilizzato come integratore per abbassare il rischio cardiovascolare.

Omega 9: benefici

Gli acidi grassi omega 9 vengono considerati depurativi del sangue poiché contribuiscono a staccare gli ammassi viscosi di trigliceridi e colesterolo dall’endotelio dei vasi sanguigni.

Oltre a questo notevole beneficio legato alla prevenzione di gravi patologie cardiovascolari come infarto e ictus, questi composti agiscono come potenti antiossidanti naturali.

Tali molecole vengono inoltre impiegate con successo per risolvere numerose problematiche cutanee, derivanti soprattutto da squilibri ormonali: oltre a contrastare l’invecchiamento della pelle, svolgono funzioni rigeneratrici, migliorando l’idratazione e la perdita di tono.

È proprio grazie a queste proprietà che essi vengono applicati per uso topico nel contorno occhi e come antirughe, anche in presenza di discromie e di inestetismi causati da impurità.

Secondo numerose ricerche scientifiche, gli omega 9 risultano particolarmente efficaci anche per il trattamento di anomalie ormonali femminili, e vengono pertanto utilizzati in caso di irregolarità del ciclo, amenorrea e dismenorrea, oltre che per minimizzare i sintomi della fase premestruale e la vampate di calore in menopausa.

Un altro beneficio di questi acidi grassi è collegato all’aumento di sintesi delle prostaglandine, e quindi al miglioramento dell’attività antiaggregante piastrinica con conseguenti funzioni cardioprotettive, vasodilatatrici e antisclerotiche.

È proprio su questi presupposti che si basa la maggior parte della proprietà terapeutiche di simili molecole, che insieme agli omega 3 e agli omega 6, vengono considerati i principali rimedi cardioprotettori per quanto riguarda sia il controllo del colesterolo che l’ipertensione.

Gli omega 9 hanno assunto una notevole rilevanza negli ultimi anni in seguito alla dimostrazione del loro influsso benefico sull’eccessiva viscosità del sangue, che viene ridotta migliorando quindi il flusso circolatorio.

Il meccanismo d’azione di queste molecole si è rivolto anche alla coagulazione del sangue e all’elasticità e permeabilità delle pareti capillari.

Anche se non è stato ancora chiarito nel dettaglio il modo in cui questi acidi grassi sono in grado di modificare la permeabilità delle membrane cellulari agendo a livello della composizione lipoproteica, molti studi epidemiologici hanno collegato una minore incidenza di malattie cardiovascolari con soggetti che si nutrono abbondantemente di olio di oliva piuttosto che di grassi animali.

acidi grassi omega 9

Anche il rischio di morte improvvisa dopo infarto miocardico acuto è nettamente minore nei pazienti che privilegiano i grassi vegetali (e in particolare l’olio evo) rispetto a quelli animali.

Tra i benefici degli omega 9, rientra anche la prevenzione di alcune patologie degenerative delle retinopatie derivante sempre dal miglioramento delle funzioni vasomotorie (microcircolo).

Un’altra vantaggiosa funzione di questi composti è un’immunomodulazione mediata che porta all’aumento di sintesi di linfociti e macrofagi.

Alimenti ricchi di grassi polinsaturi di tipo 9 ridurrebbe anche la disponibilità cellulare nei confronti degli agenti proinfiammatori, consentendo di limitare l’insorgenza di flogosi di vario genere.

Essendo importanti componenti delle membrane biologiche, essi contribuiscono a sostenere la struttura del doppio strato lipoproteico, influenzandone la fluidità e incentivando gli scambi negli spazi tra l’interno e l’esterno della cellula.

Le principali fonti di acidi grassi omega 9 sono rappresentate dall’olio di oliva e da alcuni prodotti ittici, che i nutrizionisti raccomandano di assumere almeno tre volte a settimana.

Come sempre, l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale per riequilibrare i rapporti tra le varie componenti grasse del sangue, regolandone quindi l’assetto lipidico.

Circa il 62% dell’olio extravergine di oliva è costituito da acidi grassi omega 9, che contengono fino all’80% di acido oleico, uno dei più abbondanti composti monoinsaturi a lunga catena di interesse biologico.

La comprovata azione protettiva dei grassi monoinsaturi si svolge sia a livello delle pareti vasali (endotelio arterioso), sia sulle miocellule cardiache.

Indispensabile durante la prima infanzia poiché potenzia l’accrescimento corporeo e consente la mielinizzazione del cervello e lo sviluppo del tessuto osseo, l’acido oleico è uno coadiuvante contro le infezioni grazie alla sua attività immunostimolante.

omega 9 a cosa serve

Le sue funzioni antiossidanti, che oltre a contrastare lo stress ossidativo e l’invecchiamento cellulare, combattono la formazione dei radicali liberi, offrono innegabili benefici all’assetto metabolico dell’organismo.

Il suo impiego è particolarmente diffuso nell’ambito della dieta mediterranea, che proprio per questo viene considerata uno dei regimi nutritivi più salutari; l’acido oleico può essere utilizzato fin dai primi mesi di vita, poiché non crea problemi digestivi e migliora la permeabilità di membrana.

Anche nelle diete degli anziani svolge un ruolo estremamente importante in quanto limita la demineralizzazione del tessuto osseo, prevenendo numerose conseguenze dell’osteoporosi.

Gli omega 9 sono raccomandati in gravidanza in quanto favoriscono un ottimale sviluppo della guaina mielinica che circonda le cellule nervose.

Anche nella dietetica sportiva, simili integratori possono supportare gli atleti sia in fase di allenamento che di recupero, poiché garantiscono un apporto energetico calibrato potenziando le funzioni antiossidanti indispensabili per eliminare i radicali liberi.

L’acido erucico, ma soprattutto l’acido oleico, prevengono ipertensione e malattie coronariche, limitando anche la produzione di succhi gastrici ed enterici, proteggendo quindi la mucosa dello stomaco e dell’intestino da pirosi.

Un ultimo beneficio degli omega 9 è relativo alla prevenzione nei confronti di calcoli biliari e di disturbi infiammatori come la pancreatite, che si riducono notevolmente quando nell’alimentazione vengono utilizzati condimenti a base di olio extravergine di oliva.

Gli Omega 9 nel cibo

Gli omega 9 sono acidi grassi non essenziali, accomunati dalla presenza di un doppio legame tra il nono e il decimo atomo di carbonio: il più importante tra loro è l’acido oleico, che si trova nell’olio di oliva, nell’olio di sesamo, di colza, di avocado, di arachidi, di mandorla, di soia, di nocciola e di camelia.

Esso si trova anche in percentuali piuttosto limitate nei semi di tè; la maggiore concentrazione di acido oleico è comunque contenuta nell’olio di oliva extravergine, le cui funzioni biochimiche riguardano la normalizzazione della colesterolemia totale, agendo in particolare sulla quota LDL.

Un altro omega 9 è l’acido nevronico, un composto indispensabile per la biosintesi della guaina mielinica dei neuroni, esso si trova nel latte e nelle pappe per neonati, nella senape e in alcuni pesci come tonno, salmone e pesce spada, oltre che nei semi di lino, di zucca, di mandorle e di nocciole, negli anacardi, nei pinoli, nel burro di arachidi e nel cacao in polvere.

Come tutti i grassi saturi, anche gli omega 9 sono digeriti facilmente e rapidamente assimilati, per fornire una fonte energetica di pronto intervento; di solito i grassi saturi vengono demonizzati in quanto responsabili di un maggiore indice di rischio cardiovascolare.

In realtà, questa caratteristica è tipica dei composti di origine animale, mentre gli omega 9, che sono di origine vegetale, risultano vantaggiosi in quanto associandosi agli omega 3 e agli omega 6, prevengono la maggior parte delle malattie del cuore e dei vasi.

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