Vuoi sapere se le pastiglie di melatonina sono veramente efficaci e se ci sono alcuni brand validi? Allora sei nel posto giusto!
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, ecco una tabella con le migliori pastiglie con melatonina del 2022, le principali caratteristiche e i link al sito ufficiale.
migliori pastiglie con melatonina
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La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale (epifisi) cerebrale, che fu scoperta circa 50 anni fa per caso nei bovini sottoposti a esperimenti di alternanza tra luce e buio.
In seguito al alcuni esperimenti fu ben presto chiaro che, in assenza di luce, questa sostanza veniva sintetizzata in concentrazioni considerevoli, mentre durante il giorno il processo sintetico era sospeso.
Fu quindi ipotizzato che l’ormone fosse collegato con il riposo notturno, anche se in seguito furono confermate anche altre funzioni, tra cui quella di ritardare l’invecchiamento delle cellule e la loro degenerazione.
Nell’uomo la melatonina viene prodotta, analogamente a quanto si verifica negli animali d’esperimento, dall’episifisi in assenza di luce.
Infatti la sua regolazione sintetica è correlata a un meccanismo di feedback negativo ad opera della retina, la membrana nervosa dell’occhio: quando essa viene colpita dai raggi luminosi, immediatamente scatta l’inibizione sull’epifisi, che dunque non è in grado di produrre melatonina.
Al contrario, durante le prime ore della notte, quando la membrana retinica non è interessata dalla luce, il feed-back negativo non funziona e pertanto l’epifisi può sintetizzare liberamente l’ormone.
In seguito a numerosi test clinici di dosaggio, si è evidenziato che, nelle prime ore della notte, questa sostanza incomincia a circolare nel sangue con concentrazioni sempre crescenti fino ad arrivare a un massimo intorno alle 4 del mattino.
Da questo momento, ha inizio un calo produttivo che arriva ad azzerarsi nelle prime ore della mattina, quando la percentuale di melatonina è nulla.
Si tratta di un andamento ciclico che si ripete con regolarità ogni giorno, e che manifesta un caratteristico ritmo sinusale.
La naturale sintesi di melatonina subisce un fisiologico rallentamento con il progredire dell’età, infatti non è raro riscontrare disturbi di insonnia e risvegli precoci cronici nelle persone anziane.
La produzione di questa sostanza risente anche dell’andamento delle stagioni, in quanto durante i mesi caldi tale processo subisce un significativo ridimensionamento, mentre in quelli freddi aumenta notevolmente.
È stato provato scientificamente che la presenza di una fonte luminosa nell’ambiente in cui si dorme è in grado di ridurre i livelli di melatonina nel sangue, con conseguente difficoltà a risposare.
Esistono delle importanti fonti alimentari di questo ormone, che sono arancia, banana, ananas, riso integrale e olio extravergine di oliva.
Spesso, in soggetti che presentano ricorrenti problematiche che riguardano il sonno, viene suggerito l’utilizzo di melatonina sotto forma di integratori alimentari, formulati sapientemente per fornire la quantità in grado di produrre la giusta curva di concentrazione ematica in funzione del tempo.
Le pastiglie a base di melatonina sono integratori molto diffusi sul mercato, di cui i consumatori fanno ampio impiego grazie alla quasi totale assenza di effetti collaterali, accanto a un evidente risultato clinico.
Gli utilizzatori abituali riferiscono infatti che il sonno è continuato, non interrotto, ma contemporaneamente non è pesante, e quindi al risveglio non si manifesta intontimento né cefalea.
Spesso le pastiglie contenenti melatonina vengono caldamente suggerite per coadiuvare soggetti che per svariati motivi (lavorativi, personali o patologici) hanno alterato in maniera severa il ritmo circadiano.
Scambiare il giorno e la notte è una condizione che purtroppo è più diffusa di quanto si possa pensare, dato che sfasare gli orari innesca meccanismi ad andamento progressivo e tendenti a cronicizzare.
Se non si blocca il prima possibile questo pericoloso circolo vizioso, la persona può ritrovarsi perfettamente sveglia durante la notte, anche se prova a coricarsi, e insonnolita e stanca durante il giorno, quando dovrebbe svolgere le numerose mansioni quotidiane.
Assumere melatonina nelle prime ore della notte nel momento in cui si incominciano ad accusare tali sintomi significa fornire all’organismo un prezioso supporto per interrompere il meccanismo patologico, e segnalare all’ipotalamo il corretto orario per fare addormentare l’organismo.
Le pastiglie a base di melatonina e valeriana sono rimedi fitoterapici ampiamente utilizzati sia negli adulti che nei bambini, grazie alla loro estrema maneggevolezza e all’assenza di effetti collaterali.
Tali preparati inoltre presentano un rischio quasi nullo di innescare fenomeni di dipendenza e di assuefazione: questa fondamentale caratteristica ne giustifica l’utilizzo anche in soggetti di tenera età.
Anche i ragazzi più giovani infatti possono manifestare disturbi del sonno, dato che nella stragrande maggioranza dei casi fanno un uso massiccio dei dispositivi elettronici come smartphone e tablet anche nei momenti immediatamente precedenti a quello di coricarsi.
Tale abitudine può rivelarsi piuttosto dannosa in quanto responsabile dell’invio di stimoli luminosi all’encefalo in quantità spropositata, tanto che l’ipotalamo può confondere il punto di riferimento della notte, pensando che sia giorno.
In queste condizioni è evidente che l’organismo non riceverà il comando di assopirsi per poi dormire, ma, al contrario, innescherà i processi fisiologici della veglia che lo renderanno vigile e pieno di energia.
La valeriana è una pianta officinale universalmente nota per le sue proprietà calmanti, sedative e ipno-inducenti.
Essa viene utilizzata sotto forma di tisane, decotti o integratori alimentari, indicati in caso di disturbi dell’umore, come attacchi d’ansia e nervosismo cronico, e anche per curare problemi del sonno, riguardanti sia l’addormentamento sia la continuità del riposo notturno.
Le pastiglie a base di valeriana sono un eccellente rimedio anche per prevenire quelle forme di insonnia indotta da superlavoro, quando cioè l’organismo non riesce a scaricare l’eccessivo carico di tensione accumulato durante la giornata.
Le radici della valeriana sono naturalmente ricche di iridoidi ed esteri dell’acido valerianico, molecole responsabili del meccanismo d’azione: esse sono in grado di impedire la degradazione del GABA (acido gamma amino butirrico) mediante l’inibizione dell’enzima GABA transaminasi.
Il risultato di tale processo consiste in una maggiore permanenza del GABA a livello sinaptico, dove raggiunge concentrazioni superiori a quelle abituali, in funzione del tempo.
Un’elevata quantità di un neurotrasmettitore inibitorio si traduce in un maggiore senso di tranquillità generalizzato, che può condurre a un facile addormentamento e a un sonno ristoratore e prolungato.
Recenti linee guida suggeriscono inoltre che la valeriana sia ricca di particolari alcaloidi, capaci di intervenire nel metabolismo dell’acido gamma amino butirrico a diversi livelli, ma tali ipotesi devono ancora ottenere un riscontro definitivo.
Alcuni flavonoidi e terpeni contenuti nel vegetale sembra infine che possano esercitare un’azione antagonista nei confronti dei recettori dell’adenosina, che sono gli stessi che vengono bloccati dalla caffeina.
Tale processo sarebbe responsabile a sua volta dell’effetto ipno-inducente, ma anche di uno spasmolitico e ipotensivo.
Le pastiglie a base di melatonina e valeriana sono eccezionali soluzioni “2 in 1”, che garantiscono un’utile azione sinergica tra i due rimedi naturali.
Chi assume la coppia rispetto ai singoli principi attivi riferisce infatti un significativo miglioramento della qualità e della quantità del sonno, associata a un dosaggio inferiore di integratore alimentare, con evidente vantaggio in termini sia economici sia di compliance.
Tenendo conto che la melatonina ha un effetto sedativo sul cervello, è consigliabile non superare il dosaggio massimo di 3 milligrammi al giorno, da assumere in un’unica volta prima di coricarsi.
Si tratta di una sostanza solubile sia nei grassi che in acqua (ormone lipo-idro-solubile), che pertanto può circolare liberamente nel sangue ed attraversare la barriera emato-encefalica.
Nei primi tre mesi di vita la sua concentrazione ematica è minima e non mostra sensibili variazioni tra giorno e notte, mentre dal VI mese incomincia ad aumentare la sua produzione, fino al III anno, quando il quantitativo è molto elevato.
Negli adulti la sua percentuale si mantiene grosso modo costante fino alla terza età, quando, a causa della calcificazione della ghiandola pineale, ha inizio una progressiva e inarrestabile diminuzione.
Questo fatto si collega perfettamente al problema dell’insonnia, tipico degli anziani e provocata appunto dalla deplezione ormonale.
Com’é noto, i disturbi del sonno possono essere di tre tipi, e precisamente:
La melatonina viene considerato un rimedio d’elezione per l’insonnia da difficoltà di addormentamento, poiché l’ormone agisce propriamente sull’alterazione del ritmo circadiano.
Quando infatti si verifica uno sfasamento del sonno è necessario che l’organismo riacquisti la capacità di seguire i suoi cicli biologici.
Un simile preparato trova largo impiego soprattutto in casi di jet-lag, quando il soggetto non riesce a mantenere il fisiologico andamento alternato di veglia diurna e riposo notturno, spesso a causa di turni lavorativi oppure di viaggi intercontinentali.
In queste situazioni si parla di Sindrome da Fuso Orario, innescata dalla modificazione degli orari canonici in cui è normale coricarsi alla sera.
Di solito tali problemi sono collegati anche a perdita di appetito, difficoltà digestive, irritabilità e nervosismo.
Il ruolo della melatonina, che è soprattutto collegato al ritmo circadiano, è stato recentemente ampliato anche ai processi d’invecchiamento cellulare, grazie al notevole potenziale anti-ossidante che la caratterizza.
Secondo la maggior parte degli esperimenti in vitro, il suo ruolo si è rivelato essenziale per contrastare lo stress ossidativo e quindi l’invecchiamento cellulare, potenziato dalle carenze di ossigeno.
Il rispetto della posologia è fondamentale per due motivi: da un lato bisogna evitare il sovra-dosaggio e d’altro lato i potenziali effetti depressivi a livello encefalico.
Svolgendo un effetto sedativo, infatti, questo ormone rallenta lievemente i processi mentali, contribuendo a interagire con il metabolismo dei neuro-mediatori sinaptici.
Sarebbe buona norma, oltre a non superare i dosaggi relativi ai diversi tipi di prodotto, assumere la melatonina per brevi periodi di tempo e comunque non superare mai le tre settimane.
Poiché essa viene utilizzata nella realizzazione di integratori, il suo consumo non richiede la presentazione di ricetta medica, anche se non è mai consigliabile un’auto-prescrizione.
I preparati di uso comune ne contengono quantitativi compresi tra 1 e 3 milligrammi, mentre quelli concentrati possono arrivare fino a 5 milligrammi.
Quest’ultima formulazione deve essere assunta al massimo per una settimana.
Utilizzando preparati contenenti 1 o 2 milligrammi, la sua concentrazione ematica diventa 100 volte superiore ai livelli fisiologici, mantenendo un’emivita di 6-8 ore.
Gli integratori slow-release sono a lento rilascio e pertanto impediscono l’insorgenza di picchi e poi di caduta di concentrazione: in simili circostanze il metabolismo ormonale si mantiene più costante nell’arco delle 24 ore.
Attualmente l’orientamento clinico è quello di assumere dosaggi piuttosto contenuti di melatonina, compresi tra 0,1 e 0,3 milligrammi nelle 24 ore: con tale posologia si sono ottenuti effetti soddisfacenti.
Le pastiglie a base di melatonina sono considerate integratori naturali in quanto contengono una sostanza che si trova normalmente nell’organismo.
Questo ormone, che viene prodotto ogni notte dalla ghiandola pineale, presenta comunque nel sangue delle concentrazioni piuttosto basse, che tendono a diminuire con l’invecchiamento.
Un approccio corretto nei confronti di rimedi del genere può essere di due tipi: da un lato si può optare per integratori mono-composti e contenenti soltanto la melatonina in purezza, con dosaggio variabile a seconda delle singole esigenze.
D’altro lato invece è possibile fare impiego di composti formulati in associazione con vitamina B6, magnesio ed estratti di piante officinali, come valeriana, passiflora e melissa.
L’azione sinergica dei preparati vegetali sedativi e della vitamina B6 consente alla melatonina di svolgere più efficacemente le sue funzioni, soprattutto per quanto riguarda la difficoltà di addormentamento.
Tutti gli integratori a base di questa sostanza si caratterizzano per un’ottima compatibilità biologica, in grado di rispettare i ritmi fisiologici dell’organismo.
Inoltre la sua struttura bio-molecolare la rende disponibile in pochi minuti dopo l’assunzione, un requisito particolarmente vantaggioso per chi soffre d’insonnia da addormentamento.
In seguito alla scoperta delle potenzialità anti-aging del composto, la sua utilità si è ulteriormente ampliata, arrivando a interessare tutti i fenomeni derivanti dal danno ossidativo diretto e indiretto.
Esiste anche una correlazione neuro-endocrina con la sintesi di serotonina, un neuro-mediatore coinvolto in numerose reazioni sinaptiche di natura sensoriale e spesso inerenti al ritmo circadiano.
Nonostante sia un composto naturale, la melatonina può avere qualche controindicazione, legata comunque al sovra-dosaggio.
Tra queste ci sono:
Complessivamente la melatonina può essere considerata un valido rimedio naturale per l’insonnia, a patto di osservare la posologia e di non superare le tre settimane di assunzione.
Bisogna ricordare infine che le benzodiazepine e i FANS possono provocare interazioni farmacologiche con l’ormone, le prime potenziando il suo effetto e i secondi abbassandolo.
Pazienti affetti da patologie epatiche dovrebbero astenersi dall’uso di integratori contenenti questo composto, dato che il suo meccanismo d’azione coinvolge direttamente il metabolismo del glicogeno e quindi gli epatociti.
Un sovra-dosaggio può essere pericoloso per i conducenti di veicoli, dato che a volte provoca una diminuzione della soglia di attenzione e di vigilanza, ma soltanto quando vengono superati i 3 milligrammi.
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