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Omega 6: Cosa Sono? Quali Benefici Apportano?

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Se sei alla ricerca di risposte sugli acidi grassi omega 6 e stai cercando un modo per integrarli, allora sei nel posto giusto!

Prima di entrare nei dettagli, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori integratori con Omega 6 del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

migliori integratori con omega 6

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Classifica dei migliori integratori con Omega 6

Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori integratori con Omega 6 presenti sul mercato:

Omega 6

Gli omega 6 sono elementi biologici appartenenti al gruppo degli acidi grassi, molecole insolubili in acqua che svolgono funzioni essenziali per l’organismo.

Gli acidi grassi, che sono costituenti dei lipidi (grassi), risultano formati da una catena lineare di atomi di carbonio con un unico gruppo carbossilico posto a una delle due estremità.

La lunghezza di tale catena carboniosa è estremamente importante per le funzioni del composto, dato che la maggior parte delle sue funzioni dipende appunto dal numero di atomi di carbonio presenti.

In base a questa caratteristica, gli acidi grassi si distinguono in tre tipologie:

  • a corta catena;
  • a catena media;
  • a lunga catena.

Man mano che si allunga, la catena rende sempre meno solubile l’acido grasso e quindi più consistente e soprattutto con requisiti organolettici progressivamente differenti.

In linea generale comunque in natura non esistono acidi grassi formati da pochi atomi di carbonio, per cui le catene carboniose sono sempre abbastanza lunghe.

Nel corpo umano simili composti sono molto abbondanti e quasi sempre coniugati con altre molecole, in quanto le forme libere sono poco vantaggiose a livello metabolico.

Essi infatti si trovano sotto forma esterificata con il glicerolo (per formare i trigliceridi) oppure con il colesterolo (per formare gli esteri del colesterolo).

Ogni acido grasso è costituito da una struttura idrofoba terminante con un gruppo carbossilico, che rappresenta l’unica parte del composto che non respinge le molecole d’acqua.

Pertanto, quando sono in soluzione, simili elementi formano le tipiche micelle, che sono strutture sferiche con un nucleo lipofilo (formato dalle catene carboniose che tendono ad aggregarsi al centro) e un guscio idrofilo (formato dai gruppi carbossilici).

Una struttura di questo genere è fondamentale per consentire la digestione dei lipidi che, per loro natura, non mostrano nessuna affinità con il liquidi organici.

Soltanto se si trovano in forma micellare essi infatti possono entrare nel fisiologico processo digestivo.

All’interno della catena carboniosa possono essere presenti uno o più doppi legami, in grado di modificare sostanzialmente le caratteristiche morfologiche e funzionali dei composti.

omega 6 dove si trova

Quando non sono presenti doppi legami, l’acido grasso viene definito saturo, mentre se i doppi legami fanno parte della molecola, l’acido grasso può essere mono-insaturo (con 1 solo legame doppio) oppure polinsaturo (con più doppi legami).

Gli acidi grassi omega sono elementi essenziali per la vita caratterizzati dalla posizione del primo doppio legame che si localizza in vari punti della catena carboniosa: in particolare gli omega 6 hanno un doppio legame a livello del VI atomo di carbonio.

Sono tutti acidi grassi polinsaturi localizzati principalmente a livello delle membrane cellulari e che pertanto svolgono un ruolo di estrema rilevanza.

Trattandosi di composti essenziali non possono essere sintetizzati in maniera autonoma dall’organismo, ma possono soltanto essere introdotti con la dieta.

Dopo essere stati assunti, essi sono convertiti per via enzimatica in altre molecole lipidiche semi-essenziali, più facilmente digeribili e quindi rapidamente assimilabili.

L’acido linoleico è il capostipite di tutti gli omega 6, da cui vengono prodotti quelli della serie omega 3.

Gli omega 6 sono un gruppo di grassi a cui appartengono:

  • acido linoleico (essenziale);
  • acido linolenico (semi-essenziale);
  • acido arachidonico (semi-essenziale).

Dal punto di vista biochimico si tratta di composti carboniosi che mostrano tutti requisiti dei lipidi e come tali si comportano, tenendo conto del fatto che alcuni sono essenziali (e quindi assimilabili con tempi più lunghi) e altri sono semi-essenziali.

Omega 6: benefici

Gli omega 6 sono acidi grassi comprendenti sia elementi essenziali (acido linoleico) sia semi-essenziali (acido linolenico e acido arachidonico) che svolgono un ruolo di grande impatto sul rischio cardio-vascolare.

Si parla di ruolo promiscuo poiché; contrariamente a ciò che si crede, non sempre gli omega sono benefici: infatti svolgono funzioni vantaggiose in quanto contribuiscono a migliorare alcuni parametri metabolici (come la colesterolemia), ma nello stesso tempo possono essere svantaggiosi se introdotti in concentrazioni eccessive.

I loro benefici sono infatti strettamente dose-dipendenti.

Sul colesterolo, gli omega 6 agiscono abbassando la concentrazione totale in seguito alla diminuzione della sua quota “cattiva” ovvero la frazione LDL, che è quella trasportata dalle lipo-proteine a basso peso molecolare (Light Density Lipoprotein).

L’assunzione degli omega 6 agisce selettivamente proprio sulla sintesi di queste lipo-proteine, ma non su quella del colesterolo, che continua ad essere prodotto dal fegato mediante il meccanismo endogeno.

alimenti con omega 6

Com’é noto, quando aumenta la presenza delle LDL, aumenta anche il rischio cardio-vascolare dato che il colesterolo ha maggiori probabilità di aderire alle pareti delle arterie, provocando la formazione di ateromi.

Gli omega 6 pertanto limitano il quantitativo di colesterolo circolante in seguito alla ridotta produzione di lipo-proteine a basso peso molecolare (LDL).

Non è ancora stato chiarito con certezza il ruolo biologico degli omega 6 sulla frazione HDL del colesterolo, ovvero sulla sintesi di lipo-proteine ad alto peso molecolare (High Density Lipoprotein), che sono quelle che veicolano il colesterolo “buono”, che non aderisce all’endotelio arterioso.

I benefici degli omega 6 non possono prescindere da una dieta bilanciata e priva di grassi saturi, che sono quelli di origine animale e che contribuiscono moltissimo alla genesi degli ateromi.

Bisogna dunque che l’integrazione con omega 6 sia accompagnata dall’impiego di omega 3 e si inserisca in uno schema nutrizionale sano e povero di lipidi.

Un simile approccio è finalizzato anche a limitare gli eccessi ponderali, poiché il sovrappeso rappresenta uno dei principali rischi cardio-vascolari, soprattutto in relazione al vincolo calorico complessivo.

Altri benefici degli omega 6 sono i seguenti:

  • abbassare la pressione arteriosa;
  • diminuire la produzione dei fattori anti-fibrinolitici;
  • ottimizzare la sensibilità all’insulina;
  • migliorare la fluidità del sangue.

Gli omega 6 sono anche collegati alla produzione dei fattori eicosanoidi benefici, molecole responsabili del monitoraggio dei processi infiammatori dell’organismo.

Alla base di numerose patologie cardiovascolari c’é appunto un processo di natura flogistica, capace di potenziare notevolmente il rischio di insorgenza di gravi patologie cardiache, come l’infarto miocardico.

I benefici derivanti dall’impiego degli omega 6 è strettamente dipendente dal loro dosaggio, dato che eccessivi quantitativi di simili elementi non solo sono inefficaci (poiché sopra alla soglia fisiologica non hanno effetto), ma possono addirittura rivelarsi nocivi.

Anche per quanto si riferisce ai processi infiammatori, il meccanismo d’azione sugli eicosanoidi può trasformarsi in fattore aggravante se la quantità di omega 6 supera il valore consentito.

In simili condizioni infatti l’organismo non riesce a metabolizzare il loro surplus che, rimanendo in circolo, agisce svantaggiosamente a livello della cascata infiammatoria dei composti pre-flogistici.

Un eventuale esubero di omega 6 altera l’equilibrio infiammatorio dell’organismo, stimolando la produzione di agenti pro-infiammatori, con innalzamento dell’indice di rischio cardio-vascolare.

Secondo le più recenti linee guida, un dosaggio troppo elevato di questi composti contribuisce a sminuire i benefici derivanti dagli omega 3, che risultano parzialmente inattivati.

In particolare, l’acido linoleico deve rimanere entro la soglia fisiologica di tolleranza, per evitare di interagire negativamente con gli omega 3.

Un problema del genere dipende dal fatto che sia omega 6 che omega 3 vengono metabolizzati ad opera dei medesimi enzimi, che ne consentono l’utilizzo all’interno delle cellule.

Questo spiega perché un eccesso di omega 6 tende a mantenere occupate le molecole enzimatiche che dovrebbero stimolare il funzionamento degli omega 3, pregiudicando così il loro metabolismo.

Di conseguenza si attivano i processi sintetici dei fattori pro-infiammatori a scapito degli eicosanoidi, e il rischio cardio-vascolare aumenta notevolmente.

Anche se gli omega 3 hanno senza dubbio un impatto migliore sulle reazioni infiammatorie, sono gli omega 6 a controllare il livello di colesterolo ematico, confermando i loro efficaci benefici preventivi.

Gli eicosanoidi vantaggiosi per cuore e vasi che vengono stimolati dagli omega 6 sono principalmente le prostaglandine e i leucotrieni che, insieme ai trombossani, consentono di mantenere monitorate le funzioni circolatorie.

Gli omega 6 sono necessari per il corretto funzionamento di tutti i tessuti, per il mantenimento della barriera idro-lipidica di membrana, per l’accrescimento e lo sviluppo cerebrale, per la sintesi di leucotrieni e prostaglandine, per il controllo sulla permeabilità di membrana, per la regolazione del trasporto di colesterolo.

A livello terapeutico essi trovano impiego per curare l’artrite reumatoide e numerose forme di nevralgia.

Anche il tuorlo d’uovo contiene questi elementi, ma deve essere assunto con moderazione in quanto contiene grassi saturi potenzialmente dannosi.

Sarebbe buona norma alternare sempre alimenti di origine animale con altri vegetali, per offrire all’organismo una vasta gamma di composti biologici e soprattutto per evitare eccessivi accumuli di sostanze di un unico tipo.

Non bisogna dimenticare che le piante contengono tutti i principi attivi utili per il benessere, a cominciare dagli acidi grassi omega 6.

Schematicamente si può dire che i principali benefici degli omega 6 sono:

  • abbassare il livello di colesterolo (tramite la diminuzione di LDL);
  • abbassare la pressione arteriosa;
  • migliorare la sensibilità insulinica;
  • ridurre il rischio d’infarto;
  • limitare la genesi di processi infiammatori;
  • ottimizzare la funzione delle citochine;
  • ridurre l’insorgenza di patologie autoimmuni;
  • contribuire ad abbassare l’indice calorico.

omega 6 alimenti

Omega 6 negli alimenti

Dal punto di vista clinico, per stare bene l’organismo deve mantenere la sua omeostasi metabolica, che consiste nell’equilibrio di tutti i parametri vitali, come colesterolemia, glicemia, lipidemia, uricemia e pressione sanguigna.

Per raggiungere un simile obiettivo di norma si agisce su due fronti: da un lato bisogna controllare il regime dietetico e d’altro lato fare ricorso a integratori alimentari.

Una dieta si definisce bilanciata quando è utile a supportare le funzioni vitali, garantendo benessere psico-fisico.

Gli omega 6, che sono elementi benefici per l’organismo, possono essere introdotti sia con i cibi che con specifici rimedi farmacologici.

Gli omega 6 sono contenuti principalmente negli oli vegetali, come quello di oliva, di mais, di girasole, di arachidi, di sesamo, di palma e di germe di grano.

Sono presenti anche nella frutta secca (soprattutto arachidi, mandorle e noci), nei legumi (lenticchie, ceci, fagioli, piselli e soia) e nelle olive.

I semi di lino e l’olio da essi derivato sono particolarmente ricchi di omega 6.

Rapporto tra omega 3 e omega 6

Nei regimi dietetici del mondo occidentale, il rapporto tra acidi grassi omega 3 e omega 6 è molto superiore a 10:1 (Ω3/Ω6>10), mentre dovrebbe essere compreso tra 4:1 e 8:1.

Un simile squilibrio deve pertanto venire compensato mediante l’assunzione di integratori, in grado di riequilibrare i giusti dosaggi.

Si tratta di rimedi formulati con olio di pesce (soprattutto di krill, di alghe e di fegato di merluzzo) ed estratti di semi oleosi.

Il rapporto tra omega 3 e omega 6 svolge un ruolo di primaria importanza per il benessere dell’organismo in quanto è deputato al controllo degli eicosanoidi, come prostaglandine, leucotrieni e trombossani.

Sia omega 3 che alcuni omega 6 supportano efficacemente le funzioni antinfiammatorie, mentre soltanto alcuni omega 6 (come l’acido arachidonico) agiscono in senso opposto dato che incentivano l’azione pro-infiammatoria (reazioni a catena).

Pertanto i livelli d’equilibrio tra omega 3/omega 6 sembra essere estremamente importante per la prevenzione e la cura di numerose malattie cardio-vascolari, come quelle coronariche, l’ipertensione e disordini di natura immunitaria.

Gli eicosanoidi infatti sono responsabili del controllo sulle principali sindromi flogistiche e il loro meccanismo d’azione viene monitorato appunto dal rapporto tra gli acidi grassi.

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Questi composti sono molto sensibili ai processi di ossidazione e di perossidazione , per cui un eventuale eccesso alimentare potrebbe potrebbe da un lato incrementare la percentuale di grassi energetici (sovrappeso) e d’altro lato favorire lo stress ossidativo.

Dato che gli omega 6 sono più abbondanti nella dieta rispetto agli omega 3, è necessario incentivare l’assunzione di questi ultimi per mantenere un profilo equilibrato del metabolismo.

Inizialmente un rapporto del genere era stato stabilito con valori di: omega 6/ omega 3= 13:1.

Tuttavia questo indice si è rivelato scorretto e attualmente la versione LARN riporta un valore del rapporto compreso tra 4:1 e 8:1.

Tale rapporto è comunque condizionato da alcuni fattori, che sono:

  • età, nella prima infanzia è necessario incrementare la quota degli omega 3, mentre negli adulti e negli anziani è preferibile non eccedere nei dosaggi;
  • stato di salute, in presenza di sindromi infiammatorie è preferibile incentivare la quantità di omega 3;
  • gravidanza e allattamento, quando è consigliabile mantenere grossomodo simili le due percentuali;
  • anziani, per i quali è preferibile incrementare la frazione degli omega 6.

Per modificare il rapporto tra acidi grassi omega 3 e omega 6 si possono seguire due protocolli: da un lato incrementare la concentrazione di omega 3 (agendo a livello dietetico oppure integrativo) e d’altro lato riducendo quella di omega 6 (limitando l’introduzione di oli vegetali).

Alcuni cibi sono ottime fonti di entrambi i composti e quindi dovrebbero essere eliminati dall’alimentazione quando è necessario riequilibrare la loro concentrazione.

Il pesce azzurro, che è un’ottima fonte di omega 3, dovrebbe essere presente almeno con 2-3 porzioni settimanali, per ottenere risultati vantaggiosi sul rapporto Ω3/Ω6.

Mantenere un giusto rapporto tra acidi grassi omega 3 e omega 6 risulta la scelta migliore per:

  • regolarizzare l’assetto lipidico;
  • migliorare la pressione arteriosa;
  • garantire il supporto metabolico degli eicosanoidi.
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