Vuoi scoprire quali sono i benefici ed i migliori prodotti con l’olio di cocco? Allora sei nel posto giusto!
Prima di entrare nei dettagli specifici, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori prodotti con olio di cocco del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale
Di seguito, invece, trovi una classifica dei migliori prodotti con olio di cocco presenti sul mercato:
Estratto dalle noci di cocco mediante uno specifico procedimento a freddo, l’olio di cocco è una sostanza contenente un’elevatissima percentuale di grassi, che corrispondono a oltre il 65%.
La procedura che consente di ottenerlo prevede l’eliminazione dapprima dell’involucro fibroso esterno e poi si quello legnoso intermedio, per arrivare alla polpa biancastra (copra) che, dopo essere stata sottoposta a essiccazione, produce l’olio.
I grassi che lo costituiscono sono prevalentemente saturi, un fatto abbastanza singolare dato che di norma simili composti sono di origine animale e non vegetale.
Tra questi, la sostanza maggiormente concentrata è senza dubbio l’acido laurico, la cui attività è legata all’aumento del colesterolo ematico, sia per quanto riguarda la frazione LDL (dannosa) che quella HDL (benefica).
Anche se alcune recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato come questo composto potrebbe migliorare il rapporto tra le due quote, tuttavia è sconsigliato un impiego frequente dell’olio di cocco per chi è affetto da iper-colesterolemia.
Grazie alla sua composizione a base soprattutto di acido laurico, un composto decisamente meno dannoso rispetto agli acidi grassi saturi idrogenati di origine animale, l’olio di cocco è considerato preferibile.
Dal punto di vista alimentare è necessario tenere conto del fatto che esso contribuisce ad aumentare la percentuale di calorie nell’organismo, dato che i grassi sono ipercalorici.
Pertanto sarebbe meglio non eccedere nel suo consumo, per evitare aumenti ponderali anche piuttosto notevoli.
Oltre all’acido laurico, l’olio di cocco contiene anche altri acidi grassi saturi a media catena, come acido caprilico, acido caprinico e acido caprico, composti particolarmente utili per l’organismo dato che sono in grado di offrire un’elevata disponibilità di energia subito pronta.
Dal punto di vista nutrizionistico pertanto questo alimento viene digerito facilmente e rapidamente assimilato, al contrario di quanto succede normalmente con i grassi saturi.
È proprio grazie a tale caratteristica che l’olio di cocco influenza in maniera limitata i livelli di colesterolo e può quindi venire utilizzato nella preparazione di numerose ricette dolci e salate.
In cucina esso trova largo impiego nelle seguenti preparazioni:
Utilizzato da lungo tempo per usi alimentari, l’olio di cocco si conferma un ottimo substrato per preparare ricette dolci e salate gustose, digeribili e rapidamente assimilabili.
Ideale per chi segue un regime vegetariano oppure vegano, questo condimento viene impiegato anche da chi preferisce servirsi di grassi vegetali, senza rinunciare a un sapore estremamente appetibile.
Esso può essere usato come sostituto del burro e della margarina, dato che la sua composizione a base di acido laurico lo rende meno dannoso di altri acidi grassi saturi di origine animale.
Pertanto le sue proprietà organolettiche si collegano alla struttura biochimica di tale acido grasso, che interferisce in misura molto contenuta sul metabolismo del colesterolo.
Uno dei suoi requisiti è innanzi tutto quello di friggere ad elevate temperature mantenendo inalterate le caratteristiche nutrizionali, senza cioè alterarsi anche con un un punto di fumo molto alto.
Infatti esso non produce composti nocivi alla salute e pertanto è consigliabile il suo impiego per preparare fritti croccanti, leggeri, digeribili e senza dubbio più sani di quelli ottenuti con burro oppure strutto.
Sotto ai 20 gradi, questo condimento assume la forma solida e quindi si presenta in panetti simili a burro o margarina.
In cucina esso viene dunque usato nella realizzazione di pasta sfoglia, pasta frolla, pasta brisee oppure per biscotti friabili e leggeri.
Tutte le volte che si aggiunge olio di cocco solido a in impasto, questo diventa più compatto e omogeneo, assumendo un delizioso aroma di cocco che contribuisce a migliorare la sua appetibilità.
In commercio sono disponibili due versioni di questo alimento: una neutra e una tropicale, indicata soprattutto quando si desidera insaporire alimenti insipidi, come formaggi o carni magre.
In entrambi i casi, le proprietà organolettiche di questo olio vegetale non si denaturano anche ad alte temperature, mantenendo inalterate le sue caratteristiche dietetiche.
In questi ultimi tempi l’impiego alimentare dell’olio di cocco è stato particolarmente apprezzato dagli sportivi e da chi in genere pratica attività fisica che richiede una pronta disponibilità di energia.
Infatti i grassi saturi in esso contenuti non hanno niente in comune con quelli presenti in cibi come formaggi, creme, dolciumi e patatine fritte, dato che l’acido laurico, pur essendo un acido grasso saturo, partecipa all’ossidazione dei pannicoli adiposi mediante il potenziamento della lipolisi endogena.
Il principale beneficio che deriva dal suo impiego è quindi quello di non aumentare la massa grassa corporea, ma al contrario di contenerla.
Inoltre, i grassi contenuti nell’olio sono a media catena e, dopo il loro consumo, vengono metabolizzati sfruttando percorsi biochimici preferenziali.
Nell’organismo l’acido laurico viene convertito in monolaurina, un composto dotato di notevoli proprietà antimicotiche, antibatteriche e antivirali.
La sua concentrazione è particolarmente elevata nel latte materno proprio per proteggere i neonati dal rischio di infezioni.
Se assunto in età adulta, questo elemento consente di potenziare le risposte immunitarie e di fortificare l’organismo, soprattutto nei cambi di stagione.
L’olio di cocco è un’ottima fonte di vitamine e di sostanze antiossidanti, per cui i processi digestivi vengono stimolati e velocizzati, soprattutto se questo composto è introdotto in associazione a grassi insaturi vegetali.
Questo condimento si è rivelato un prezioso alleato per combattere i sintomi derivanti dal colon irritabile.
L’olio di cocco può essere utilizzato per usi cosmetici (per migliorare idratazione, nutrimento ed elasticità cutanea) e alimentari (come condimento in preparazioni dolci e salate).
Grazie al suo punto di fusione a 25 gradi, l’olio di cocco si presenta come un composto estremamente versatile e dai mille impieghi nel settore gastronomico.
Il suo dosaggio ideale corrisponde a circa 1 grammo per peso corporeo.
I suoi acidi grassi a media catena si caratterizzano per raggiungere velocemente le cellule epatiche, dove vengono metabolizzati per fornire notevoli quantitativi di energia che in parte è utilizzata subito e in parte rimane come deposito di riserva.
Il suo elevato punto di fumo lo rende assai simile all’olio di arachidi che, com’é noto, è considerato il migliore per fritture di vario genere.
Mantenendo infatti la temperatura dell’olio di cocco sotto al valore di 180 gradi è possibile preparare ottime fritture, decisamente più digeribili e sane rispetto a quelle ottenute con altri condimenti (che hanno un punto di fumo più basso).
Nell’industria alimentare questa sostanza trova largo impiego nella preparazione di prodotti da forno, di molti alimenti che richiedono un apporto grasso e nei cibi precotti.
Nel settore gastronomico è sempre opportuno utilizzare l’olio di cocco extravergine e biologico, le cui caratteristiche organolettiche non hanno nulla in comune con i grassi raffinati e idrogenati.
Il fattore discriminante è relativo al punto di fusione, che nei prodotti bio non deve mai essere inferiore a 24 gradi.
È possibile utilizzare l’olio di cocco anche nella preparazione di una deliziosa crema di nocciole, per friggere le frappe di Carnevale, per fritture di pesce e crostacei, per contorni di verdura pastellata, per dolci e crema fritta.
Tra le ricette dolciarie, quelle più appetibili sono le torte al cioccolato oppure con frutta, i brownies, o crumble di frutta secca, i waffle con miele,i pancakes vegetariani, il budino esotico, la pasta frolla per biscotti friabili, i muffin con mirtilli e banane.
Anche molti primi piatti possono essere preparati con questo ingrediente, soprattutto per quanto riguarda zuppe e vellutate di ortaggi freschi, come zucca, zucchine, piselli e lenticchie.
La pasta asciutta alle verdure, come spaghetti, maccheroni, fusilli e lasagne assume un sapore inconfondibile se condita con olio di cocco a crudo.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non tutti i composti lipidici fanno ingrassare, ma al contrario l’olio di cocco consente di perdere i chili in eccesso.
Infatti gli acidi grassi in esso contenuti sono a media catena e proprio per questo motivo non provocano incrementi ponderali in quanto vengono metabolizzati in maniera rapida e vantaggiosa.
L’acido laurico, che costituisce oltre l’85% della composizione lipidica del composto, viene digerito velocemente a livello intestinale per poi essere trasportato altrettanto rapidamente verso le cellule epatiche.
È proprio negli epatociti che il composto subisce un processo catabolico eso-ergonico, con intensa produzione di energia sia di pronto intervento (che passa al sangue per essere trasportata nelle sedi adeguate) sia di riserva (che si accumula nel fegato sotto forma di molecole di ATP).
Gli acidi grassi a catena media non possono essere convertiti in tessuto adiposo e pertanto non provocano incrementi ponderali, come invece succede per tutti gli altri grassi alimentari.
L’olio di cocco facilita il dispendio energetico poiché aumenta il consumo di calorie del 5%, un valore estremamente elevato, che corrisponde alla quota dissipata dopo 2 chilometri di corsa!
Questo alimento contribuisce a smaltire il grasso addominale, grazie a un’azione selettiva su fianchi e pancia, che sono le zone anatomiche dove si concentrano i pannicoli adiposi.
Esso infine induce un notevole senso di sazietà che limita l’introduzione di alimenti, migliorando il metabolismo calorico.
Per dimagrire è quindi consigliabile fare impiego di olio di cocco, che può sostituire i tradizionali condimenti sia a crudo che in cottura.
Se utilizzato all’interno di un programma dietetico equilibrato e sano, questo composto è in grado di velocizzare la perdita di peso corporeo.
Pur essendo un alimento naturale ben tollerato da chiunque, soprattutto in quanto non provoca reazioni d’intolleranza alimentare, l’olio di cocco può avere qualche controindicazione.
Chi soffre di ipercolesterolemia e di ipertrigliceridemia dovrebbe sempre eseguire preventive analisi del sangue relative all’assetto lipidico prima di assumere questo composto.
Bisogna orientarsi sempre su prodotti spremuti a freddo, dato che le procedure d’estrazione che sfruttano le temperature elevate possono denaturare le sue proprietà organolettiche e quindi limitare la sua efficacia.
È necessario anche evitare di servirsi di prodotti idrogenati, che subiscono una procedura estrattiva e di lavorazione che non è benefica per l’organismo, in quanto provoca la formazione di legami isomerici.
Il principale fattore discriminante per valutare il rapporto rischi/benefici è come sempre collegato ad aspetti quantitativi, fermo restando che qualitativamente bisogna optare per prodotti bio al 100%.
Pertanto è consigliabile non superare i dosaggi indicati sulle confezioni, che dipendono dal metodo di preparazione dei singoli prodotti.
L’incremento del tasso metabolico, che è uno dei suoi più validi requisiti, dipende sostanzialmente dalla posologia, dato che un eccessivo apporto di questo olio può limitare fino al 35% i processi anabolici.
La modulazione della colesterolemia, che inizialmente prevede un aumento del colesterolo totale e soltanto in un secondo tempo consente una regolazione del rapporto LDL/HDL, è fortemente dose-dipendente.
Spesso l’olio di cocco viene associato a regimi dietetici di tipo chetogenico, che prevedono l’assoluta mancanza di carboidrati alimentari e il consumo delle quote lipidiche.
Anche in simili situazioni è indispensabile modulare attentamente la concentrazione di olio di cocco assunto, per evitare un surplus lipidico che potrebbe causare conseguenze molto dannose.
In alcuni soggetti predisposti, l’alimento potrebbe innescare fenomeni allergici che comunque sono facilmente superabili interrompendo immediatamente l’assunzione.
Per evitare che il composto possa provocare effetti avversi è necessario porre estrema attenzione ai metodi di conservazione, dato che luce e calore contribuiscono a denaturarlo.
Proprio per questo motivo è necessario conservare il prodotto in contenitori ermetici, al riparo dalla luce e dall’umidità, avendo cura di non avvicinarlo a fonti di calore.
Per capire se esso è stato mantenuto in condizioni adeguate basta osservare il suo aspetto che, per quanto riguarda la formulazione solida non deve mostrare punti sciolti, mentre per quanto riguarda quella liquida deve essere limpido, trasparente e privo di flocculazioni.
Il materiale ideale per contenere l’olio di cocco è senza dubbio il vetro.
I prezzi relativi all’olio di cocco sono estremamente variabili e dipendono sia da aspetti qualitativi che quantitativi.
Gli standard di qualità di questo alimento devono essere elevati, dato che i metodi di estrazione e di lavorazione non possono avere caratteristiche non omologate.
Il prodotto deve subire procedure a basse temperature (a freddo), non venire idrogenato e neppure trattato con l’aggiunta di altri grassi accessori.
Una volta pronto, deve essere immediatamente versato in appositi contenitori di vetro sia per le formulazioni liquide che per quelle solide: il burro di cocco è infatti confezionato in vasetti di vetro a chiusura ermetica.
A seconda della quantità e del brand che lo commercializza, l’olio di cocco può costare da un minimo di 12 euro al chilo a un massimo di 25-28 euro.
In forma liquida il suo prezzo si aggira sui 15-18 euro, mentre in forma solida si parte da 8-10 euro.
Sul web sono presenti numerosi portali che si occupano della vendita di simili prodotti e che spesso consentono di sfruttare offerte particolarmente convenienti.
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