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Biotina: Scopri la Sua Importanza e Come Assumerla

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Classifica dei migliori prodotti con biotina

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Biotina

La biotina, conosciuta anche come vitamina H oppure vitamina B8, appartiene alle vitamine del gruppo B, un insieme di elementi indispensabili alla vita, le cui concentrazioni variano a seconda delle differenti esigenze dell’organismo.

Il termine “vitamina”, che significa letteralmente “amina della vita” si riferisce a un’ampia categoria di composti necessari per la sopravvivenza, e la cui mancanza è responsabile dell’insorgenza di stati carenziali spesso piuttosto gravi.

Il gruppo B, che insieme alla vitamina C appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili, è formato da 8 elementi, che sono:

  • vitamina B1 (tiamina);
  • vitamina B2 (riboflavina);
  • vitamina B3 (nicotinamide) chiamata anche vitamina PP;
  • vitamina B5 (acido pantotenico);
  • vitamina B6 (piridossina);
  • vitamina B8 (biotina) chiamata anche vitamina H;
  • acido folico;
  • vitamina B12 (cianocobalamina).

Le funzioni fisiologiche di queste molecole sono molto numerose e di tipo differente, in quanto riguardano tutte le funzioni vitali; proprio per questo motivo il loro apporto con la dieta dovrebbe sempre adeguarsi al fabbisogno giornaliero.

Si tratta di composti termolabili, dato che tendono a perdere le loro caratteristiche organolettiche se vengono a contatto col calore, che provoca trasformazioni irreversibili sulla loro struttura biomolecolare.

Pertanto, nella maggior parte dei casi, la cottura degli alimenti che le contengono contribuisce a disattivare la loro attività, rendendole inefficaci, in conseguenza soprattutto del rapporto intensità/durata dell’esposizione alle alte temperature.

Queste vitamine sono anche fotosensibili, per cui la loro efficacia risulta strettamente condizionata dall’esposizione a fonti luminose e quindi dal tipo di conservazione a cui sono sottoposte.

Per svolgere appieno le loro funzioni, simili elementi devono tenere conto anche dell’azione antagonista di composti biologici chiamati anti-vitamine, che sono complessi anti-nutrizionali, in grado di ridurre notevolmente la disponibilità biologica delle vitamine B.

Tali anti-vitamine sono principalmente farmaci antagonisti dei principi attivi in esse contenuti, tra cui:

  • alcuni antibiotici, come penicillina, tetracicline e cefalosporina;
  • quasi tutti i diuretici;
  • lassativi che agiscono sulla pressione osmotica;
  • statine contro il colesterolo;
  • antiacidi, come gli inibitori della pompa protonica;
  • pillola anticoncezionale;
  • terapia ormonale sostitutiva in menopausa;
  • antinfiammatori di tipo FANS;
  • aspirina;
  • chemioterapici;
  • antidiabetici, come metformina e sulfanilurea;
  • anti-convulsivanti, come difenildantoina;
  • antidepressivi di tipo SSRI.

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Per garantire il benessere dell’organismo è necessario evitare non soltanto gli stati carenziali, ma anche gli eccessi di vitamine B, due condizioni altrettanto rischiose.

L’apporto nutrizionale di questi composti deve rispettare il fabbisogno giornaliero, adeguando i valori di assunzione alle singole esigenze fisiologiche, identificando eventuali fattori limitanti a una corretta assunzione e privilegiando cibi crudi e freschi.

In particolare, la biotina si conferma un micro-nutriente essenziale che viene assorbito a livello della prima porzione dell’intestino (nell’ileo) per poi essere trasportata dapprima nel fegato e successivamente ai vari organi bersaglio.

Una volta arrivata nei tessuti, la vitamina entra nelle cellule e incomincia a svolgere la sua funzione catalizzante sotto forma di coenzima, interessato a numerosi processi metabolici.

Essa rappresenta infatti un prezioso supporto per l’intera economia delle cellule, proprio grazie alla sua attività enzimatica che controlla soprattutto le reazioni del metabolismo intermedio.

Le principali forme enzimatiche comprendenti biotina appartengono al gruppo delle carbossilasi, responsabili del monitoraggio di cicli biologici dei glucidi, dei lipidi e delle proteine.

Essa infatti si è rivelata un efficace supporto per migliorare il profilo glicemico e per minimizzare le reazioni di insulino-resistenza, che rappresentano fattori predisponenti all’insorgenza del diabete di tipo II.

Un altro effetto ampiamente confermato da dati clinici si collega alla caduta dei capelli, un disturbo spesso di origine ormonale, che può essere notevolmente limitato dall’impiego di integratori a base di biotina.

La sintesi di cheratina, che è la proteina costitutiva di capelli, unghie e peli, viene potenziata dalla presenza di vitamina B8, assunta sotto forma di integratore, dato che di norma la quantità presente nei cibi non è sufficiente.

Biotina: cos’é?

La biotina è una vitamina idrosolubile (e quindi facilmente trasportabile nel sangue senza la necessità di coinvolgere nessun carrier), formata da una struttura ad anello da cui si stacca una catena contenente un gruppo ossidrilico.

Dal punto di vista strutturale, la sua molecola è costituita da due pentagoni affiancati, ai cui vertici sono localizzati atomi di azoto, idrogeno e ossigeno, quest’ultimo legato con un doppio legame.

Il suo apporto è di solito sufficiente mediante un regime nutritivo sano, bilanciato e ricco di frutta e di verdura fresche, per evitare le conseguenze della termolabilità della molecola.

In particolari casi caratterizzati da una maggiore richiesta biomolecolare, diventa opportuno integrare la sua introduzione mediante l’assunzione di integratori multi-vitaminici.

Il dosaggio medio raccomandato in condizioni fisiologiche è pari a 30 microgrammi al giorno, che può essere aumentato fino al limite massimo di 2000 microgrammi nelle 24 ore.

La sua presenza nei cibi è praticamente ubiquitaria, dato che si concentra sia in alimenti vegetali che in quelli animali, a patto che i loro processi di lavorazione non siano responsabile delle sua denaturazione.

Se da un lato è molto facile ritrovare la vitamina B8 nelle sostanze alimentari, è altrettanto facile che la sua disponibilità biologica venga limitata, provocando l’insorgenza di stati carenziali progressivamente invalidanti.

biotina a cosa serve

La sua struttura biologica ad anello (formato da due sub-unità ureidiche e tetraidro-tiofeniche) funziona come vettore di anidride carbonica durante le reazioni di carbossilazione.

Per poter funzionare con efficacia, la biotina deve essere assimilata correttamente, dopo la sua digestione a livello prima gastrico e poi intestinale.

Essa di solito è vincolata alla presenza di residui dell’aminoacido lisina, che devono essere eliminati mediante l’enzima peptidasi, sintetizzato dal pancreas.

Infatti finché la vitamina non è libera da tali residui aminoacidici, non è in grado di svolgere le sue funzioni biologiche.

Una volta digerita, grazie all’azione degli enzimi pancreatici, la molecola viene assorbita sfruttando un particolare meccanismo di gradiente di concentrazione che sfrutta la presenza di ioni sodio.

A questo punto, il composto è diventato biodisponibile e può incominciare a svolgere i suoi compiti, tra cui:

  • facilitare i processi digestivi;
  • migliorare la sintesi proteica;
  • stimolare la gluconeogenesi;
  • incentivare la crescita delle cellule;
  • consentire il catabolismo dei tre aminoacidi leucina, valina e isoleucina;
  • aumentare la sintesi degli acidi grassi;
  • controllare l’omeostasi idrico-salina;
  • monitorare la pressione osmotica.

Sostanzialmente questa vitamina svolge un ruolo di catalizzatore biologico nei confronti della maggior parte dei processi metabolici.

A tal proposito essa risulta coinvolta in tutti i distretti cellulari, dato che le varie reazioni biochimiche si verificano in ogni parte dell’organismo.

Le sue azioni sono essenzialmente di tipo coenzimatico per il corretto svolgimento del processo di carbossilasi, che prevede la fissazione di una molecola di anidride carbonica per poi preferire quella da carbossilare.

La biotina si trova soprattutto nella formula dell’enzima carbossilasi 4, che appartiene al gruppo delle liasi, e che risulta coinvolto in numerose reazioni catalizzanti.

Biotina: a cosa serve e benefici

Per svolgere al meglio le sue fondamentali funzioni biologiche, la biotina deve essere distribuita in maniera uniforme nell’organismo, dato che tutte le cellule necessitano delle sue funzioni.

La sua maggiore concentrazione è comunque localizzata a livello delle cellule epatiche (epatociti), dove si svolge la maggior parte dei processi di carbossilazione e soprattutto la gluconeogenesi.

Sempre nel fegato avvengono anche le reazioni metaboliche collegate all’omeostasi degli aminoacidi ramificati e la sintesi degli acidi grassi, dalla cui concentrazione dipende sostanzialmente la lipidemia totale.

Pur essendo molto rara, la carenza di biotina può causare disturbi biologici di un certo rilievo, soprattutto in organismi in via di sviluppo di adolescenti e bambini.

L’assinzione dietetica di questa molecola è quasi sempre sufficiente per coprire il fabbisogno giornaliero, tuttavia possono esserci disturbi di tipo genetico in grado di limitare i processi assimilativi e quindi la bio-disponibilità del composto.

Uno stato carenziale piuttosto diffuso della vitamina B8 è conseguente alla gravidanza e all’allattamento, due fasi della vita femminile durante le quali aumenta molto la richiesta metabolica dell’elemento, soprattutto in relazione alle esigenze del feto.

In presenza di deficit sub-clinici, di solito non ci sono sintomi apprezzabili che invece diventano evidenti in seguito al perdurare di tali carenze.

I pazienti possono mostrare un calo del tono dell’umore, con tendenza alla depressione e disturbi neurologici, come letargia, intorpidimento degli arti e parestesie diffuse.

In alcuni casi si notano alopecia, congiuntivite e disturbi dermatologici di vario genere, localizzati principalmente su volto e collo.

Tra le funzioni della biotina c’é anche una funzione immuno-modulante, che si evidenzia in caso di stati carenziali, quando il soggetto appare molto più predisposto ad ammalarsi con patologie batteriche e fungine.

I benefici offerti da questa vitamina sono i seguenti:

  • riequilibrare la struttura della pelle, in particolare se sono presenti fenomeni di acne, dermatite seborroica, eczemi e ustioni, nei confronti dei quali essa si rivela un supporto utilissimo non soltanto per migliorare l’aspetto estetico, ma anche le funzioni della cute;
  • regolarizzare il microbioma intestinale, favorendo la replicazione dei batteri simbionti che funzionano come elementi immuno-modulatori quando sono presenti disturbi di vario genere;
  • rinforzare gli annessi cutanei (capelli, peli e unghie), grazie all’azione mirata sulla produzione di cheratina, che è il composto peptidico costituente di queste strutture anatomiche;
  • contrastare la caduta dei capelli in quanto la vitamina contribuisce a stimolare la moltiplicazione delle cellule dello strato germinativo presente a livello dei follicoli piliferi, dove cioè si verifica l’accrescimento delle fibre capillari;
  • migliorare il metabolismo glucidico, intervenendo sulla sintesi di insulina da parte del pancreas e monitorando l’insorgenza di picchi glicemici che vengono eliminati in seguito alla regolazione ormonale;
  • prevenire il diabete di tipo II, tipico dell’adulto, sempre grazie alla sua azione selettiva sulle cellule endocrine del pancreas, che vengono stimolate a sintetizzare insulina soltanto quando l’organismo mostra carenze.

biotina benefici

Bisogna sempre tenere conto del fatto che la biotina, pur essendo indispensabile per il benessere dell’organismo, deve essere presente in quantitativi molto contenuti, che di solito sono garantiti soltanto dall’appoero alimentare.

Proprio per questo motivo è particolarmente raro che un individuo mostri segni di carenza vitaminica.

Tuttavia quando insorgono manifestazioni collegabili a tale condizione, può essere utile effettuare un semplice esame del sangue con dosaggio della vitamina B8, di solito associato a un test di elettroforesi delle proteine, per monitorare il quadro completo dal punto di vista metabolico.

Esiste infatti uno stretto rapporto tra il meccanismo d’azione della biotina e il suo controllo sulla sintesi proteica: mediante un’analisi comparata tra la reale concentrazione vitaminica e l’entità della sintesi dei peptidi (tramite elettroforesi) è dunque possibile rendersi conto dello stato metabolico del soggetto.

Per avere la garanzia che la biodisponibilità di biotina rientri nei normali standard quantitativi è consigliabile seguire una dieta bilanciata e ricca di alimenti freschi e preferibilmente crudi, come frutta e verdura di stagione.

Biotina: dove si trova?

La biotina è un composto vitaminico diffuso in moltissimi alimenti, principalmente di origine vegetale, ma con una buona concentrazione anche in quelli animali.

Le sue maggiori percentuali sono reperibili nei seguenti cibi:

  • cavolfiore e broccoli;
  • carote;
  • funghi;
  • pomodori;
  • ortaggi a foglia verde, come bietola, spinaci, cicoria e insalata di vario genere;
  • piselli;
  • mela e pera;
  • zucca;
  • latte vaccino;
  • formaggi;
  • uova intere;
  • carne di manzo;
  • carne di vitello;
  • carne di maiale;
  • carne di agnello;
  • pollo e cacciagione;
  • pesci di acqua salata;
  • lievito di birra secco;
  • arachidi salate;
  • avocado;
  • semi di girasole salati.

biotina proprietà

Negli alimenti di origine vegetale la disponibilità biologica della vitamina è condizionata dalla presenza di legami molto forti che la mantengono ancorata agli altri principi attivi.

Trattandosi di un elemento termolabile, sarebbe preferibile consumare frutta e verdura crude per mantenere inalterate le sue proprietà organolettiche.

I livelli di assunzione raccomandati di biotina sono compresi tra 50 e 100 microgrammi al giorno: questa ampia variabilità dipende dal fatto che la sua efficacia è già buona a concentrazioni piuttosto basse.

La maggioranza delle ricerche in ambito nutrizionale concorda sul fatto che sotto ai 30 microgrammi al giorno possono manifestarsi degli stati carenziali che comunque non rivestono un valore significativo per il benessere dell’organismo.

In particolari condizioni in cui l’organismo non è in grado di assimilare questa vitamina, è consigliabile assumerla sotto forma di integratore alimentare.

Si tratta di prodotti a formulazione composta, contenenti anche altre vitamine, soprattutto del gruppo B: in questi preparati, il dosaggio medio di questa vitamina può raggiungere fino a 2mila microgrammi, che viene considerato il limite massimo di assunzione.

La formulazione è di solito sotto forma di compresse, opercoli o tavolette, poiché è preferibile introdurre il prodotto polverizzato e non liquido, infatti la sua efficacia dipende dalla digestione intestinale che avviene ad opera del succo enterico, un liquido scarsamente efficace nei confronti di integratori a loro volta liquidi.

Prima di assumere simili prodotti, è necessario prendere in considerazione eventuali farmaci assunti poiché molti di essi limitano l’assorbimento della biotina.

Tra gli effetti collaterali di questa molecola infatti, ci sono le interazioni farmacologiche con un elenco di medicinali che impediscono l’ingresso della molecola all’interno delle cellule.

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