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Melissa: Scopri Tutti i Benefici di Questa Pianta!

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Prima di scendere nel dettaglio, di seguito trovi una tabella dove sono riportati i migliori prodotti con melissa, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

migliori prodotti con melissa

colonsan salugea

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tintura madre di melissa

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tisana di melissa

tisana di melissa officinalis
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Classifica dei migliori prodotti con melissa

Di seguito, invece, trovi una lista dei migliori prodotti con melissa presenti sul mercato:
 

Melissa

La melissa, il cui nome scientifico è Melissa officinalis, è una pianta perenne erbacea di piccole dimensioni, con caratteristiche aromatiche che trova impiego sia per usi gastronomici che erboristici.

La sua denominazione deriva dal greco “melissa” che significa “ape“, poiché secondo la mitologia Melissa era la ninfa che avrebbe inventato l’apicoltura.

La sua altezza varia da 3 a 8 decimetri e la forma dei cespugli da essa formati è di tipo ovoidale piuttosto appiattito, la pianta infatti tende a svilupparsi orizzontalmente piuttosto che in altezza.

Le radici presentano un rizoma centrale disposto parallelamente al suolo, da cui si sviluppano numerosi filamenti secondari che colonizzano ampie aree.

La parte aerea del fusto, che è comunque piuttosto bassa, ha un’evoluzione ampiamente ramosa di tipo eretto.

I fusti hanno una sezione quadrata poiché ai vertici contengono fasci di collenchima, un tessuto vegetale adulto che serve per garantire che il vegetale non si ripieghi su se stesso.

Le foglie, che sono disposte in maniera alternata e a coppie, presentano un lungo picciolo e hanno una lamina con margine dentato e superficie ricca di peluria.

Il loro colore è verde intenso nella lamina superiore e verde chiaro in quella inferiore; tutta la superficie è cosparsa di cellule oleifere alternate a piccoli peli, analogamente a quanto succede per l’ortica.

Se vengono strizzate, le foglie emettono un caratteristico aroma agrumato molto simile a quello del cedro; i fiori, piccolissimi, si riuniscono in infiorescenze e presentano una corolla bilabiata con i lobi ripiegati verso l’alto.

Il frutto è un achenio contenente quattro semi nudi; la riproduzione della pianta avviene per impollinazione anemofila e tramite insetti.

Si tratta di una pianta ubiquitaria diffusa anche in Italia soltanto però in alcune regioni dove sono presenti terreni incolti e selvatici, che costituiscono l’habitat tipico della melissa.

pianta di melissa proprietà

I terreni ideali per il suo sviluppo devono avere una componente silicea e calcarea e devono essere molto drenanti.

Le foglie della pianta raggiungono il massimo della produzione di olio essenziale poco prima della fioritura e quindi tra aprile e maggio, quando cioè le cime non si sono ancora trasformate in arbusti.

Dopo essere state raccolte, di solito vengono essiccate in luoghi ventilati e ombrosi, poiché l’irraggiamento solare diretto le farebbe marcire.

Per uso gastronomico, la melissa viene impiegata nella preparazione di bevande rinfrescanti oppure per insaporire insalate miste o primi piatti.

La sua fama è tuttavia legata agli utilizzi erboristici che sfruttano i numerosi principi attivi contenuti sia nella parte aerea che nell’apparato radicale.

Melissa proprietà

Le proprietà della melissa dipendono dai numerosi principi attivi che la caratterizzano, e precisamente:

  • flavonoidi;
  • quercitina;
  • apigenina;
  • acido clorogenico;
  • derivati dell’acido caffeico;
  • triterpeni;
  • acido rosmarinico;
  • citrale;
  • cariofilene;
  • citronellale;
  • polisaccaridi;
  • glicosidi;
  • mucillagini.

La sua attività biologica viene sfruttata nel trattamento di numerose somatizzazioni viscerali dell’ansia, grazie al duplice ruolo di sedativo e antispastico del vegetale.

Inoltre, questa pianta officinale svolge anche proprietà carminative sull’apparato digerente, antivirali e antiossidanti.

melissa benefici

Alcuni elementi presenti nelle foglie si sono rivelati particolarmente efficaci per curare l’insonnia e per allentare le tensioni neuromuscolari generate dallo stress.

Per le somatizzazioni viscerali, la melissa viene impiegata in caso di:

  • gastrite;
  • pirosi gastrica;
  • colon irritabile;
  • dispepsie biliari;
  • nausea e vomito.

Si tratta di disturbi in cui la componente meccanica dell’apparato gastrointestinale non funziona correttamente e quindi possono insorgere alterazioni peristaltiche responsabili dei problemi digestivi.

Grazie all’azione ansiolitica dei flavonoidi e dei glicosidi, la pianta riesce a inibire la degradazione dell’enzima GABA-transaminasi, che è responsabile della degradazione dell’acido gamma amminobutirrico (GABA).

Questo neurotrasmettitore, presente nel sistema nervoso centrale a livello sinaptico, è uno dei principali responsabili delle sindromi ansiose e depressive.

Oltre a un effetto diretto sul GABA, la melissa svolge funzioni calmanti indirette, attraverso l’inibizione della tiroide: in condizioni normali questa ghiandola supervisiona tutte le reazioni metaboliche tra cui anche quelle controllate da fattori psicosomatici.

In molti casi di ansia, irritabilità e nervosismo, la tiroide risulta iperattiva, stimolando eccessivamente i suoi organi bersaglio.

La melissa entra in azione proprio in simili condizioni, per riequilibrare l’omeostasi ghiandolare e consentire alla tiroide di svolgere il suo ruolo fisiologico.

Gli estratti di melissa si sono rivelati particolarmente efficaci per contrastare lo stress ossidativo che porta all’insorgenza di numerosi disturbi su base nervosa.

Il principio attivo responsabile di tale funzione è l’acido rosmarinico, che insieme all’acido clorogenico è particolarmente concentrato nel fusto.

L’acido caffeico agisce invece su ceppi virali sensibili a farmaci tradizionali come l’Aciclovir, ma senza provocare alcun effetto collaterale.

L’associazione tra questi due acidi organici (rosmarinico e caffeico) consente di ottenere risultati particolarmente significativi su pazienti immunodepressi, nei quali la diffusione virale è piuttosto intensa.

Secondo le più recenti linee guida, la melissa avrebbe anche potenziali proprietà antitumorali derivanti dall’assunzione di estratto idroalcolico responsabile dell’apoptosi di cellule maligne appartenenti a tumori ormono-dipendenti.

Melissa: benefici

Il principale beneficio della melissa è relativo al suo impiego per contrastare stati d’ansia associati a somatizzazioni viscerali e per risolvere problematiche di insonnia.

La sua attività è concentrata infatti su due meccanismi d’azione differenti, che sono legati a proprietà sedative e antispastiche.

Bisogna ricordare che la maggior parte dei disturbi gastrointestinali come soprattutto gastrite e colite, sono tipici esempi di patologie psicosomatiche, poiché la tonaca muscolare del canale digerente è ampiamente innervata da fibre del sistema nervoso autonomo.

Le due componenti ortosimpatica (eccitante) e parasimpatica (inibente), in condizioni normali agiscono in maniera equilibrata, mentre in presenza di sindromi viscerali subentra un’iperattività del sistema ortosimpatico.

Clinicamente è ormai accettato che per risolvere numerosi problemi digestivi è necessario agire non soltanto a livello peristaltico ma anche neuronale, in quanto l’ansia, l’irritabilità, lo stress e il nervosismo sono cofattori di estrema rilevanza nella genesi di simili malattie.

La melissa è dotata di due funzioni utili per curare le affezioni viscerali, poiché da un lato attenua le contrazioni peristaltiche e d’altro lato elimina ansia e stress.

Oltre che singolarmente, la pianta può essere assunta in associazione con altri principi fitoterapici, come camomilla, valeriana e passiflora, che esercitano un’attività sedativa e spasmolitica.

Sotto forma di fitocomplesso, la melissa viene utilizzata a scopi terapeutici in dosaggi compresi tra 1,5 e 5 grammi a seconda del tipo di preparazione erboristica.

Il componente più efficace per tali scopi è l’acido rosmarinico, che deve essere adeguatamente titolato per ottenere rimedi efficaci.

La parte del vegetale che viene impiegata è rappresentata dalle sommità fiorite, che servono non soltanto per preparare infusi, decotti e tisane, utili per i disturbi digestivi, ma anche nella formulazione di integratori sotto forma di capsule o pastiglie.

Il meteorismo è un disturbo molto diffuso soprattutto nella popolazione femminile, derivante dall’eccessiva fermentazione intestinale degli alimenti unita alla cattiva abitudine di introdurre aria durante la deglutizione.

Le conseguenze di un simile disturbo sono coliche dolorose provocate dall’eccessiva tensione della parete intestinale dilatata dal ristagno dell’aria.

Anche la flatulenza, una sindrome quasi sempre associata al meteorismo, deriva da problemi fermentativi dei cibi, che possono essere risolti efficacemente dalla regolare assunzione di estratti di melissa, spesso associati a finocchio e zenzero.

Grazie alle sue proprietà calmanti, questa pianta viene raccomandata in caso di disturbi cardiaci, come palpitazioni, tachicardia e cardiopalmo, di solito in associazione con biancospino, valeriana e lavanda.

Quando utilizzata per uso topico, per applicazioni locali tramite impacchi con decotti, la melissa può risolvere reumatismi, torcicollo, sciatalgia e nevralgie a carico dell’apparato osteoarticolare.

Anche nel settore omeopatico, questo vegetale è utilizzato nella formulazione di rimedi contro la dismenorrea e le irregolarità del ciclo mestruale, oltre che in menopausa per minimizzare alcune manifestazioni psicosomatiche tra cui vampate di calore e sudorazione notturna.

Complessivamente, i benefici della melissa sono relativi alle seguenti condizioni patologiche:

  • palpitazioni;
  • tachicardia;
  • irregolarità della frequenza cardiaca;
  • dispepsia;
  • meteorismo e flatulenza;
  • gastrite e colite nervosa;
  • disturbi del sonno;
  • cefalea ed emicrania;
  • dismenorrea;
  • irregolarità ormonali.

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Il campo d’azione di maggiore importanza rimane comunque quello dei disturbi ansiosi, depressivi e legati allo stress, poiché le principali proprietà della pianta sono in grado di combattere stati di ansia generalizzata, accompagnati da somatizzazioni di vario genere.

I suoi componenti svolgono pertanto un’azione sedativa, antinfiammatoria, spasmolitica e miorilassante, con applicazioni anche contro affezioni virali, batteriche e fungine.

La notevole concentrazione di composti antiossidanti consente di contrastare molte patologie su base autoimmune e infettiva.

L’acido rosmarinico sembra inoltre regolare la sintesi degli ormoni tiroidei, confermandosi un rimedio d’elezione in presenza di ipertiroidismo, infatti la modulazione endocrina è quasi indispensabile nei casi in cui l’ipofisi non è in grado di svolgere il fisiologico feedback negativo sulla ghiandola tiroidea.

Questo vegetale si caratterizza per un duplice impiego, sia per uso topico che sistemico.

Internamente esso può essere assunto da solo o in associazione con altre piante officinali sotto forma di fitocomplesso; i suoi benefici sono particolarmente evidenti nell’olio essenziale o nell’idrolato.

Esternamente si ricorre di solito all’applicazione topica di foglie di melissa lasciate macerare in solventi idroalcolici, che riescono a migliorare il metabolismo cutaneo regolarizzando la produzione sebacea.

La pianta è considerata un rimedio sicuro, innocuo e privo di effetti collaterali, poiché dotata di un’eccellente compatibilità biologica e di un’altrettanto efficace biodisponibilità.

Melissa: controindicazioni

Trattandosi di un composto naturale, la melissa non presenta controindicazioni poiché rispetta i ritmi biologici dell’organismo senza modificarne l’omeostasi.

Le uniche condizioni in cui è necessario procedere gradatamente nell’assunzione di integratori alimentari sono la presenza di glaucoma, di patologie tiroidee, oppure di intolleranza accertata verso uno o più principi attivi contenuti nella pianta.

In letteratura sono riportate alcune interazioni con sonniferi, dei quali viene potenziato l’effetto ipnotico, e con medicinali per le terapie tiroidee, come il Papazole, impiegato in caso di ipotiroidismo.

L’associazione con iperico e passiflora può potenziare eccessivamente l’attività sedativa della melissa, provocando sonnolenza e intontimento.

Le condizioni in cui è necessario evitare l’assunzione di melissa sono legate unicamente a disfunzioni tiroidee, soprattutto ipotiroidismo.

Durante la gravidanza e l’allattamento è consigliabile utilizzare dosaggi molto bassi di questo vegetale, il cui sapore potrebbe modificare l’appetibilità del latte materno.

In soggetti che soffrono di disturbi visivi è sconsigliato l’impiego di integratori del genere, che sembrano aumentare la pressione interna del globo oculare.

Osservando scrupolosamente la posologia indicata sulle singole confezioni, è comunque molto raro che si verifichino effetti collaterali o reazioni di intolleranza, quasi sempre derivanti da sovradosaggio.

Come terapia di attacco è opportuno utilizzare la tintura madre di melissa, assumendone da 30 a 35 gocce tre volte al giorno, mentre in fase di mantenimento è preferibile servirsi di capsule a base di estratto secco liofilizzato.

Come per tutti gli integratori, bisogna incominciare con la posologia minima consentita, che può essere successivamente aumentata in maniera graduale fino a raggiungere il dosaggio voluto.

Per quanto riguarda il rapporto rischio/beneficio, la melissa è senza dubbio una pianta innocua, indicata anche per soggetti anziani o debilitati.

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Come essiccare la melissa

Il processo di essiccazione della melissa prevede innanzitutto la raccolta delle foglie più grandi e ben sviluppate, che devono essere disposte su ampie superfici di lavoro per garantire un’adeguata separazione tra esse.

Bisogna poi che le condizioni ambientali siano asciutte, fresche e con un corretto ricambio d’aria, poiché questo vegetale teme moltissimo lo sviluppo di muffe causate da ristagni di vapore acqueo.

È consigliabile voltare ogni due o tre giorni le foglie, per esporre all’aria sia la lamina superiore che quella inferiore, avendo cura di non sovrapporre mai più elementi insieme.

Se ben realizzato, questo processo porta alla formazione di foglie disidratate ma non accartocciate, che possono pertanto essere lavorate secondo le tradizionali procedure di laboratorio.

Come conservare la melissa

Per conservare le foglie di melissa, si possono utilizzare due procedimenti, da un lato l’essiccazione e d’altro lato l’impiego di solventi idroalcolici.

Questa seconda metodica prevede la raccolta di foglie di ogni dimensione (anche le più piccole possono partecipare alla formazione dell’idrolato), la loro pulizia (è sufficiente un risciacquo sotto acqua corrente), e la loro asciugatura.

Infatti prima di introdurre gli apici vegetali nella soluzione idroalcolica, è consigliabile eliminare qualsiasi residuo di acqua, che potrebbe contenere detriti e polvere.

Una volta mondate, le foglie possono essere introdotte in appositi contenitori di vetro trasparente, dopo averle disposte stratificate avendo cura di evitare la presenza di bolle d’aria tra i vari strati.

A questo punto si procede ricoprendole con l’idrolato e lasciando due dita vuote prima di sigillare il vasetto: preparati ottenuti in questo modo consentono l’utilizzo delle foglie per usi gastronomici e officinali

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