Vuoi sapere tutte le verità sulla lavanda? Allora sei nel posto giusto!
Prima di scendere nel dettaglio, di seguito trovi una tabella dove sono riportati i migliori prodotti con lavanda, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
La lavanda (nome scientifico Lavandula angustifolia) è una pianta tipica della macchia mediterranea, che può crescere spontanea oppure coltivata in qualsiasi habitat, dalla pianura fino a quasi 2000 metri, prediligendo le zone aride, sassose e prive di irrigazione.
Oltre alla varietà originale, in natura sono presenti molti ibridi derivanti da impollinazioni anemofile.
Si tratta di una pianta perenne la cui altezza raggiunge anche 1-1,5 metri, che presenta fusti eretti e ramificati con una componente legnosa alla base ed erbacea alle sommità.
Le foglie, che sono lanceolate e di piccole dimensioni, hanno una morfologia aghiforme collegata alle caratteristiche dell’ambiente: la scarsezza di acqua e la prevalenza di terrei aridi e inospitali ha contribuito nel tempo a rimpicciolire la lamina fogliare che deve necessariamente fare economia della poca umidità disponibile.
All’apice dei rami cresce una spiga allungata e sottile costituita da numerosi fiori violetti che fioriscono da giugno a settembre e che emanano un profumo intensissimo.
Conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà fitoterapiche, la lavanda deve il suo appellativo al verbo latino “lavare“, alludendo al fatto che i popoli antichi erano soliti utilizzare i rami fioriti per detergere la pelle.
Il suo caratteristico portamento arbustivo o semi-arbustivo nelle fasi di sviluppo presenta un aspetto erbaceo con diffusione prevalentemente orizzontale.
Le radici sono per lo più legnose e tendono a colonizzare ampie zone di terreno; le parti aeree, che hanno un colore verde cinerino, crescono a partire dal basso con una progressione obliqua o verticale.
Nelle infiorescenze sono presenti numerose brattee persistenti con funzione protettiva, mentre i frutti sono schizocarpi composti da quattro bacche lisce e glabre, contenenti i semi.
La riproduzione avviene per impollinazione anemofila oppure tramite insetti, che posandosi sulle infiorescenze provocano la dispersione dei semi sul terreno.
La lavanda è la pianta aromatica per eccellenza: essendo sempreverde e perenne, è in grado di profumare parchi e giardini anche durante la stagione invernale.
Sfruttando la sua robustezza e la capacità adattativa che le consente di crescere anche in presenza di avverse condizioni climatiche, questa specie è praticamente endemica.
Comunque può essere facilmente coltivata soprattutto per fini erboristici, dato che contiene numerosi principi attivi ampiamente utilizzati in ambito fitoterapico.
Fin dall’antico Egitto, essa era particolarmente diffusa per le sue proprietà detergenti e profumanti, anche perché costituiva uno dei principali aromi utilizzati nella mummificazione dei corpi.
Soltanto a partire dal Medioevo, il vegetale incominciò ad essere conosciuto per il suo potere medicinale, soprattutto come lenitivo dei disturbi digestivi e dei crampi viscerali.
Parallelamente la lavanda incontrò grande successo in campo cosmetico, nella formulazione di fragranze e acque profumate.
Esistono numerose varietà di questa pianta, che cresce spontaneamente su qualsiasi tipo di terreno e che tende a svilupparsi senza problemi in condizioni particolarmente sfavorevoli: il suo aspetto arbustivo e la struttura lanceolata delle foglie la rendono infatti molto robusta verso gli agenti climatici.
Man mano che le specie crescono in collina e in montagna, la composizione biochimica degli elementi si modifica in quanto aumentano le sostanze aromatiche, tra cui soprattutto i derivati canforati, che conferiscono resistenza nei confronti delle temperature rigide.
In molti casi il vegetale viene coltivato per contrastare l’erosione del terreno in presenza di substrati con tendenza a franare, sfruttando le proprietà dell’apparato radicale particolarmente ramificato.
Dalle infiorescenze si estrae un’essenza molto pregiata che si ottiene mediante una procedura per distillazione a vapore, che permette di mantenere inalterati i suoi principi attivi.
I principali impieghi della lavanda sono:
Nel settore cosmetico essa serve per preparazioni di profumi, saponette ed essenze aromatiche anche per ambienti; in quello erboristico, i fitocomplessi trovano impiego per le sue proprietà antisettiche, antinevralgiche, vasodilatatorie, sedative, ipnoinducenti e tranquillanti.
In ambito gastronomico, infine, le sue caratteristiche mellifere consentono di produrre una raffinata varietà di miele, usato anche per curare le affezioni delle vie respiratorie.
Le proprietà biologiche della lavanda dipendono sostanzialmente dai suoi componenti, che sono:
Le infiorescenze di questa pianta sono dotate di blande funzioni sedative, soprattutto in caso di disturbi psico-somatici localizzati a livello dell’apparato digerente; esse inoltre svolgono un ruolo efficace anche come antispastici, miorilassanti e modulanti sull’attività neuro-muscolare
La lavanda è considerata una pianta officinale con azione antinfiammatoria dato che linalolo e cineolo sono in grado di interrompere lo svolgimento della cascata di reazioni innescata dagli eicosanoidi (soprattutto prostaglandine e leucotrieni), che mostrano un’elevata affinità recettoriale per tali principi attivi.
Secondo recenti studi clinici su pazienti trattati con olio essenziale di lavanda, questo composto sarebbe efficace per inibire la fosfolipasi C, un composto direttamente coinvolto nelle reazioni flogistiche.
Inoltre il vegetale esercita un’azione anti-nocicettiva del tutto simile a quella svolta dal tramadolo, un farmaco oppioide estremamente efficace nella terapia del dolore.
Da tempo sono noti gli effetti antidolorifici della lavanda che si associano a quelli antinfiammatori.
Anche in presenza di reazioni allergiche sia locali (arrossamento cutaneo e dermatite) che sistemiche (disturbi respiratori), l’olio essenziale di lavanda impedisce la degranulazione dei mastociti e quindi la produzione di istamina.
Di conseguenza le reazioni d’intolleranza mediate da questa molecola subiscono un blocco funzionale, con attenuazione della sintomatologia entro pochi minuti.
Le proprietà anti-microbiche e battericide della pianta si sono rivelate particolarmente potenti nei confronti delle specie Staphylococcus aureus ed Enerococcus, grazie all’azione del linalolo che riesce a rompere il capside protettivo dei germi patogeni.
Numerose affezioni cutanee come acne, foruncolosi, eczemi, dermatiti e psoriasi mostrano evidenti segni di miglioramento in seguito ad applicazioni topiche di foglie essiccate e usate per decotti.
In simili condizioni i composti attivi oleosi sono in grado di penetrare efficacemente attraverso gli strati cutanei fino ad arrivare all’ipoderma, dove incominciano a svolgere funzioni antisettiche e depurative sulle ghiandole pilo-sebacee.
A livello sistemico, gli integratori formulati con estratti di lavanda agiscono sull’assetto lipidico del sangue, regolarizzando la colesterolemia e la concentrazione dei trigliceridi.
Simili proprietà dipendono dall’inibizione dell’enzima idrossi-metil-CoA-reduttasi, un composto che a livello epatico monitorizza la lipemia in generale e la sintesi del colesterolo in particolare.
Il limonene sembra coinvolto nella genesi di processi anti-tumorali, responsabili della proliferazione incontrollata delle cellule neoplastiche in rapida moltiplicazione; questo composto è caratterizzato anche da una notevole funzione carminativa che contrasta efficacemente coliche intestinali e spasmi peristaltici.
A livello gastrointestinale, l’olio essenziale si rivela un rimedio efficace in caso di aerofagia, coliche spastiche, flatulenza e meteorismo.
In ambito erboristico, l’azione più importante della lavanda è collegata alla sua attività sedativa e ansiolitica, derivante sia dall’assunzione di rimedi per bocca, che dall’impiego di olio essenziale per inalazione mediante tecniche di aromaterapia.
Questo olio è infatti efficace anche per massaggi, che consentono la sua penetrazione attraverso i pori cutanei, fino all’apparato circolatorio: una simile applicazione esterna completa l’attività interna svolta dai principi attivi estratti dalla pianta, per ottenere più rapidamente risultati efficaci.
Irrequietezza, insonnia, nervosismo, ansia e stress sono disturbi che vengono efficacemente attenuati dall’uso di rimedi formulati con la lavanda officinale.
I benefici della pianta, che dipendono dalla sua attività biologica, riguardano i seguenti settori.
L’olio essenziale di lavanda, che trova impiego sia per uso sistemico (interno) che per uso topico (esterno), viene considerato un supporto ideale per contrastare nervosismo e irrequietezza, che spesso dipendono dall’accumulo di agenti stressogeni.
La posologia consigliata è compresa tra 2 e 4 gocce di olio essenziale nelle 24 ore, opportunamente diluite e utilizzabili per aromaterapia.
Non è mai consigliabile superare i dosaggi prescritti per non sovraccaricare fegato e reni, che potrebbero non essere in grado di metabolizzare la complessa varietà dei principi attivi contenuti nella pianta.
Secondo le più recenti linee guida, la lavanda funziona come sonnifero naturale non soltanto se assunta da sola ma anche in associazione con valeriana, passiflora, camomilla e melissa.
Simili fitocomplessi svolgono un’azione ad ampio raggio poiché abbreviano i tempi di addormentamento, impediscono le interruzioni del sonno durante la notte e consentono un risveglio fisiologico senza conservare sonnolenza durante il giorno.
Il meccanismo d’azione della lavanda si mantiene costante per molte ore e proprio per questo consente di migliorare la qualità del riposo per tutta la notte.
Alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato una correlazione tra i glicosidi e la produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale, secondo cui l’assunzione di lavanda circa 30 minuti prima di coricarsi provocherebbe una stimolazione dell’epifisi con aumento della concentrazione ematica dell’ormone (questa evidenza confermerebbe il ruolo ipnoinducente della pianta).
In virtù delle proprietà carminative della lavanda, la sua assunzione è indicata in caso di disturbi digestivi soprattutto localizzati nella prima parte dell’apparato gastrointestinale (stomaco e intestino tenue).
Infatti è proprio in queste zone anatomiche che il vegetale è in grado di controllare la peristalsi eliminando il rischio di spasmi dolorosi che sono la principale causa delle coliche gastroenteriche.
Sono sufficienti da 2 a 4 gocce di olio essenziale da assumere prima dei pasti per garantire un corretto funzionamento di stomaco e intestino.
Non bisogna dimenticare che la maggior parte dei disturbi digestivi ha una componente psico-somatica, a causa della quale le pareti muscolari del canale digerente tendono a contrarsi più intensamente del normale.
In situazioni del genere il bolo alimentare rimane bloccato e non riesce a procedere verso il basso, innescando la sintomatologia dolorosa: grazie all’azione combinata antispastica e sedativa, la lavanda si conferma un supporto ideale per risolvere in maniera naturale problematiche del genere.
Se applicato esternamente, l’olio essenziale di lavanda è un rimedio efficace per il trattamento di flebiti e vene varicose.
Questi disturbi trovano un notevole sollievo dalla balneoterapia, un particolare trattamento termale in cui l’olio essenziale di lavanda viene aggiunto alle acque termali a temperature superiori a 38 gradi.
Immergendo gli arti inferiori in simili soluzioni calde, la circolazione si normalizza, così come i processi di ossigenazione dei tessuti.
Oltre a queste metodiche, l’olio essenziale di lavanda è utilizzato anche per massaggi a livello delle aree anatomiche con problemi circolatori, avendo cura di rispettare la posologia indicata e di non manipolare con troppa violenza le parti malate.
Uno dei componenti principali e più abbondanti dell’olio essenziale di lavanda è la canfora, una sostanza particolarmente aromatica e antisettica che trova largo impiego nella cura delle affezioni respiratorie a livello delle prime vie aeree.
Disturbi del genere sono spesso accompagnati da un’ipersecrezione catarrale e dal ristagno di essudato sull’epitelio cigliato.
Gli estratti di lavanda agiscono aumentando la motilità delle ciglia che, oscillando avanti e indietro, contribuiscono a staccare le secrezioni catarrali dalle pareti spingendole verso l’esterno.
Si può dire quindi che questa pianta è dotata anche di un efficace potere espettorante potenziato dalle sue funzioni antisettiche e antinfiammatorie.
Laringiti, faringiti, tonsilliti e in alcuni casi anche sinusiti di origine batterica o virale, possono essere curate con l’olio essenziale di lavanda sia inalato tramite aerosolterapia, sia massaggiato sulla pelle e quindi trasferito direttamente al sangue circolante.
Un requisito distintivo di questa pianta è il suo potente aroma, da cui dipendono molte azioni terapeutiche che possono derivare sia dall’utilizzo locale che sistemico.
Nel primo caso è proprio il suo caratteristico profumo a rendere la lavanda un valido rimedio per numerosi disturbi come quelli respiratori, digestivi, cardiocircolatori e osteoarticolari, soprattutto in presenza di reumatismi.
Se invece viene introdotta tramite integratori alimentari contenenti principi attivi essiccati, titolati e standardizzati, la pianta è in grado di agire rapidamente dall’interno poiché viene assimilata bypassando i processi digestivi.
In questo modo la sua efficacia viene potenziata dall’attività sinergica esterna e interna, particolarmente utile in caso di disturbi di tipo psicosomatico.
La lavanda è una pianta officinale che si caratterizza per un’eccellente compatibilità biologica che ne consente l’impiego per uso sia esterno che interno.
Pertanto, prodotti formulati con i suoi principi attivi non presentano controindicazioni né effetti collaterali, a patto di rispettare i dosaggi indicati sulle singole confezioni.
È comunque consigliabile non usare l’olio essenziale di lavanda in gravidanza e durante l’allattamento, poiché alcuni componenti potrebbero interferire con lo sviluppo del feto.
In seguito all’utilizzo per uso topico dell’olio essenziale, possono insorgere arrossamenti, irritazioni e fotosensibilità, infatti l’esposizione della pelle ai raggi solari dopo averla cosparsa di olio essenziale di lavanda potrebbe provocare lo sviluppo di dermatiti e forme di intolleranza.
Se assunta per uso sistemico con dosaggi superiori a quelli consigliati, la lavanda potrebbe causare sonnolenza e problemi gastrointestinali; in caso di intolleranza accertata a uno o più composti in essa contenuti, si possono manifestare reazioni allergiche.
In caso di sovradosaggio le reazioni avverse potrebbero provocare fenomeni anche gravi come depressione del sistema nervoso centrale, diminuzione della frequenza respiratoria, cefalea, nausea e vomito.
Per evitare simili rischi è necessario incominciare qualsiasi terapia a base di lavanda con dosaggi minimi, che possono essere gradualmente aumentati nel corso del tempo
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