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La circolazione delle gambe è condizionata soprattutto dal ritorno venoso, che è quel processo fisiologico per cui il sangue deve risalire dai piedi verso il cuore.
Si tratta di un movimento che avviene contro la forza gravitazionale (che attira il sangue verso il basso) e che quindi deve poter sfruttare alcuni supporti come le valvole a nido di rondine localizzate all’interno dei vasi venosi.
Anche il microcircolo svolge un ruolo molto importante sulla circolazione delle gambe in quanto contribuisce a dirigere il flusso emetico verso i vasi di maggiore calibro e quindi a migliorare la circolazione.
Tuttavia con il passare del tempo i meccanismi fisiologici che presiedono la circolazione delle gambe tendono a diminuire le loro prestazioni e di conseguenza succede che il sangue si accumuli in determinate zone anatomiche (come caviglie e polpacci).
Possono subentrare anche altri fattori responsabili di una diminuita funzionalità venosa, che comprendono malfunzionamento delle valvole venose, perdita di elasticità delle pareti vasali e aumento della viscosità del sangue.
In simili situazioni la conseguenza più visibile consiste nella formazione di dilatazioni vasali più o meno visibili a seconda della loro profondità.
Le vene varicose (varici) sono la più comune manifestazione di questi problemi, e spesso si accompagnato a vari disturbi come un senso di pesantezza agli arti inferiori oppure la Sindrome delle Gambe Senza Riposo (SGSR).
Col termine di “microcircolazione” ci si riferisce di solito alla parte funzionale del sistema circolatorio riguardante le ramificazioni dei piccoli vasi sanguigni, il cui ruolo è quello di trasportare non soltanto ossigeno, ma anche sostanze nutritive e ormoni.
A livello degli arti inferiori, le ramificazioni vasali sono estremamente diffuse perché svolgono funzioni importantissime anche dal punto di vista della termoregolazione.
La più comuni problematiche derivanti dal microcircolo si manifestano con l’insorgenza di gonfiori ed edemi, di piedi freddi, di formicolio alle gambe e di pesantezza e dolore.
Quando si soffre di cattiva circolazione alle gambe è inevitabile che tutto l’organismo possa risentire di una simile condizione, condizionata soprattutto dall’ipossia delle estremità.
Venendo a mancare un corretto apporto di ossigeno, queste parti anatomiche non sono più in grado di svolgere al meglio le loro funzioni e quindi mostrano chiari segnali patologici.
I fattori eziologici che stanno alla base della cattiva circolazione alle gambe sono i seguenti:
Il funzionamento del microcircolo è strettamente collegato alla circolazione delle gambe e pertanto qualsiasi problema che lo riguardi si riflette inevitabilmente sul benessere degli arti inferiori.
L’insufficienza venosa è una condizione patologica che può essere di due tipi:
I principali sintomi della cattiva circolazione alle gambe sono i seguenti:
Si evidenziano soprattutto dopo ore di stazione eretta, quando cioè il sangue, che non è riuscito a ritornare al cuore, tende a ristagnare nelle parti basse del corpo.
Gli edemi alle caviglie rappresentano indubbiamente il segnale più caratteristico dell’insufficienza venosa e anche il più precoce, dato che compare spesso ancora prima che la malattia sia stata diagnosticata.
Insorgono sia dopo fasi di lavoro muscolare sia anche a riposo, ad esempio di notte durante il sonno.
Si tratta di problematiche estremamente dolorose e molto fastidiose che possono arrivare a limitare la motilità delle gambe.
Di solito i crampi si manifestano in associazione alla presenza di ematomi e varici più o meno diffuse su tutta la gamba e mostrano un andamento progressivamente più grave col passare del tempo.
In seguito a sforzi fisici e alla produzione di acido lattica a livello delle miocellule, i crampi sono molto più intensi.
Può comparire dopo un po’ di tempo durante cui l’insufficienza venosa è rimasta asintomatica.
Questo sintomo deriva da un’infiammazione delle pareti vasali che non sono più in grado di svolgere i loro compiti fisiologici e che pertanto non riescono a spingere il sangue verso il cuore.
Il disturbo può essere profondo (e quindi praticamente invisibile) oppure superficiale (identificabile dalla presenza di arrossamento e ipertermia della zona interessata).
Si manifestano con formicolii localizzati, ma più spesso diffusi, alle gambe e che di solito non permettono di svolgere una vita normale dato che condizionano notevolmente la deambulazione.
Tali problemi dipendono dall’insufficiente ossigenazione delle gambe che, non ricevendo un’adeguata quantità di sangue, sviluppano un quadro morboso caratterizzato da stati carenziali di nutrienti, di ormoni oltre che ovviamente di ossigeno.
Il formicolio è causato da due fattori: da un lato l’inedeguato apporto ematico e d’altro lato dal malfunzionamento delle fibre nervose collegate alle miocellule della tonaca vasale.
Derivante dalle modificazioni del flusso ematico che tende a concentrarsi soltanto in alcune specifiche aree anatomiche, rendendole iper-pigmentate e spesso arrossate.
Una simile alterazione coinvolge gli strati più superficiali della pelle e precisamente l’epidermide, che è anche la sede del microcircolo, ampiamente coinvolto nel fenomeno.
Compare con maggiore frequenza dopo ore di postura ortostatica, dato che il sangue accumulato nelle parti basse delle gambe contribuisce a trattenere i liquidi interstiziali provocando l’insorgenza di edemi.
Sono proprio tali edemi a comprimere le strutture anatomiche (soprattutto le terminazioni nervose) provocando dolore tensivo che viene peggiorato dall’affaticamento.
La sgradevole percezione di gambe pesanti è tipica delle persone in sovrappeso, poiché la maggiore massa corporea comprime ancora di più i vasi venosi peggiorando la sintomatologia.
Insorgono più tardivamente, quando cioè l’insufficienza venosa ha contribuito a sfiancare le pareti dei vasi fino a creare delle vere e proprie sacche: in tali condizioni succede spesso che la vena si dilati al punto da diventare visibile sul polpaccio e sporgere sotto forma di una specie di gomitolo.
È il decorso tortuoso della vena che determina la formazione delle varici, uno dei sintomi più discriminanti dell’insufficienza circolatoria in quanto il sangue tende a ristagnare nelle dilatazioni vasali, mostrando molta fatica a ritornare verso il cuore.
che costituiscono una delle più temute complicazioni della cattiva circolazione alle gambe: infatti quando la parete venosa sporgente si logora, possono subentrare lesioni ulcerative derivanti dalla progressiva fragilità vasale.
In questi casi diventa molto difficile curare le ulcere in quanto le vene sono localizzate fuori dalla loro sede anatomica e di conseguenza risultano sottoposte ai possibili attacchi ambientali: anche un semplice sfregamento può infatti innescare una ferita.
Simili lesioni possono infettarsi con facilità a causa di aggressioni batteriche, che complicano ulteriormente lo stato morboso.
L’insufficienza venosa, che rappresenta una delle più comuni condizioni patologiche dei Paesi Occidentali e industrializzati, mostra un’epidemiologia nettamente superiore nella popolazione femminile, soprattutto dopo i 50 anni.
La cattiva circolazione alle gambe può essere classificata in sei differenti tipologie:
Numerosi fattori di rischio che possono contribuire in maniera evidente all’insorgenza di questi disturbi circolatori, e tra essi:
Per migliorare la circolazione delle gambe è possibile ricorrere ad alcuni rimedi che modificano soltanto in parte le proprie abitudini e che possono rivelarsi vantaggiosi per il benessere dell’intero organismo, tra questi:
La cattiva circolazione delle gambe è un disturbo che risponde in maniera estremamente valida all’impiego di rimedi fitoterapici in quanto molte piante officinali contengono principi attivi mirati a questo scopo.
Si tratta di prodotti capillaro-protettivi, vaso-tonici, antiossidanti, diuretici e vaso-tropici, che di solito trovano impiego sia per curare che per prevenire problematiche del genere.
Viene considerato un ottimo supporto per stimolare il microcircolo e per monitorare la permeabilità dei vasi, soprattutto in presenza di insufficienza venosa, quando si sviluppa una progressiva tendenza a modificare gli scambi interstiziali.
I triterpeni in essa contenuti svolgono un’azione preventiva di alto livello soprattutto sull’endpotelio capillare.
Si tratta di un albero contenente escina e altri principi attivi capillarotropi e protettivi in grado di svolgere anche efficaci funzioni antinfiammatorie e lenitive su pareti vasali affette da flogosi tessutale.
Estratti di questa pianta sono eccellenti supporti per potenziare la resistenza capillare, ridurre la permeabilità e favorire il drenaggio linfatico.
Antinfiammatorio, anti-edemigeno e capillaro-protettivo, questo rimedio viene utilizzato anche in presenza di problemi piuttosto avanzati, quando ad esempio si sono manifestate le prime lesioni ulcerative.
Esso infatti riesce a potenziare il potere cicatrizzante della pelle, contribuendo a ricostituire le zone epidermiche assotigliate.
Grazie alle notevoli concentrazioni di polifenoli, tannini e saponine triterpeniche, gli estratti di questa pianta svolge un’eccellente azione antiossidante, ottimizzando la circolazione anche in presenza di stress ossidativo.
Il vegetale, largamente usato nella produzione di integratori sia topici che sistemici, offre ottime prestazioni flebotoniche e anti-flogistiche.
I frutti (e soprattutto la loro buccia) del mirtillo nero sono ricchissimi di principi attivi antiossidanti in grado di contrastare l’infiammazione endoteliale tipica della cattiva circolazione alle gambe.
I polifenoli e gli antociani associati a notevolissime concentrazioni di vitamina C consentono di rinforzare la parete delle vene per migliorare la loro attività circolatoria.
Si tratta di un frutto contenente elevate concentrazioni di cumarine, composti d’elezione per migliorare la permeabilità endoteliale e per impedire la formazione di edemi e di ristagno dei liquidi interstiziali.ù
Gli oligomeri pro-cianidolici che vengono estratto da questo vegetale contribuiscono a fluidificare il liquido ematico evitando nocivi fenomeni di agglutinazione intra-vasale.
La bromelina, che è il principio attivo che si estrae da questo frutto, agisce direttamente a livello dei capillari, massimizzando la loro funzionalità circolatoria.
L’assunzione di adeguati dosaggi di bromelina si è rivelata un eccellente prevenzione per soggetti a rischio di sviluppare insufficienza venosa sia organica sia funzionale.
Tutti questi principi attivi devono essere assunti sotto forma di frazioni purificate e micronizzate, seguendo la posologia indicata sulle confezioni.
Per migliorare la circolazione nelle gambe è possibile agire sia dall’interno (mediante l’utilizzo di integratori per uso sistemico) che dall’esterno (tramite l’applicazione di prodotti topici).
Tra questi ultimi, le creme sono senza dubbio i rimedi migliori in quanto consentono un contatto diretto con i principi attivi, che vengono adeguatamente assorbiti dai vasi.
I principi attivi di simili rimedi sono:
La formulazione delle creme per l’insufficienza venosa tiene conto della permeabilità cutanea e pertanto spesso privilegia prodotti con texture delicata e idratante.
Per migliorare la circolazione delle gambe può essere molto utile anche effettuare alcuni esercizi, finalizzati a migliorare il ritorno venoso al cuore:
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