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Curcumina: Scopri le Proprietà di Questo Principio Attivo

curcumina

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Di seguito invece trovi una lista completa di tutti i migliori prodotti con curcumina presenti sul mercato:

Curcumina

La curcumina è il principio attivo contenuto nella curcuma, un gruppo di vegetali appartenenti alla specie delle Zingiberacee, comprendenti anche lo zenzero.

La spezia che si ricava da tali piante si presenta come una polvere di colore giallo intenso, caratterizzata da un profumo e da un sapore piuttosto forti e in grado di aromatizzare gli alimenti.

Grazie al suo gusto definito sostanzialmente neutro, la curcuma trova impiego per preparazioni sia dolci che salate, a cui imprime comunque un’impronta inconfondibile.

La curcumina, indicata anche con la sigla E100, appartiene al gruppo degli additivi alimentari che possono essere aggiunti ai cibi per colorarli e renderli più appetibili.

Tale sostanza trova impiego inoltre nel settore cosmetico e soprattutto in quello fitoterapico, per formulare integratori.

Isolata per la prima volta da alcuni scienziati nel 1842, la curcumina ha incominciato ad essere sintetizzata in laboratorio soltanto negli anni ’50, dopo numerose ricerche che hanno portato alla diffusione a partire dal 2000.

Un simile elemento, che fa parte della fitoterapia tradizionalmente utilizzata nei paesi orientali (soprattutto del sud-est Asiatico),viene assunta per i seguenti disturbi:

  • coliche biliari;
  • itterizia;
  • tosse secca;
  • disappetenza;
  • problemi epatici;
  • reumatismi;
  • sindromi infiammatorie;
  • problemi alle vie respiratorie (soprattutto di natura catarrale);
  • dismenorrea;
  • anoressia.

In molti casi si è rivelata un rimedio d’elezione come analgesico, antisettico e anti-malarico, anche grazie alla ingente mole di ricerche scientifiche dedicate al meccanismo d’azione dei suoi componenti.

La sua composizione non è fissa, ma varia in rapporto al tipo di terreno su cui cresce la pianta, dato che attraverso l’apparato radicale vengono assorbiti differenti quantitativi di minerali e altri oligo-elementi.

Oltre alla tipologia di substrato, ci sono altri fattori che incidono sulla curcumina, come ad esempio i tempi di raccolta, i metodi di lavorazione e di essiccazione e i processi estrattivi.

quanta curcumina nella curcuma

L’estratto secco considerato standard, e quindi ammesso dalla farmacopea ufficiale, deve contenere almeno il 90% di curcuminoidi in differenti proporzioni, ma il cui valore complessivo non deve mostrarsi inferiore a questo limite.

In natura esistono 3 differenti tipi di curcumina, che sono:

  • curcumina I;
  • curcumina II;
  • curcumina III.

La prima è quella più concentrata (circa 80%) e dunque maggiormente diffusa; la seconda garantisce una concentrazione pari al 15% e la terza soltanto del 5%.

La curcumina, che costituisce circa il 5-8% del peso della curcuma che si utilizza per cucinare, può essere sintetizzata artificialmente a partire dall’acido cinnamico che subisce una trasformazione alcolica.

L’acido cinnamico è un composto che deriva dalla fenilalanina, un aminoacido essenziale che entra nel processo biosintetico di numerose proteine.

La curcumina naturale, invece, viene estratta dal rizoma tuberizzato di curcuma, dopo una preventiva essiccazione e macinazione.

Una volta estratta deve venire purificata da tutte le sostanze dannose, presenti soprattutto in forma oleosa e pertanto trattate con specifiche procedure estrattive.

Una simile procedura, che è piuttosto lunga e complessa, passa attraverso la produzione di alcune molecole intermedie, come l’oleoresina di curcumina, da cui vengono eliminati vari composti.

Il prodotto finale, che è liposolubile, presenta il tipico colore giallo ocra, che tende a virare verso il rosso quando il pH della soluzione è superiore a 7,5.

Uno dei principali problemi collegati all’assimilazione di questo principio attivo è collegato alla sua scarsa disponibilità, dato che non essendo solubile in acqua non può sciogliersi nei liquidi biologici.

Inoltre la sua stabilità è fortemente influenzata dal pH, le cui variazioni sono in grado di inattivare del tutto la curcumina.

Se assunta a dosaggi adeguati, la sostanza non è tossica, ma al contrario mostra numerosi effetti benefici per l’organismo, grazie all’elevato contenuto di curcuminoidi.

Per migliorare il suo assorbimento, di solito essa viene associata alla piperina, che consente di superare la sua scarsa biodisponibilità.

È possibile anche formulare integratori con lecitina di soia, un’altra molecola che migliora notevolmente la compatibilità biologica dei prodotti, velocizzando anche i tempi di attività.

benefici della curcumina

Assunta per via orale (che è il mezzo solitamente utilizzato), la curcumina subisce un processo biologico che si svolge a livello intestinale ed epatico e che porta alla formazione dei seguenti metaboliti:

  • tetra-idro-curcumina;
  • solfato di curcumina;
  • glucuronide di curcumina.

La sostanza e i suoi metaboliti possono legarsi agli acidi nucleici (DNA e RNA) e alle proteine carrier, condizionando moltissimo le reazioni biochimiche ad esse collegate.

Da tale situazione deriva la sua effettiva efficacia nei confronti di numerose funzioni organiche, che rendono la curcumina un interessante supporto fitoterapico, utilizzato non soltanto con finalità curative, ma anche preventive.

Per migliorare la sua biodisponibilità, spesso la curcumina viene trasportata da lipoproteine dotate di elevata affinità nei suoi confronti.

Curcumina: proprietà terapeutiche

I vegetali da cui si estrae la curcumina sono piante di tipo erbaceo, che crescono spontaneamente in molti paesi dell’Asia Minore, dotate di un grande tubero rizomatoso.

Per svilupparsi questi vegetali necessitano di un clima caldo umido, presente nelle zone tropicali e sub-tropicali.

Oltre che per impieghi gastronomici, la curcuma viene utilizzata a scopo curativo, sfruttando appunto le proprietà salutistiche della curcumina, da sempre considerata un caposaldo della medicina ayurvedica.

I curcuminoidi appartengono alla categoria dei polifenoli, composti dotati di un eccellente potere antiossidante che pertanto contrastano sia lo stress ossidativo che la presenza di radicali liberi circolanti.

Sono proprio questi due fattori ad essere responsabili della maggior parte delle patologie metaboliche, in quanto la concentrazione di ossigeno è un fattore estremamente limitante sul regolare svolgimento delle funzioni biologiche.

Pur essendo considerata un metabolita secondario a causa delle sue concentrazioni limitate a livello cellulare, la curcumina contiene alcuni gruppi funzionali (soprattutto di natura ossidrilica) che contribuiscono a potenziare le sue attività biochimiche.

Le principali proprietà terapeutiche della curcumina sono:

  • elevato potere antiossidante in grado di contrastare l’insorgenza dello stress ossidativo e la formazione dei radicali liberi;
  • funzioni antinfiammatorie, soprattutto in relazione a processi che coinvolgono le citochine e le inter-leuchine, molecole responsabili della maggior parte delle reazioni flogistiche;
  • attività di controllo sugli enzimi e sui processi di catalizzazione da essi derivanti, con bilanciamento energetico dell’organismo;
  • efficacia nei confronti di molte patologie croniche, delle quali vengono eliminate le reazioni infiammatorie e quindi la genesi di flogosi associate;
  • prevenzione e rallentamento dell’invecchiamento, grazie alle attività antiossidanti e anti-radicaliche;
  • prevenzione di disturbi degenerativi, soprattutto di natura neurologica, come il Morbo di Alzheimer e la Demenza Senile;
  • funzione detossificante nei confronti di veleni e sostanze nocive assunte per via alimentare;
  • protezione delle cellule epatiche in particolare dopo periodi di surmenage metabolico oppure di iperfunzionalità digestiva.

Sostanzialmente si può affermare che tutte le prestazioni funzionali della curcumina sono riferibili a tre grandi categorie, e precisamente:

  • antiossidanti;
  • antinfiammatorie;
  • antitumorali.

Pertanto è chiaro che i campi applicativi di questo principio attivo sono estremamente ampi, dato che la componente infiammatoria è quasi sempre presente in qualsiasi disturbo sia acuto che cronico.

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Curcumina: benefici

Grazie a numerose ricerche cliniche sui curcuminoidi è stato possibile identificare con certezza alcuni loro settori applicativi, che si riferiscono soprattutto all’apparato digerente.

È ormai un dato di fatto che la curcumina non è dotata di buona biodisponibilità in quanto non è idrosolubile, ma liposolubile e pertanto non può circolare liberamente nei liquidi organici.

Una volta introdotta per via orale, essa arriva prima all’intestino e poi al fegato dove viene coniugata a glucuronide oppure a solfato.

Questi metaboliti, che sono scarsamente disponibili per l’organismo, si trovano in circolo con quantità piuttosto basse, un requisito che contribuisce a limitare ancora maggiormente la loro efficacia.

I benefici della curcumina dipendono infatti dai suoi dosaggi, che devono superare il valore di 3-4 grammi nelle 24 ore, per poter avere riscontri significativi.

La maggior parte delle ricerche scientifiche sui benefici derivanti da un simile composto si sono orientate verso il settore oncologico, dato che soprattutto alcuni carcinomi (come quello gastrico, epatico, pancreatico e colon-rettale) si sono dimostrati particolarmente recettivi.

Per potenziare l’efficacia della curcumina, molti integratori sono formulati in associazione con altri elementi, come:

  • licopene (contenuto nei pomodori);
  • resveratrolo (contenuto nelle bucce degli acini d’uva);
  • genisteina (contenuta nella soia);
  • quercitina (contenuta nelle cipolle e nei capperi);
  • teobromina (contenuta nel tè verde).

Grazie all’azione sinergica tra questi principi attivi, la curcumina riesce ad accumularsi a livello delle cellule dell’apparato digerente (enterociti) e del fegato (epatociti), per svolgere le sue funzioni curative e preventive.

Attualmente l’integrazione con curcuminoidi viene spesso prescritta da oncologi, che considerano valido un simile approccio sia a scopo preventivo che per coadiuvare l’attività di chemioterapici tradizionali, come il cis-platino oppure il fluoro-uracile.

Altri benefici ormai comprovati della curcumina sono riferibili al miglioramento di patologie infiammatorie croniche come il Morbo di Crohn, la Rettocolite Ulcerosa, l’artrite reumatoide e l’uveite cronica.

In simili condizioni la molecola, oltre a diminuire l’intensità dei sintomi, consente anche di migliorare sensibilmente la qualità di vita dei pazienti.

Molte patologie neuro-degenerative, come il Morbo di Alzheimer e la Demenza Senile, mostrano un andamento meno intenso in seguito all’assunzione di integratori contenenti curcuminoidi, il cui ruolo è collegato alla diminuita produzione delle proteine β-amiloidi, responsabili delle problematiche neuronali.

Per quanto riguarda l’apparato cardio-vascolare, i benefici derivanti dall’uso di rimedi del genere sono relativi all’ottimizzazione della quota di colesterolo totale e in particolare della sua frazione LDL che, com’é noto, fa aumentare notevolmente l’indice di rischio per infarto e ictus.

La curcumina infine offre benefici effetti anche nei confronti della proteina C reattiva (un importante indice d’infiammazione sistemica), in quanto riduce notevolmente la sua sintesi in presenza di processi flogistici.

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Curcumina: effetti collaterali

Dopo somministrazione orale, l’emivita della curcumina è compresa tra 2 e 8 ore, per cui di solito è consigliabile suddividere il dosaggio in dosaggi multipli nel corso della giornata.

La posologia consigliata varia da 400 a 800 milligrammi da ripetere 3 volte al giorno, preferibilmente in associazione con piperina e bromelina e sempre a stomaco pieno.

Trattandosi di un composto naturale, la curcumina è di solito ben tollerata e non provoca nessun effetto collaterale, a patto di rispettare le dosi indicate.

Le uniche controindicazioni infatti dipendono da sovradosaggio, situazione che può causare problemi all’apparato digerente, con nausea e lieve diarrea.

In soggetti particolarmente sensibili e sempre in seguito a sovra-dosaggio si sono verificati episodi di dolore allo stomaco e gastrite, con ipersecrezione di succo gastrico e pirosi.

A livello ematico la presenza di concentrazioni di transaminasi superiori al normale sconsiglia l’assunzione di integratori di questo tipo.

Tutte le persone intolleranti al principio attivo non devono fare impiego di integratori contenenti curcuminoidi, così come pazienti affetti da calcoli alla cistifellea oppure da sindromi ostruttive delle vie biliari.

Esistono alcune interazioni farmacologiche con i seguenti medicinali:

  • anti-aggreganti piastrinici;
  • anti-coagulanti orali;
  • alcuni chemioterapici.

Le gestanti oppure le donne che allattano al seno non devono utilizzare curcumina, come anche soggetti che soffrono di ernia iatale e di reflusso gastro-esofageo, di ulcera peptica e duodenale.

Quanta curcumina c’é nella curcuma?

Il contenuto medio di curcumina nella radice essiccata di curcuma si aggira intorno al 3/3,5%, che può aumentare fino al 5,5/6% in rapporto alla tipologia di terreno su cui cresce la pianta.

Bisogna inoltre tenere conto del fatto che i metodi di lavorazione del rizoma fresco, che deve essere essiccato, polverizzato e titolato prima di venire impiegato, possono incidere molto notevolmente sulla percentuale definitiva di principio attivo disponibile.

La curcuma contiene di solito il 2% di curcumina, per cui 10 grammi di vegetale contiene 2 grammi di sostanza biologicamente attiva.

Per quanto tempo si può prendere la curcumina?

I tempi consigliati per l’assunzione di curcumina dipendono da due fattori:

  • dosaggio del principio attivo nell’integratore;
  • posologia.

Il principale obiettivo da raggiungere è quello di ottenere i benefici voluti senza correre il rischio di sovra-dosaggio, un’evenienza estremamente svantaggiosa per fegato e reni.

Pertanto, dopo aver stabilito un corretto schema terapeutico, che deve tenere conto dell’età, del peso corporeo e delle condizioni di salute del paziente, è consigliabile incominciare ad utilizzare il dosaggio minimo, aumentandolo gradualmente nel tempo.

Bisognerebbe servirsi di integratori a base di curcumina per almeno 6-8 settimane, per avere la certezza di avere risultati soddisfacenti.

Dopo un ciclo di 2 mesi di solito si sospende per una settimana per poi ripetere il ciclo anche 3-4 volte all’anno.

Dopo aver iniziato la terapia con una bassa posologia, da continuare per 2 settimane, è opportuno incrementare il dosaggio per altre 2 settimane, fino ad arrivare alla posologia ottimale in un mese circa.

A questo punto si possono seguire due opzioni: da un lato proseguire per altri 2 mesi (3 mesi in totale) mantenendo inalterato lo schema di assunzione oppure d’altro lato decrescere gradualmente per un mese.

Il presupposto fondamentale per ottenere buoni riscontri è sempre quello di personalizzare la quantità di principio attivo in maniera adeguata alle singole esigenze.

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