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D-Mannosio: Cura Veramente la Cistite? Quale Comprare?

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D-mannosio

Il D-mannosio è un monosaccaride contenente sei atomi di carbonio, che entra molto spesso nella struttura degli zuccheri composti di tipo vegetale.

Viene assorbito in maniera molto limitata dall’organismo umano, che non lo trattiene per nulla, poiché dopo essere stato assunto per via orale, esso viene eliminato mediante le urine e le feci.

Nella maggior parte dei casi viene introdotto per via esogena attraverso l’alimentazione, mentre una piccola percentuale è prodotta per via endogena dall’organismo a partire dal glucosio.

Una volta sintetizzato, questo glucide semplice si unisce a composti peptidici per formare glicoproteine e, unendosi a molecole di lipidi, per costituire glicolipidi.

Secondo le più recenti linee guida, il mannosio rappresenta un rimedio molto efficace per la cistite, in quanto può sostituire funzionalmente l’attività degli antibiotici di sintesi.

Questo composto si trova in quantità limitate soltanto in alcuni frutti come mele, arance e pere, oppure nelle glicoproteine, pertanto il suo fabbisogno giornaliero è molto limitato ed è quasi sempre necessario assumere tale elemento mediante integratori alimentari, soprattutto in presenza di infezioni delle basse vie urinarie.

Trattandosi di uno zucchero naturale, si adatta perfettamente all’alimentazione di bambini, donne in gravidanza e soggetti celiaci, dato che è privo di controindicazioni e non interferisce sui valori della glicemia poiché l’organismo umano non è in grado di metabolizzarlo.

La molecola arriva alle vie urinarie senza essere stata modificata e proprio per questo trova largo impiego in caso di cistite e altri processi flogistici dell’apparato urinario.

Il D-mannosio si trova in mele, pere, arance, pesche, mirtilli, broccoli, fagioli, corteccia di larice e betulla.

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D-mannosio: cos’è

Il D-mannosio è un monosaccaride che mostra una catena chiusa formata da sei atomi di carbonio legati a ossigeno e idrogeno, esso si trova anche in alcuni batteri e spore fungine sotto forma di isomero del glucosio.

La sua presenza è una costante in numerosi polisaccaridi semplici e complessi, dato che costituisce la struttura di base dei mannani, molecole di riserva contenute in alcune specie di vegetali come ad esempio la palma da dattero.

Associato al galattosio, questo elemento forma i mannogalattani, che sono costituenti essenziali delle mucillagini gommose, il cui ruolo protettivo nei confronti dei semi di alcune specie è stato evidenziato soprattutto negli ultimi anni.

Le mucillagini infatti vengono utilizzate molto diffusamente come stabilizzanti alimentari per rendere più solidi cibi come i gelati, la maionese e alcune salse.

Una volta introdotto nell’organismo il mannosio viene attaccato da due enzimi, che sono l’esochinasi e l’isomerasi, in seguito ai quali entra a far parte di alcune tappe intermedie della glicolisi.

Questo glucide non viene trasformato in altri composti più semplici dato che rimane inalterato fino al momento in cui viene filtrato a livello glomerulare.

A differenza del saccarosio, il mannosio non innalza la glicemia, non aumenta l’indice calorico e non fa ingrassare; trattandosi di una forma isomerica del glucosio, esso partecipa a tutte le reazioni metaboliche dei glucidi, entrando nei percorsi biologici preferenziali che consentono la produzione di energia a partire da molecole glucidiche.

Dopo essere stato ingerito, questo monosaccaride viene assorbito a livello dell’intestino tenue senza essere digerito e dopo soli 60 minuti, arriva inalterato nelle urine.

Quando nel liquido urinario è presente Escherichia coli, un batterio rivestito da lectine (glicoproteine che presentano una struttura tentacolare), si attacca al mannosio, che funziona come uno schermo isolante impedendo la sua adesione alla mucosa vescicale.

La forma biologicamente attiva è il D-mannosio (struttura destrogira), che viene estratto dal legno di betulla.

Per ottenere prestazioni terapeutiche efficaci, è indispensabile assumere composti qualitativamente selezionati, dosati e titolati, che abbiano una struttura destrogira.

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D-mannosio: proprietà

Al di là delle sue ben conosciute proprietà terapeutiche per la cistite, il mannosio svolge anche altri compiti che dipendono dalla sua concentrazione e dal grado di purezza del composto.

Cartilagini

Il D-mannosio agisce efficacemente all’interno delle articolazioni, consentendo di ricostituire la struttura biologica delle cartilagini, migliorando alcune patologie artrosiche come artrite reumatoide, flogosi cartilaginea e artrosi deformante.

In seguito a interventi chirurgici, il D-mannosio migliora la ripresa dell’organismo, mostrando capacità di recupero molto superiori a quelle normali; quest’ultima funzione è collegata alla sua capacità di inibire l’attività dei macrofagi rivolta contro le articolazioni.

Infezioni vaginali

Grazie a un notevole miglioramento sia numerico che funzionale del microbioma, il mannosio è in grado di aggredire i microrganismi patogeni presenti sulla vagina, che risalendo attraverso il canale uretrale potrebbero raggiungere la vescica urinaria e innescare violenti attacchi di cistite.

Un fattore predisponente ad una simile situazione è collegato ai rapporti sessuali, attraverso cui si crea un’infiammazione tissutale dovuta alla forza d’attrito, che facilita l’ingresso dei germi patogeni.

Giunti in prossimità dell’apertura uretrale, i batteri tendono a risalire l’uretra fino alla sua inserzione in vescica, provocando manifestazioni flogistiche che coinvolgono sia l’apparato urinario sia l’apparato genitale.

Molto spesso la causa di questo disturbo è collegata a rapporti sessuali non protetti; la proliferazione batterica può manifestarsi anche 48 ore dopo il rapporto, in seguito alla risalita dei batteri verso le vie urinarie.

Tuttavia è possibile creare alcuni meccanismi di difesa che prevedono la somministrazione di D-mannosio sia per uso topico (somministrato direttamente in vagina) che per uso sistemico.

Cistite interstiziale

Si tratta di un disturbo i cui fattori eziologici non sono ancora stati definiti con chiarezza, soprattutto perché nell’urina dei pazienti non sono presenti batteri.

Prostatite

Questa patologia che interessa il sesso maschile, dipende da una forma infiammatoria della prostata, che spesso interessa anche l’uretra: in simili condizioni infiammatorie la terapia d’elezione è rappresentata da antibiotici di sintesi, che non sempre si sono rivelati risolutivi.

Pertanto tutte le volte in cui è presente una sindrome flogistica non chiaramente identificabile, la tendenza è quella di utilizzare come terapia il D-mannosio, che agisce selettivamente soltanto sui tessuti infiammati evitando la proliferazione del fenomeno e, di conseguenza, il coinvolgimento di altre parti del corpo.

Rispetto alle tradizionali terapie a base di antibiotico, questo monosaccaride risulta particolarmente efficace in quanto si focalizza soltanto su cellule infettate, lasciando libere quelle sane.

Un simile comportamento viene sfruttato quando è presente una forte sindrome flogistica dell’apparato urinario; in simili condizioni l’assunzione di D-mannosio può accorciare i tempi di guarigione e potenziare le sue attività in associazione con altri composti.

Questo integratore viene utilizzato con successo poiché non crea resistenze (fenomeno molto comune durante terapie con antibiotici), non modifica il metabolismo cellulare, non altera la concentrazione del microbiota, svolge un’azione batteriostatica e battericida sulle prime vie urinarie, non ha controindicazioni e non innesca reazioni allergiche.

D-mannosio per cistite

La cistite occasionale presenta al massimo un episodio in sei mesi mentre chi soffre di cistite ricorrente accusa almeno due o tre recidive nel corso dei dodici mesi.

Questo problema condiziona evidentemente la qualità di vita delle persone colpite, e diventa quindi fondamentale trovare un approccio preventivo ed efficace che possa impedire lo sviluppo del problema, ancora prima che si manifesti.

La mucosa della vescica è costituita da glicoproteine molto particolari, chiamate glicosamminoglicani, che se integre rappresentano un’eccellente difesa nei confronti della colonizzazione da parte di microrganismi.

Se, per una qualsiasi causa, lo strato di glicosamminoglicani presenta delle alterazioni, diventa molto più facile per i batteri svilupparsi in maniera incontrollata.

Considerando integratori alimentari a base di D-mannosio come profilassi delle infezioni delle vie urinarie, bisogna tenere presente che la componente di interesse è rappresentata dall’alfa-D-mannosio, che è la parte attiva del D-mannosio.

Questo significa che se si è in grado di reperire prodotti in cui l’alfa-D-mannosio è preponderante rispetto al D-mannosio, si ottiene un effetto più potente rispetto a polveri in cui non è specificata la concentrazione relativa delle due molecole.

Dal momento in cui il D-mannosio non viene metabolizzato dall’organismo, vengono ridotti al minimo, se non direttamente azzerati, i potenziali effetti collaterali derivanti dalla sua assunzione.

Tale vantaggiosa caratteristica è particolarmente utile nel caso di cistiti ricorrenti, in cui il paziente è costretto ad impostare una terapia cronica e pertanto dovrà introdurre l’integratore per periodi di tempo anche molto lunghi.

Circa un’ora dopo averlo ingerito, il D-mannosio incomincia ad esercitare la sua azione meccanica, dato che arriva inalterato alla vescica: in questa sede, può mascherare le fimbrie presenti sulla superficie di Escherichia coli, che sono le strutture che gli consentono il contatto con la mucosa e la conseguente infezione.

Infine, il D-mannosio insieme ai batteri resi incapaci di aderire alla vescica viene facilmente eliminato con le urine mediante la normale minzione.

La durata del trattamento è piuttosto soggettiva e adattabile alle singole esigenze del paziente, anche se in genere è consigliato portarla avanti anche per lunghi periodi di tempo, dato che non presenta problematiche di assuefazione né di dipendenza.

Alcuni schemi posologici prevedono sei mesi alternati, mesi alterni, dodici mesi continuativi, piuttosto che due o tre settimane e poi basta, sarà il soggetto a selezionare la soluzione che risponde meglio ai suoi bisogni, senza incorrere in pericoli in nessuna opzione.

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D-mannosio e candida

Fisiologicamente, Candida albicans è un fungo presente nell’ambiente vaginale e intestinale, sotto forma di commensale, cioè interagendo con l’organismo ospite senza apportargli alcun danno.

Se la concentrazione del fungo però supera determinati valori soglia, significa che si innesca un processo infiammatorio molto fastidioso, la vulvo-vaginite micotica, che nei casi peggiori diventa ricorrente, cioè si riacutizza a intervalli regolari senza mai scomparire del tutto.

I sintomi caratteristici sono bruciore, prurito, leucorrea, di fronte ai quali l’utilizzo di D-mannosio può apportare un valido aiuto nella modulazione della risposta flogistica.

In questo modo, Candida albicans non riesce a legarsi facilmente ai recettori della mucosa vaginale, rallentando in maniera significativa la sua colonizzazione e quindi la patologia.

Inoltre pare che il D-mannosio, se assunto nel contesto di una terapia con medicinali antimicotici, favorisca il meccanismo d’azione dei farmaci di sintesi, tipicamente di natura azolica, promuovendo una guarigione decisamente più rapida e duratura.

D-mannosio: dopo quanto fa effetto

Per raggiungere il suo obiettivo fitoterapeutico, il D-mannosio deve essere stato assunto da almeno tre ore, un lasso di tempo che corrisponde all’emivita del prodotto.

È proprio dopo questo periodo che il D-mannosio metabolizzato passa in circolo e viene trasportato nei punti in cui è necessaria la sua attività (soprattutto le basse vie urinarie).

La formulazione in polvere da sciogliere in acqua viene assimilata più rapidamente rispetto alle pastiglie e alle capsule, che devono necessariamente essere digerite poiché contengono eccipienti di vario genere.

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D-mannosio: controindicazioni

Le principali controindicazioni che sconsigliano l’impiego del D-mannosio sono collegate alla funzionalità dell’apparato gastrointestinale, tenendo conto che questo elemento può provocare meteorismo e flatulenza, disturbi dell’alvo intestinale e disappetenza.

Il prodotto è sconsigliato anche per pazienti affetti da insufficienza renale o epatica, poiché la sua concentrazione può modificare il normale metabolismo di questi apparati.

I dosaggi di D-mannosio che vengono consigliati nel trattamento della cistite sono compresi tra 1 e 2,5 grammi al giorno, da assumere con abbondanti quantitativi di acqua poiché soltanto in seguito a un’adeguata idratazione il D-mannosio riesce a svolgere le sue funzioni biologiche.

Chi invece non assume questo composto a scopi terapeutici, presenta un fabbisogno giornaliero molto più basso e solitamente inferiore a un grammo al giorno.

Controindicazioni specifiche si hanno in presenza di problemi epatici (epatite e cirrosi epatica), renali (nefrosi e nefrite) e digestivi (sindrome dell’intestino irritabile).

Non bisogna dimenticare infatti che la digestione di questo elemento si verifica principalmente nell’intestino tenue, per cui tutte le patologie intestinali della prima parte del canale digerente rappresentano significative controindicazioni.

Entrando a far parte delle glicoproteine, il D-mannosio modifica anche il metabolismo dei trasportatori lipidici, alterando quindi la lipidemia totale.

Soggetti predisposti all’accumulo di cuscinetti adiposi oppure dotati di un metabolismo lipidico scarsamente funzionante, possono utilizzare il D-mannosio soltanto dopo aver consultato il proprio medico.

D-mannosio: prezzo

Il D-mannosio può essere consumato in purezza (sotto forma di bustine oppure di compresse) o anche in associazione con altri principi attivi utili per curare la cistite.

Un buon integratore di questo genere parte da 10-15 euro per arrivare a 30-35 euro in caso di preparati multicomponente, che contengono anche vitamine e minerali.

Alcuni prodotti particolarmente innovativi, che associano questo monosaccaride a estratti di mirtillo rosso e ad altre sostanze antiossidanti, hanno prezzi molto elevati, soprattutto se le case farmaceutiche sperimentano l’efficacia del composto su animali da laboratorio.

A questo proposito esistono programmi settimanali o mensili per l’assunzione di D-mannosio il cui costo parte da 80-90 euro; un buon compromesso tra qualità e prezzo corrisponde a un valore di circa 50 euro.

Preparati del genere sono reperibili in farmacia, parafarmacia e shop online, dove è possibile visionare un’ampia offerta di prodotti naturali.

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