Vuoi sapere tutti i benefici dei fermenti lattici per la cistite? Allora sei nel posto giusto!
Prima di entrare nei dettagli, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori fermenti lattici per cistite del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
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La cistite, che è una delle più comuni forme flogistiche della vescica, appartiene al gruppo delle IBU (Infiammazioni delle Basse vie Urinarie) e consiste appunto in un’infiammazione localizzata alla mucosa vescicale.
Esistono tre forme di cistite, e precisamente:
Sostanzialmente si tratta di un disturbo che si caratterizza per un’elevata tendenza a cronicizzarsi, in quanto gli agenti patogeni responsabili della sua genesi non si allontanano facilmente dalla vescica, contribuendo a riacutizzare la sintomatologia in momenti di vulnerabilità immunitaria.
Pur non essendo grave, tuttavia questa malattia può causare alcune complicanze significative, in particolare nella popolazione femminile che, avendo un canale uretrale piuttosto corto, mostrano una più alta percentuale epidemiologica.
La causa del disturbo è di natura batterica, nella maggioranza dei casi ad opera di Escherichia Coli, un microrganismo che di norma si trova nell’intestino (a livello del colon), ma che in particolari condizioni riesce a penetrare nelle vie urinarie (l’uterta) e risalire fino alla vescica.
Vi sono anche altri germi responsabili della cistite, tra cui Klebsiella ed Enterobacter, specie intestinali che, come Escherichia Coli, sono in grado di colonizzare altri distretti anatomici.
Il colon, che è l’ultima parte del canale alimentare (intestino crasso), si trova in posizione contigua con la vescica ed è proprio a causa di questa vicinanza che i batteri si diffondono facilmente nell’organo, quando il soggetto è immunodepresso.
La cistite viene infatti considerata una patologia opportunista dato che quasi sempre evolve in seguito (oppure insieme) ad altri disturbi.
È molto frequente che, dopo una terapia farmacologica a base di antibiotici (che hanno abbassato le difese immunitarie avendo alterato il microbioma intestinale), il paziente sviluppi anche una forma di flogosi vescicale.
Le donne sono i bersagli preferiti di tale disturbo sia per l’anatomia dell’uretra (che è più corta di quella maschile), sia per la mancanza dell’effetto battericida del secreto prostatico che in un certo senso protegge gli uomini da questa malattia.
La cistite aumenta la sua frequenza con l’avanzare dell’età: si calcola infatti che circa il 50& delle donne over-60, che sono già entrate da tempo in menopausa, soffrano di tale disturbo, collegato tra l’altro anche alla carenza di estrogeni.
I principali sintomi della malattia sono i seguenti:
Molte volte la cistite inizialmente è asintomatica e possono passare anche settimane prima che si manifesti in maniera evidente.
Questo fatto dipende dalla sua carica batterica che, finché non arriva a una determinata concentrazione, non provoca nessun segnale patologico.
In alcuni casi invece il disturbo insorge in maniera violenta con spasmi dolorosi alla vescica, accompagnati dall’urgenza di urinare.
In simili condizioni il paziente emette soltanto poche gocce di liquido, senza mai svuotare la vescica, che rimane ripiena di grandi quantitativi di residuo minzionale.
Al termine della minzione, il soggetto avverte un forte bruciore, che spesso corrisponde all’emissione di urina mista a sangue.
La principali cause della cistite sono le seguenti:
Se non viene curata tempestivamente, questa malattia può avere due tipi di complicazioni:
Nel primo caso, che costituisce il rischio maggiore per la salute del paziente, i microrganismi possono provocare l’insorgenza di pielo-nefrite e glomerulo-nefrite, due malattie renali estremamente pericolose.
Nel secondo caso, la cistite si cronicizza, ripresentandosi ciclicamente con una sintomatologia sempre più importante.
Per diagnosticare la cistite è necessario effettuare le seguenti analisi:
Mediante l’esame chimico-fisico dell’urina si riesce a evidenziare la presenza di eritrociti e leucociti, un segnale indicativo di un processo infiammatorio in atto.
Lo step successivo prevede l’urinocoltura, che è una specifica prova di laboratorio tramite cui si possono isolare (su un terreno ci coltura) le specie di microrganismi responsabili dello stato morboso.
Con l’anti-biogramma infine è possibile identificare i principi attivi a cui i batteri sono sensibili, per impostare un corretto schema terapeutico.
Grazie all’ecografia pelvica, il medico può visualizzare l’anatomia della vescica e le sue eventuali aree iper-ecogene, indicative della presenza di colonie batteriche aderenti alle pareti dell’organo.
Una volta diagnosticata la cistite bisogna incominciare subito una terapia antibiotica finalizzata ad eliminare l’agente patogeno.
L’antibiogramma consente di scegliere il farmaco più efficace per ogni determinato ceppo infettante.
Siccome questa analisi richiede alcuni giorni per la sua esecuzione, quando i sintomi sono particolarmente insidiosi, di solito si incomincia una cura con antibiotici ad ampio spettro, che si mostrano polivalenti su quasi tutte le specie batteriche.
Bisogna sempre assumere più di 2 litri di acqua al giorno, per aumentare la funzione filtrante del rene e consentire una più rapida eliminazione dei germi.
Quando i sintomi del disturbo si presentano particolarmente fastidiosi è consigliabile associare all’antibiotico anche un antinfiammatorio, il cui ruolo è soprattutto analgesico.
Uno dei presupposti fondamentali per una guarigione definitiva è quello di non interrompere la terapia alla scomparsa dei sintomi, ma soltanto quando l’esame delle urine e soprattutto l’urinocoltura mostrano dati nella norma.
Il rischio maggiore rimane infatti l’antibiotico-resistenza, un problema che insorge quando i microrganismi sviluppano una sorta di resistenza biologica nei confronti del medicinale.
In simili situazioni il farmaco si è rivelato soltanto batteriostatico, ma non battericida e pertanto non ha eliminato completamente la causa della cistite.
È possibile curare questo disturbo anche con rimedi naturali, soprattutto quando tende a cronicizzarsi oppure se si è sviluppata una forma di antibiotico-resistenza.
Gli integratori alimentari sono prescritti in moltissimi casi, dato che alcuni principi attivi estratti da piante officinali oppure i fermenti lattici si sono rivelati rimedi estremamente efficaci e privi di effetti collaterali.
Per uccidere i batteri infettanti è indispensabile acidificare al massimo il loro habitat, che in questo caso è rappresentato dalla vescica.
Com’é noto, tutti i germi patogeni tendono a proliferare soprattutto in ambiente liquido, come appunto l’urina che, in particolare nei pazienti diabetici e affetti da glicosuria, è anche “dolce”.
I batteri che si trovano immersi in un mezzo liquido contenente zuccheri hanno infatti a disposizione elevati quantitativi di sostanze nutritive che permettono loro di moltiplicarsi in maniera esponenziale.
Proprio per evitare una condizione del genere è necessario abbassare il pH dell’urina, servendosi di sostanze acidificanti, come ad esempio i fermenti lattici.
Questi rimedi sono costituiti da microrganismi simbionti, in grado di svolgere funzioni vantaggiose per l’organismo sottoposto a sindromi infiammatorie.
Simili microrganismi, che fanno parte del microbioma, riescono ad attaccarsi ai batteri responsabili della cistite, uccidendoli e consentendo la loro eliminazione per via escretrice.
Si tratta di forme viventi microscopiche, normalmente presenti a livello intestinale, ma che in alcune occasioni non sono sufficienti per svolgere un’efficace azione battericida.
Tra i ceppi di fermenti lattici più validi contro la cistite ci sono Lactobacillus, Lacrococcus e Streptococcus, batteri probiotici che, una volta arrivati nell’intestino, svolgono un’importante funzione eubiotica e protettiva.
Assunti per via orale, simili rimedi sono in grado di riequilibrare la flora simbionte e di rinforzare le difese immunitarie.
Com’é noto, il batterio responsabile della cistite è prevalentemente Escherichia Coli, un germe che in condizioni fisiologiche si trova sulle pareti del colon, ma che in stati di immunodeficienza tende a colonizzare la vescica.
Dal punto di vista biologico, i fermenti lattici sono supporti indispensabili nella terapia contro la cistite, a patto di saper scegliere i ceppi più efficaci.
La microflora favorevole che crea uno strato difensivo sulla parete vescicale è costituito soprattutto dai lattobacilli, capaci di formare una membrana che riveste la mucosa vescicale impedendo ai germi patogeni di attecchire.
Il loro metabolismo produce infatti alcune sostanze tossiche come il perossido di idrogeno, che uccidono i batteri infettanti.
I fermenti lattici che trovano maggiore impiego per contrastare la cistite sono:
Gli integratori alimentari a base di fermenti lattici vivi ad azione probiotica sono spesso arricchiti con mannosio e mirtillo rosso, due composti efficacissimi per supportare il benessere delle vie urinarie.
Riequilibrando il microbioma intestinale, questi integratori agiscono indirettamente anche sulla vescica, in quanto impediscono a Escherichia coli di migrare verso la mucosa di questo organo.
La candidosi è un disturbo genitale che dipende dalla presenza di Candida albicans, un fungo microscopico dotato di tentacoli che aderisce alle pareti della vulva.
Questo microscopico micete è presente in condizioni fisiologiche nell’organsimo vivente, ma senza provocare l’insorgenza di nessun disturbo.
Soltanto in condizioni di immunodeficienza il microrganismo diventa infettante e provoca un’infiammazione più o meno grave dei genitali esterni.
Il rischio maggiore della patologia è quello di cronicizzarsi e di invadere sempre più ampie zone del corpo.
Molto spesso, in un organismo debilitato, candidosi e cistite si sviluppano contemporaneamente e le loro funzioni sinergiche si potenziano a vicenda.
In simili condizioni è opportuno assumere fermenti lattici per candida vivi ad azione probiotica da soli oppure in associazione con composti antiossidanti e acidificanti: tra questi polifenoli, proantocianidine, mannosio e vitamina C.
La cistite ricorrente deve essere curata con principi attivi in grado di eliminare tutti i ceppi infettanti che hanno sviluppato forme di resistenza.
Si tratta generalmente di batteri opportunisti, che hanno adattato il loro ciclo vitale alle condizioni biologiche.
In questi casi, è consigliabile assumere cicli intensivi di probiotici sotto forma di integratori alimentari a base di fermenti lattici di tipo Lactobacillus, Lactococcus, associati ad acido folico, vitamina B12 e vitamina C.
Il mannosio è un polisaccaride che aderisce alla parete della vescica formando uno strato protettivo capace di ostacolare l’attacco dei germi infettanti.
Grazie alla sua azione difensiva sulle cellule uro-epiteliali, questo composto rappresenta un’efficace alternativa naturale agli antibiotici in caso di cistiti ricorrenti.
Anche gli estratti di mirtillo rosso si rivelano molto potenti per uccidere Escherichia coli, Klebsiella ed Enterobacter, che sono i batteri più comunemente diffusi in caso di cistite recidivante.
La carenza degli estrogeni che caratterizza il periodo menopausale è uno dei principali fattori eziologici della cistite, un disturbo che affligge oltre il 50% delle donne over-50.
Infatti, l’assenza di sintesi ormonale facilita la moltiplicazione dei germi infettanti, tra cui soprattutto Escherichia Coli, responsabili di numerose infiammazioni delle basse vie urinarie (IBU).
Spesso in questo periodo le donne sono affette anche da incontinenza urinaria, che viene considerata una concausa piuttosto rilevante per la genesi della cistite.
L’impiego di fermenti lattici ad azione probiotica si rivela un supporto particolarmente efficace durante climaterio e menopausa in quanto svolge numerosi compiti, e cioè:
Complessivamente dunque il funzionamento dell’intestino migliora e di conseguenza la flora batterica simbionte è in grado di svolgere le sue funzioni fisiologiche, contrastando eventuali proliferazioni di germi patogeni.
Anche in assenza della protezione estrogenica, la vescica urinaria risulta adeguatamente protetta contro attacchi da parte di microrganismi infettanti, anche per la normalizzazione dell’alvo intestinale.
I fermenti lattici probiotici devono essere assunti sempre a stomaco vuoto.
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