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Negli adulti, il sistema immunitario è completo in quanto tutti gli organi, le cellule e i mediatori chimici preposti alla funzione difensiva dell’organismo, hanno raggiunto uno sviluppo completo che, dal momento della nascita, si perfeziona progressivamente.
Questo apparato consiste in una rete piuttosto complessa di collegamenti integrati tra diversi processi biologici, che vengono attivati dal contatto con un agente riconosciuto estraneo dall’organismo e quindi classificato come “non-self” (non compatibile).
Tali fattori, che non sono considerati fisiologici, vengono valutati pericolosi e quindi da eliminare mediante una serie di rimedi difensivi appartenenti appunto all’immunità.
Qualsiasi danno chimico, traumatico, infettivo oppure degenerativo (definito col termine di “antigene”) deve essere inattivato ed eliminato, per garantire al corpo la sua integrità fisica e funzionale.
Per raggiungere un simile obiettivo, è indispensabile che l’organismo sia in grado di discernere le sostanze dannose da quelle benefiche e pertanto deve poter contare su un perfezionato sistema altamente selettivo.
Negli adulti esistono tre tipi di immunità, che sono:
Il sistema immunitario, oltre a difendere il corpo dall’attacco dei germi, come batteri, virus, spore fungine, parassiti e cellule anomale, deve anche fare i conti con i progressivi adattamenti e mutazioni che i patogeni mettono in atto per sopravvivere nell’ospite.
Questi microrganismi infettanti, infatti riescono ad evolversi con estrema facilità, mettendo in atto numerose strategie per evitare di essere riconosciuti dall’immunità.
Gli antigeni possono penetrare nell’organismo attraverso 5 vie, che sono:
Tutte le volte che si trovano di fronte a un’apertura (come la pelle non integra, il cavo orale, le narici, oppure gli orifizi genitali o urinari), i patogeni incominciano a colonizzare il corpo se non vengono bloccati da un’efficace risposta immunitaria.
Dapprima interviene l’immunità aspecifica (presente dalla nascita), che interviene con estrema tempestività, ma in maniera non specifica e quindi meno incisiva; la sua durata è limitata e dopo poche ore si esaurisce.
Successivamente entra in azione l’immunità specifica (acquisita) che viene stimolata dal contatto con l’antigene e che si mantiene attiva più a lungo, assicurando anche una memoria anticorpale.
Le barriere di superficie possono essere:
Le barriere meccaniche dipendono essenzialmente dall’integrità cutanea, dato che la pelle costituisce un involucro protettivo di estrema efficacia per evitare l’ingresso ai patogeni.
Le barriere chimiche sono rappresentate dalla saliva, dal sudore, dal sebo, dalle secrezioni vaginali, dal muco e dalle lacrime, sostanze che provocano una modificazione del pH, rendendo l’ambiente incompatibile con la sopravvivenza dei germi.
Le barriere biologiche comprendono vari composti, come il lisozima, alcune proteasi, i peptidi antimicrobici e le β-difensine.
Il microbiota, formato dalla flora batterica simbionte che vive normalmente sulle pareti intestinali, svolge un ruolo di primaria importanza per eliminare i patogeni penetrati nel corpo.
Le sue funzioni non si limitano soltanto a facilitare i processi digestivi, ma anche a stimolare le risposte immunitarie acquisite e quindi specifiche.
Questa popolazione batterica “commensale” funziona come una vera e propria barriera biologica, modificando le condizioni chimico-fisiche delle pareti intestinali e rendendo l’ambiente ostile ai patogeni.
L’infiammazione è la prima risposta immunitaria che l’organismo sviluppa quando viene attaccato da qualche microrganismo nocivo.
Arrossamento, ipertermia, gonfiore e dolore sono i sintomi provocati da un aumento del flusso sanguigno nella zona interessata, che ha lo scopo di eliminare gli agenti infettanti.
Contemporaneamente, la maggiore ossigenazione cellulare contribuisce a minimizzare lo stress ossidativo e a eliminare i radicali liberi sempre presenti in caso di infezioni.
Le citochine prodotte dalle cellule danneggiate provocano un aumento della produzione delle interleuchine, la cui presenza è indispensabile per eliminare i patogeni, che vengono allontanati per via ematica.
Il sistema immunitario innato si serve dei leucociti, i globuli bianchi presenti nella parte corpuscolata del sangue.
I leucociti comprendono vari sottotipi di elementi cellulari utili per difendere l’organismo dalle aggressioni patogene; si tratta di:
Dopo aver identificato i germi come elementi non-self, queste cellule li eliminano inglobandoli e uccidendoli, per poi riversarli all’esterno.
I linfociti NK, a differenza di altri leucociti, non attaccano direttamente i patogeni, ma si concentrano sulle cellule dell’iospite che sono state infettate e le distruggono, bloccando quindi una possibile proliferazione dell’infezione.
È quella che interviene nel momento in cui un agente infettante riesce a penetrare nell’organismo: il suo meccanismo d’azione si basa su fattori quantitativi (la rapidità), ma non qualitativi (è aspecifica).
Si tratta di un supporto di pronto intervento il cui ruolo è quello di limitare i danni dell’infezione, minimizzando la diffusione del germe, che rimane parzialmente confinato nel punto d’ingresso.
La sua efficacia è piuttosto limitata nel tempo, poiché nel giro di qualche ora si esaurisce, lasciando nuovamente il corpo in uno stato di vulnerabilità patologica.
D’altra parte il suo intervento è fondamentale per consentire al sistema immunitario di riconoscere l’antigene e di attivare la risposta specifica derivante dalla formazione dei complessi antigene-anticorpo.
La risposta immunitaria acquisita, detta anche adattativa in quanto si adatta al tipo di stimolazione antigenica, entra in azione in un secondo tempo rispetto a quella congenita, ma dura più a lungo e lascia una memoria anticorpale.
Questo meccanismo prevede il riconoscimento, da parte dell’organismo, dell’elemento non-self, per poi sviluppare la produzione di specifici anticorpi.
Il processo, che prende il nome di “Presentazione dell’Antigene”, prevede una specificità responsiva che consente di creare la memoria immunitaria.
Grazie alle cellule di memoria, tutte le volte che il medesimo patogeno viene a contatto con l’ospite, attiva la risposta immunitaria, capace di eliminare rapidamente il patogeno.
L’immunità acquisita dipende quasi esclusivamente dai linfociti della serie B o T, il cui meccanismo d’azione utilizza anche le citochine, molecole in grado di provocare la lisi cellulare degli antigeni, inattivandoli definitivamente.
L’immunità specifica deriva da un processo evolutivo, capace di adattarsi dinamicamente alle variazioni antigeniche, e mantenendo la sua efficacia in qualsiasi condizione.
È ormai un dato di fatto che, così come gli antigeni mutano in base alle singole esigenze di sopravvivenza per adattarsi agli ospiti, anche gli anticorpi della risposta immunitaria adattativa si adattano alle differenti condizioni cliniche.
Pertanto questo sistema, anche se richiede un certo tempo per attivarsi, garantisce poi ottimi risultati.
Quando il sistema immunitario non funziona correttamente, si parla di immunodeficienza, uno stato che può diventare estremamente pericoloso per la salute dell’individuo.
Infatti in simili condizioni l’organismo non è in grado di reagire all’attacco dei patogeni che possono quindi penetrare senza ostacoli nel corpo, per riprodursi indisturbati.
Le principali cause di questo disturbo sono le seguenti:
In tali condizioni, l’immunità subisce una notevole alterazione funzionale poiché gli organi deputati alla produzione delle cellule interessate non sono attivi in quanto debilitati da varie cause.
Se la capacità di reagire ai patogeni è insufficiente, diventa molto più probabile che l’organismo si ammali, soprattutto nei cambi di stagione, a contatto con persone infette oppure in ambienti malsani.
L’immunodeficienza può essere congenita oppure acquisita, ma in ogni caso corrisponde a una condizione ad alto rischio, che dovrebbe venire curata tempestivamente e con mezzi adeguati.
Un particolare tipo di immunodeficienza è rappresentato dall’auto-immunità, uno stato morboso per cui l’individuo produce anticorpi contro le sue stesse cellule.
In simili casi possono insorgere malattie anche molto gravi, come il lupus eritematoso, la glomerulo-nefrite, l’artrite reumatoide, la retto-colite ulcerosa, il Morbo di Crohn, la Sindrome Celiaca.
Esistono oltre 70 malattie autoimmuni, in cui l’organismo distrugge le cellule “self” in quanto le considera “non-self”.
Per alzare le difese immunitarie è necessario agire su più fronti, tenendo conto di tutte le variabili coinvolte nella genesi dell’immunodeficienza.
L’alimentazione riveste un compito fondamentale poiché alcuni elementi nutritivi, come le vitamine, lo zinco, il selenio, gli aminoacidi ramificati e molte proteine contribuiscono a potenziare la risposta immunitaria.
Per raggiungere obiettivi del genere è opportuno agire sia in presenza di immunodeficienza conclamata, sia come prevenzione, quando il soggetto è in buona salute.
Infatti la carenza funzionale dell’immunità è un processo lento e asintomatico che, almeno nelle prime fasi, non mostra nessun segnale.
Proprio per questo motivo è consigliabile mantenere il sistema immunitario in buone condizioni, nutrendosi con cibi freschi, privi di additivi, coloranti e conservanti e incentivando il consumo di frutta e verdura fresche di stagione.
Evitare la sedentarietà, effettuando ogni giorno almeno 30-45 minuti di esercizio fisico svolge un ruolo essenziale poiché da un lato evita il rischio di aumenti ponderali e d’altro lato accelera il metabolismo.
Bisogna inoltre osservare un ritmo biologico di alternanza tra sonno e veglia, dormendo almeno 6-7 ore per notte, magari aiutandosi con qualche tisana rilassante.
È necessario evitare fumo, alcol, sostanze eccitanti e stupefacenti, limitando l’impiego di farmaci soltanto in casi di effettiva necessità.
Esistono in commercio numerosi integratori naturali, formulati con estratti di piante officinali, che si rivelano particolarmente efficaci soprattutto se associati a uno stile di vita sano.
Anche lo stress è valutato un fattore predisponente a fenomeni di immunodeficienza, pertanto è utile cercare di evitare gli stressors negativi, che possono influenzare notevolmente il tono dell’umore e quindi lo stato di benessere psico-fisico.
Nel settore erboristico e fitoterapico sono disponibili numerosi rimedi naturali che possono rinforzare il sistema immunitario in maniera efficace e senza provocare nessun effetto collaterale.
Tutte le vitamine, e in particolare la vitamina C, sono agenti essenziali per attivare l’immunità; grazie all’elevata concentrazione di composti antiossidanti, l’acido ascorbico fornisce un valido aiuto contro lo stress ossidativo (stressor dannoso) e contro i radicali liberi.
Pertanto è consigliabile assumere integratori a base di:
tutti composti ricchissimi di vitamina C.
Secondo le più recenti linee guida, anche l’alga spirulina è dotata di proprietà immunostimolanti, mirate in prevalenza verso la produzione di linfociti B e T.
La glutammina, un altro aminoacido essenziale, si comporta da sostanza immuno-modulatrice, indicata in associazione con terapie farmacologiche prolungate in quanto potenzia la forza muscolare.
Il miele, infine, è uno dei prodotti maggiormente consigliati per stimolare il sistema immunitario, dato che fornisce energia di pronto intervento senza innalzare la glicemia e quindi contribuendo a migliorare il benessere dell’organismo.
Aumentare le difese immunitarie è sempre consigliabile per preparare il corpo ad eventuali aggressioni da parte di germi che, in alcune condizioni di vulnerabilità, potrebbero colonizzare l’organismo diventando ospiti fissi.
In simili condizioni, quando cioè l’invasione patogena diventa particolarmente significativa, è soltanto grazie all’immunostimolazione che si possono evitare conseguenze pericolose, come la farmaco-resistenza e la cronicizzazione della malattia.
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