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Integratori per la Memoria per Anziani: Sono Efficaci?

integratori per la memoria per anziani

Vuoi sapere se prendere gli integratori per la memoria per anziani è efficace? quali sono quelli veramente efficaci? Allora sei nel posto giusto! 

Prima di entrare nei dettagli specifici, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori integratori per la memoria per anziani del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale

Migliori integratori per la memoria per gli anziani

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memosan salugea

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3.6/5

Classifica dei migliori integratori per la memoria per anziani

Di seguito, invece, trovi una classifica dei migliori integratori naturali per la memoria per gli anziani presenti sul mercato:

La memoria nell’anziano

L’invecchiamento è un processo fisiologico che riguarda non solo il corpo ma anche la mente, in quanto con il passare degli anni i neuroni cerebrali perdono progressivamente la loro funzionalità, con deficit intellettivi e mnemonici.

Gli over 60 si caratterizzano per due stili di memoria: c’è chi ricorda prevalentemente i particolari di eventi del passato (memoria a lungo termine) e c’è invece chi ricorda soprattutto i fatti appena accaduti, anche se non saprebbe riferire tutti i dettagli (memoria a breve termine).

Queste due categorie mnemoniche, che sono presenti in tutte le fasi della vita, nella terza età si associano a una differente risposta all’invecchiamento, infatti chi possiede una memoria episodica è più sensibile alle variazioni anche di minima entità della capacità di recuperare i ricordi.

Al contrario, i soggetti che ricordano bene i fatti ma non i particolari, sono più tolleranti alle mancanze mnemoniche derivanti dall’età.

Si può dire quindi che per gli anziani i problemi nel ricordare dipendono da un diverso atteggiamento mentale; chi possiede una memoria episodica può rivivere con più facilità i ricordi, mostrando deficit di collegamento, mentre che possiede una memoria semantica non è in grado di mantenere a mente i particolari ma mantiene vivi i ricordi in generale e quindi anche la capacità di collegamento tra loro.

Non è sempre vero che invecchiare comporti inevitabilmente la perdita di memoria, poiché simili disturbi possono essere presente anche nei giovani, così come le persone di una certa età, se allenano costantemente le facoltà mnemoniche, possono ricordare benissimo.

Un intervento terapeutico mirato alla perdita della memoria è indipendente dall’età del soggetto mentre dipende fortemente dalla tempestività con cui viene riconosciuto il disturbo.

La presenza di fattori distraenti, che disturbano la recezione delle informazioni influisce maggiormente sugli anziani che sui giovani, questo fatto spiega perché nella terza età i deficit mnemonici siano quasi sempre associati al calo generalizzato della facoltà intellettive.

Ricordare informazioni ascoltate alla radio o alla televisione per l’anziano è più facile che non tenere a mente dati letti sul giornale oppure trasmessi a voce; tale percezione dipende dalla maggiore incisività psico-emotiva offerta dai mass media.

Per combattere i problemi di memoria esistono alcuni semplici esercizi da mettere in atto a tutte le età, ma in particolare dopo i 60 anni; non bisognerebbe mai smettere di leggere libri e giornali, dedicandovi ogni giorno qualche ora.

È consigliabile inoltre utilizzare tutti i sensi per mantenere viva la memoria, dato che i ricordi vengono rinforzati dall’uso di vista, udito e tatto: maggiore è il numero di input sensoriali, minore è la risposta mentale, che coinvolge anche la capacità del ricordo.

È importantissimo effettuare regolare attività fisica poiché così facendo viene ottimizzato il metabolismo e quindi l’ossigenazione delle cellule, tra cui soprattutto quelle cerebrali.

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Lo stress è un nemico giurato della memoria, in quanto ansia, preoccupazioni e brutti pensieri creano ostacoli quasi insormontabili alla corretta gestione delle facoltà mnemoniche.

Anche il gioco e l’attività ricreativa possono migliorare le funzioni cerebrali, tra questi i più benefici sono il gioco a carte, scacchi, dama, puzzle, cruciverba e sudoku.

Come è noto, la memoria consiste nella capacità di elaborare le informazioni acquisite per poi codificarle e immagazzinarle nella mente: simili percezioni, che possono essere visive, uditive, tattili, gustative o olfattive, costituiscono la memoria sensoriale.

La memoria a breve termine (primaria) è quella dei ricordi temporanei che si riferiscono a esperienze appena successe, la memoria a lungo termine (secondaria) riguarda invece ricordi più antichi, immagazzinati e archiviati.

Nella terza età si deteriora prevalentemente la memoria a breve termine, mentre viene potenziata quella a lungo termine.

Con l’avanzare dell’età diminuisce progressivamente la velocità con cui vengono acquisiti nuovi dati, che porta come conseguenza a un calo fisiologico della memoria.

Il decadimento di questa funzione intellettiva, che nella maggior parte dei casi provoca un forte disagio emotivo, stati d’ansia e qualche volta anche sindromi depressive, in realtà deve essere considerato normale.

Se al contrario si manifestano amnesie accompagnate da stati confusionali, difficoltà nel formulare frasi o ricordare parole, è necessario rivolgersi a un neurologo, dato che questi sintomi potrebbero essere indicativi di patologie molto significative come il morbo di Alzheimer o la demenza vascolare senile.

Per conservare a lungo la memoria e prevenire i principali disturbi degenerativi, è fondamentale mantenere in allenamento il cervello, che può migliorare le sue prestazioni sia mediante esercizi intellettivi, che con l’assunzione di specifici integratori.

Secondo la maggior parte dei neuro-scienziati, è basilare stimolare le persone anziane coinvolgendole in attività sociali, hobby, lettura, cinema e ascolto di musica, poiché gli interessi che coinvolgono l’attività cerebrale migliorano il benessere psico-fisico della persona.

Tutte le azioni che favoriscono creatività, capacità logica, inventiva e collegamenti mentali, migliorano anche i processi di memorizzazione.

Simili esercizi possono essere effettuati in gruppo, sotto il controllo di personale specializzato, oppure singolarmente, in affiancamento con uno psicologo oppure un famigliare esperto di tali procedure.

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Perdita della memoria nell’anziano e rimedi

Anche se negli anziani è più frequente il calo della memoria a breve termine, si può affermare che le percezioni mnemoniche globali subiscono un calo progressivo, che dipende principalmente da stress ossidativi.

Infatti, un insufficiente apporto di ossigeno alle cellule cerebrali (così come tutte le cellule del corpo), inibisce il regolare svolgimento delle funzioni metaboliche deteriorando la resa intellettiva.

Un fattore strettamente correlato al calo di memoria con la terza età è l’aumento della proteina beta-amiloide, che tende ad accumularsi all’interno dei neuroni formando delle placche sempre più estese che progressivamente impediscono alle cellule nervose di funzionare.

In tali condizioni l’anziano perde progressivamente i riferimenti mnemonici insieme all’orientamento: se non viene trattata tempestivamente, questa anomalia biochimica può portare a un deterioramento della memoria progressiva, con l’insorgenza di stati confusionali e spersonalizzazione.

Un altro fattore che incide notevolmente sulla perdita di memoria nell’anziano è un inadeguato regime nutritivo, poiché nella terza età le persone tendono a mangiare meno evitando determinati cibi.

Nella maggioranza dei casi succede che l’apporto di vitamine e minerali risulti insufficiente e che quindi i nutrienti indispensabili per il benessere cellulare siano squilibrati e insufficienti.

In seguito a simili stati carenziali, l’anziano sviluppa disturbi organici come anemia, disappetenza, perdita di peso corporeo, cattiva digestione e deficit nutrizionali come ipovitaminosi, carenza di minerali, decalcificazione delle ossa (osteoporosi), perdita di tono muscolare (ipotonia) e disidratazione cutanea.

Per migliorare la memoria spesso è sufficiente riequilibrare l’apporto alimentare aumentando il quantitativo di frutta e verdura fresche, che sono le principali fonti di vitamine, minerali e oligoelementi.

Anche il sonno svolge un ruolo di primaria importanza per rallentare la perdita della memoria, infatti il cervello trae notevoli benefici dal riposo continuativo durante la notte, dato che proprio in questo intervallo di tempo riesce a ricaricare le energie e a eliminare le tossine.

Uno strumento molto importante per rallentare il degrado mnemonico è rappresentato inoltre dalla stimolazione cognitiva, comprendente un insieme di tecniche capaci di rinforzare e allenare la mente dell’anziano.

Tra le varie attività consigliate, c’è anche la cura del linguaggio che ha il potere di rinforzare le connessioni cerebrali e di prevenire il loro deterioramento.

Integratori per la memoria per anziani

I principali integratori per stimolare la memoria appartengono alle vitamine del gruppo B, che funzionano come cofattori per la produzione delle membrane neuronali e delle sinapsi.

In particolare, la vitamina B6 partecipa alla modulazione delle attività intellettive e del tono dell’umore, infatti la sua carenza provoca stati depressivi, ansia e irritabilità.

Anche la vitamina B12 e l’acido folico contribuiscono a prevenire l’affaticamento, l’astenia muscolare e migliorano il metabolismo del sistema nervoso e dell’encefalo; la loro carenza è coinvolta nell’insorgenza della demenza senile e del declino cognitivo.

La vitamina C e la vitamina E svolgono una fondamentale attività antiossidante, indispensabile per prevenire lo stress ossidativo delle cellule cerebrali; il magnesio è un minerale che ottimizza le funzioni fisiche e mentali agendo anche sulla qualità dell’umore, infatti interviene sulla regolazione dell’eccitabilità sinaptica modulando la trasmissione degli impulsi.

Lo zinco è un oligoelemento fondamentale per controllare la polarizzazione delle membrane neuronali; il ferro, che migliora il funzionamento dell’apparato muscolare, prevenendo stanchezza e affaticamento, migliora anche la concentrazione mentale e la memoria.

Gli acidi grassi della serie omega-3, tra cui il docosaesaenoico e eicosapentaenoico, svolgono significative funzioni neuroprotettive indispensabili per garantire il corretto funzionamento delle cellule nervose encefaliche.

La carnitina è un amminoacido caratterizzato da spiccate funzioni antiossidanti, necessarie per proteggere le cellule nervose dall’attacco dei radicali liberi: essa pertanto trova largo impiego nella formulazione di integratori per migliorare le funzioni cognitive.

Tra gli estratti vegetali più utilizzati per migliorare la memoria nell’anziano, c’è il ginkgo biloba, che svolge un’azione protettiva sulle funzioni cognitive e intellettive, grazie all’elevata concentrazione di flavonoidi e ginkgolidi in esso contenuti.

La maggior parte degli integratori utilizzati per questo scopo contengono eleuterococco, un vegetale in grado di stimolare le funzioni cognitive per l’attenuazione degli stati di stanchezza psico-fisica.

Sfruttando l’elevata concentrazione degli eleuterosidi in esso contenuti, questo vegetale si rivela un prezioso supporto per le attività cerebrali dell’anziano, soprattutto poiché non provoca effetti collaterali.

Analogamente all’eleuterococco, anche in ginseng è una pianta che contrasta l’affaticamento psico-fisico utilizzando i ginsenosidi, principi attivi contenuti nei suoi estratti, che recuperano le facoltà mentali soprattutto in seguito a stress psico-fisici.

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La colina è una sostanza naturale che appartiene alle vitamine del gruppo B e che è in grado di attraversare facilmente la barriera ematoencefalica, per contribuire alla sintesi di acetilcolina.

È proprio l’acetilcolina a condizionare memoria, apprendimento e concentrazione, poiché funziona come neurotrasmettitore sinaptico del cervello.

L’acido glutammico è uno degli amminoacidi più abbondanti nel corpo e in particolare a livello encefalico, dove funziona come neuromediatore eccitatorio che oltre ad aumentare la vigilanza e la formulazione dei pensieri, migliora il tono dell’umore contribuendo alla produzione di GABA.

La glutammina è un altro amminoacido fondamentale per la fisiologia cerebrale, che viene prodotto principalmente in condizioni di stress e le cui funzioni migliorano le capacità mentali, l’affaticamento psichico, l’apprendimento e la memoria, contrastando i processi di invecchiamento.

Il selenio è un minerale direttamente coinvolto nella funzionalità del sistema nervoso centrale, poiché coordina le percezioni cognitive e mnemoniche, soprattutto quando viene assunto in associazione con il magnesio.

Secondo la medicina ayurvedica, alcuni vegetali svolgono una funzione tonica sul sistema nervoso, tra essi la bacopa, che grazie all’elevata concentrazione dei bacosidi, principi ad attività antiossidante, modula la trasmissione sinaptica degli impulsi neuronali.

Di conseguenza, le cellule cerebrali rallentano i processi di invecchiamento e migliorano il trofismo endogeno, con benefici sui riflessi e sulla memoria.

L’utilizzo di questo preparato fitoterapico ha consentito di migliorare condizioni patologiche come la demenza senile e il morbo di Parkinson, risolvendo deficit cognitivi e intellettivi.

L’olio di germe di grano da assumere sotto forma di perle o compresse, è particolarmente ricco di vitamina E, rame, calcio, magnesio, manganese e fosforo: il suo meccanismo d’azione contrasta lo stress ossidativo proteggendo soprattutto le cellule cerebrali dall’attacco dei radicali liberi.

Legandosi all’ossigeno, la vitamina E impedisce che esso si trasformi in perossido, un composto tossico per le cellule.

La lecitina di soia, che può essere assunta sotto forma di integratore oppure come granulato da aggiungere agli alimenti, è un’efficace riserva di colina, indispensabile per migliorare le capacità mnemoniche.

Anche la fosfatidil-serina, un composto necessario per potenziare l’efficienza intellettiva, si è rivelato un valido aiuto per le abilità mentali dell’anziano, soprattutto se affetto da problematiche neurologiche con deficit mnemonici e logici.

La salvia, una pianta aromatica officinale, migliora la concentrazione e le capacità intellettive e sotto forma di integratore è quindi consigliata nella terza età.

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La curcuma è una spezia dotata di spiccate funzioni antiossidanti, che potenziano le facoltà mentali soprattutto in presenza di deficit mnemonici.

Anche la centella, un’erba drenante e disintossicante, è in grado di stimolare la memoria, e può essere utilizzata sia sotto forma di integratore che come tisana o infuso.

Anche se è conosciuta soprattutto per le sue proprietà calmanti e sedative, la melissa contribuisce a migliorare sensibilmente le funzioni cognitive e ad avere una memoria più lucida e attiva.

I problemi di memoria nell’anziano sono spesso correlati a forme di lieve depressione: proprio per questo l’impiego di integratori a base di iperico può migliorare le funzioni mnemoniche.

La vinpocetina, che viene utilizzata per scopi fitoterapici ed erboristici, è un’erba che migliora i problemi di memoria e apprendimento, soprattutto se associati a stati di affaticamento psico-fisico.

Il guaranà, che contiene caffeina, teobromina, ipoxantina e tannini, viene considerato un efficace tonico per l’organismo, favorendo anche tutte le funzioni del sistema nervoso centrale.

Grazie alla sua elevata concentrazione di sostanze antiossidanti, il tè verde depura l’organismo, contrasta lo stress ossidativo e migliora le funzioni cognitive, in quanto inibisce l’enzima acetil colinesterasi, responsabile della maggior parte dei deficit intellettivi.

La schisandra, una delle più efficaci piante adattogene, svolge funzioni antinfiammatorie e potenzianti sulle facoltà mentali.

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1 commento su “Integratori per la Memoria per Anziani: Sono Efficaci?”

  1. Tutto molto interessante ma non ho capito che integratore dovrebbe prendere un anziano come mia madre che soffre di demenza senile grave smarrimento mancanza di memoria sia a breve che a lungo termine , non è sfociata ancora in alzheimer ma ho paura che non manchi molto purtroppo è seguita da un neurologo che gli dà il rischiaril ma con scarsa efficacia

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