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La memoria è una facoltà mentale che dipende dall’attività della corteccia cerebrale e dell’ippocampo, una porzione anatomica del cervello che si trova a livello del tronco encefalico.
Mediante questa funzione, il soggetto acquisisce informazioni, le elabora, le archivia per poi consolidarle nel tempo.
Tutte le volte in cui sente il bisogno di ricordare qualche dato, mette in azione i nuclei cerebrali mnemonici, che riportano alla coscienza le informazioni ricercate.
La memoria può essere:
La memoria a lungo termine rappresenta un vero e proprio archivio a cui la mente fa riferimento tutte le volte in cui ha bisogno di ricordare dati pregressi.
L’invecchiamento delle cellule cerebrali comporta un loro deterioramento funzionale, sia per quanto riguarda l’apprendimento e i collegamenti logici, sia per la memoria.
Pur essendo un processo fisiologico, quando diventa particolarmente significativo il calo della memoria (amnesia) può assumere l’aspetto di un vero e proprio disturbo.
La perdita della memoria può essere transitoria, progressiva o stabile, ed avere una connotazione retrograda o anterograda: nel primo caso, quando l’individuo non riesce a ricordare gli eventi che precedono un determinato momento di crisi, nel secondo caso, quando gli eventi seguono un momento di crisi.
L’amnesia può essere classificata anche come globale, quando si riferisce a tutto il passato, oppure specifica, quando riguarda soltanto un determinato settore dei ricordi.
Nella maggior parte dei casi, simili disturbi della memoria derivano da cause psico-emotive oppure da un grave stress.
In alcune situazioni, lo stato amnesico dipende da carenze nutrizionali (prevalentemente di vitamine del gruppo B), da intossicazione da alcol oppure da impiego inadeguato di farmaci come benzodiazepine o barbiturici.
Una certa diminuzione delle facoltà mnemoniche è provocata dalla deprivazione di sonno e da emicrania a grappolo.
Un approccio corretto per prevenire questi problemi dipende da metodiche specifiche per allenare la mente.
L’anziano mostra una progressiva ipofunzionalità del cervello, derivante dall’invecchiamento e morte dei neuroni encefalici.
Come è noto, alla nascita il cervello è formato da un numero di cellule che rimane inalterato per tutta la vita, poiché a differenza degli altri elementi cellulari dell’organismo, i neuroni non si dividono e quindi non possono sostituire quelli ipofunzionanti.
Con il passare del tempo, il cervello dell’anziano perde un sempre maggiore numero di neuroni, che non sono più in grado di svolgere la loro attività elettrofisiologica.
Mantenere il cervello allenato mediante semplici esercizi mentali oppure assumendo integratori mirati a questa funzione, può rallentare notevolmente la perdita di memoria.
Attraverso facili test quotidiani di ginnastica mentale legati al rafforzamento dell’attenzione, è quindi possibile mantenere le aree corticali efficienti il più a lungo possibile.
La capacità di attenzione può essere sensibilmente migliorata con la lettura, poiché il testo scritto spinge prima la vista e poi il cervello a collegare tra loro parole, immagini e concetti.
Il ruolo della grafica rinforza la capacità associativa in maniera molto efficace, infatti mettendo in relazione un’immagine con un vocabolo che la rappresenta, le aree corticali sono spinte a creare una relazione logica, che può essere univoca o biunivoca.
Un altro aspetto su cui è utile lavorare per allenare la mente è la capacità di linguaggio, attraverso il dialogo: questo esercizio prevede un’adeguata selezione di vocaboli per esprimere concetti di base, obbligando la mente a selezionare i termini più specifici e quindi meglio indicativi delle figure relative.
A questo proposito, può essere utile fare ricorso a giochi da tavolo in cui viene richiesto di indovinare definizioni collegate a figure.
Una quota fondamentale di questo lavoro è relativa alle tecniche di memorizzazione, che oltre a migliorare la qualità dei ricordi potenzia anche l’apprendimento.
Non bisogna trascurare l’importanza dello stile di vita, poiché l’attività mentale e la capacità cognitiva sono facilitate da un invecchiamento tardivo delle cellule.
Una simile situazione viene favorita da un corretto ritmo circadiano, da una reattività pronta e mirata e soprattutto dalla capacità di interiorizzare i concetti per creare un personale archivio mnemonico.
È possibile tenere in allenamento la mente senza assumere farmaci, mediante libri, manuali, video e semplici esercizi logici.
Bisogna considerare che il cervello è un organo come tanti altri, che, anche se molto più perfezionato, deve essere allenato per mantenerlo in perfetta forma: gli esercizi cognitivi servono appunto per evitare il deterioramento della memoria.
Gli studenti devono dapprima apprendere e successivamente memorizzare una notevole quantità di concetti che spesso non hanno nessun collegamento tra loro.
Per ottenere questo risultato è necessario allenare la memoria, un procedimento che coinvolge non soltanto la mente ma anche il corpo, infatti il benessere fisico dell’organismo si riflette pienamente sulle capacità intellettive della mente.
L’attività fisica migliora quella mentale poiché aumenta la vascolarizzazione sanguigna del cervello, migliorandone l’ossigenazione e stimolando la rigenerazione di alcune aree che vengono attivate proprio dalla maggiore concentrazione di ossigeno disponibile.
Pertanto, un costante allenamento sportivo incide positivamente non soltanto sul corpo ma anche sul cervello.
Avere degli hobby e coltivare le proprie passioni in maniera continuativa, contribuisce ad allenare la mente e a favorire i collegamenti logici, soprattutto nella terza età.
Più si procede con gli anni, più la mente tende ad atrofizzarsi, esattamente come il corpo che perde vigore e forza muscolare.
Chi si applica a una passione come la pesca, la lettura, il ricamo, il bricolage, eccetera, corre un rischio minore di perdere la memoria.
Molte ricerche scientifiche hanno valorizzato “l’effetto sorpresa”, finalizzato a sfruttare la tendenza naturale del cervello che memorizza meglio tutto quello che è inconsueto.
Alcuni esercizi mentali collegati al ricordo, si basano sulle associazioni tra concetti apparentemente scollegati: attuando un processo di questo genere, il soggetto stimola la mente a trovare nessi logici apparentemente poco evidenti.
Le associazioni logico-visive offrono l’opportunità di ricordare meglio determinati oggetti se collegati a particolari parole, che possono essere soprannomi, aggettivi o nomignoli affettuosi.
In tutti questi casi bisogna dimenticare la pigrizia e la sedentarietà, mantenendo uno stile di vita dinamico, sano ed effettuando fitness in maniera regolare e quando possibile all’aria aperta, per favorire l’ossigenazione del tessuto cerebrale.
I neuroni del cervello traggono nutrimento soltanto dal glucosio che deve quindi essere introdotto adeguatamente con la dieta, anche per produrre l’energia necessaria allo svolgimento delle funzioni mentali.
Pertanto, è necessario curare con particolare attenzione il regime alimentare, privilegiando cibi freschi, ricchi di vitamine, minerali e oligoelementi.
La memoria a lungo termine è quella che consente di ricordare eventi avvenuti molto tempo prima, e che possono essere riportati alla mente mediante associazioni logiche.
Esistono numerosi esercizi per migliorare la memoria a lungo termine, che consentono di allenare la mente senza fatica e con continuità.
Il nostro approccio a un determinato fatto è sempre condizionato dai vissuti precedenti, per cui allenare la mente prevede anche collegamenti psico-emotivi con fatti pregressi.
La memoria a lungo termine serve per assimilare dati che possono essere ricordati per tutta la vita, e comprendenti sia fatti di routine sia eventi speciali.
Questo tipo di memoria, che richiede una concentrazione molto elevata e un’altrettanto elevata capacità associativa, è fortemente condizionata dalla qualità della vita, pertanto è necessario dormire un numero sufficiente di ore, alimentarsi secondo schemi dietetici appropriati, non abusare di fumo, di caffè e di sostanze alcoliche, e soprattutto per quanto possibile minimizzare lo stress.
Trattandosi di un archivio sconfinato che può racchiudere milioni di informazioni, la memoria a lungo termine è quella che si deteriora più facilmente in seguito ai processi di invecchiamento cellulare.
Per mantenere attiva questa fondamentale potenzialità del cervello, è possibile seguire semplici esercizi di logica servendosi anche di immagini e grafiche collegate.
È stato dimostrato che la musica migliora in maniera efficace e duratura le connessioni neuronali della regione talamica (la zona del cervello sede della sensibilità).
Per allenare la memoria a lungo termine, esistono giochi specializzati come giochi di parole, associazioni visivo/orali, calcoli mentali rapidi, associazioni logiche apparentemente irrisolvibili.
Anche contare alla rovescia è un esercizio utilissimo per potenziare la memoria a lungo termine, che può essere stimolata anche dalla risoluzione di problemi di logica.
È possibile anche sfruttare associazioni visive basate sul collegamento tra colore e nome che lo rappresenta, poiché grazie alla quasi sconfinata variabilità delle sfumature cromatiche, la mente è spinta a trovare associazioni lessicali con vocaboli anche di scarsa diffusione.
Un altro metodo consigliato per migliorare la MLT è l’associazione tra immagini e numeri, che prevede la trasformazione di una cifra in un’immagine corrispondente, ad esempio lo zero assomiglia a un cerchio, l’1 a una matita, il 2 a un cigno, e così via.
La memoria a breve termine è quella maggiormente utilizzata durante la giornata poiché si riferisce ad eventi appena accaduti, che nella maggior parte dei casi non lasciano nessuna traccia dietro di loro.
Esiste un circuito anatomico specializzato in questo tipo di memoria, che ha portato molti studiosi a definirla con l’espressione “memoria di lavoro“.
In questo tipo di memoria un ruolo fondamentale è svolto dalle immagini, che generano un forte impatto dapprima visivo e poi mentale.
Per allenare la MBT, esistono due possibili metodiche: la prima è quella legata all’udito (esercizi di ripetizione ad alta voce di numeri, di poesie o di frasi da ricordare), il secondo legato alla vista, che comprende tutte le associazioni visive tra un oggetto o una persona e un termine che li rappresenta.
Quando si deve memorizzare qualcosa a breve termine, è possibile servirsi degli acronimi, che mediante parole indimenticabili, consentono la realizzazione di un’associazione logica.
Il trucco più attuato quando si deve memorizzare a breve termine una frase o un insieme di numeri è rappresentato dalla suddivisione in blocchi, che prevede la formazione di una lunga lista di numeri suddivisi in gruppi sempre più piccoli fino ad arrivare al livello minimo; in questo modo, ogni blocco può essere facilmente associato a una definizione.
I ricercatori scientifici hanno calcolato che occorrono circa otto secondi per elaborare un’informazione di qualsiasi tipo: quando il soggetto è distratto o non concentrato, gli otto secondi diventano dieci, dodici o anche quindici, poiché l’attenzione non è completa.
L’attenzione è una delle componenti fondamentali per la memoria a breve termine, poiché partecipare personalmente a qualcosa crea un profondo legame tra l’individuo e l’informazione, che viene incamerata nella memoria a breve termine.
Dopo aver elaborato la nozione, essa viene incamerata, archiviata e ricordata soltanto nel momento in cui qualcosa spinge all’elaborazione mnemonica, che comporta uno stimolo relativo a tutti i sensi.
L’avanzare dell’età influisce negativamente sulle capacità mnemoniche del cervello, poiché la sua rapidità intellettiva diventa progressivamente meno adattabile.
Per rallentare questi processi e tenere allenato il cervello, è necessario mantenere un atteggiamento vigile e stimolare attenzione, motivazione, consapevolezza e concentrazione.
È sempre utile mettere a fuoco un determinato particolare che diventa il fulcro della memoria a breve termine.
È possibile, oltre che utile, allenare la memoria e la concentrazione esattamente come se fossero dei particolari muscoli necessari a una determinata prestazione sportiva.
Esattamente come per gli atleti professionisti, esiste un allenamento definito “chimico”, che comprende un programma alimentare mirato all’introduzione di specifici nutrienti essenziali per il cervello, e un allenamento “tecnico”, che si serve di espedienti, tecniche ed esercizi da svolgere con costanza e regolarità.
La “mnemotecnica” è una disciplina scientificamente provata, che consente di utilizzare caratteristici procedimenti finalizzati a potenziare concentrazione e memoria, spesso adottata nelle scuole per coadiuvare l’apprendimento fin dalla tenera età.
Ad esempio, la tecnica dei loci o palazzo della memoria, prevede di associare gli elementi da ricordare a luoghi fisici di interesse personale, mentre quella delle imagines agentes consiste nella creazione di una sequenza di scene che sintetizza un insieme di concetti.
La conversione fonetica invece è uno strumento prezioso per la memorizzazione di numeri, mediante il collegamento di un suono peculiare a una cifra, diversamente nello schedario alfanumerico si converte un’idea da ricordare in una struttura più complessa.
Dal punto di vista dell’alimentazione, bisognerebbe sempre nutrire il sistema nervoso ricordandosi di assumere tè verde, semi di zucca, avocado, avena, orzo, curcuma, broccoli e noci.
La vitamina E e i polifenoli si sono rivelati fondamentali nel corretto funzionamento neuronale, così come gli acidi grassi omega-3 e omega-6.
Anche il cioccolato fondente, se assunto in quantità non eccessive e con una certa regolarità, è in grado di conferire alle cellule nervose una maggiore plasticità, importante per l’apprendimento e la memorizzazione.
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