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Come Combattere l’Insonnia: Ecco le Soluzioni più Efficaci

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Come combattere l’insonnia

Pur essendo un problema oggettivo, l’insonnia è un disturbo caratterizzato da una forte componente soggettiva, in quanto la percezione della sua sintomatologia è molto influenzata dalla sfera psico-emotiva del soggetto.

Infatti si tratta di una condizione derivante da un reale peggioramento della qualità di vita, che comunque può essere causato da fattori eziologici nettamente diversificati.

Oltre che dal punto di vista qualitativo, l’insonnia si distingue anche per aspetti quantitativi, dato che la sua durata è particolarmente variabile: ci sono persone che dormono soltanto 4 ore e si svegliano perfettamente riposate, mentre ce ne sono altre che, anche dopo 8 ore di sonno, si sentono spossate.

Un simile disturbo si manifesta con tre differenti tipologie, e precisamente:

  • difficoltà di addormentamentoquando l’individuo non riesce a rilassarsi al punto da prendere sonno e rimane quindi per ore sveglio a rigirarsi nel letto;
  • interruzioni notturneche svolgono un ruolo estremamente dannoso sugli standard qualitativi del riposo poiché un sonno interrotto più volte non è per nulla ristoratore;
  • risvegli precociprovocati quasi sempre da un accumulo di ansia che, dopo poche ore di sonno, impedisce la prosecuzione del riposo.

Queste manifestazioni possono presentarsi isolatamente oppure insieme.

L’insonnia è uno dei disturbi più comuni nella popolazione, infatti circa il 30% ne soffre sporadicamente, periodicamente oppure costantemente: nel primo caso si parla di insonnia occasionale (solitamente collegata a qualche evento traumatico), nel secondo caso si parla di insonnia ricorrente (derivante da squilibri ormonali) e nel terzo caso ci si riferisce all’insonnia cronica (di tipo psicologico oppure organico).

Sostanzialmente si può dire che un disturbo del genere ha comunque una matrice psico-somatica, dato che il sonno è una funzione fisiologica controllata dal sistema nervoso centrale (nuclei encefalici del sonno) e ormonale (melatonina e serotonina).

Si tratta di un problema caratterizzato da un sonno che, indipendentemente dalla sua durata, non è riposante né ristoratore e che pertanto non è in grado di svolgere le sue funzioni essenziali.

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Infatti è proprio con il riposo notturno che l’organismo può ricaricare le sue riserve energetiche, dissipate durante il giorno, e che elimina scorie e tossine.

La deprivazione del sonno è molto pericolosa perché, oltre a provocare conseguenze immediate, induce fenomeni di accumulo, per cui nel lungo periodo possono insorgere problemi di natura neurologica.

Se i disturbi del sonno si manifestano per giorni o settimane si parla di fase acuta, mentre se la loro durata supera i 3 mesi, si parla di vera e propria insonnia.

I principali fattori eziologici di questa sindrome sono di due tipi:

  • fattori organicicomprendenti: ipertensione, disturbi cardiaci, diabete, alterazioni termoregolatorie, dispepsia (cattiva digestione), pirosi gastrica (acidità di stomaco), sindrome delle apnee notturne, russamento, bruxismo, cefalea tensiva, sindrome delle gambe senza riposo;
  • fattori psichicicomprendenti soprattutto ansia e disturbi di panico, ma anche irritabilità, nervosismo, stress, surmenage intellettuale, affaticamento psichico e disturbi dell’umore.

Contrariamente a quanto si crede, l’insonnia non è un problema soltanto notturno, poiché riguarda anche la vita diurna.

Infatti chi dorme poco e male, al risveglio si sente intontito, scoordinato nei movimenti, senza forze e spesso afflitto da cefalea, nausea e capogiri.

Le persone insonni sviluppano anche un’immunodeficienza secondaria, dato che il sistema immunitario non è in grado di rispondere adeguatamente agli attacchi di agenti patogeni.

Questa maggiore vulnerabilità si manifesta con una più intensa facilità di contrarre malattie.

Un disturbo simile colpisce soggetti di tutte le età, con una frequenza più significativa negli anziani che, forse per lo stile di vita spesso sedentario, non si stancano a sufficienza durante il giorno e quindi arrivano al momento di coricarsi ancora pieni di energie non consumate.

Per dormire bene, infatti, è necessario avere sviluppato una certa stanchezza fisica.

Combattere l’insonnia è un’esigenza di importanza vitale perché il sonno svolge un ruolo estremamente importante per il benessere psico-fisico dell’organismo.

Per approcciarsi correttamente a questo disturbo bisogna innanzitutto identificare la sua eziologia, un’impresa non sempre agevole: infatti l’insonnia è una sindrome multi-fattoriale che, proprio per la variabilità delle sue cause predisponenti, non è facilmente identificabile.

Esistono test polisonnografici, che analizzano i tracciati dell’EEG e il tipo delle onde elettriche emesse dal cervello durante la fase di veglia e di sonno, confrontandole tra loro per evidenziare eventuali distorsioni.

Quando l’elettro-encefalogramma mostra anomalie encefaliche funzionali, significa che è presente insonnia conclamata.

In simili situazioni è necessario intervenire tempestivamente, per evitare che il disturbo si cronicizzi.

Gli schemi terapeutici sono essenzialmente di tre tipi, e cioè:

  • medicinali di sintesicomprendenti ipnotici e benzodiazepine (ansiolitici);
  • rimedi fitoterapicicomprendenti integratori naturali a base di estratti di piante officinali, melatonina, vitamina B6 e magnesio;
  • terapie psicologichecome quella cognitivo-comportamentale, che tende a desensibilizzare il paziente nei confronti del sintomo (in questo caso l’insonnia).

È sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di base per una prima diagnosi personale che può essere seguita da un consulto neurologico.

come combattere l'insonnia in modo naturale

Come combattere l’insonnia con metodi naturali

Chi non è intenzionato a fare impiego di farmaci di sintesi, può orientarsi verso le terapie comportamentali, finalizzate a restituire il controllo sul sintomo mediante tecniche di rilassamento.

Cure efficaci sono anche quelle derivanti dall’unione di differenti strategie, come l’assunzione di rimedi erboristici in associazione con percorsi dialogici: a seconda della gravità dei sintomi si possono infatti seguire varie strade.

Le terapie psicologiche tendono a focalizzarsi sulla ricerca del fattore eziologico che ha sede a livello emotivo, senza dubbio il più difficile da individuare perché spesso mascherato da manifestazioni somatiche.

Uno dei presupposti fondamentali per seguire percorsi del genere è rappresentato dal rilassamento fisico (eliminazione delle tensioni muscolari) e psichico (attenuazione degli input stressanti).

Lo scopo di base di queste terapie è di collegare l’azione di sdraiarsi a letto con il dormire, per fare in modo che tale associazione diventi il più naturale possibile, aumentando progressivamente i tempi del riposo.

Le finalità da raggiungere sono le seguenti:

  • coricarsi soltanto quando si ha sonno;
  • alzarsi dal letto se non si riesce a dormire;
  • non fare sonnellini durante il giorno;
  • alzarsi possibilmente sempre alla stessa ora;
  • utilizzare il letto soltanto per dormire.

Una valida alternativa a queste cure comportamentali viene offerta dalla fitoterapia, una branca della pratica clinica in grado di utilizzare preparati naturali come estratti vegetali, spesso insieme a vitamine del gruppo B, minerali (soprattutto magnesio e zinco) e melatonina.

Le più recenti linee guida hanno evidenziato l’efficacia del meliloto, una pianta dell’antica tradizione erboristica che funziona come leggero sedativo favorendo il rilassamento psico-fisico e alleviando le conseguenze dello stress.

Questo rimedio contiene bioflavonoidi e cumarine, che svolgono un ruolo di primaria importanza a livello di neuromediatori come noradrenalina e serotonina.

Il prodotto può essere utilizzato sotto forma di integratore oppure come tisana calda da assumere prima di coricarsi.

La cattiva qualità del sonno può inizialmente passare inosservata poiché asintomatica, ma nel momento in cui l’individuo si accorge di non essere più in grado di svolgere le sue normali funzioni quotidiane, è indispensabile intervenire tempestivamente per correggere il ritmo circadiano.

Le piante medicinali che trovano maggiore impiego per curare l’insonnia si caratterizzano per una buona efficacia e per un’elevata tollerabilità con il metabolismo organico, tra queste vi sono:

  • passiflora, che favorisce il rilassamento psico-fisico soprattutto a livello del tratto gastrointestinale, migliorando quindi i processi digestivi che spesso ostacolano l’addormentamento;
  • valeriana, che agisce selettivamente sulla fase di addormentamento riducendone le tempistiche;
  • escolzia, che contribuisce a migliorare la qualità del sonno grazie a un’attività distensiva e calmante;
  • melissa, che oltre ad essere un prezioso supporto per allentare le tensioni, facilita i processi digestivi;
  • camomilla, che viene considerato il rimedio più efficace in caso di risvegli precoci;
  • griffonia, che grazie all’elevata concentrazione di idrossitriptofano (un precursore della serotonina e della melatonina), regolarizza i ritmi sonno/veglia in maniera fisiologica, migliorando anche il tono dell’umore;
  • luppolo, particolarmente indicato nei casi di irrequietezza e nervosismo collegati alla paura di coricarsi;
  • biancospino, la cui attività riporta principalmente all’apparato cardiovascolare, sul quale esercita un effetto rilassante e quindi migliora la qualità del sonno soprattutto in caso di palpitazioni notturne.

Dal punto di vista dietetico, alcuni cibi contengono elementi naturali precursori della melatonina, l’ormone che controlla il ritmo circadiano; le banane ad esempio sono molto ricche di triptofano, un amminoacido essenziale che partecipa alla sintesi della melatonina.

Questo ormone è contenuto anche in mais, avena, cacao, mandorle, mele, arance e ananas, che sono alimenti efficaci da consumare prima di coricarsi.

Il dosaggio ottimale di melatonina è compreso tra 1 e 3 mg al giorno, un valore che non può essere raggiunto soltanto con l’alimentazione, ecco perché è consigliabile assumere integratori a base di questa sostanza, che viene normalmente prodotta dall’epifisi, una ghiandola posta alla base del cervello.

Per contrastare l’insonnia con metodi naturali, è quindi consigliabile fare impiego di rimedi a base di melatonina, associata a magnesio e vitamina B6, che sono due composti utilissimi per migliorare il tono dell’umore e favorire il rilassamento.

Il magnesio è un oligoelemento considerato il re dei composti anti-insonnia: secondo un’indagine scientifica pubblicata sul Journal Of Research In Medical Sciences, sarebbe necessario assumerne ogni giorno almeno 500 mg, per ridurre il tempo di addormentamento e le interruzioni notturne; il suo ruolo è quello di stimolare la produzione di serotonina e noradrenalina.

Tra i rimedi naturali più efficaci contro l’insonnia ci sono anche gli oli essenziali, di tiglio, lavanda, arancia, e melissa; è sufficiente massaggiare sui polsi tre gocce di ogni singola essenza per sviluppare un gradevole aroma che a contatto con il calore della pelle si distribuisce in tutto il corpo.

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Come combattere l’insonnia in menopausa

È ormai risaputo che una delle principali cause dell’insonnia dipende da alterazioni ormonali, condizione tipica della menopausa, infatti in questo periodo della vita femminile si verifica una progressiva diminuzione della sintesi di estrogeni, che alla fine vengono completamente azzerati.

Tra le varie conseguenze di tale squilibrio ormonale, c’è anche l’insonnia, poiché l’alterazione metabolica di simili composti agisce sui nuclei encefalici del sonno, che vengono inibiti.

Inoltre, la donna in menopausa soffre di disturbi vaso-motori, responsabili delle scalmane, manifestazioni caratterizzate da sudorazione profusa e ipertermia in tutto il corpo.

La carenza di estrogeni altera il bioritmo sonno/veglia, anche per la maggiore irritabilità e per i più frequenti attacchi d’ansia.

Il rallentamento del metabolismo provocato dalla carenza estrogenica, spesso provoca un aumento di peso corporeo che contribuisce a rendere più difficile l’addormentamento.

A livello psico-emotivo la donna over 60 è particolarmente vulnerabile e spesso soggetta a periodi di depressione ansiosa, pertanto il momento di coricarsi viene vissuto come una minaccia, provocando quindi un insieme di sintomi psico-somatici che impediscono l’addormentamento.

In menopausa inoltre la muscolatura tende a subire fenomeni di contrattura involontaria, provocati da stati carenziali di alcuni oligoelementi come il calcio e il magnesio.

Anche questo squilibrio è un fattore eziologico responsabile dell’insonnia poiché la tensione muscolare non permette alla donna di raggiungere il rilassamento necessario per addormentarsi.

come combattere l'ansia e l'insonnia

Per rimediare a disturbi del genere, è necessario agire a più livelli: innanzitutto, tenendo conto che la causa principale del disturbo è legata alla carenza ormonale, può essere utile assumere fitoestrogeni e isoflavoni della soia.

Si tratta di rimedi naturali estratti da alcune piante, la cui azione è del tutto sovrapponibile a quella degli ormoni fisiologici (estrogeni).

I fitoestrogeni tra l’altro svolgono una notevole attività estrogenica ma senza gli effetti collaterali per cui possono essere assunti con tranquillità; anche gli integratori contenenti magnesio e triptofano sono indicati per aumentare la produzione di melatonina, che è la sostanza responsabile del controllo sul bioritmo sonno/veglia.

Tenendo conto che le vampate di calore rappresentano una delle cause più comuni di insonnia, è opportuno assumere integratori che migliorano la funzionalità circolatoria, come centella, biancospino, tiglio e luppolo.

Per abbreviare i tempi di addormentamento, può essere utile fare impiego di rimedi naturali a base di molti composti vegetali, comprendenti estratti di valeriana, passiflora e biancospino.

Infatti l’associazione sinergica di questi tre composti si è rivelata efficace quasi come le benzodiazepine, senza però provocare fenomeni di assuefazione.

Le tisane rilassanti a base di melissa, camomilla, escolzia e lavanda risultano particolarmente efficaci poiché sfruttano il potere terapeutico del calore, che rilassa e allenta le tensioni nervose.

Un prezioso aiuto per risolvere l’insonnia da menopausa deriva anche dall’olio essenziale di arancia amara, che può essere utilizzato anche attraverso appositi diffusori.

Tra gli estratti vegetali più validi c’è senza dubbio la griffonia, che contiene composti precursori della serotonina.

Per migliorare il benessere fisiologico prima di addormentarsi, è consigliabile assumere infusi detossificanti, che eliminando le scorie dall’organismo lo rendono più predisposto a rilassarsi.

Bisogna infine ricordare il ruolo decisivo dell’idratazione per la donna in menopausa, che spesso si risveglia durante la notte a causa di bocca e gola secche.

Per evitare questo inconveniente, è sufficiente bere almeno due litri di liquidi al giorno preferibilmente sotto forma di tisane rilassanti.

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