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In menopausa il metabolismo delle donne subisce una drastica modificazione causata dalla fluttuazione di produzione ormonale.
A partire dai 45-50 anni infatti, la popolazione femminile subisce una progressiva diminuzione della sintesi di estrogeni e progesterone, fino ad arrivare alla loro completa cessazione.
Si considera l’inizio della menopausa il momento in cui la donna non ha avuto il flusso mestruale per almeno dodici mesi continuativi: questo stadio fisiologico della vita femminile non deve essere considerato come una malattia poiché anche se può causare alcuni disturbi piuttosto significativi, esso fa comunque parte della normale sequenzialità di eventi organici.
Con la fine del flusso mestruale e della fertilità, gli ormoni entrano in uno stadio carenziale che porta alla loro completa mancanza; i mesi che precedono la menopausa e che si caratterizzano per notevoli variazioni ormonali e organiche, prendono il nome di climaterio e spesso sono accompagnati da alcuni disturbi metabolici.
Anche se nella maggioranza dei casi le donne non sono affette da particolari problematiche di salute, una loro minoranza può andare incontro a disturbi piuttosto sgradevoli, come ad esempio:
Quando simili manifestazioni risultano particolarmente debilitanti, è possibile fare ricorso alla TOS (terapia ormonale sostitutiva), che mediante l’assunzione di ormoni sintetici riesce ad attenuare gli squilibri metabolici.
Esistono anche rimedi fitoterapici a base di fitoestrogeni ed isoflavoni della soia, in grado di attenuare notevolmente i sintomi della menopausa.
Uno dei problemi principali legati a questa fase è rappresentato dall’accumulo di grasso addominale, che si manifesta con il deposito di tessuto adiposo a livello viscerale.
A partire dai 45 anni, le funzioni metaboliche della donna subiscono un progressivo rallentamento, riconducibile alla progressiva carenza di estrogeni e progesterone.
Oltre ad assimilare di più, l’organismo femminile distribuisce selettivamente i pannicoli adiposi che tendono ad accumularsi a livello addominale.
È risaputo che il grasso viscerale non costituisce unicamente un deposito di calorie ma si comporta come tessuto attivo dal punto di vista metabolico, poiché è in grado di modulare molte funzioni organiche.
Un eccessivo accumulo di adipociti addominali si traduce in un aumento sintetico di alcuni elementi pro-infiammatori (responsabili della formazione di cellulite), e in una discontinua modulazione ormonale di estrogeni e progesterone.
Si può dire quindi che esiste un vero e proprio circolo vizioso, poiché da un lato la carenza di estrogeni favorisce gli ammassi di grasso viscerale e d’altro lato l’adiposità addominale potenzia la carenza di estrogeni.
Il grasso ginoide, che è quello che caratterizza la costituzione del corpo femminile, si conferma un fattore di rischio nei confronti di numerose patologie, tra cui quelle cardiovascolari, il diabete, la steatosi epatica e tutti i tipi di dislipidemie.
Con il calo degli estrogeni, aumenta nettamente il rischio di patologie cardiovascolari, di ipertensione, di osteoporosi e di obesità.
I fattori predisponenti all’accumulo di grasso addominale in menopausa sono i seguenti:
Le trasformazioni del corpo femminile in menopausa si concentrano principalmente nella zona addominale, poiché la componente ossea è minima mentre i visceri occupano la maggior parte dello spazio disponibile.
Pertanto a livello delle fibre connettive si forma un reticolato di sostegno che sorregge il peso dovuto all’adiposità, provocando una deformazione della silhouette.
L’aumento ponderale delle donne in menopausa, che è provocato dalla mancanza di estrogeni e progesterone, può essere facilmente contenuto se si seguono alcuni suggerimenti.
Come è noto, il grasso addominale dipende da un accumulo di adipociti ipertrofici sulle natiche, sui fianchi, sui glutei e nell’interno coscia.
In seguito al calo di produzione degli estrogeni e al conseguente rallentamento metabolico, nella donna si verificano importanti mutamenti della conformazione corporea.
Si nota infatti un aumento ponderale e una progressiva perdita di tonicità muscolare, associata all’accumulo di pannicoli adiposi soprattutto su addome e fianchi.
Il rapporto tra massa muscolare magra e massa grassa si squilibra a favore di quest’ultima, dato che la muscolatura tende a diminuire con l’avanzare dell’età.
Spesso l’accumulo di adiposità addominale si associa a ritenzione idrica e a problemi di meteorismo, che contribuiscono ad aumentare il volume della pancia.
Per evitare una simile situazione, responsabile non soltanto di problematiche estetiche ma soprattutto metaboliche, è indispensabile curare l’alimentazione, che deve essere sana ed equilibrata, e praticare attività fisica per stimolare il metabolismo a riprendere i suoi ritmi fisiologici.
Un regime alimentare sbilanciato con un’assunzione eccessiva di carboidrati a elevato indice glicemico, associata al consumo di grassi, contribuisce a peggiorare la situazione di accumulo lipidico addominale.
Questi alimenti infatti, oltre ad essere ipercalorici, stimolano processi fermentativi intestinali e favoriscono la produzione di gas.
In corrispondenza della fascia addominale, è quindi possibile osservare un aumento di volume dovuto alla produzione di gas e dal ristagno di liquidi, oltre a un maggiore accumulo di cuscinetti adiposi su glutei e fianchi.
In menopausa sarebbe buona regola diminuire il quantitativo di alimenti assunti giornalmente, poiché l’organismo della donna, privato degli estrogeni, assimila molto più lentamente le sostanze nutritive.
Oltre agli aspetti quantitativi è necessario curare anche quelli qualitativi, selezionando cibi con poco grasso e di zuccheri semplici e ricchi di vitamine, minerali e proteine.
Una volta che il grasso si è accumulato nella fascia addominale, diventa piuttosto difficile eliminarlo per due motivi: da un lato il metabolismo è rallentato e quindi i processi di lipolisi risultano difficoltosi, d’altro lato la ritenzione idrica è massima poiché i pannicoli adiposi comprimono parzialmente il microcircolo, ostacolando la circolazione sanguigna e linfatica.
L’accumulo di liquido negli spazi interstiziali provoca un aumento di volume, con ulteriore compressione dei vasi sanguigni.
In seguito a questo circolo vizioso, la zona addominale della donna in menopausa tende a mantenersi oversize, per lo meno finché non vengono impiegati rimedi adeguati.
Soltanto basandosi su una strategia multifunzionale rivolta verso diuresi, lipolisi e regolarizzazione delle funzioni intestinali, può essere possibile rimodellare il corpo femminile.
Bisogna tenere conto del fatto che la progressiva degenerazione della silhouette avviene in parecchio tempo e quindi un altrettanto lungo periodo di tempo deve essere preventivato per risolvere simili problemi.
Non bisogna poi sottovalutare l’importanza dei fattori psico-emotivi, che spingono la donna a introdurre alimenti per placare la fame nervosa che spesso è provocata da crisi depressive tipiche dell’età.
La sedentarietà associata a uno scorretto regime dietetico e alla ritenzione idrica sono altrettante concause responsabili dell’accumulo di grasso sui fianchi e sull’addome.
La caratteristica tipica del sovrappeso in menopausa è collegabile alla sua distribuzione disomogenea, che non ha nulla a che vedere con il sovrappeso giovanile.
Infatti, quando il grasso si accumula in seguito a un’alimentazione ipercalorica e non a squilibri ormonali (come invece accade in menopausa), la sua distribuzione è omogenea in tutto il corpo.
Il fattore caratterizzante della tendenza all’obesità che si manifesta in menopausa è riconducibile a due effetti: innanzitutto la distribuzione localizzata nella fascia vita, e secondariamente nel tipo di grasso presente sotto forma di pannicoli adiposi duri e compatti, in quanto contenenti una forte componente di ritenzione idrica.
Toccando un cuscinetto adiposo localizzato su fianchi, glutei o addome di una donna in menopausa, si avverte immediatamente la sua consistenza solida e disomogenea, indicativa della presenza di liquido ristagnante associato alla presenza di adipociti ipertrofici.
L’adiposità che non dipende da fattori ormonali ha invece una consistenza più flaccida, omogenea e senza noduli evidenti.
Per questo motivo, rimodellare il corpo della donna in menopausa prevede interventi mirati non soltanto al potenziamento della lipolisi, ma anche alla stimolazione della diuresi.
Nel primo caso il grasso catabolizzato viene eliminato per via fecale, mentre nel secondo caso i liquidi ristagnanti sono emessi con l’urina.
Per eliminare il grasso addominale tipico della donna in menopausa, è necessario curare con particolare attenzione l’alimentazione.
È preferibile assumere i pasti sotto forma di piccole porzioni, suddividendoli in prima colazione, spuntino a metà mattina, pranzo, merenda a metà pomeriggio e cena.
Le calorie giornaliere non dovrebbero superare la soglia di 2000 tranne nei week end, in cui è possibile arrivare fino a 2500-3000 calorie.
È consigliabile masticare lentamente per consentire agli enzimi salivari (ptialina) di attaccare i cibi, iniziando la digestione.
Ogni pasto dovrebbe essere completato da adeguati quantitativi di acqua, tali da raggiungere almeno due litri al giorno.
Gli alimenti consigliati sono i seguenti:
Cibi da consumare con moderazione:
Cibi da assumere di rado:
4 fette di pane integrale abbrustolito con un cucchiaio di miele oppure 6 biscotti integrali con tè, tisana o una tazza di latte completamente scremato e dolcificato con un cucchiaino di miele.
Uno yogurt magro con due gallette integrali.
60 grammi di riso integrale condito con un cucchiaio di passata di pomodoro e un cucchiaino di olio extravergine di oliva; insalata fresca mista con pomodoro, carota, radicchio rosso, valeriana e scalogno, condita con limone ed erba cipollina. Una fetta di pane di segale, frutta cruda a volontà.
Latte di mandorla non zuccherato con fiocchi d’avena e un frutto.
80 grammi di bresaola oppure 100 grammi di petto di pollo lessato oppure 200 grammi di pesce magro al forno (come branzino, orata, sogliola, merluzzo, triglia o pesce persico) oppure due uova sode. Verdura cotta al vapore, come bietola, zucchine, spinaci, carote, finocchi. Frutta cotta.
Nel corso della giornata è indispensabile assumere due litri di acqua che deve essere bevuta a piccoli sorsi per evitare allo stomaco di dilatarsi eccessivamente.
Per potenziare l’effetto brucia grassi derivante da una dieta ipocalorica come quella appena considerata, è consigliabile servirsi di integratori termogenici.
Si tratta di sostanze formulate come integratori alimentari che svolgono una funzione termogenica, esse cioè producono energia utilizzando materiali grassi e stimolando il processo di lipolisi.
Essi sono formulati con estratti di piante officinali tra cui caffè verde (caffeina), tè verde (teobromina), pepe nero (piperina), curcuma (curcumina), ginseng (polifenoli), estratti di ananas (bromelina), estratti di garcinia e carnitina.
Oltre a utilizzare un’azione lipolitica, è indispensabile anche fare ricorso a una diuretica, per eliminare tutti i fattori predisponenti al grasso addominale.
Una corretta dieta brucia grassi per la donna in menopausa è l’arma più potente per combattere l’adipe sulla pancia, in quanto non si può nemmeno pensare di intraprendere un programma di esercizio fisico e di rinnovato stile di vita se non si lavora prima dall’interno del corpo.
L’alimentazione infatti non garantisce soltanto la riduzione del peso ma assicura un benessere a 360 gradi, che consente la depurazione progressiva nel tempo affiancata dalla lotta allo stress ossidativo, senza le quali il corpo non può dimagrire.
Perdere peso in una fase così delicata della vita di una donna dovrebbe essere un obiettivo imprescindibile, in quanto anche gli squilibri ormonali presentano sintomi più lievi e più facilmente controllabili.
Rivolgendosi a un esperto nutrizionista, sarà possibile impostare un piano d’urto di qualche settimana e uno di mantenimento di due o tre mesi, dopo i quali l’organismo sarà autosufficiente e riequilibrato per far fronte non solo al grasso addominale ma a tutti i problemi che si potranno presentare.
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