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Di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori prodotti con malva del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
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Da alcuni definita la “malerba” per eccellenza, per altri una pianta infestante da eliminare, in realtà la malva è un’erba officinale dalle numerose proprietà benefiche per l’organismo vivente.
Colorata, morbida e ricchissima di principi attivi terapeutici, essa si sviluppa principalmente su terreni ricchi di humus anche in presenza di altri vegetali, con cui riesce a convivere agevolmente.
Con grande probabilità il vegetale è originario del Medio Oriente, una zona da cui si è poi distribuito dapprima in Europa e successivamente in Asia, in tutti i paesi con clima temperato oppure sub-tropicale, sviluppandosi soprattutto nelle vicinanze dell’olivo.
La sua denominazione deriva da un vocabolo latino che significa “molle“, con riferimento alla morbidezza delle sue foglie che, come in tutti gli esemplari delle Malvacee, si presentano poco infustite e mostrano una forma palminervia.
Secondo alcuni trattati di botanica, la denominazione molle si riferirebbe invece alla funzione di rammollire ed ammorbidire soprattutto le secrezioni catarrali, contro cui il vegetale si rivela un rimedio eccellente.
Le foglie, che sono fornite di un lungo picciolo, appaiono tomentose e inserite con posizione alternata e con struttura bilobata, di colore verde intenso.
Il fusto si eleva da un apparato radicale di tipo fittonante, provvista di numerose ramificazioni sotterranee che hanno il compito di assorbire acqua e sostanze nutritive anche a notevole profondità.
I fiori, che contengono elevate concentrazioni di flavonoidi e di antociani, trovano largo impiego nel settore erboristico e fitoterapico.
Di colore violetto con striature bluastre essi hanno il compito di attrarre gli insetti per l’impollinazione e si dispongono quasi esclusivamente all’ascella delle foglie in posizione solitaria oppure riuniti a mazzetti.
Il loro calice è formato da 5 sepali mentre la corolla contiene 5 grossi petali ricchi di venature e con elementi cuoriformi, molto più lunghi del calice e quindi ben visibili.
La fioritura avviene tra aprile e ottobre e offre uno spettacolo estremamente gradevole in quanto le corolle molto ornamentali.
I frutti, che sono poliacheni allungati, contengono un numero variabile di semi rivestiti da una membrana piuttosto rigida.
A seconda delle sottospecie, la malva può crescere con un habitus annuale, biennale oppure perenne e mostrare un aspetto eretto o prostrato a seconda del grado di rigidità dello stelo.
Quando si sviluppa in altezza, la pianta può raggiungere fino a 60-80 centimetri, mentre se si distribuisce sul suolo può arrivare a ricoprire anche ampie aree di terreno coltivato, comportandosi da vera e propria infestante.
Dal punto di vista erboristico, le parti della pianta che vengono utilizzate sono le foglie e i fiori sia freschi che essiccati, tenendo conto che dopo l’eliminazione della componente acquosa è necessario conservare correttamente i principi attivi che sono piuttosto volatili.
Le proprietà della malva dipendono dai suoi componenti biomolecolari, che sono:
La sua principale azione fitoterapica è di tipo protettivo nei confronti delle mucose, sulle quali essa tende a depositare i flavonoidi ad azione emulsionante.
Grazie al suo impiego sotto forma di decotti, infusi e tisane, le sue funzioni erboristiche si concentrano soprattutto a livello della mucosa gastro-intestinale ed esofagea.
Tutte le volte in cui le cellule di questi tessuti sono soggette a processi infiammatori provocare da citochine oppure da prostaglandine, la malva può intervenire contribuendo a creare un sottile strato isolante e difensivo proprio sulla parete infiammata.
Un simile effetto non è quindi di tipo chimico, ma meccanico, e pertanto non modifica in alcun modo il pH di stomaco e intestino, ma agisce soltanto per contatto con la mucosa.
Le cellule mucosali, venendo isolate dalle mucillagini del vegetale, sono così in grado di ricostituire la loro struttura citologica senza nessuna alterazione della matrice citoplasmatica.
Le principali funzioni del vegetale sono dunque le seguenti:
Le secrezioni mucose non vengono modificate dal punto di vista qualitativo, ma soltanto da quello quantitativo, dato che la pianta stimola la produzione di una maggiore quantità di secreto.
Grazie alle abbondanti concentrazioni di mucillagini contenute in foglie e fiori della pianta, già dopo poche assunzioni (sotto forma di tisana) è possibile apprezzare risultati significativi.
Queste mucillagini possiedono la capacità di alleviare stati irritativi sia in atto che pregressi e che, pur non essendo in fase acuta, hanno comunque alterato la struttura istologica della mucosa.
Tutte le flogosi del cavo oro-faringeo, come tonsilliti, faringiti, bronchiti, raucedine e tosse traggono notevoli vantaggi dal contatto con preparazioni a base di malva.
Oltre all’apparato respiratorio, anche quello digerente può migliorare le sue condizioni di salute quando ad esempio si sono sviluppati fenomeni di acidificazione del pH (gastrite e pirosi gastrica) oppure in caso di spasmi peristaltici.
Gli infusi di malva sono particolarmente efficaci anche in presenza di infiammazioni delle basse vie urinarie (IBU), quando l’invasione batterica può provocare lesioni alle pareti della vescica o degli ureteri.
Se dosata opportunamente, la malva funziona anche come un blando lassativo, in caso di stipsi occasionale, spesso derivante da squilibri alimentari.
La notevole concentrazione di fibre in essa contenute consente di ammorbidire le feci disidratate e di renderle più voluminose, migliorando il transito intestinale e contrastando eventuali fenomeni di fermentazione.
In molti casi gli infusi di questa pianta migliorano anche meteorismo e flatulenza, dato che ottimizzano i processi digestivi.
Le proprietà emollienti e sfiammanti del vegetale non vengono sfruttate per uso sistemico, ma anche localmente, per migliorare l’aspetto della pelle lesionata, arrossata oppure ustionata.
Nel settore cosmetico sono infatti disponibili creme per viso e corpo, doccia-schiuma, shampoo, lozioni, unguenti e prodotti dermo-protettivi.
La pianta e i suoi estratti trovano largo impiego per minimizzare i processi flogistici del cavo oro-faringeo, in presenza di lesioni, irritazioni, infiammazioni oppure di piccole ulcerazioni (anche di tipo erpetico).
Foglie e fiori del vegetale contengono elevate concentrazioni di mucillagini che, una volta arrivate a contatto con l’epitelio mucosale irritato, creano uno strato protettivo di pochi millimetri, ma comunque sufficiente a eliminare la flogosi.
Grazie alle sue proprietà lenitive, emollienti e antinfiammatorie, la malva viene utilizzata per la formulazione di numerosi integratori in capsule, pastiglie, sciroppi e gocce, oltre che preparati per tisane e infusi.
Utilizzata da sola oppure sotto forma di fitocomplessi, la pianta si rivela comunque estremamente efficace in quanto dotata di una notevole compatibilità biologica sia con l’apparato respiratorio che con quello gastro-intestinale.
Tra i vari principi attivi sono presenti:
Sono proprio le mucillagini che, venendo a contatto con i liquidi dell’organismo, tendono a gonfiarsi premendo delicatamente sulle pareti dell’intestino e stimolandone la peristalsi.
Proprio per questo motivo gli infusi di malva sono particolarmente indicati in caso di disturbi digestivi, come acidità di stomaco, dispepsia, meteorismo, aerofagia e flatulenza.
A contatto con l’acqua calda, condizione che si verifica nella preparazione di tisane e infusi, le mucillagini si sciolgono con maggiore facilità e di conseguenza formano uno strato protettivo sulle mucose irritate.
Questa pianta si caratterizza per un duplice impiego poiché da un lato può essere assunta come alimento e d’altro lato per scopi fitoterapici che utilizzano flavonoidi, tannini, mucillagini, vitamine e minerali in essa contenuti.
Per uso gastronomico la malva può essere utilizzata nella preparazione di una gustosa zuppa dalle proprietà terapeutiche, lenitive e depurative.
Essa si ottiene facendo saltare in padella le foglie di malva insieme ad aglio e foglie di cumino e versando acqua calda fino a ricoprire del tutto la parte vegetale lasciando sobbollire per circa 25 minuti.
Per impieghi erboristici vengono utilizzati fiori e foglie freschi, lasciati in infusione per almeno due ore in una soluzione idroalcolica: in seguito a un simile trattamento, si possono estrarre le mucillagini che costituiscono la porzione utile della pianta.
Rimedi del genere possono supportare l’organismo contro tosse secca, sindromi infiammatorie delle alte vie respiratorie, faringite, laringite, tonsillite e mal di gola.
Anche in presenza di gengiviti, ascessi dentali, stomatiti e glossiti, la malva può migliorare sensibilmente l’infiammazione alleviando dolore e bruciore.
In presenza di ulcere esofagee, gastriche e duodenali, i decotti a base di questo vegetale si rivelano un rimedio estremamente valido in quanto oltre a rimarginare le piccole ferite della mucosa, migliorano anche la funzione circolatoria e quindi l’ossigenazione dei tessuti.
Le mucillagini della malva sono un eccezionale antidoto naturale contro coliche intestinali e alterazioni dell’alvo, poiché i suoi principi attivi svolgono un’azione lenitiva, lassativa e ammorbidente sui tessuti.
In molti casi la malva, utilizzata localmente, può contribuire a sfiammare le emorroidi, soprattutto in gravidanza quando è sconsigliabile servirsi di medicinali di sintesi che potrebbero provocare conseguenze negative sul feto.
La pianta può essere utilizzata internamente ed esternamente, sotto forma di tisana da bere oppure di pomate, gel o lozioni da applicare localmente.
Per uso interno l’infuso di malva si prepara aggiungendo una manciata di foglie e fiori freschi a due tazze di acqua fredda, e lasciando macerare il composto per almeno 12 ore, in modo tale che le mucillagini possano separarsi dalla parte fibrosa.
Le tisane invece si preparano aggiungendo estratti essiccati di foglie e fiori ad acqua bollente; una simile bevanda può essere consumata tre volte al giorno, sia prima che dopo i pasti, infatti la malva facilita la digestione.
Gli infusi possono essere utilizzati anche per gargarismi, risciacqui del cavo orale in presenza di carie e infiammazioni, e per alleviare qualsiasi irritazione delle mucose.
Gli impacchi di malva, che si preparano imbevendo la garza in acqua e foglie della pianta, solitamente si applicano nel punto infiammato per almeno cinque minuti.
Dopo tre o quattro applicazioni si nota la scomparsa di prurito, irritazione, arrossamento, ipertermia e secchezza cutanea.
Gli integratori a base di malva sono preparati sotto forma di compresse, capsule, sciroppi o gocce.
Qualsiasi sia il tipo di rimedio assunto è sempre indispensabile che la sua preparazione rispetti gli standard quantitativi della titolazione e standardizzazione, dato che soltanto in questo modo si ha la certezza di non correre il rischio di un sovradosaggio.
Gli estratti vegetali di questa pianta devono rispettare una posologia ben definita, riportata direttamente sull’etichetta del prodotto che si intende utilizzare.
Qualora ci si orientasse verso la preparazione di un infuso, è consigliabile utilizzare al massimo due grammi di estratti essiccati, lasciandoli macerare in un litro d’acqua, fino a ottenere una bevanda che può essere assunta da due a tre volte al giorno.
In virtù delle sue proprietà emollienti e lenitive derivanti dalle mucillagini, gli estratti di malva si trovano spesso anche nei colliri, indicati per la disidratazione degli occhi.
La tisana di malva trova particolare impiego per eliminare il catarro e per risolvere le affezioni delle alte vie respiratorie.
Anche alcuni casi di gastroenterite e di ulcera duodenale possono essere curati mediante l’assunzione due o tre volte al giorno di tisane tiepide: in questi casi è preferibile non consumare prodotti troppo caldi che potrebbero irritare ulteriormente la mucosa dell’apparato digerente.
Le foglie di malva vengono utilizzate a scopo terapeutico nella preparazione di decotti che si ottengono per infusione in acqua calda.
Dopo aver lasciato macerare il vegetale nel mezzo liquido caldo per almeno 30-45 minuti, si può consumare il composto così ottenuto mantenendo la sua temperatura piuttosto elevata: soltanto in questo modo infatti i principi attivi contenuti nelle foglie e nei fiori utilizzati possono separarsi dalla matrice fibrosa, rendendosi disponibili all’assorbimento gastrointestinale.
Per facilitare una simile operazione è infatti necessario che la temperatura del solvente sia elevata, quando l’impiego è di tipo sistemico; se invece la preparazione deve essere applicata localmente, la temperatura di servizio può essere più bassa poiché in questo caso è il contatto epidermico che consente l’azione terapeutica dei principi attivi.
Le foglie di questo vegetale possono essere anche consumate come alimento, crude oppure scottate in padella, tenendo presente che l’abbondanza di mucillagini le rende piuttosto viscide.
Pertanto è preferibile mescolare la pianta con altre erbe, tra cui soprattutto lattuga, spinaci, ortiche e tarassaco.
La malva è un ingrediente ideale anche per zuppe di verdure o vellutate poiché il suo potere addensante consente di realizzare preparazioni cremose, dense e dalla consistenza vellutata.
L’assunzione di mucillagini riduce l’assorbimento dei nutrienti introdotti per via orale, per cui da questo punto di vista esse possono contribuire a ridurre il peso corporeo.
Pertanto anche se la malva non può essere considerata un vero e proprio rimedio dimagrante, può comunque contribuire a calmierare l’apporto calorico all’organismo attraverso l’eliminazione di sostanze alimentari non utili.
Se utilizzata correttamente, questa pianta e i suoi derivati non provoca nessun effetto collaterale, anche se non sono da escludere reazioni di ipersensibilità o di intolleranza in soggetti particolarmente sensibili.
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