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Carnitina: A Cosa Serve, Benefici e Quale Acquistare

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Prima di scendere nei dettagli, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori integratori con carnitina del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.

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Carnitina

Nonostante venga considerata spesso un aminoacido, in realtà la carnitina è più propriamente un derivato aminoacidico, sintetizzato a livello epatico a partire da lisina e metionina, in presenza di ferro, acido ascorbico, niacina e vitamina B6.

Il suo ruolo biologico si collega al trasporto degli acidi grassi a lunga catena verso i mitocondri, al cui interno vengono catabolizzati per fornire energia all’organismo mediante il processo di β-ossidazione.

Proprio per questo motivo la molecola trova largo impiego nella formulazione di numerosi integratori non soltanto per usi sportivi ma anche clinici.

All’interno del corpo sono attivi alcuni meccanismi di biosintesi che consentono di produrre circa il 25% della carnitina totale circolante, una concentrazione che deve essere completata dalla quota esogena e introdotta per via alimentare oppure integrativa.

È chiaro che le funzioni di questo composto sono basilari per il benessere dell’organismo in quanto gli consentono di svolgere correttamente le sue attività energetiche senza sviluppare stati carenziali.

Tuttavia, soprattutto in ambito sportivo, può succedere che gli atleti consumino eccessivi quantitativi di carnitina, che quindi deve essere prontamente ricostituita.

Le carenze energetiche, infatti, costituiscono uno dei maggiori rischi metabolici per il corpo, dato che senza energia tutte le funzioni vitali si alterano, spesso in maniera irreversibile.

Pertanto il ruolo di tale composto aminoacidico è fondamentale per garantire la sopravvivenza in buone condizioni di salute.

Gli acidi grassi che vengono trasportati dalla carnitina provengono sostanzialmente dal tessuto adiposo che li immette nel sangue dove vengono subito captati dall’albumina sierica.

Com’é noto, i grassi (che sono idrofobi) non riescono a circolare nel sangue (che ha una matrice acquosa) e pertanto devono per forza legarsi a specifici carrier (molecole trasportatrici).

Dopo la formazione dei complessi carnitina/albumina, tali complessi sono in grado di circolare liberamente per poi arrivare agli organi bersaglio, tra cui soprattutto i muscoli e il cuore.

È proprio a questo livello che solitamente la richiesta di energia è massima e che pertanto le cellule devono essere colmate di precursori ergonici, il sui ruolo è quello di funzionare come efficace substrato energetico.

Per accedere alle reazioni mitocondriali di β-ossidazione, gli acidi grassi devono preventivamente essere collegati alla carnitina che, una volta terminato il suo ruolo di carrier, ritorna in circolo rendendosi nuovamente disponibile.

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Carnitina: a cosa serve?

Oltre a supportare l’organismo per una corretta produzione energetica e quindi per mantenere l’omeostasi biologica, la carnitina trova il massimo impiego come integratore alimentare in caso di sforzi intensi e prolungati.

I suoi principali compiti sono i seguenti:

  • facilitare l’ingresso di acidi grassi a lunga catena (derivanti dal processo di lipolisi) all’interno della matrice mitocondriale per produrre un quantitativo energetico variabile e dipendente dalle esigenze dell’organismo;
  • evitare l’accumulo di acido lattico nei muscoli, dato che un simile dannoso composto si forma naturalmente quando il muscolo entra in uno stato di affaticamento e di carenza energetica;
  • svolgere attività antiossidante contrastando sia la formazione di radicali liberi che lo stress ossidativo, in particolare a livello delle cellule cardiache e muscolari;
  • garantire un’azione vaso-protettiva sulle cellule dell’endotelio di capillari, arterie e vene, spesso stressato in presenza di affaticamento muscolare responsabile di un aumento del flusso sanguigno;
  • migliorare l’assetto lipidico totale, con particolare riguardo alla concentrazione del colesterolo LDL (che viene diminuito) e della quota HDL (che viene aumentata), oltre al tasso dei trigliceridi;
  • garantire effetti terapeutici supplementari in presenza di terapie relative a patologie neuro-degenerative, come il Morbo di Alzheimer e tutte le malattie collegate a demenza vascolare;
  • modellare la composizione corporea, andando a sciogliere i pannicoli adiposi (da cui derivano gli acidi grassi a lunga catena) e incentivando lo sviluppo della massa magra muscolare.

Complessivamente si può dire che la carnitina non è un semplice integratore, ma è L’integratore in assoluto, in quanto partecipa praticamente a tutti i processi biologici dell’organismo.

La produzione di energia a partire dagli acidi grassi, che è la sua principale funzione, risulta estremamente vantaggiosa perché da un lato consente di catabolizzare gli accumuli adiposi e d’altro lato migliora rapidamente le performance atletiche.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la carnitina non è soltanto una sostanza indicata per gli atleti, ma è anche un valido supporto terapeutico in ambito clinico.

Il fattore discriminante tra questa due funzioni si collega soprattutto ai suoi dosaggi che devono essere studiati con attenzione prima di impostare uno schema di assunzione.

Grazie alla sua notevole attività endo-ergonica, essa riesce a stimolare il metabolismo energetico in maniera rapida e bilanciata, per evitare il rischio che l’organismo possa sviluppare stati carenziali.

La mancanza di energia, infatti, può rivelarsi talmente nociva da provocare veri e propri blocchi funzionali che, se protratti nel tempo, potrebbero diventare un serio problema di salute.

D’altra parte non è sempre possibile calibrare perfettamente l’entità delle riserve energetiche e pertanto un organismo sotto sforzo fisico potrebbe reagire in maniera imprevista.

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I mitocondri, dentro ai quali si svolgono i processi di β-ossidazione degli acidi grassi, sono organelli citoplasmatici che risultano estremamente reattivi alle stimolazioni biochimiche, ma che si esauriscono con rapidità, lasciando le cellule in condizioni deficitarie.

Quando una simile condizione arriva a interessare una grande percentuale di tessuti, il metabolismo viene inevitabilmente modificato e di conseguenza possono manifestarsi disturbi di vario genere.

Pertanto l’assunzione di integratori a base di carnitina può rivelarsi risolutiva sia per risolvere stati morbosi sia per prevenire la loro insorgenza.

Carnitina: benefici

Partendo dal presupposto che per essere benefica la carnitina deve essere dosata con estrema attenzione (poiché è pericolosa non soltanto una sua carenza, ma anche un eventuale sovra-dosaggio), le sue principali funzioni si rivelano benefiche per numerosi aspetti.

Funzione cardio-vascolare

Il cuore consuma moltissima energia per garantire una fisiologica gettata vascolare e una contrattilità muscolare di atri e ventricoli.

Quando l’energia non è più disponibile in quantità adeguate, immediatamente il miocardio entra in sofferenza, dato che non è più in grado di svolgere le sue funzioni fisiologiche.

In simili situazioni, l’apporto di carnitina può rivelarsi risolutivo in quanto la sua azione ergonica è rapida e bilanciata e stimola la funzionalità cardiaca senza provocare squilibri di nessun genere.

Funzione muscolare

I muscoli consumano molta energia anche soltanto per contrarsi normalmente (lavoro motorio) e ancor più quando si trovano sotto sforzo.

L’assunzione di carnitina è indicata non soltanto per atleti e sportivi in allenamento, ma anche per chiunque sia sottoposto a periodi di maggiore attività muscolare.

In tutti questi casi infatti succede che le miocellule consumano una maggiore concentrazione di ATP e che le sue riserve non siano più sufficienti.

La carnitina offre il grande vantaggio di rendere immediatamente disponibili notevoli percentuali di ATP che, catabolizzandosi, liberano molta energia di pronto intervento.

Inoltre le vie metaboliche utilizzate a livello della matrice mitocondriale di solito bypassano molti passaggi, per velocizzare al massimo la disponibilità di energia.

Potenziamento sportivo

L’esercizio fisico di tipo aerobico consuma un’elevata quantità di energia e può provocare la formazione e l’accumulo di acido lattico nei muscoli, cin sviluppo di dolorosi crampi.

D’altra parte, l’attività sportiva provoca un progressivo incremento delle concentrazioni ematiche di acidi grassi, che vengono resi dunque disponibili per il processo di β-ossidazione.

Da tali fenomeni biologici deriva il fondamentale ruolo ergogenico della carnitina, che agisce praticamente su tutti gli aspetti biologici del metabolismo energetico, soprattutto in ambito sportivo.

Oltre a migliorare le performance atletiche, questa molecola impedisce la sintesi di acido lattico e quindi ritarda notevolmente l’affaticamento muscolare.

La migliore ossigenazione garantita dalle sue prestazioni antiossidanti contribuisce a potenziare la forza e la resistenza muscolare, soprattutto nelle competizioni.

Funzione dietetica

Proprio in base al suo ruolo di trasportatrice degli acidi grassi a lunga catena all’interno della matrice mitocondriale, la carnitina è in grado di ridurre progressivamente il volume della massa grassa, consentendo di sciogliere i pannicoli adiposi localizzati nei punti topici del corpo (come glutei, fianchi, addome e interno cosce).

Grazie alla sua efficace azione lipolitica, essa trova ampio utilizzo anche per pazienti obesi che, a causa dell’eccessivo sovrappeso, si mostrano astenici e privi di energia.

In questi casi, la carnitina svolge un duplice ruolo metabolico perché da un lato incentiva la lipolisi (e quindi il calo ponderale) e d’altro lato stimola la produzione di energia (e dunque migliora nettamente le condizioni asteniche del soggetto).

Carnitina: quando assumerla?

Per stabilire un corretto schema posologico della carnitina è necessario innanzi tutto separare il suo impiego terapeutico da quello finalizzato soltanto a usi sportivi.

Carnitina per impieghi terapeutici

Com’é noto, la carnitina viene prescritta per uso terapeutico in presenza di patologie cardio-vascolari e neuro-degenerative: nel primo caso il suo dosaggio deve essere definito dal cardiologo e nel seconda caso dal neurologo.

Ci sono comunque alcune linee guida a tal proposito che consigliano di non superare il dosaggio massimo consentito compreso tra 600 e 900 grammi al giorno, preferibilmente suddiviso in 3 assunzioni.

Soltanto in caso di ischemia cardiaca la posologia può essere aumentata fino a 15 000 milligrammi (15 grammi)nelle 24 ore, suddividendoli in tre dosi da 5 grammi ciascuna.

È sempre preferibile introdurre questa molecola prima dei pasti principali, per ottimizzare le sue prestazioni e per consentire all’organismo di metabolizzarla in assenza di processi digestivi.

Inoltre è opportuno che il suo dosaggio non sia unico e massivo, ma piuttosto graduale, dato che il surplus quantitativo che non viene utilizzato, passa direttamente nell’urina e quindi escreto.

A seconda del tipo di medicinali presenti nella terapia clinica del paziente bisogna poi eliminare il rischio di effetti collaterali provocati da sovrapposizioni farmacologiche.

Per il resto, la carnitina (essendo un composto naturale) è di solito ben tollerata e non presenta controindicazioni di rilievo.

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Carnitina per impieghi sportivi

Il dosaggio della carnitina per impieghi sportivi è decisamente maggiore, in quanto può arrivare fino a 2000 milligrammi al giorno, che corrispondono a 2 grammi totali.

Anche in questo ambito è quasi indispensabile suddividere il suo dosaggio in due, o ancor meglio tre, volte, sempre a distanza dai processi digestivi.

Il suo quantitativo è condizionato soprattutto dal tipo di sforzo muscolare previsto, dalla sua durata e dal tipo di attività sportiva (aerobica oppure anaerobica).

Un personal trainer competente ed esperto generalmente imposta schemi di assunzione graduali, che iniziano con dosaggi piuttosto bassi, che aumentano progressivamente nel tempo.

Una simile precauzione ha lo scopo di non sovraccaricare l’apparato renale oppure il fegato, che sono gli organi dove la molecola viene metabolizzata.

Indipendentemente dalla finalità d’assunzione, la carnitina deve essere impiegata con dosaggi frazionati e sempre prima dei pasti.

Gli atleti sono soliti impiegarla circa 30 minuti prima della performance muscolare e circa 15 minuti dopo la competizione.

La carnitina fa dimagrire?

La carnitina non fa dimagrire per effetto diretto, ma indirettamente in quanto stimola il processo di lipolisi per produrre gli acidi grassi a luna catena che vengono poi trasportati tramite il suo intervento fino alla matrice mitocondriale.

Pertanto essa non può essere considerata un vero e proprio integratore dimagrante, anche se in realtà tra i suoi effetti c’é anche il calo ponderale.

Le funzioni di una simile molecola sono talmente complesse che spesso risulta difficile discriminarle, dato che una volta assunta incomincia immediatamente a stimolare il metabolismo energetico.

Gli effetti dimagranti indiretti della carnitina non sono apprezzabili subito, ma nel lungo tempo, in relazione alla serie di modificazioni omeostatiche e biochimiche prodotte.

In particolare chi assume carnitina per dimagrire non può notare rapidamente il calo di peso, ma piuttosto un miglioramento generalizzato delle funzioni organiche.

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Carnitina: prezzo

Gli integratori a base di carnitina appartengono a varie fasce di prezzo, che dipendono dalla sua concentrazione, dal fatto di essere presente in purezza oppure miscelata ad altri composti e soprattutto dal tipo di formulazione.

Di solito si parte da 10-15 euro per prodotti in compresse contenenti una dose media di sostanza, per passare a 30-45 euro per rimedi mirati all’attività fisica.

100 grammi di carnitina granulare in purezza costano intorno a 25-30 euro (a secondo della ditta produttrice).

Confezioni più convenienti sono quelle da 500 grammi di composto in polvere, il cui prezzo è di circa 50 euro.

È possibile visitare i siti web specializzati nella vendita di integratori per avere un’idea delle varie disponibilità e per confrontare tra loro le proposte.

Carnitina: dove si trova?

Negli alimenti la carnitina si trova soprattutto nella carne e nei latticini, o comunque in cibi di origine animale; tra i frutti, l’avocado è ricchissimo di questa sostanza, così come i semi di soia fermentati.

Tra i prodotti ittici, il merluzzo, le sardine, il tonno e lo sgombro sono considerati ottime fonti di carnitina.

La carne rossa rimane sempre l’alimento più ricco di questa molecola.

Il suo assorbimento avviene a livello dell’intestino tenue, da dove essa entra subito in circolo rendendosi rapidamente disponibile.

Eventuali surplus vengono eliminati prevalentemente per via urinaria e soltanto in piccole concentrazioni con le feci.

Il suo metabolismo è piuttosto veloce, dato che la molecola è semplice dal punto di vista biochimico e pertanto non richiede lunghi processi.

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