Vuoi scoprire tutto sull’escolzia? Allora sei nel posto giusto!
Prima di entrare nei dettagli, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori integratori con escolzia del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori integratori con escolzia presenti sul mercato:
L’Eschscholzia Californica, comunemente conosciuta come escolzia, è una pianta annuale di tipo erbaceo e cespuglioso che nei periodi vegetativi assume un aspetto compatto e rotondeggiante con diametro di circa 40 centimetri.
Possiede steli cilindrici di colore verde intenso che in determinati periodi si ricoprono quasi completamente con una fitta peluria grigiastra, considerata la sua caratteristica più significativa.
Si tratta di una specie ornamentale che, grazie alle sue foglie frastagliate e dotate di lunghi piccioli, di solito trova impiego nelle bordure di parchi e giardini.
Ma il requisito maggiormente apprezzato del vegetale sono senza dubbio i suoi fiori dotati di una corolla formata da quattro petali obovati, di colore virante dal bianco candido al giallo senape, fino ad arrivare a gradazioni arancioni e rosse.
Una particolarità distintiva è legata al fatto che alla sera si chiudono, per poi riaprirsi alle prime luci del mattino: essi infatti hanno bisogno dei raggi solari per schiudersi.
I frutti, che hanno la forma di una capsula ovale e allungata, sono di colore verde-azzurro, e possono anche raggiungere una lunghezza di 5-6 centimetri.
A completa maturazione tendono a scoppiare gettando all’esterno un numero variabile di semi che, oltre a fecondare il terreno circostante, vengono distribuiti dagli animali e dal vento.
Trattandosi di elementi particolarmente fertili, quando vengono raccolti possono poi essere impiegati per la coltivazione.
L’escolzia incomincia a fiorire in tarda primavera (fine maggio e inizio giugno) per poi continuare per l’intera estate e a volte, se il clima è molto mite, anche fino a tutto il mese di ottobre.
Per svilupparsi in maniera ottimale, la pianta necessita di una buona esposizione al sole e deve essere riparata da vento e correnti fredde , in quanto predilige climi caldi e secchi e non è in grado di sopravvivere alle gelate invernali.
Anche se la sua coltivazione non implica particolari precauzioni, il terreno su cui si sviluppa meglio è di tipo calcareo e sabbioso, adeguatamente drenato per evitare ristagni idrici che potrebbero portare a deterioramento irreversibile l’apparato radicale.
Per il suo aspetto fisico piuttosto simile a quello del papavero, l’escolzia è conosciuta con l’appellativo di: papavero della California, in riferimento al fatto che i suoi primi esemplari vennero studiati e analizzati proprio in California e Messico.
Essa appartiene infatti alla famiglia delle Papaveracee, di cui conserva numerosi aspetti morfologici e di habitat.
Sono state le popolazioni americane a scoprire le sue proprietà officinali, dopo che per un lungo periodo il vegetale era stato soltanto utilizzato come alimento.
Le parti utilizzate per scopi fitoterapici sono le radici e l’intera porzione aerea, dopo averle sottoposte a un preciso trattamento di purificazione e di titolazione.
Pur avendo un aspetto esile e non invasivo, ma tendente a svilupparsi orizzontalmente secondo la tipica modalità prostrata, l’escolzia appare folta e cespitosa, ben ramificata e molto resistente.
La sua riproduzione avviene soltanto per inseminazione, utilizzando i semi dell’anno precedente che devono essere ben secchi e privi di umidità che potrebbe portarli a morte.
I principali costituenti biologici della pianta sono i seguenti:
Le proprietà biologiche dell’escolzia dipendono dai suoi numerosi componenti chimici che, oltre ad agire da soli, svolgono anche funzioni sinergiche estremamente efficaci.
Grazie alla presenza di elevate concentrazioni di zinco, infatti, sia gli alcaloidi che i carotenoidi sono in grado di migliorare le loro prestazioni per un’aumentata biodisponibilità a livello delle membrane cellulari.
La penetrazione all’interno delle cellule viene veicolata proprio da questo elemento che si trova abbondantemente concentrato soprattutto nelle radici.
L’abbondante quantità di alcaloidi consente al vegetale di modulare le funzioni del sistema nervoso centrale, sul quale esercita una notevole azione sedativa in quanto regola il metabolismo dei trasmettitori sinaptici.
È proprio a livello delle membrane sinaptiche che simili principi attivi riescono a regolare il turn-over dei neuro-mediatori, contrastando una loro eccessiva permanenza a livello degli spazi inter-sinaptici.
La pianta è dotata di un’attività calmante piuttosto intensa, per cui viene consigliata soltanto per soggetti adulti, mentre non è indicata in età pediatrica oppure per pazienti anziani.
Pur essendo un rimedio erboristico ben tollerato in quanto caratterizzato da una buona compatibilità biologica, la sua assunzione prolungata potrebbe inibire troppo il sistema nervoso centrale, estremamente sensibile agli alcaloidi.
L’attività biologica dell’escolzia è di tre tipi, e cioè:
Complessivamente essa agisce inibendo il sistema nervoso e favorendo il rilassamento psico-fisico (soprattutto a livello muscolare e mentale) ed il sonno.
La sua attività è di tipo adattativo in quanto se assunta durante il giorno essa agisce come calmante e miorilassante, ma non provoca sonnolenza, mentre se assunta prima di coricarsi funziona come un vero r proprio sonnifero.
Questo meccanismo d’azione sembra dipendere dal quantitativo e dal tipo di alcaloidi resi disponibili in relazione alla luce: di giorno entrano in azione quelli sedativi e di notte quelli ipnotici.
Secondo numerose ricerche scientifiche, una selettività del genere è collegata al metabolismo della melatonina, l’ormone epifisario responsabile del ritmo circadiano.
Sembra infatti che, in assenza di luce, i recettori localizzati sulla retina oculare non vengono stimolati, consentendo all’epifisi di produrre melatonina e nello stesso tempo attivando gli alcaloidi contenuti nell’escolzia.
Si tratta di un’ipotesi che deve ancora essere confermata, ma che ha avuto già alcune conferme cliniche su soggetti sottoposti- a questo approccio fitoterapico.
L’estratto acquoso di escolzia è in grado di esercitare una forte azione ipnotica e sedativa che, a seconda delle condizioni di luminosità, si concentra sull’una oppure sull’altra funzione biologica.
È indubbio che la pianta agisce inibendo l’attività neuro-sensitiva e che pertanto i suoi principali impieghi sono collegati a simili finalità.
Deprimendo il sistema sensoriale, l’escolzia è risultata efficace anche come antalgico soprattutto nei confronti di dolore viscerale (coliche addominali, dismenorrea, coliche renali e biliari).
Gli effetti analgesici spesso si sovrappongono a quelli sedativi, contribuendo a migliorare lo stato di benessere del paziente che, oltre ad avvertire un’attenuazione del dolore, si sente anche rilassato e calmo.
Pertanto tra le proprietà del vegetale c’é un’attività globale sullo stato di benessere, particolarmente efficace in presenza di disturbi psico-somatici.
Le caratteristiche sedative dell’escolzia sono note fin dall’antichità, dato che nella medicina popolare dei greci e dei latini essa era abitualmente usata in caso di insonnia e di nervosismo e di agitazione psico-motoria.
I suoi impieghi erano ad ampio raggio e comprendevano:
Gli effetti rilassanti garantiti dal vegetale sono relativi a tutto il corpo sia in presenza di disturbi conclamati che in fase preventiva, per evitare recidive causate da tensioni neuro-muscolari.
La muscolatura liscia è infatti innervata da fibre del sistema nervoso autonomo, su cui l’escolzia agisce efficacemente.
Infatti la soluzione idro-alcolica delle sommità fiorite svolge una potente attività anti-spasmodica anche contro coliche intestinali dovute ad intossicazioni alimentari.
Le popolazioni d’America erano solite applicare impacchi con foglie della pianta anche localmente, per alleviare dolori di vario genere, tra cui quelli dei denti.
Gli alcaloidi, che sono gli elementi più abbondantemente presenti nel vegetale, agiscono con due differenti meccanismi d’azione dato che da un lato controllano la funzione cardiaca e regolano la pressione arteriosa e d’altro lato inibiscono i meccanismi neuronali della corteccia cerebrale.
A livello ipnotico, queste molecole vanno a interagire con le aree encefaliche del sonno stimolando la loro attività e contribuendo non soltanto ad accorciare la fase di addormentamento, ma anche a evitare risvegli durante la notte.
Come conseguenza viene assicurata un’ottimizzazione della durata e della qualità del riposo notturno.
I fitocomplessi principalmente coinvolti in queste funzioni contengono notevoli concentrazioni di protopina e di benzil-chinolone, due sostanza utili per il rilassamento psico-fisico.
Grazie alla presenza di chelidonia, un altro principio attivo molto efficace, la pianta svolge funzioni antispastiche a livello della muscolatura liscia gastrica e intestinale, oltre che dell’endotelio vasale, con effettivo miglioramento del microcircolo.
Di conseguenza spesso vengono risolti problemi come crampi muscolari ai polpacci e viene attenuata la sintomatologia della sindrome delle gambe senza riposo che, secondo la maggior parte dei neurologi, avrebbe un’eziologia psico-somatica.
Tutte le distonie neuro-vegetative migliorano in seguito all’assunzione ciclica di rimedi fitoterapici contenenti escolzia, dato che essa agisce sulla matrice neuronale dei disturbi.
I consumatori abituali di questo prodotto solitamente fanno impiego della tintura madre di escolzia, di cui assumono da 20 a 30 gocce in due volte, al mattino a digiuno e prima di coricarsi.
Per uso interno è anche frequente la preparazione di infusi, preparati con un cucchiaino raso di polvere essiccata ricavata dalle sommità fiorite, lasciato macerare per 10 minuti in una tazza di acqua bollente.
In commercio sono disponibili anche compresse e capsule, realizzate a base di estratti secchi di fiori.
I principali vantaggi rilevati riguardano l’efficacia dei rimedi che, oltre a garantire risultati evidenti già dopo pochi giorni d’assunzione, non presentano reazioni avverse di nessun genere.
Un altro aspetto apprezzato dalla maggior parte delle persone è quello della praticità d’impiego della tintura madre che permette di dosare alla perfezione la quantità di preparato adattandolo alle singole esigenze.
I consumatori occasionali che provano gli integratori a base di escolzia per favorire il sonno, di norma si trasformano poi in utilizzatori abituali proprio per i benefici rilevati sia sulla fase di addormentamento che per la qualità del riposo.
Oltre che essere assunta da sola, l’escolzia è spesso abbinata ad altre piante officinali rilassanti e ipno-inducenti, tra cui la melissa, il biancospino, la lavanda, la passiflora, la valeriana e la camomilla.
Simili fitocomplessi sono in grado di svolgere una duplice azione (rilassante e ipnotica) senza interferire con i normali ritmi biologici dei consumatori.
Molto spesso succede che preparati a base di questa pianta vengano usati come sostitutivi delle benzodiazepine che, com’é noto, dopo un certo periodo (quantificabile in 3-4 settimane) incominciano a provocare assuefazione.
Per evitare un progressivo incremento della posologia di simili farmaci, un’ampia fascia di pazienti decidono di orientarsi verso preparati erboristici, tra cui appunto l’escolzia.
Tra le numerose piante officinali calmanti, questa è considerata la più efficace in quanto contiene un elevato numero di alcaloidi differenti, che agiscono in maniera sinergica potenziandosi vicendevolmente.
Complessivamente le opinioni su prodotti del genere concordano sui seguenti aspetti:
I preparati a base di escolzia sono generalmente ben tollerati dato che i principi terapeutici in essa contenuti sono tutti di origine naturale e dotati della massima compatibilità biologica.
Fitosteroli, flavonoidi, tannini e polisaccaridi sono infatti costituenti normalmente presenti anche nell’organismo che pertanto li riconosce come composti biologici.
Gli alcaloidi, che sono le uniche molecole che potrebbero provocare qualche reazione avversa, sono invece ben tollerati in quanto le loro concentrazioni risultano del tutto compatibili con le funzioni organiche.
L’efficacia dei preparati fitoterapici e dei fitocomplessi a base di escolzia dipende non tanto da fattori quantitativi, quanto piuttosto da requisiti qualitativi, collegati alla vasta gamma di molecole presenti.
Le uniche possibili controindicazioni dipendono da una comprovata intolleranza alimentare nei confronti della pianta: un evento rarissimo e non riportato in letteratura.
Tuttavia durante gravidanza e allattamento sarebbe meglio assumere simili integratori dopo aver consultato il medico, anche se nella maggior parte dei casi di ansia, nervosismo e insonnia delle gestanti l’escolzia si è rivelata un supporto ideale.
Chi è sottoposto a terapie croniche con antidepressivi, deve porre particolare attenzione all’impiego di integratori di questo tipo che potrebbero potenziare l’effetto modificando il ciclo di impiego.
La tintura madre e gli infusi di escolzia possono potenziare l’effetto ipnotico dei sedativi che agiscono sul sistema nervoso centrale e in particolare sulle aree corticali del sonno.
Pertanto, in questi casi è consigliabile incominciare la terapia con il minimo dosaggio consentito, che può essere aumentato gradatamente ogni settimana.
Bisogna inoltre che, durante l’utilizzo di escolzia, venga limitato il consumo di sostanze nervine come caffè, tè, bevande alcoliche e cioccolata, che potrebbero modificare la biodisponibilità del composto allungandone i tempi d’azione.
Come terapia di attacco, può essere utile servirsi delle compresse che contengono una concentrazione più elevata di principi attivi, mentre come terapia di mantenimento è preferibile ricorrere all’uso della tintura madre, che consente di modulare in numero delle gocce in rapporto alle personali esigenze.
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