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Di seguito, invece, trovi una classifica dei migliori prodotti presenti sul mercato per ridurre lo stress.
Lo stress viene considerato come una risposta di natura psico-somatica a stimolazioni di natura emotiva, fisica, sociale oppure cognitiva che vengono percepite come eccessive e pertanto innescano una risposta non pertinente.
Le cause scatenanti di tale comportamento, che sono definite “stressors“, possono avere una valenza positiva (eustress) oppure negativa (distress).
Contrariamente a quanto si è portati a pensare, infatti, lo stress non è sempre nocivo, ma può rivelarsi anche vantaggioso per l’organismo, che viene stimolato a una condizione di attenzione nei confronti dell’ambiente esterno.
Il così detto stato di allerta (alert status) è un mezzo per attivare organi e apparati all’insorgenza di una situazione diversa dal solito e che pertanto richiede un maggiore coinvolgimento di corpo e mente.
Tuttavia casi del genere sono piuttosto rari e complessivamente quando si parla di stress ci si riferisce di solito al distress.
La valenza essenzialmente negativa di tale stato d’animo dipende dal fatto che esso incide in maniera svantaggiosa anche sul fisico, condizionando le prestazioni funzionali dell’organismo.
In base al tipo e alla durata dello stressor, si distinguono due differenti condizioni, che sono:
Delle due forme, quella cronica è senza dubbio la più impattante, soprattutto in quanto incide molto notevolmente sulla qualità di vita del soggetto che appare condizionato anche a livello somatico.
Lo stress cronico, che può essere continuo oppure intermittente, investe diverse sfere psico-fisiche, arrivando a creare una condotta evitatoria che sconfina negli attacchi di panico.
Infatti il paziente, per evitare l’impatto continuativo con gli stressors, tende a evitare un sempre maggiore numero di situazioni, fino a rinchiudersi in sé stesso, isolandosi dal contesto ambientale esterno.
In molti casi il distress provoca un calo delle difese immunitarie, rendendo il soggetto molto più vulnerabile all’attacco di germi infettanti e quindi allo sviluppo di patologie di vario genere.
Lo stress è un fenomeno estremamente soggettivo, dato che uno stimolo che risulta fortemente stressante per una persona, può essere inavvertito da un’altra, a seconda del suo status mentale.
Tuttavia ci sono alcuni stressor considerati universalmente impattanti su qualsiasi psiche: si tratta di grandi eventi esistenziali oppure di calamità naturali che, indipendentemente dalla sensibilità dei singoli, innescano comunque una serie di reazioni.
Per migliorare il benessere è quindi consigliabile ridurre lo stress, dato che è impossibile eliminarlo del tutto.
Per raggiungere un simile obiettivo di solito si possono seguire due strade: da un lato assumere farmaci ansiolitici che eliminano i sintomi collegati allo stress, ma che non risolvono il problema alla base.
D’altro lato è invece possibile affidarsi a terapie psicologiche di tipo cognitivo-comportamentale, basate sul dialogo e non sui medicinali, associando l’impiego di integratori naturali.
Questi rimedi sono formulati con estratti titolati e standardizzati di estratti vegetali, che offrono la possibilità di ottenete risultati significativi, ma senza provocare assuefazione (come succede con le benzodiazepine) e neppure effetti collaterali.
L’ansia è una conseguenza praticamente inevitabile dello stress, in quanto l’organismo reagisce in maniera anomala all’impatto con le stimolazioni dannose del distress.
Le principali conseguenze di una simile condizione sono le seguenti:
Tutte queste manifestazioni derivano dall’associazione tra stress e ansia, che costituiscono i fattori predisponenti all’insorgenza di disagi psico-fisici di notevole impatto: infatti anche se dapprima tali comportamenti possono essere quasi inavvertiti, col tempo aumentano la loro intensità, arrivando a condizionare quasi del tutto la qualità della vita.
Ansia e stress sono inoltre i principali fattori scatenanti della sindrome depressiva che di norma insorge dopo alcuni mesi durante i quali il paziente ha avvertito un progressivo disagio fisico e mentale.
Secondo attendibili stime, oltre il 50% degli episodi depressivi dipendono proprio da prolungati periodi di stress, responsabili dell’alterazione del sistema neuro-ormonale.
L’ormone maggiormente coinvolto in tali disturbi è il cortisolo, la cui sintesi risulta particolarmente potenziata dallo stress, che agisce stimolando le ghiandole surrenali.
In seguito all’iper-produzione di questo ormone, tutto il corpo reagisce in maniera eccessiva agli stimoli esterni, mostrando una soglia di eccitabilità molto elevata.
L’ipercortisolismo è un fattore comune a tutte le persone stressate ed ansiose, che subiscono anche una stimolazione indiretta del sistema nervoso autonomo (ortosimpatico), con iper-produzione di noradrenalina.
Grazie a tutte queste risposte neuro-ormonali, lo stato di benessere dell’individuo diminuisce progressivamente, fino ad arrivare a condizioni estremamente destabilizzanti.
Per ridurre ansia e stress è sempre consigliabile intervenire tempestivamente, senza aspettare che le condizioni degenerino fino a un limite estremo.
A tale scopo si rivelano di grande efficacia alcuni integratori naturali a base di piante officinali, come:
Spesso simili rimedi sono associati alla vitamina B6, considerata un prodotto d’elezione per disturbi della sfera psico-emotiva; anche il magnesio è un ottimo equilibratore dell’umore e può essere assunto insieme alle erbe di cui sopra.
Per agire direttamente sull’ansia può essere molto utile ricorrere anche all’omeopatia, in grado di agire sull’interezza del paziente che viene curato nel suo insieme di corpo (sintomi fisici) e psiche (sintomi mentali).
I Fiori di Bach si sono conquistati un ruolo di estrema rilevanza poiché vanno a curare il nucleo psico-somatico del disturbo di ansia da stress.
Le terapie cognitive-comportamentali sono consigliate a chi è intenzionato a risolvere in maniera definitiva il problema, dato che arrivano a modificare l’approccio personale con gli stressors.
Nel settore lavorativo lo stress può essere provocato da numerosi fattori, che sono:
In tutti queste situazioni, il soggetto si trova sottoposto a stimolazioni stressanti continuative che possono ripetersi anche per mesi, provocando l’insorgenza di sintomi fisici analoghi a quelli degli attacchi d’ansia.
Da simili situazioni spesso deriva un progressivo rifiuto dell’ambiente lavorativo, che viene considerato una specie di tortura.
È piuttosto frequente che si sviluppi un disturbo acuto da stress (ASD) che può comportare conseguenze notevolmente impattanti a livello psico-somatico.
L’ambiente lavorativo infatti può provocare l’insorgenza di pensieri intrusivi o dissociativi che contribuiscono a deteriorare la resa professionale.
Il soggetto per cercare di minimizzare simili comportamenti sviluppa di conseguenza una progressiva impossibilità a provare emozioni positive, accompagnata da sintomi di evitamento di tipo cognitivo-comportamentale.
Altre manifestazioni caratteristiche sono irritabilità, nervosismo, rabbia, difficoltà di concentrazione e iper-stimolazione dei recettori sensoriali.
Per il particolare tipo di sintomi derivanti dallo stress lavorativo, i rimedi da assumere non sono riconducibili a quelli normalmente utilizzati in presenza di stressors, ma devono avere un’efficacia maggiore e soprattutto selettiva.
Infatti in molti casi il paziente mostra dissociazioni mentali insorte come difesa nei confronti del distress, ma responsabili di un peggioramento significativo della resa professionale.
In queste situazioni si crea quindi un circolo vizioso da cui il lavoratore non è in grado di uscire senza utilizzare rimedi adeguati.
Tra i vari tipi di disturbi da stress, questo è indubbiamente uno dei più diffusi e significativi, poiché comporta paura, sentimenti di impotenza, scarsa autostima ed estremo pessimismo.
Il soggetto può vivere una specie di violenza psicologica che provoca pensieri intrusivi ricorrenti e negativi, comprendenti percezioni alterate della realtà.
L’esposizione continuativa a questi fattori scatenanti esterni può innescare meccanismi difensivi, che portano la persona a isolarsi sempre più dal contesto sociale, assumendo comportamenti al limite con le psicosi.
Per tutti questi motivi, lo stress da lavoro deve essere affrontato in maniera adeguata e in tempi contenuti, poiché il rischio che si cronicizzi peggiorando in maniera irreversibile, sono molto elevati.
In simili situazioni è sempre opportuno ricorrere a un percorso dialogico di tipo cognitivo-comportamentale, affiancandolo con l’assunzione di integratori naturali.
Infatti, in casi come questi i farmaci sono controindicati, poiché gli ansiolitici modificano in parte la percezione della realtà e abbassano le difese nei confronti dell’ambiente esterno, rendendo il lavoratore più vulnerabile e meno reattivo.
Un individuo sedato artificialmente con benzodiazepine, non riesce ad affrontare correttamente i problemi, poiché si sente intorpidito e senza forze.
Proprio per questo motivo è opportuno assumere preparati naturali che pur offrendo ottime prestazioni terapeutiche, non intontiscono e non provocano assuefazione.
I rimedi maggiormente utilizzati sono a base di estratti secchi titolati e standardizzati di piante officinali come:
Come terapia d’attacco può essere utile ricorrere al Rescue Remedy (Fiori di Bach), che consente di attenuare l’ansia da prestazione e quindi di affrontare in maniera produttiva lo stress da lavoro.
Lo stress emotivo può provocare conseguenze molto destabilizzanti sulla sfera psichica del soggetto, poiché i fattori scatenanti vanno a incidere proprio sulla percezione sensoriale.
Si tratta di una categoria diagnostica per cui le terapie cognitivo-comportamentali devono essere intraprese soltanto dopo un iniziale approccio terapeutico con rimedi sedativi e calmanti.
Infatti, l’esposizione continuativa agli stressors provoca un abbassamento della soglia di tolleranza che incide profondamente a livello psico-somatico: in questi casi è frequente l’insorgenza di manifestazioni fisiche come:
Considerando la molteplicità delle cause responsabili dello stress emotivo, è consigliabile un approccio multifattoriale per affrontare la sintomatologia correlata.
Bisogna inoltre considerare che in simili situazioni è necessario fare i conti con l’esposizione prolungata agli stimoli, che non sempre sono identificabili con chiarezza.
Infatti il soggetto avverte un malessere generalizzato che a seconda dei momenti può manifestarsi con un quadro sintomatologico completamente differente; è proprio per questo che risulta difficile impostare un percorso terapeutico efficace e risolutivo.
Tuttavia, associando l’assunzione di preparati naturali con un percorso psico-terapeutico, è possibile risolvere nel giro di qualche settimana le conseguenze dello stress emotivo.
Lo stress mentale spesso è causato da sovraffaticamento professionale oppure da un sovraccarico di impegni: il surmenage psico-fisico che ne deriva può innescare una serie di manifestazioni organiche soprattutto a carico dell’apparato cardiovascolare.
Simili disturbi non sono immediatamente identificabili poiché dapprima provocano soltanto una forma di stanchezza che quasi sempre viene imputata al troppo lavoro.
In realtà esiste uno squilibrio funzionale tra le stimolazioni esogene e la reattività endogena del paziente, che non è in grado di affrontare neppure impegni di poco conto.
Per ridurre lo stress mentale, è indispensabile prima di tutto rendersi conto dell’esistenza di questo problema, che poi può essere affrontato con due diversi approcci terapeutici.
Da un lato è opportuno seguire un percorso dialogico con l’aiuto di uno psicologo specializzato negli eventi stressanti da iperstimolazione mentale, d’altro lato sono consigliabili preparati a base di magnesio e vitamina B6, due rimedi d’elezione per rilassare la mente, mantenendo inalterate le sue potenzialità logiche e associative.
Il principale rischio di interventi inadeguati è infatti quello di sedare eccessivamente le facoltà mentali impedendo al paziente di effettuare collegamenti logici e di mettere in atto le indispensabili proprietà associative.
Richieste eccessive e protratte nel tempo possono esaurire le facoltà mentali, dando origine alla sindrome del “burn out”, un termine inglese che indica “esaurimento da bruciatura”, poiché si riferisce all’inattivazione dei circuiti mentali.
In questo disturbo il soggetto risulta particolarmente nervoso ma anche depresso e ansioso, afflitto da un senso di fallimento, di bassa autostima e di perdita delle capacità in se stesso.
La causa scatenante dello stress mentale è molto spesso l’attività professionale, che obbliga il soggetto a un surmenage psichico prolungato nel tempo.
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