Vuoi scoprire tutti i segreti del biancospino e come assumerlo? Allora sei nel posto giusto!
Prima di scendere nel dettaglio, di seguito trovi una tabella dove sono riportati i migliori prodotti con biancospino, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
Il biancospino (Crategus Monogyna) è un vegetale di tipo arbustivo appartenente alla famiglia delle Rosacee, diffuso abbondantemente a tutte le latitudini grazie alla facilità con cui si sviluppa.
Il suo nome Crategus deriva da un vocabolo greco “kratos” che significa “forza” in riferimento alla robustezza della pianta, che cresce e si sviluppa dalle coste alle pendici montagnose.
Si tratta infatti di una specie ubiquitaria, adattabile a tutti i tipi di terreno, anche se il suo habitat ottimale è rappresentato da fondi parzialmente argillosi e dotati di un ottimo drenaggio.
Nel nostro Paese sono presenti due differenti varietà di biancospino: quello arbustivo e quello arboreo, il cui sviluppo è fortemente condizionato dal substrato di coltivazione.
Nel primo caso infatti il vegetale si trova a contatto con una notevole concentrazione di sali minerali e con una scarsa quantità di humus, che invece è indispensabile per l’accrescimento dell’albero.
La pianta è comunque di tipo “caducifoglia“, e dunque perde tutto il fogliame durante l’inverno per consentire la necessaria pausa germinativa.
La varietà arborea può raggiungere fino a 6 metri d’altezza, oppure svilupparsi in larghezza in presenza di specie cespugliose con aspetto prostrato.
Il biancospino cresce molto lentamente, ma vive a lungo: può infatti raggiungere fino a 500 anni, aumentando il volume delle ramificazioni che di solito si distribuiscono con andamento a raggiera.
Una delle sue più tipiche caratteristiche si osserva nella corteccia, che nei giovani esemplari si presenta compatta e di colore grigio-argento, mentre in quelli adulti tende a rompersi e a cambiare colore, con gradazioni rossastre.
I rami sono ricoperti da abbondanti spine che crescono alla base delle foglie e che contribuiscono a rendere piuttosto difficoltosa l’impollinazione, dato che insetti e uccelli non riescono a posarsi sulla pianta.
Le foglie, di forma romboidale e dotate di profonde incisure, hanno un colore verde brillante e appaiono lucide e prive di peluria nella lamina superiore, mentre sono opache in quella inferiore.
I fiori sono profumatissimi e assumono una colorazione bianca tendente al rosa, variabile a seconda dei periodi stagionali; di solito sono riuniti in infiorescenze a corimbo contenenti fino a 25-30 elementi.
La corolla, formata da 5 petali, pur essendo poco appariscente non passa inosservata per l’intenso aroma che la caratterizza e che funge da richiamo per la fauna impollinatrice, che comunque deve superare le spine presenti sui rami.
I frutti, che sono piccole bacche carnose di colore rosso, si riuniscono in grappoli contenenti decine di esemplari ovali e forniti di un piccolo ciuffo di peli rigidi apicali.
La fioritura avviene tra aprile e giugno, con il massimo nel mese di giugno, che viene considerato il periodo più favorevole allo sviluppo dei fiori, mentre i frutti maturano nel tardo autunno (da novembre a dicembre).
La pianta si adatta facilmente a vari habitat, infatti anche se predilige la luce solare, vive bene a mezz’ombra, a patto che il terreno abbia una componente calcarea e argillosa.
Secondo le antiche tradizioni, i fiori di biancospino erano in grado di migliorare la fertilità e proprio per questo motivo venivano utilizzati per ornare i capelli delle spose come augurio ad avere presto un figlio.
Inoltre a questa pianta veniva attribuito il potere magico di allontanare gli spiriti e pertanto i genitori formavano ghirlande per ornare le culle dei neonati.
Questo vegetale è considerato una delle più belle piante ornamentali per creare bordure, siepi e cespugli in parchi e giardini, anche a scopo difensivo, per la presenza delle sue spine acuminate.
Nel settore gastronomico vengono impiegati i frutti maturi per la produzione di gelatine, sciroppi, marmellate e uno speciale tipo di farina.
Le applicazioni fitoterapiche sono comunque quelle maggiormente sfruttate per le efficaci proprietà che consentono di risolvere alcuni disturbi collegati ad ansia, nervosismo, stress psico-fisico e problemi cardio-circolatori.
Le proprietà del biancospino sono strettamente collegate ai suoi componenti:
Le funzioni del biancospino sono di due tipologie:
Grazie alle proprietà ipotensive a livello del sistema circolatorio e inotrope positive associate a cronotrope negative per quanto riguarda il cuore, il biancospino trova largo impiego come complesso fitoterapico per la cura e la prevenzione di disturbi cardiaci e vasomotori.
Un simile meccanismo d’azione dipende dalla presenza di numerose antocianidine che si trovano nelle parti aeree della pianta: queste molecole agiscono aumentando la permeabilità di membrana delle cellule cardiache nei confronti degli ioni calcio.
Nello stesso tempo esse incentivano la disponibilità intracellulare di AMP ciclico e quindi di energia di pronto intervento.
Tutto questo si traduce in un’attenuazione dello spasmo coronarico (responsabile della maggior parte dei disturbi cardiaci) e in un conseguente aumento del flusso sanguigno.
In seguito alla maggiore forza contrattile del cuore, si nota una riduzione delle resistenze periferiche dei vasi con ottimizzazione delle funzioni circolatorie.
Ad elevate concentrazioni, le antocianidine esercitano invece un effetto sedativo, calmante, miorilassante e inpnoinducente, per cui il differente meccanismo d’azione dipende dall’attività selettiva di questi composti.
I flavonoidi contenuti nel vegetale svolgono una potente attività antiossidante che da un lato contrasta lo stress ossidativo e d’altro lato inibisce l’aggregazione piastrinica, esercitando contestualmente anche funzioni citotossiche.
L’associazione tra azioni calmanti e regolarizzanti sulla funzionalità cardiaca consente di potenziare l’efficacia degli integratori a base di biancospino, che vengono utilizzati anche come supporto di terapie tradizionali.
Quando è presente una diminuzione della gittata cardiaca, le antocianidine contenute nella pianta svolgono un’azione inotropa positiva, che stimola il cuore a contrarsi con maggiore forza.
Le differenti proprietà del vegetale, che viene assunto sotto forma di integratori alimentari, dipendono dal dosaggio dei suoi principi attivi, che essendo molto numerosi devono essere adeguatamente titolati e standardizzati.
Quando si parla di biancospino in gocce ci si riferisce alla tintura madre, formulata in soluzione idroalcolica, la cui posologia può essere ampiamente variata a seconda delle singole esigenze.
Rispetto agli integratori in capsule o compresse, i rimedi in gocce possono essere modulati con estrema precisione e vengono quindi consigliati soprattutto nelle fasi iniziali della terapia.
Nelle preparazioni in gocce, la concentrazione di flavonoidi, di tiramina, di antocianidine, di acido ursolico e oleanolico, sono leggermente superiori rispetto alle preparazioni a base di sostanze essiccate.
Tra le proprietà attribuite al biancospino vi sono anche quelle cardiotoniche, ipotensive e vasodilatatrici a livello coronarico.
Secondo le più recenti linee guida, simili rimedi sono efficaci anche per abbassare la colesterolemia, soprattutto intervenendo sulla frazione LDL e lasciando inalterata quella HDL.
Gli estratti liquidi di biancospino vengono impiegati in fitoterapia nel trattamento di ipertensione, disturbi del miocardio e problematiche ansiose, oltre a insonnia occasionale legata a stati di agitazione psicosomatica.
I benefici del biancospino derivano spesso dall’impiego di fitocomplessi contenenti anche valeriana, escolzia e melissa.
Infatti, l’associazione biologica tra flavonoidi e antocianidine consente di svolgere un’attività selettiva sia a livello cardiaco e vascolare che sul sistema nervoso centrale.
Simili funzioni dipendono da una sinergia operativa derivante soprattutto dall’attività dei flavonoidi, che si oppongono allo stress ossidativo e alla presenza dei radicali liberi.
Quando tachicardia e palpitazioni sono di natura psicogena e non organica, il biancospino può risultare un supporto decisivo poiché agisce contemporaneamente sulla globalità dei fattori eziologici.
Tenendo conto dell’attività di cui è dotata la pianta, bisogna porre particolare attenzione alle interazioni farmacologiche con medicinali fluidificanti del sangue, glicosidi cardioattivi, antiaritmici e antiaggreganti piastrinici.
Tra i vari benefici del biancospino, risultano anche la prevenzione di ischemia cardiaca, che potrebbe innescare gravi disturbi al cuore come infarto e ictus.
Il vegetale viene sfruttato anche per ridurre processi flogistici e per contrastare la fragilità capillare derivante dalla degradazione del collagene.
I flavonoidi agiscono come fattori protettivi a livello dell’endotelio vasale, migliorando l’attività del microcircolo: di conseguenza si può osservare una riduzione delle resistenze periferiche e un effettivo ripristino delle funzioni vasomotorie.
Le estremità aeree del vegetale (sommità fiorite e foglie) sono quelle più ricche di principi attivi, tra cui soprattutto flavonoidi, steroli, antocianidine, catechine, acidi triterpenici e acidi fenolici.
Nelle foglie si trova la maggiore concentrazione di flavonoidi, con particolare riguardo a rutina e apigenina, nei frutti sono presenti le antocianidine e le procianidine, nei fiori sono concentrati flavonoidi e iperoside.
Il fitocomplesso contenuto nel biancospino si caratterizza per una notevole eterogeneità, che permette ai composti di agire su vari aspetti metabolici.
Esiste uno stretto collegamento tra ritmo cardiaco e innervazione da parte del sistema nervoso, infatti quando tale innervazione viene iperstimolata da cause esogene, il battito cardiaco aumenta quantitativamente e si modifica qualitativamente, provocando una serie di disturbi.
Il biancospino interviene a monte di simili problematiche, poiché contribuisce a instaurare uno stato di rilassamento mentale e fisiologico che limita l’insorgenza di disturbi cardiovascolari.
L’olio essenziale che si ricava dalla pianta contiene notevoli concentrazioni di aldeide anisica, che agisce sulla permeabilità di membrana e quindi modifica gli scambi intercellulari.
I consumatori abituali del biancospino concordano sul fatto che il suo meccanismo d’azione è estremamente efficace sui disturbi cardiaci e vascolari e non presenta controindicazioni, per cui può essere assunto a qualsiasi età e in qualsiasi condizione fisica.
I consumatori occasionali rimangono favorevolmente colpiti dall’attività cardiotonica e antiaritmica della pianta, funzioni confermate anche da ricerche di farmacocinetica.
Le antocianidine infatti mostrano un’elevata compatibilità biologica che si trova alla base della loro efficacia: nel tessuto cardiaco esse si concentrano a una dose pari al 30% rispetto a quella globale somministrata tramite integratori alimentari.
Simili molecole riescono a bypassare i processi digestivi entrando direttamente in circolo, dopo essere state assorbite dal tessuto intestinale in pochi minuti.
I flavonoidi, che agiscono come antiossidanti, consentono al biancospino di modulare non soltanto l’apparato cardiovascolare e il tessuto nervoso, ma tutti i distretti del corpo dove sono presenti infiammazioni derivanti da stress ossidativo.
Il biancospino in gocce viene considerato una formulazione rapidamente assimilabile e quindi consigliata come terapia d’attacco.
Le sue funzioni si concentrano in:
Le proprietà cardiotoniche del biancospino in gocce si manifestano già dopo pochi minuti dall’assunzione poiché il muscolo cardiaco viene stimolato ad aumentare la capacità di contrazione, rallentando la trasmissione dell’impulso nervoso.
Di conseguenza diminuisce la spinta del sangue negli atri e nei ventricoli (funzione batmotropa negativa), mentre aumenta la contrattilità cardiaca (proprietà inotropa positiva).
In ambito fitoterapico, le gocce di biancospino sono considerate rimedi efficacissimi per curare e prevenire scompensi cardiaci di media entità in caso di bradicardia lieve e nella moderata insufficienza miocardica.
La soluzione idroalcolica di biancospino è in grado anche di esercitare proprietà cronotrope negative (riducendo la frequenza cardiaca) e dromotrope positive (aumentando la conduzione atrio-ventricolare).
A livello circolatorio questo rimedio stimola la vasodilatazione coronarica per rilassamento della muscolatura vasale liscia, con regolarizzazione della pressione arteriosa.
Se per le terapie di attacco è indicato il biancospino in gocce, per quelle di mantenimento è preferibile servirsi della formulazione in compresse, il cui meccanismo d’azione è concentrato sulle proprietà antiaggreganti piastriniche e preventive sull’aterosclerosi.
I fitocomplessi presenti negli estratti essiccati del vegetale agiscono anche come sedativi e ansiolitici durante il giorno, e come ipnoinducenti alla sera.
Per contrastare i tipici sintomi della sindrome ansiosa, gli integratori a base di biancospino vengono di solito associati a vitamina B6, magnesio, passiflora e valeriana, un insieme di principi attivi dotati di attività simile a quella delle benzodiazepine.
Queste compresse sono efficaci anche come antipertensivi in presenza di valori pressori compresi tra 90 e 160, che si riducono in maniera significativa già dopo pochi giorni di assunzione.
Un altro effetto derivante dall’impiego delle compresse di biancospino è quello ipolipemizzante, con particolare riguardo alla colesterolemia (e indirettamente alla trigliceridemia).
Trattandosi di un composto naturale dotato di un’elevata compatibilità biologica, il biancospino non presenta controindicazioni di rilievo e neppure effetti collaterali, anche se deve essere assunto con moderazione da pazienti sottoposti a terapie croniche con beta bloccanti e derivati digitalici.
Infatti i medicinali ad azione bradicardizzante possono essere potenziati dalla presenza contemporanea di estratti di biancospino.
In gravidanza e in allattamento è sempre prudente chiedere un parere al proprio medico prima di iniziare una terapia con integratori del genere, che sono sconsigliati nella primissima infanzia.
Al contrario, gli anziani possono utilizzare tranquillamente rimedi a base di questo vegetale, che oltre a migliorare la funzionalità cardiocircolatoria, possono anche ottimizzare la qualità della vita allentando tensioni nervose dovute ad ansia, nervosismo e insonnia.
Il presupposto fondamentale per evitare rischi di qualsiasi tipo rimane quello di rispettare scrupolosamente la posologia di questi integratori alimentari, per scongiurare rischi di sovradosaggio che potrebbero affaticare fegato e reni.
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