Vuoi scoprire tutti i segreti sul Ginkgo Biloba? Allora sei nel posto giusto!
Prima di entrare nei dettagli specifici, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori integratori con ginkgo biloba del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale
Di seguito, invece, trovi una classifica dei migliori integratori con ginkgo biloba presenti sul mercato:
Il ginkgo biloba è un albero di origini molto antiche, poiché si ritiene che sia comparso oltre 200 milioni di anni fa; si tratta di una pianta voluminosa, il cui tronco può raggiungere il diametro di oltre un metro e la cui altezza arriva fino a 40 metri.
Secondo Darwin, questo vegetale è un esempio di fossile vivente, dato che è rimasto l’unico esemplare della famiglia delle ginkgoine, gimnosperme ad alto fusto che fecero la loro comparsa nell’era mesozoica.
Il ginkgo viene pertanto valutato come l’albero più antico presente nell’universo, che è anche uno dei più longevi (può arrivare fino a mille anni di vita); grazie a tutte queste caratteristiche uniche, il ginkgo è considerato in Giappone un albero sacro, che spesso viene piantato intorno ai templi.
È proprio a causa di tale requisito che la specie si è mantenuta nel corso di millenni, in quanto i monaci cinesi hanno continuato a coltivare l’albero per ornare i luoghi di culto.
Attualmente la pianta è diffusa in tutte le zone temperate del pianeta, come ornamento in parchi, giardini e viali alberati, anche per le suggestive colorazioni delle foglie che in autunno si tingono di un inconfondibile giallo dorato.
La sua denominazione “ginkgo” deriva dl vocabolo giapponese “yinkuo” che significa “albicocca d’oro”, mentre il termine “biloba” si riferisce alla forma bilobata delle foglie; esse infatti non si sono evolute nel corso dei millenni, non sono diventate degli aghi come è avvenuto per tutte le conifere.
Note da millenni, le proprietà fitoterapiche del ginkgo biloba sono state sfruttate nel corso dei secoli, sotto forma di decotti ed estratti standardizzati; le parti maggiormente utilizzate nel settore erboristico sono le foglie, mentre i semi contengono elevati quantitativi di sostanze tossiche e irritanti, soprattutto rappresentate dalla ginkgotossina, che è un alcaloide velenoso.
In Oriente la polpa dei frutti di ginkgo viene venduta come efficace rimedio vermifugo contro i vermi intestinali.
La forma della chioma, in una pianta giovane che cresce spontaneamente (senza essere potata) ricorda quella di una piramide; al contrario, quando il ginkgo diventa adulto e raggiunge quindi le sue massime dimensioni, ricorda più un uovo.
Si tratta di un vegetale cosiddetto “eliofilo“, cioè che ama svilupparsi in luoghi ben soleggiati, e predilige un clima fresco, tollerando bene anche bassissime temperature; per quel che riguarda il terreno di coltivazione, non sussistono particolari esigenze, anche se è stato rilevato che un suolo acido è decisamente favorevole.
I rami potati spesso vanno incontro a essiccazione spontanea, quindi in genere è consigliato non potare il ginkgo se non è assolutamente necessario; la droga, cioè la materia prima necessaria per estrarre i principi attivi, è rappresentata dalle foglie, raccolte idealmente a giugno-luglio.
Le principali proprietà del ginkgo biloba dipendono dai suoi costituenti, che sono:
Si tratta di composti appartenenti al gruppo dei flavonoidi, dotati di efficaci proprietà antiossidanti che agiscono in sinergia con i derivati terpenici e gli acidi ginkgolici.
È proprio grazie alle varie tipologia di flavonoidi che gli estratti di ginkgo sono in grado di contrastare lo stress ossidativo e di minimizzare la presenza dei radicali liberi.
Inoltre essi esercitano un’azione protettiva sul microcircolo diminuendo la permeabilità capillare e migliorando il tono delle pareti vasali, per questo motivo le foglie dell’albero vengono utilizzate per curare vene varicose e ritenzione idrica.
Una delle principali funzioni delle sostanze estratte dal ginkgo è collegata alla stimolazione della diuresi, che contribuisce a monitorare l’equilibrio idrico, eliminando gonfiori ed edemi a piedi e caviglie.
Grazie al potenziamento dell’attività vasomotoria a livello cerebrale, viene assicurato un maggiore apporto di sostanze nutritive e di ossigeno al cervello, con conseguente ottimizzazione delle capacità mentali.
Per questo motivo, gli estratti titolati trovano impiego nella terza età per prevenire la sindrome di Alzheimer e le più comuni manifestazioni di demenza senile.
I ginkgolidi sono considerati efficaci agonisti del fattore piastrinico essenziale per la coagulazione del sangue, oltre che nei processi flogistici, dove favorisce l’eliminazione delle molecole pro-infiammatorie.
Il fattore piastrinico è anche un mediatore coinvolto nei processi di broncodilatazione, per cui simili integratori vengono utilizzati nel trattamento delle forme asmatiche.
Grazie al miglioramento di numerosi disturbi vasomotori, il ginkgo consente di ottenere effettivi benefici sia a livello cognitivo (migliore capacità di concentrazione e di connessione logica), sia a livello organico (potenziamento della circolazione sanguigna).
Un interessante campo di applicazione degli estratti di questo albero è collegato al settore acustico, con il miglioramento di vertigini, acufeni e labirintite.
Il ginkgo biloba è un ottimo adattogeno a livello geriatrico, infatti è in grado di supportare i normali processi fisiologici nei soggetti anziani, in particolare a livello della circolazione arteriolare e capillare negli emisferi cerebrali, nel cervelletto e nel tronco encefalico.
Bisogna considerare inoltre che nella terza età è facile andare incontro a fenomeni depressivi, acuti o cronici, di lieve o moderata entità, nei confronti dei quali questo vegetale rappresenta un importante aiuto.
I terpeni, conosciuti come ginkgolidi, sono molecole che, una volta introdotte nell’organismo, sono capaci di inibire uno specifico enzima coinvolto in reazioni allergiche, flogosi di vario genere, e formazione di trombi intravascolari.
I flavonoidi invece possiedono un’attività vitamino-simile, che protegge l’endotelio capillare svolgendo anche una potente difesa contro i radicali liberi.
I benefici ottenuti dall’impiego di preparati contenenti i principi attivi del ginkgo, dipendono dalle sostanze in esso contenute, che sono:
Utilizzato per il trattamento di numerosi disturbi mentali, il ginkgobiloba trova impiego anche per prevenire e migliorare alcune malattie, tra cui l’aterosclerosi, la cardiopatia ischemica, l’insufficienza vertebro-basilare, vasculiti, sindromi vertiginose, ipertensione arteriosa, retinopatie e malattia di Raynaud.
L’attività biologica degli estratti del ginkgo si collega a funzioni antinfiammatorie e antiossidanti: le prime dipendono dai ginkgolidi (soprattutto il ginkgolide B) mentre quelle antiossidanti dipendono dai flavonoidi e dai derivati triterpenici.
Inoltre, simili principi attivi, titolati e standardizzati, prevengono la perossidazione lipidica funzionando come scavenger dei radicali liberi, che contrastano lo stress ossidativo e tutte le reazioni ad esso collegate.
L’attività anti-radicalica si svolge principalmente a livello degli epatociti, dove gli integratori agiscono sul sistema microsomiale P450, che è il diretto responsabile della produzione dei radicali liberi.
Secondo uno studio molto recente, l’estratto di ginkgo sembra aumentare l’efficacia di un farmaco chemioterapico (fluoro-uracile) nei confronti del carcinoma del colon-retto, migliorando quindi le prospettive terapeutiche di questa forma neoplastica.
Se somministrato come coadiuvante all’aloperidolo in pazienti affetti da schizofrenia, il ginkgo potenzia l’efficacia del principio attivo farmacologico favorendo un miglioramento dei sintomi neurologici.
Uno dei principali benefici derivanti dall’impiego di simili rimedi è collegato al miglioramento delle funzioni cognitive e mnemoniche, motivo per cui il vegetale è quasi sempre presente nella formulazione di integratori per le prestazioni mentali.
Memoria, apprendimento, capacità logica e associativa, sono altrettanti campi di azione in cui gli integratori a base di ginkgo si rivelano preziosi supporti terapeutici.
Il loro meccanismo d’azione dipende dai terpeni e dai flavonoidi, composti biologici dotati di elevata attività antinfiammatoria e antiossidante.
In simili condizioni la posologia consigliata per migliorare le funzioni mentali è di 120 mg al giorno, nei quali il 24% corrisponde alla concentrazione di flavonoidi e il 6% a quella dei derivati terpenici.
Per quanto riguarda le vertigini, l’estratto di ginkgo si è rivelato estremamente efficace per ridurre l’intensità e la durata dei sintomi.
Regolando la funzionalità dei vasi sanguigni, soprattutto a livello periferico, inibendo l’aggregazione piastrinica, diminuendo la permeabilità capillare e la conseguente formazione di edemi da ristagno, e migliorando l’irrorazione tissutale, il ginkgo è considerato sempre più nelle terapie a lungo termine di pazienti adulti e anziani.
L’unico accorgimento è quello di valutare l’eventuale contemporanea assunzione di medicinali anticoagulanti (coumadin, warfarin, cardioaspirina) e fitoterapici fluidificanti (aglio, salvia, salice) dato che potrebbe dare luogo a interazione farmacologica, potenziandone l’attività.
Tale effetto potrebbe essere considerato positivo, ma bisogna prestare la massima attenzione affinché l’aumentato effetto farmacologico non superi il limite di sicurezza, andando a sfociare nella tossicità.
Per sfruttare al massimo le potenzialità del ginkgobiloba, un albero contenente efficaci principi attivi da usarsi per numerosi disturbi, è necessario ricorrere a estratti standardizzati e titolati, sotto forma di integratori in compresse oppure opercoli.
Si tratta di rimedi fitoterapici i cui principi attivi vengono adeguatamente bilanciati secondo standard quantitativi e qualitativi, che calibrano la concentrazione farmacologicamente attive.
Quando si utilizzano simili integratori, la posologia dei prodotti può variare in funzione delle quantità dei principi attivi, che devono essere riportate sui foglietti illustrativi dei prodotti.
Nella medicina popolare dei Paesi orientali, il ginkgo veniva utilizzato nel trattamento dell’asma (sistema respiratorio) e dell’angina pectoris (sistema cardiovascolare), e anche in caso di ipertonia muscolare.
Contrariamente ad altri estratti vegetali, quello di ginkgo viene usato anche nel settore omeopatico, che produce granuli con varie diluizioni indicati per il trattamento di tonsilliti e faringiti.
Prima di assumere un qualsiasi preparato a base di ginkgo, è necessario documentarsi attentamente sulle sue proprietà terapeutiche e valutare il rapporto qualità/prezzo dell’integratore, che dipende soprattutto dalla reale quantità di sostanza disponibile.
Sulla confezione dei prodotti a base di ginkgo deve essere riportata con esattezza la loro titolazione, che consente di stabilire con precisione il dosaggio del principio attivo.
Nella maggior parte dei casi si tratta di integratori monocomponente, formulati con dosaggi piuttosto elevati dei quali è sufficiente assumere una o al massimo due compresse al giorno per soddisfare il fabbisogno quotidiano.
Pur essendo prodotti naturali al 100%, questi integratori possono avere delle controindicazioni, che dipendono soprattutto dalla contemporanea assunzione di principi farmacologici come l’acido acetilsalicilico e medicinali trombolitici.
Inoltre, bisogna porre particolare attenzione all’assunzione contemporanea con papaverina, diuretici tiazolici, ansiolitici, ipoglicemizzanti e antimalarici.
Dopo l’assunzione di integratori a base di ginkgo, è possibile avvertire alcune problematiche a carico dell’apparato digerente (come disappetenza, nausea, vomito e diarrea), oltre a mal di testa, vertigini, aritmia cardiaca e ipotensione.
I flavonoidi contenuti nel ginkgo biloba agiscono come agonisti del GABA, cioè si legano agli stessi recettori a cui si legano le benzodiazepine, ecco perché, pazienti in terapia occasionale o cronica con questi medicinali, dovrebbero sempre rivolgersi al medico prima di incominciare l’assunzione di ginkgo.
Il ginkgo biloba fa effetto dopo poche ore dalla prima assunzione, anche se per risultati più evidenti e duraturi è consigliabile aspettare almeno una settimana di consumo regolare.
Durante i primi utilizzi si avverte un senso di benessere generalizzato con aumento dell’attenzione e delle altre funzioni cognitive, mentre quando è trascorso un po’ di tempo si può constatare un permanente innalzamento delle performance professionali, senza contraccolpi a livello di riposo notturno, che non viene alterato in alcun modo.
Come spesso avviene durante l’utilizzo di integratori fitoterapici relativamente recenti, e quindi privi di studi clinici di una certa durata di tempo, anche per il ginkgo biloba la comunità scientifica sta raccogliendo più dati possibili circa la sua sicurezza d’uso, facendo riferimento a quanto riferito dai suoi utilizzatori.
In letteratura è stato riportato un solo caso, ad oggi, di un innalzamento della pressione arteriosa conseguente all’ingestione di questo vegetale, si tratta di una paziente anziana che assumeva contemporaneamente medicinali diuretici.
Fortunatamente, la donna non ha accusato problematiche serie e la sintomatologia è cessata semplicemente sospendendo l’assunzione del prodotto.
A parte questo caso isolato, non sono stati segnalati episodi analoghi, anzi, una delle indicazioni degli integratori a base di ginkgo biloba prevede proprio l’ipertensione arteriosa.
Infatti, i principi attivi naturali in esso contenuti si sono rivelati estremamente preziosi nel trofismo delle cellule endoteliali nonché nel supporto delle funzioni vasomotorie di base, come riferito direttamente dagli utilizzatori abituali.
Tali evidenze andrebbero quindi a contrastare il procurato sospetto circa questo potenziale effetto collaterale, rinnovando la fiducia riguardo ai suoi benefici, anche in ambito cardiovascolare.
Gli integratori alimentari a base di ginkgo biloba hanno un prezzo che parte da 3-5 euro per arrivare fino a 80 euro, nel caso di prodotti altamente purificati, al massimo della concentrazione, e che richiedono particolari metodi di produzione.
È anche possibile farsi allestire una preparazione direttamente in erboristeria, a base di foglie essiccate e triturate in maniera grossolana, in tal modo si risparmia sicuramente il costo della forma farmaceutica e degli eccipienti (che ovviamente non ci sono), nonché del confezionamento e della logistica.
È necessario però, in questo caso, affidarsi solamente a professionisti di fiducia, per evitare il rischio di acquistare materie prime con incerto grado di impurezza oppure conservate in modo non idoneo, con conseguenti potenziali problematiche per la salute.
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