Vuoi acquistare le barrette proteiche vegane? Allora sei nel posto giusto!
Prima di entrare nei dettagli specifici, di seguito trovi una tabella nella quale sono state inserite le migliori barrette proteiche vegane del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale
Di seguito, invece, trovi una classifica delle migliori barrette proteiche vegane presenti sul mercato:
Le barrette proteiche vegane rappresentano senza dubbio il massimo della praticità e un modo goloso per incentivare l’apporto proteico nella dieta sia in caso di sforzi muscolari (come avviene negli sportivi), sia per chiunque desideri mantenersi in perfetta forma.
Dalle proteine deriva un elevato quantitativo di energia, della quale gli atleti hanno bisogno prima delle competizioni o allenamenti così come in fase di recupero post-workout.
Ma queste macromolecole sono un’opzione ideale anche per chiunque sia intenzionato a ricaricarsi senza appesantire l’apparato digerente e soprattutto senza aumentare l’apporto calorico (che potrebbe provocare incrementi ponderali).
Grazie alla loro specifica formulazione, questi integratori assicurano un’ottima appetibilità, in grado di accontentare anche i palati più esigenti, risultando rapidamente assimilabili e quindi offrendo un veloce apporto energetico.
In commercio sono disponibili numerose formulazioni, tutte ricche di sostanze peptidiche, e contenenti zuccheri oppure dolcificanti, lipidi, vitamine e minerali.
In particolare nella tipologia vegana, simili barrette vengono prodotte con proteine estratte da legumi, soprattutto piselli e soia.
Si tratta di snack sani e digeribili, che possono essere introdotti nella dieta senza alterare il bilancio calorico, ma offrendo un surplus energetico estremamente vantaggioso per il benessere dell’organismo.
Alcuni brand producono anche barrette chetogeniche, capaci di incentivare la lipolisi e quindi di fungere da alimenti dietetici che, oltre a fornire energia di pronto intervento, provocano un calo di peso corporeo.
Una delle loro principali caratteristiche è quella di garantire un ottimo potere saziante, per cui dopo la loro assunzione, l’individuo non avverte lo stimolo della fame e di conseguenza tende a dimagrire.
Sotto questo aspetto si può quindi affermare che le barrette proteiche vegane sono anche dietetiche, dato che assicurano la perdita dei chili di troppo senza nessun sacrificio alimentare.
L’organismo infatti può disporre di adeguati quantitativi di energia che non deriva da un incremento calorico e, nello stesso tempo, si verifica inoltre un calo fisiologico dell’appetito.
Oltre ad essere cibi sani e naturali, questi snack sono forniti di un’elevata compatibilità biologica, in quanto sono realizzati impiegando aminoacidi che normalmente partecipano ai processi metabolici.
Le barrette contengono una notevole percentuale di fibre che, oltre a regolarizzare le funzioni dell’alvo intestinale, consentono di avvertire un naturale senso di sazietà, derivante dalla loro componente idrofila.
Al contrario di quelle tradizionali, formulate principalmente con le proteine del latte, le barrette proteiche vegane contengono soltanto peptidi vegetali, estremamente digeribili e assimilabili con rapidità.
Proprio per questo motivo, esse possono essere utilizzate anche da chi non segue un regime vegano, ma desidera soltanto nutrirsi in maniera sana.
Il loro contenuto medio di proteine è compreso tra 15 e 30 grammi, a seconda delle dimensioni della barretta e del tipo di sostanze impiegate.
Le migliori barrette vegane sono quelle formulate con peptidi ad elevato potere biologico, che sono chiamate proteine “nobili”: si tratta di composti contenenti spesso una notevole percentuale di aminoacidi a lunga catena oppure ramificati, che sono i migliori per fornire energia di pronto intervento.
Le proteine, che fanno parte degli elementi nutritivi essenziali per la vita (oltre a carboidrati, lipidi, vitamine e minerali), costituiscono un ampio gruppo di composti organici formati da lunghe sequenze di aminoacidi essenziali oppure no.
Le proteine possono essere distinte in base alle loro funzioni, che sono:
Complessivamente la richiesta quotidiana di tali molecole è molto forte e, quando insorgono stati carenziali, tutto l’organismo ne risente in maniera più o meno significativa, in base ad aspetti quantitativi e qualitativi.
Le proteine possono avere un’origine esogena, quanto vengono introdotte con l’alimentazione, ed endogena, se prodotte mediante il processo di sintesi proteica.
Tenendo conto che esse sono soggette a una continua alternanza tra sintesi e demolizione (il così detto turnover) è facile intuire come la loro concentrazione deve essere mantenuta a livelli fisiologici.
Ogni giorno devono essere introdotti da 30 a 40 grammi di aminoacidi per scongiurare l’insorgenza di carenze proteiche, poiché l’organismo umano non dispone di riserve dato che questi composti non vengono accumulati.
È facile intuire come, nel regime vegano dove sono eliminati tutti i cibi proteici di origine animale, come carne, pesce, uova, latte, latticini e insaccati, il rischio maggiore è quello di sviluppare deficit peptidici.
Per evitare un simile pericolo è quindi opportuno integrare l’alimentazione mediante l’assunzione di barrette proteiche, formulate con proteine nobili estratte dai legumi.
I legumi infatti rappresentano un’importantissima fonte di aminoacidi essenziali, che sono quelli non sintetizzabili dall’organismo, ma indispensabili per la vita.
Anche per questo motivo diventa necessario introdurre una determinata quota di proteine vegetali, estratte dai legumi (soprattutto la soia), dal germe di grano e dal tempeh.
Soltanto in questo modo l’organismo dei vegani non va incontro a un progressivo impoverimento di composti peptidici, che potrebbe provocare l’insorgenza di gravi disturbi.
Le migliori barrette proteiche vegane sono quelle contenenti una buona percentuale di aminoacidi essenziali, arricchita da vitamine del gruppo B (che sono carenti) e minerali come zinco, rame, magnesio e soprattutto ferro.
La loro formulazione viene fatta seguendo processi standard quantitativi, che garantiscono un perfetto bilanciamento di tutti gli ingredienti.
Le barrette proteiche vegane senza zucchero oltre a garantire un apporto peptidico selezionato in base a criteri quantitativi e qualitativi, sono anche dietetiche, dato che non contengono zuccheri aggiunti.
Gli aminoacidi che partecipano al processo di sintesi proteica sono 20 e di questi 9 sono quelli essenziali: in simili barrette questi ultimi sono sempre presenti, per consentire un corretto svolgimento delle reazioni biologiche.
La loro digestione avviene per gradi e dipende dal tipo di catalisi enzimatica coinvolta: a livello gastrico si verifica un’iniziale degradazione soltanto parziale, che viene poi completata a livello duodenale.
È proprio nella prima parte dell’intestino tenue che le proteine, ormai scisse in aminoacidi, possono essere assimilate, per svolgere pienamente le loro funzioni vitali.
Le barrette proteiche vegane senza zucchero vengono digerite con maggiore facilità in quanto non richiedono un coinvolgimento enzimatico per i carboidrati, che sono assenti.
La loro principale caratteristica è quella di fornire con maggiore rapidità tutta l’energia disponibile, che deriva dalla catalisi enzimatica degli aminoacidi, un processo piuttosto rapido.
Un altro vantaggio di questi snack è quello di non alterare minimamente il bilancio calorico, in quanto la quota energetica resa disponibile deriva solo dalle proteine che, come si sa, non fanno ingrassare.
Pertanto, oltre ad essere vegane (in quanto formulate unicamente con proteine vegetali), simili barrette sono anche ipocaloriche e dietetiche e pertanto consigliate nei regimi dietetici dimagranti.
Un loro importante ruolo biologico, che si affianca a quello di fornire energia, è di offrire all’organismo tutte le sostanze indispensabili per il rinnovo dei tessuti (funzione plastica).
Tali prestazioni sono quasi indispensabili per gli sportivi che, sottoponendosi a frequenti sforzi fisici, sottopongono l’organismo a continui stress ossidativi.
Un’altra funzione delle berrette proteiche vegane è poi di contrastare gli stress ossidativi, grazie alla loro composizione a base di vitamine anti-ossidanti, soprattutto la vitamina C e la vitamina E associate allo zinco.
L’assenza di zucchero, che rende questi prodotti perfetti per chi soffre di diabete, può essere considerato un vantaggio in più, perché velocizza i processi di assorbimento e di assimilazione intestinale.
Formulate appositamente per chi soffre di celiachia, le barrette proteiche vegane senza glutine possono essere consumate liberamente da tutti dati che i loro requisiti organolettici si rivelano molto vantaggiosi per il metabolismo.
In una dieta ben bilanciata è necessario introdurre da 0,8 a 1,2 grammi di peptidi al giorno, per garantire un apporto fisiologico ideale per svolgere tutte le reazioni metaboliche senza creare deficit energetici.
Chi pratica attività fisica deve raddoppiare questo dosaggio, arrivando a introdurre da 1,6 a 2,4 grammi al giorno.
Nella terza età, quando l’assimilazione proteica diminuisce esponenzialmente, è consigliabile incentivare il dosaggio giornaliero almeno fino a 1-1,5 grammi pro die.
Sarebbe buona norma fare in modo che, sul totale delle proteine complessive, i 2/3 fosse di origine animale e 1/3 fosse di origine vegetale, tranne nel caso dei vegani che assumono soltanto peptidi vegetali.
I celiaci devono fare i conti con l’esigenza di eliminare dalla loro dieta tutti i cibi contenenti glutine e quindi anche il germe di grano, una fonte proteica molto significativa e spesso utilizzata nella formulazione delle barrette proteiche.
In simili situazioni esse vengono preparate soltanto con proteine estratte dai legumi, come piselli, lenticchie, fagioli e soia.
Si tratta di integratori ugualmente efficaci e assimilabili con rapidità, che spesso forniscono quantità di energia addirittura superiori a quelli tradizionali.
Com’é noto, l’intolleranza al glutine riguarda non soltanto i derivati dal grano, ma anche da altri cereali, come farro, orzo, avena, segale e frumento, che sono prodotti da cui si può ottenere un elevato quantitativo di proteine vegetali.
Per evitare qualsiasi reazione avversa, per i celiaci sono state formulate le barrette proteiche vegane senza glutine, le cui fonti energetiche dipendono dai legumi, ottime risorse vegetali.
Infatti il metabolismo di questi alimenti risulta molto più rapido rispetto a quello dei cereali, in quanto i processi enzimatici prevedono il coinvolgimento di catalizzatori semplici, velocemente disponibili.
Di conseguenza l’apporto energetico viene considerato di pronto intervento, e dunque molto efficace anche in casi di deficit derivanti da affaticamento muscolare e sforzi fisici prolungati.
Molti brand si sono specializzati nella produzione di barrette proteiche vegane senza glutine, un’opzione ideale non soltanto per gli atleti, ma per tutti i celiaci intenzionati a migliorare le proprie prestazioni energetiche.
Il nichel è un metallo simile al ferro, che può penetrare nell’organismo tramite l’alimentazione e che, se supera una soglia di tolleranza fisiologica, può provocare l’insorgenza di gravi disturbi.
Il suo ruolo biologico è importante in quanto partecipa a numerose reazioni biochimiche capaci di garantire l’omeostasi.
La sua percentuale di tollerabilità è pari a pochi microgrammi al giorno e proprio per questo motivo è necessario non introdurne quantità elevate, poiché l’organismo sviluppa immediatamente una serie di reazioni avverse.
Sono molte le persone intolleranti al nichel, che geneticamente non sono in grado di metabolizzare questo metallo, anche se presente in minime tracce.
La sua eliminazione, che avviene mediante urina e feci, può infatti bloccarsi e quindi innescare una serie di fenomeni piuttosto pericolosi, come forme di dermatite ed eczemi.
Molte aziende attive nel settore nutrizionistico e dell’integrazione alimentare hanno formulato barrette proteiche vegane per soggetti intolleranti al nichel, prodotte soltanto con peptidi vegetali che non contengono neppure minime tracce del metallo.
Si tratta di snack in grado di fornire elevati quantitativi di energia subito disponibile in quanto estratta da peptidi vegetali, la cui coltivazione è stata fatta su terreni biologici e privi di contaminazioni metalliche.
La maggiore fonte di nichel è infatti rappresentata dal terreno di coltura, da cui le radici delle piante assorbono anche le sostanze dannose.
Per evitare simili rischi, i legumi vengono coltivati su appezzamenti agricoli costantemente monitorati e analizzati, per garantire l’assoluta a-tossicità.
I processi di coltivazione, raccolta e lavorazione di piante di questo genere sono posti continuamente sotto controllo, per monitorare le percentuali di metalli assorbiti dall’apparato radicale.
La barrette proteiche vegane senza nichel, che sfruttano i legumi come fonti peptidiche, vengono realizzate con metodi produttivi altamente specializzati, in grado di evidenziare la presenza di minime concentrazione del metallo nelle radici.
Se si verifica una tale situazione, le piante sono scartate e si procede a una nuova semina, per avere la certezza che i legumi crescano in substrati biologicamente perfetti.
È consigliabile quindi leggere con estrema attenzione le etichette sulle confezioni delle barrette proteiche vegane, per avere la certezza che le colture dei legumi d’origine siano effettuate in condizioni tali da assicurare una elevata compatibilità biologica e l’assenza anche minima di composti inquinanti.
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