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Monacolina K: É Veramente Utile per Abbassare il Colesterolo?

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Prima di iniziare, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori integratori con monacolina k del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

migliori integratori con monacolina k

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Monacolina K: classifica dei migliori prodotti

Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori integratori con monacolina K per abbassare il colesterolo:

Monacolina k

La monacolina k è una sostanza che si estrae dal comune risso rosso fermentato che viene abitualmente utilizzato per varie preparazioni gastronomiche.

Mediante l’attività di alcuni lieviti, e in particolare di un microrganismo chiamato Monascus purpureus, il riso assume il colore rosso e subisce un processo fermentativo che lo porta a sviluppare appunto le molecole di monacolina k.

Il riso rosso fermentato contiene i seguenti elementi:

  • amido, 70%;
  • proteine, 20%;
  • acidi grassi, 5%;
  • pigmenti rossi, 1%;
  • altri composti, 4%.

I principali pigmenti responsabili dell’intenso colore purpureo del riso sono soprattutto rappresentati dalla rubropunctatina, mentre le altre sostanze sono isoflavoni, steroli e flavonoidi.

Durante la sequenza dei processi di fermentazione, il lievito (Monascus purpureus) è in grado di arricchire il riso di molecole dotate di un’elevata funzione ipolipimezzante, mirata principalmente nei confronti del colesterolo.

La monacolina k possiede una struttura biomolecolare analoga a quella delle lovastatine, che sono i principi attivi largamente impiegati per abbassare la concentrazione della quota LDL del colesterolo ematico, oltre ai vari sottotipi di dislipidemie.

Questo rimedio naturale, derivante dalla fermentazione del riso rosso, svolge quindi funzioni sovrapponibili alle statine, ma senza nessun effetto collaterale.

Essa infatti inibisce l’azione dell’enzima idrossi-metil-glutaril reduttasi (HMG), che è uno dei principali agenti coinvolti nella sintesi del colesterolo.

Nonostante agiscano nello stesso modo, la monacolina k e la lovastatina mostrano differenti requisiti organolettici sia per quanto riguarda la disponibilità biologica che per i dosaggi di principi attivi necessari.

Infatti la lovastatina mostra una bio-disponibilità pari a circa il 30% e viene somministrata come singolo elemento, mentre la monacolina k è soltanto uno dei tanti componenti contenuti nel riso rosso e ha una bio-disponibilità variabile in base alle percentuali degli altri composti.

Dal punto di vista della farmaco-cinetica, questa molecola può presentarsi sotto due forme, che sono quella lattonica e acida; tra le due è la acida ad essere assorbita con maggiore rapidità, mostrandosi disponibile in quantità notevoli.

Questa forma acida ha una concentrazione che può variare dal 30% fino al 100% e che quindi condiziona in maniera massiccia la colesterolemia.

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Monacolina k: cos’è

La monacolina k è una sostanza che si trova nel riso rosso da cucina, fermentato in seguito all’attività del lievito Monascus purpureus.

Grazie alla proliferazione di questo microrganismo fungino, il riso assume un colore rosso purpureo e modifica il proprio sapore ed aroma, che assume caratteristiche terrose ed erbacee.

Utilizzato fin dall’antichità nella medicina tradizionale cinese, che ha sempre fatto largo impiego del riso, la varietà rossa fermentata si è diffusa anche in Occidente, dove per lungo tempo è stata considerata unicamente come un alimento dietetico e nutraceutico.

Soltanto grazie ad alcune ricerche scientifiche in campo cardiologico, è stato possibile evidenziare le proprietà fitoterapiche e ipolipemizzanti della monacolina k, contenuta abbondantemente nei chicchi di riso rosso fermentato.

L’efficacia di questo cibo nel monitorare l’assetto lipidico dell’organismo e soprattutto il colesterolo, è collegata alla presenza di residui metabolici prodotti dal lievito e non da una caratteristica endogena del cereale.

Il Monascus purpureus, una volta che è penetrato all’interno dei chicchi di riso, si nutre dell’amido in essi contenuto e produce dei composti chiamati appunto monacoline.

In particolare, la monacolina k, che è la più abbondante e la più efficace nel gruppo di questi composti, mostra una struttura biomolecolare sovrapponibile a quella della lovastatina, senza però possedere alcun effetto collaterale.

L’enorme interesse scientifico che si è sviluppato intorno all’utilizzo del riso rosso fermentato dipende quindi sostanzialmente dalle trasformazioni effettuate dal Monascus purpureus.

Il meccanismo d’azione della monacolina k dipende dall’inibizione dell’enzima HMG-reduttasi, che impedisce la sintesi endogena di colesterolo; tenendo conto che la quota endogena di questo composto corrisponde al 70% del quantitativo totale, è intuitivo capire quale sia il ruolo di simili integratori.

Inibendo l’enzima chiave della biosintesi del colesterolo, che si trova concentrato a livello degli epatociti, la colesterolemia si abbassa progressivamente sia per quanto riguarda la sua concentrazione totale sia per quella selettiva LDL.

La monacolina k si è rivelata più efficace rispetto a dosi equivalenti di lovastatina poiché i fattori ipolipemizzanti sono molto più efficaci oltre che privi di effetti collaterali.

In base a numerosi dati epidemiologici si pensa che il riso rosso fermentato possa svolgere contemporaneamente tre azioni protettive sul sistema cardiovascolare, che sono:

  • funzione antinfiammatoria;
  • funzione vasodilatatoria;
  • funzione inibente sulla sintesi di lipoproteine di tipo A.

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La lipoproteina di tipo A mostra una struttura analoga a quella delle LDL, e quindi funziona in maniera praticamente uguale.

Grazie a un processo di fermentazione controllata che avviene in laboratorio, il Monascus purpureus consente la produzione di ceppi selezionati di microrganismi produttori di elevate quantità di monacolina k.

A differenza delle statine, che sono veri e propri farmaci che richiedono la presentazione di ricetta medica per il loro acquisto, la monacolina k può essere acquistata liberamente in quanto fa parte degli integratori alimentari purché la sua concentrazioni non superi i 10 mg.

Molte evidenze scientifiche hanno confermato che pazienti intolleranti alle statine hanno reagito positivamente all’assunzione di monacolina k, che in poco tempo ha consentito di abbassare efficacemente la colesterolemia.

Monacolina k e colesterolo

Il colesterolo, che appartiene alla famiglia dei lipidi steroidei, è un composto organico indispensabile per la vita, la cui concentrazione ematica non deve superare la soglia fisiologica di 200 milligrammi per millilitro di sangue.

Si tratta di un elemento essenziale che svolge le seguenti funzioni:

  • è un componente delle membrane cellulari;
  • regola la permeabilità di tali membrane;
  • è un precursore della vitamina D;
  • partecipa alla sintesi degli ormoni steroidei;
  • è indispensabile nella produzione dei sali biliari;
  • fa parte della lipidemia totale.

Nonostante queste sue funzioni necessarie alla sopravvivenza, il colesterolo può trasformarsi in sostanza altamente pericolosa per la salute, dato che, quando supera il valore di 200 mg/ml può causare la formazione di placche ateromatose, responsabili della maggior parte delle patologie cardio-vascolari.

La concentrazione di colesterolo nel sangue (colesterolemia) deriva da due fonti: quella esogena che dipende dall’alimentazione e quella endogena che deriva da processo di biosintesi interni.

Soltanto il 30% del colesterolo totale è di natura alimentare (e dipende soprattutto dall’introduzione di grassi saturi di origine animale), mentre il 70% viene prodotto autonomamente a livello delle cellule epatiche e surrenali.

Trattandosi di un grasso, esso non è in grado di circolare liberamente nel sangue, ma deve essere trasportato da proteine chiamate “carrier” che possono essere di due tipi: LDL (responsabili del trasferimento della quota di colesterolo dannoso in quanto facilmente aggregabile) e HDL (che trasferiscono invece il colesterolo utile per l’organismo).

Quando questo elemento è eccessivamente concentrato nel sangue, mostra una netta tendenza ad accumularsi sull’endotelio vasale delle arterie, fino a formare agglomerati sempre più densi, che possono trasformarsi in placche.

Si tratta degli ateromi che, oltre a restringere il diametro dei vasi, possono rompersi introducendo in circolo piccole porzioni di materiale lipidico.

Le più temute conseguenze di simili condizioni sono l’infarto del miocardio e l’ictus cerebrale, patologie che portano spesso al decesso.

L’accumulo di colesterolo sulle pareti arteriose è un processo graduale, che si sviluppa nel tempo e che può essere monitorato mediante esami del sangue da ripetersi periodicamente.

Tutte le volte in cui la colesterolemia supera i 200 milligrammi è sempre necessario mettere in atto una serie di rimedi che si riferiscono sia al regime alimentare (con l’eliminazione dei grassi saturi), sia a terapie farmacologiche.

Le terapie più indicare a tal proposito comprendono medicinali contro l’ipertensione (che è un importante fattore predisponente alla formazione di ateromi) e statine, il cui ruolo è di abbassare selettivamente la quota LDL senza modificare quella HDL.

La monacolina k è considerata un rimedio estremamente efficace per abbassare il colesterolo ematico non soltanto per le sue funzioni metaboliche, ma anche perché non provoca l’insorgenza di effetti collaterali nocivi.

Un approccio iniziale per contenere l’ipercolesterolemia dovrebbe orientarsi verso misure non farmacologiche, che rappresentano l’ultimo step terapeutico.

Di solito si incomincia con una dieta priva di grassi saturi di origine animale e ricca invece di fibre, associata all’impiego di integratori mirati a contenere la frazione LDL del colesterolo.

Anche un regolare esercizio fisico può rivelarsi particolarmente utile per abbassare il colesterolo, soprattutto per quanto riguarda la sua percentuale endogena, che è anche la più abbondante.

La monacolina k è stata definita dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) come uno dei più efficaci integratori per il mantenimento dei livelli fisiologici di colesterolo ematico.

Secondo la normativa italiana, è autorizzata la libera vendita di prodotti che contengono fino a 10 mg di monacolina k, il cui impiego regolare contribuisce ad abbassare la colesterolemia fino al 20%.

Questo valore è compatibile con l’adeguamento del regime alimentare e una regolare attività fisica.

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Monacolina k: dose giornaliera

Secondo autorevoli fonti scientifiche, la dose massima di monacolina k da assumere giornalmente è di 10 mg; secondo le più recenti linee guida tuttavia sono già efficaci integratori contenenti dosaggi inferiori e pari a 3 mg al giorno.

Esiste una notevole variabilità di concentrazione della monacolina k nelle varie tipologie di riso rosso fermentato, che dipende sia dalle differenti specie di Monascus purpureus che dal tipo di fermentazione e conservazione del prodotto.

Prima di impostare un percorso fitoterapico a base di monacolina k, è necessario documentarsi sulla percentuale di principio attivo contenuto nei vari integratori.

Il riso rosso da cui si estrae questo elemento mostra differenze organolettiche rispetto al comune cereale bianco, infatti la concentrazione di proteine e di fibre è maggiore, così come quella di polifenoli, responsabili dell’attività antinfiammatoria.

Rispetto al riso bianco, quello rosso contiene ferro in concentrazioni 20 volte superiori, magnesio e potassio in quantità significative.

Monacolina k: effetti collaterali

Se viene assunto con alti dosaggi e per lunghi periodi di tempo, questo rimedio può causare effetti collaterali come miopatia, rabdomiolisi, tossicità epatica e affaticamento renale.

Bisogna porre particolare attenzione alle interazioni farmacologiche della monacolina k con fibrati, alcuni antivirali e la maggior parte degli antibiotici.

I più comuni effetti collaterali causati da un dosaggio eccessivo comprendono cefalea, pirosi gastrica, reflusso gastroesofageo, dispepsia, flatulenza e dolori muscolari.

Questo composto deve essere utilizzato con dosaggi inferiori a 10 mg, poiché aumentando la posologia potrebbero verificarsi disturbi del sistema muscolo-scheletrico e delle cellule epatiche, anche se non ci sono al momento certezze scientifiche.

Le principali controindicazioni di questo principio attivo sono:

  • gravidanza e allattamento;
  • età pediatrica (inferiore a 12 anni);
  • disturbi epatici;
  • insufficienza renale;
  • consumo di bevande alcoliche;
  • interazioni farmacologiche, soprattutto con antibiotici, antivirali, cortisonici e chemioterapici.

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Tra gli effetti collaterali più temibili ci sono ovviamente le reazioni allergiche, che in questo caso mostrano un’incidenza abbastanza significativa collegabile alla presenza del lievito che, come è noto, è una sostanza allergizzante.

Tra le varie controindicazioni della monacolina k, le più rischiose sono quelle collegate al funzionamento della muscolatura, con l’insorgenza di miopatie primarie o secondarie.

Ne caso in cui si verifichi un grave danno al muscolo scheletrico provocato da integratori di questo genere, è possibile che in circolo siano presenti quantitativi di mioglobina che, venendo filtrata a livello glomerulare, provoca insufficienza renale.

La presenza di mioglobina in circolo è solitamente associata a potassio, calcio, creatina e acido urico, elementi che alterano profondamente il metabolismo:. in queste condizioni il danno è superiore al beneficio e quindi di solito viene sospesa l’assunzione di questi integratori.

Anche se gli effetti collaterali della monacolina k sono sovrapponibili a quelli della lovastatina, l‘intensità delle reazioni avverse è minore poiché si tratta di un prodotto naturale che risulta anche poco concentrato.

Alcuni effetti collaterali sono legati a problematiche riguardanti la mancata standardizzazione o l’errata titolazione, oltre alla presenza di sostanze citotossiche come le idromonacoline o nefrotossiche come le citrine.

In queste situazioni il danno epatico e renale dipende da errati metodi di produzione, e quindi non è collegato al meccanismo d’azione della monacolina k.

Il problema principale di questa sostanza è di tipo chimico poiché negli estratti di riso rosso fermentato non è presente soltanto monacolina k ma anche altri dieci tipi di monacoline differenti, di idromonacoline, che derivano dalla degradazione biomolecolare dei principi attivi, e diversi pigmenti come fitosteroli, saponine e citrine.

Risulta molto difficile capire quali siano le relazioni tra effetto avverso e tipo di sostanza coinvolta, infatti tra le dieci monacoline presenti nel riso rosso fermentato, alcune sono in forma lattonica e altre in forma acida.

Il loro meccanismo d’azione è fortemente influenzato dal pH dell’ambiente in cui si trovano, e che altera l’attività inibente sull’enzima HMG-reduttasi.

In generale, la monacolina k in forma acida è più efficace dell’altra, in quanto a livello plasmatico la sua forma attiva è più abbondante.

La presenza di monacoline secondarie nel riso rosso fermentato tende a diminuire l’effetto farmacologico di quelle k, rendendo i composti meno efficaci.

I sistemi attualmente impiegati nella standardizzazione delle molecole attive spesso non riescono a discriminare i vari tipi di monacoline e quindi non risultano selettivi.

Nella pratica la reale concentrazione di monacolina k nel riso rosso fermentato è sempre inferiore rispetto a quella dichiarata dall’integratore utilizzato, per questo motivo è consigliabile valutare l’efficacia del prodotto dopo almeno 3-4 settimane di assunzione, effettuando periodicamente dosaggi del colesterolo.

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