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Fermenti Lattici Vaginali: Quando e Come Prenderli

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Prima di entrare nei dettagli, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori fermenti lattici vaginali del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

migliori fermenti lattici vaginali

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Classifica dei migliori fermenti lattici vaginali

Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori fermenti lattici vaginali presenti sul mercato:

Infezioni vaginali: cosa sono?

Le infezioni vaginali sono disturbi di natura infettiva che riguardano la vulva e la vagina femminile, e che sono provocati sostanzialmente da batteri.

I microrganismi responsabili di simili malattie appartengono ai ceppi sessualmente trasmissibili, come la Chlamidia, il Trichomonas, la Neisseria gonorrheae e alcuni virus.

La maggior parte di queste infezioni sono benigne e non presentano complicanze soltanto se vengono diagnosticate tempestivamente e curate in maniera adeguata, mentre possono cronicizzarsi (recidive) quando le terapie non risultano efficaci.

Secondo attendibili statistiche, oltre il 90% dei casi di infezioni vaginali riguarda la popolazione femminile in età riproduttiva ed è associato quindi alla vita sessuale attiva della donna.

La vaginosi batterica, che è la più diffusa tra le patologie di questo genere, è una sindrome derivante dalla modificazione della popolazione batterica che normalmente popola la vagina.

Questo organo infatti è normalmente colonizzato da una microflora, in grado di controllare il pH e la natura delle secrezioni prodotte a scopo difensivo: come è noto, l’ambiente vaginale è tendenzialmente acido e pertanto risulta inospitale alla sopravvivenza dei germi infettanti.

fermenti lattici vaginali in menopausa

A ricoprire il ruolo principale nell’insorgenza della vaginosi batterica è la deplezione dei lattobacilli e in particolare di Gardnerella vaginalis e di Mycoplasma hominis.

Esistono fattori predisponenti per lo sviluppo di questo disturbo, che sono:

  • rapporti sessuali promiscui;
  • impiego di contraccettivi meccanici (soprattutto la spirale);
  • eccessivo utilizzo di lavande vaginali;
  • terapie antibiotiche prolungate;
  • uso di detergenti intimi aggressivi;
  • stress psico-fisico.

La vaginite batterica è un’infiammazione dell’organo provocata prevalentemente da batteri ma anche da virus, parassiti e miceti.

Oltre alla Gardnerella vaginalis e al Mycoplasma hominis, gli altri agenti responsabili del disturbo sono Neisseria gonorrheae e Chlamidia trachomatis, che sono i due agenti patogeni della gonorrea e della clamidia.

La vaginite infettiva di tipo fungino è la candidosi, mentre quella di tipo parassitario è causata dal Trichomonas vaginalis; l’Herpes simplex può provocare frequenti attacchi di vaginite virale, che di solito insorgono in presenza di immunodeficienza.

Queste malattie si trasmettono mediante rapporti sessuali non protetti oppure l’uso promiscuo di biancheria intima e di saponi per l’igiene intima.

I sintomi più caratterizzanti sono:

  • intenso prurito;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • dolore durante la minzione;
  • dolore pelvico;
  • perdite vaginali maleodoranti di colore biancastro;
  • tracce di sangue al di fuori del periodo mestruale;
  • ulcerazioni intorno alla vulva.

Se non vengono trattate tempestivamente, tali patologie di tipo infiammatorio possono cronicizzarsi provocando lo sviluppo di ulcerazioni non facilmente curabili e di continue perdite sia biancastre che ematiche.

Fermenti lattici vaginali

Tutte le volte in cui si viene a creare uno squilibrio nella concentrazione dei microrganismi benefici che vivono a livello vulvare e vaginale, subentrano forme infiammatorie di vario tipo.

Di solito tali manifestazioni sono infezioni polimicrobiche localizzate a livello vaginale, che modificano la flora saprofita di questo distretto anatomico.

Si evidenzia una netta diminuzione della concentrazione di lattobacilli, che sono i batteri responsabili di acidificare i genitali esterni per formare la barriera protettiva nei confronti degli agenti patogeni.

Se insorge un’alterazione della flora batterica vaginale (microbiota vaginale), i lattobacilli diminuiscono la loro concentrazione contribuendo ad aumentare il pH.

In condizioni fisiologiche il valore del pH vaginale è compreso tra 3,8 e 4,5, un range necessario per garantire l’acidità protettiva di questa zona, che ostacola la crescita dei patogeni dannosi.

fermenti lattici flora vaginale

In simili condizioni è necessario ricorrere all’impiego di fermenti lattici probiotici, il cui ruolo è di tipo multifattoriale e precisamente:

  • abbassare il pH vaginale, riportandolo nel suo intervallo fisiologico;
  • migliorare la funzionalità della flora batterica vaginale;
  • creare uno strato protettivo sulla mucosa vulvare e vaginale;
  • competere selettivamente con i germi patogeni a livello dei siti recettoriali;
  • potenziare la sintesi di acido lattico e quindi abbassare il pH cutaneo;
  • migliorare la risposta immunitaria acquisita;
  • potenziare la produzione di anticorpi.

I ceppi che vengono utilizzati maggiormente nella cura e nella prevenzione della vaginosi batterica sono i lattobacilli e i bifidobatteri, da assumere vivi sotto forma di integratori probiotici contenenti elevatissime concentrazioni di microrganismi.

Fermenti lattici vaginali in menopausa

In menopausa, l’apparato genitale della donna subisce profonde modificazioni derivanti dalla progressiva carenza di estrogeni.

Durante il periodo fertile, si verifica una regolare produzione di ormoni che contribuiscono non soltanto a monitorare il funzionamento degli organi sessuali ma anche di tutte le funzioni vitali della donna.

Con l’azzeramento progressivo di queste sostanze, vulva e vagina si trasformano sia a livello macroscopico che microscopico.

Infatti la disidratazione dei tessuti provocata dalla carenza di collagene ed elastina (due proteine sintetizzate per azione degli estrogeni), innesca una visibile desquamazione epidermica.

Di conseguenza, durante i rapporti sessuali la donna in menopausa può provare dolore, accompagnato spesso dalla comparsa di lesioni cutanee dovute alle forze d’attrito.

Dal punto di vista microscopico invece la vagina perde turgore ed elasticità, trasformandosi in un organo con scarso tono muscolare e con un’irrorazione non adeguata.

La riduzione del processo di ossigenazione dei tessuti contribuisce a rendere più fragile questa zona anatomica, che risulta quindi maggiormente suscettibile ad attacchi batterici.

Ecco perché durante la menopausa le infezioni vulvovaginali sono particolarmente frequenti, sia nel caso in cui la donna abbia regolari rapporti sessuali, sia in loro assenza.

Una simile condizione dipende dall’estrema fragilità epidermica, dalla disidratazione dei tessuti e dalla carente ossigenazione.

Per evitare un quadro sintomatologico del genere, che pur non essendo grave è tuttavia molto fastidioso, il rimedio più efficace è rappresentato dai fermenti lattici probiotici, contenenti ceppi di lattobacilli e bifidobatteri.

Questi integratori, che vengono formulati in associazione a vitamine del gruppo B e calcio (indispensabile per contrastare l’osteoporosi), sono in grado di intervenire sia con effetti terapeutici che preventivi.

Gli effetti terapeutici sono efficaci per risolvere le problematiche di disidratazione e perdita di elasticità dei tessuti, spesso responsabili di vere e proprie sindromi infiammatorie (vaginosi batterica e vaginite infettiva).

A scopo preventivo, gli integratori consentono di migliorare il benessere di vulva e vagina, di aumentare la sintesi del collagene e di elastina, e di migliorare le funzioni metaboliche.

Durante la menopausa sono spesso presenti anche problemi all’alvo intestinale, con l’insorgenza di stitichezza cronica che rende particolarmente difficoltosa l’evacuazione.

Sfruttando l’attività ad ampio raggio che caratterizza i fermenti lattici probiotici, è possibile ripristinare corrette funzioni intestinali riequilibrando il microbiota.

Dopo i cinquant’anni la microflora che vive sulla vagina risente profondamente delle alterazioni ormonali che prevedono una drastica riduzione degli estrogeni.

Rigenerando la flora batterica vaginale e intestinale, la donna in menopausa può migliorare il suo benessere globale anche grazie a una mirata azione immunostimolante.

ovuli vaginali con fermenti lattici

I lattobacilli e i bifidobatteri riescono a tenere sotto controllo germi patogeni come enterococchi, clostridi, Escherichia coli, Proteus e lieviti dannosi, che tendono a diminuire progressivamente nel periodo della menopausa.

In questa fase la donna risulta molto più vulnerabile all’attacco di batteri patogeni, che non trovano più nessun ostacolo di resistenza: tali patogeni esterni sono quindi in grado di colonizzare rapidamente la vulva e, se non vengono bloccati, di risalire verso l’utero.

Una simile popolazione microbica vaginale, formata da un insieme di microrganismi con specifiche funzioni biologiche, deve essere sempre viva e vitale per controllare la funzionalità di questi organi.

I batteri simbionti che fanno parte dell’eubioma vaginale controllano anche la produzione di vitamina B12 e di vitamina K, oltre a regolare il metabolismo di ferro, calcio e magnesio.

I bifidobatteri inoltre svolgono una funzione di grande rilevanza nel ricambio di elettroliti e proteine.

I fermenti lattici probiotici permettono di fare recuperare l’energia necessaria all’organismo per reagire in condizioni di deficit biologico.

La flora batterica vaginale della donna in menopausa favorisce inoltre la formazione di acidi grassi a corta catena che come è noto contribuiscono a eliminare i radicali liberi e a contrastare lo stress ossidativo.

Inoltre alcuni ceppi batterici producono butirrato, un composto che rappresenta una fonte di energia alternativa particolarmente importante per l’epitelio genitale, in associazione a propionato e acetato, spesso prodotti in quantità considerevoli.

La microflora vaginale si è dimostrata essenziale anche per il funzionamento dei tessuti soprattutto durante i rapporti sessuali, quando la funzione trofica a livello di porzioni anatomiche disidratate e facilmente ulcerabili deve essere ottimale.

Esiste una notevole selettività che caratterizza la microflora batterica vaginale e che consente di adattare al meglio la tipologia di microbioma alle funzioni svolte.

Simili requisiti dipendono anche dalla genetica: in alcune donne infatti i fermenti lattici probiotici assunti ciclicamente riescono a migliorare le funzioni vaginali molto più drasticamente rispetto a quello che avviene in altre pazienti.

I bifidobatteri rappresentano circa il 95% della microflora vaginale, e sono responsabili della produzione di secrezioni fisiologiche utili per lubrificare i tessuti durante i rapporti.

Analogamente ai fermenti lattici intestinali, anche i probiotici vaginali devono rispondere ad alcuni parametri, tra cui:

  • arrivare vivi all’organo bersaglio (vulva e vagina);
  • essere normali componenti della microflora dell’organismo;
  • non provocare effetti collaterali;
  • rimanere vivi e vitali anche in sede;
  • superare il pH acido dello stomaco, della bile e del succo pancreatico;
  • sopravvivere nell’intestino;
  • aderire alla parete vulvare e vaginale per un lungo periodo di tempo.

Ovuli vaginali fermenti lattici

L’assenza degli estrogeni in menopausa è associata a una progressiva diminuzione dei lattobacilli, condizione responsabile dell’aumento del pH intravaginale e dell’incremento di concentrazione di Enterobacter, Escherichia coli, Gardnerella e Candida.

Per evitare una condizione predisponente allo sviluppo di infezioni vaginali e vulvari, è consigliabile l’impiego di ovuli vaginali contenenti fermenti lattici, che in questo modo riescono ad agire direttamente nell’organo bersaglio.

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I vantaggi offerti da simili rimedi sono numerosi, e precisamente:

  • maggiore concentrazione del principio attivo;
  • possibilità di funzionare direttamente sull’organo bersaglio senza dover essere prima digeriti ed assimilati;
  • praticità di impiego;
  • immediata disponibilità a livello ematico;
  • possibilità di intervenire anche sull’intestino;
  • azione preventiva contro la proliferazione di germi patogeni.

I lattobacilli si sono rivelati particolarmente efficaci nei confronti di Enterobacter, Escherichia coli, Gardnerella e Candida.

Spesso rimedi del genere, che sfruttano i vantaggi di un’applicazione topica e quindi estremamente rapida, possono essere associati all’assunzione di prodotti per via orale, contenenti i medesimi principi attivi che completano e potenziano le funzioni degli ovuli.

Associando questa terapia con il regolare impiego di calcio, anche l’osteoporosi può essere prevenuta o quantomeno migliorata, tenendo conto che esiste una stretta correlazione tra la patologia degenerativa e la concentrazione di estrogeni nel sangue.

È risaputo che i prodotti per uso topico sono leggermente più concentrati rispetto a quelli sistemici, per cui la formulazione di ovuli contenenti fermenti lattici probiotici si è rivelata la scelta ottimale per ottimizzare le risposte dell’organismo a infezioni vaginali di origine batterica.

Durata cura con fermenti lattici vaginali

La durata delle terapie a base di fermenti lattici vaginali contenenti bifidobatteri in associazione a lattobacilli non dovrebbe mai essere inferiore a otto settimane, poiché il tempo richiesto per la colonizzazione degli organi da parte di questi microrganismi è piuttosto elevato.

Una flora batterica funzionale è essenziale non soltanto per il metabolismo genitale ma anche per quello intestinale, tenendo conto che esiste una stretta correlazione sia anatomica che funzionale tra questi organi.

La vaginosi batterica, che è una patologia molto frequente nella donna e spesso piuttosto invalidante, non può essere definita strettamente come un’infezione ma piuttosto viene considerata uno squilibrio dell’ambiente vaginale, una cosiddetta “disbiosi”.

Il suo principale problema è la recidiva, ovvero ciclicamente, nonostante le terapie antibiotiche, la donna si ritrova di fronte alla stessa patologia: l’utilizzo di un prodotto probiotico sia per via orale sia per via vaginale diventa un’importante risorsa in grado di riequilibrare il microbioma vaginale, ripopolandolo adeguatamente.

Assumere regolarmente probiotici al termine di una terapia antibiotica significa minimizzare il rischio di sviluppare una vaginosi recidiva.

È fondamentale promuovere la proliferazione dei lattobacilli per ristabilire il normale ecosistema vaginale, e questo può richiedere un certo intervallo di tempo in termini di durata della terapia.

Di solito viene suggerito alle pazienti di non curarsi per un periodo inferiore alle quattro-otto settimane, per arrivare anche a cinque o sei mesi di trattamento senza particolari problematiche.

Per ottimizzare gli effetti benefici di un tale percorso terapeutico, si associano indicazioni che riguardano l’alimentazione, come ad esempio evitare gli zuccheri raffinati, i dolciumi o le bevande edulcorate, ed aumentare leggermente la quota di fibre ingerita.

Anche azzerare i rapporti sessuali fa parte della cura, sia perché la donna proverebbe disagio (se non vero e proprio dolore), sia perché la microflora vaginale deve potersi ricostituire il più rapidamente possibile, senza interferenze di alcun tipo.

Le pazienti dovrebbero inoltre prestare la massima attenzione all’igiene intima, scegliendo un detergente non aggressivo e rispettoso dell’ambiente vaginale, in termini chimici e microbiologici.

Anche gli indumenti da indossare a livello intimo dovrebbero essere privi di materiali sintetici e non essere troppo aderenti al corpo.

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