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Prima di entrare nei dettagli, di seguito trovi una tabella nella quale sono stati inseriti i migliori prodotti con alchemilla del 2022, le loro principali caratteristiche e il link al sito ufficiale.
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L’alchemilla (Alchemilla Vulgaris) è una pianta erbacea, perenne, selvatica e commestibile, appartenente alla famiglia delle Rosacee, conosciuta anche con il nome di Erba Stella, per la forma stellata delle sue foglie.
Il suo appellativo deriva dal vocabolo latino “alchemia” con chiaro riferimento all’impiego che ne veniva fatto dagli alchimisti.
Infatti fin dall’antichità questa pianta officinale era utilizzata per scopi curativi soprattutto per il suo potere antinfiammatorio e analgesico, efficacissimo in caso di dolori mestruali.
Il suo habitat naturale è la montagna fino a 2500 metri di altezza, dato che predilige un clima fresco, umido e ombroso, tipico del sottobosco, un ambiente dove cresce spontaneamente in abbondanza.
Presenta un fusto centrale robusto ed eretto, che può raggiungere i 40 centimetri, che sorregge numerose foglie ampie e lobate con margine dentato, spesso ricoperte di peli sulla lamina superiore ma non su quella inferiore.
Il loro aspetto simile a quello di un ventaglio è responsabile dell’appellativo di “Erba Ventaglia“.
Ai margini delle foglie sono presenti piccoli solchi che servono per espellere il surplus di acqua raccolta durante le piogge oppure derivante dalla condensa dell’umidità climatica.
I piccoli fiori, che sono privi di corolla e quindi poco appariscenti, sono riuniti in infiorescenze a corolla e hanno un colore verde tendente al giallo, che li rende spesso irriconoscibili in mezzo alle foglie.
La fioritura, che avviene tra giugno e luglio, è molto abbondante e ricopre prati e boschi di montagna, dove il vegetale è endemico.
Il frutto è formato da 3-4 acheni al cui interno sono contenuti semi piccoli e legnosi, di solito distribuiti per via anemofila.
L’apparato radicale è formato da un rizoma obliquo che tende a rimanere piuttosto superficiale sotto al terreno, per poter assorbire tutta l’acqua di cui ha bisogno.
Oltre a crescere spontaneamente in ambienti favorevoli, l’alchemilla può essere anche coltivata per usi officinali, dato che contiene numerosi principi attivi benefici per l’organismo.
Il suo utilizzo è relativo alle sommità fiorite e alle foglie, dove sono concentrate le sostanze fitoterapiche, che sono:
È proprio grazie alla presenza di una simile varietà di composti naturali, che tra l’altro sono molto concentrati, che il vegetale è in grado di risolvere alcuni disturbi somatici soprattutto della donna.
Infatti l’azione antinfiammatoria delle sue foglie e in parte dei fiori si rivela particolarmente efficace sulla muscolatura liscia dell’utero, consentendo di minimizzare la sintomatologia dolorosa associata al flusso mestruale (dismenorrea).
Per uso topico l’alchemilla trova largo impiego come antisettico locale, dato che i flavonoidi in essa contenuti sono dotati di una potente attività battericida.
Pertanto i rimedi formulati con questa pianta possono essere usati sia sotto forma di integratori per uso sistemico che sotto forma di preparati (come pomate e lozioni) per uso locale.
Le proprietà dell’alchemilla dipendono dalla sua attività biologica che, secondo numerose ricerche farmacologiche, è simile a quella di alcuni farmaci di sintesi.
Questo comportamento dipende da due fattori: da un lato l’elevata concentrazione dei principi attivi e d’altro lato la loro sinergia funzionale che, associata a una notevole bio-compatibilità, contribuisce a rendere il vegetale uno dei più efficaci nel settore erboristico.
Le principali azioni terapeutiche dell’alchemilla sono:
Per uso topico la pianta viene utilizzata nella preparazione di pomate, creme, gel e lozioni da applicare a livello cutaneo.
A differenza di altri rimedi locali, la sua efficacia è decisamente superiore in quanto la percentuale dei principi terapeutici è superiore e anche la loro disponibilità biologica è molto alta.
Di conseguenza l’applicazione di simili rimedi riesce a ottenere risultati visibili già dopo pochi giorni, soprattutto in caso di bruciature e piccole ferite che fanno fatica a cicatrizzare.
Particolarmente efficace sulle mucose (che sono strati epidermici estremamente delicati), l’alchemilla può essere applicata anche su zone irritate, desquamate, arrossate e iperemiche.
Eczemi, rash cutanei, dermatiti atopiche, eritemi solari sono condizioni in cui i prodotti contenenti alchemilla possono risolvere i problemi dermatologici alleviando dolore, prurito e bruciore.
Grazie alla sua azione disinfettante non aggressiva essa trova grande impiego per problemi ginecologici, quando sono presenti piccole ulcerazioni della mucosa vaginale e vulvare.
Gli estratti della pianta vengono usati anche per eliminare l’eccessiva secchezza della cute causata dal freddo, oppure per regolare la produzione di sebo.
Trattandosi di rimedi riequilibranti, i preparati a base di alchemilla si rivelano efficaci sia su pelli secche e disidratate che su pelli grasse e sebacee.
Infatti svolgendo un’attività sebo-regolatrice, la pianta consente di ripristinare il fisiologico film idro-lipidico dei tessuti.
Sotto forma di lozione sono disponibili prodotti utilissimi per gargarismi e risciacqui del cavo orale, anche in presenza di carie dentali, piccole ulcerazioni della lingua e gengiviti.
In simili situazioni si nota un immediato sollievo del dolore associato a un’efficace funzione antiflogistica sulle mucose.
Dolore ai denti, mal di gola, irritazioni buccali e bruciore diffuso sono le principali indicazioni per cui viene consigliato servirsi di alchemilla per uso topico.
L’alchemilla può essere assunta anche per via sistemica sotto forma di estratti polverizzati, standardizzati e titolati che vengono impiegati nella preparazione di integratori.
Una delle sue funzioni più efficaci è senza dubbio quella antinfiammatoria che, grazie alla presenza di polifenoli e triterpeni, consente di interrompere la catena di reazioni innescata dalle molecole pro-infiammatorie (soprattutto le prostaglandine).
Di conseguenza il processo flogistico non riesce a incominciare perché i principi attivi terapeutici intervengono a monte del processo e lo bloccano.
Un simile vantaggio si rivela particolarmente utile in caso di sindromi infiammatorie accompagnata dal dolore, come nella dismenorrea, quando gli spasmi della muscolatura uterina si ripetono con progressiva intensità.
Interrompendo le reazioni a cascata nel momento in cui i fattori favorenti stanno per innescarle, i rimedi a base di alchemilla impediscono che il dolore si generi, disattivando citochine e prostaglandine.
Leucorrea (eccessive perdite biancastre dalla vagina), endometriosi (localizzazione di tessuto endometrico a livello di varie zone viscerali) e spotting (piccole perdite ematiche a metà del ciclo) sono problematiche femminili che possono essere risolte definitivamente con questi rimedi.
Gli estratti di alchemilla si utilizzano con successo anche in presenza di disturbi collegati alla menopausa, come vampate di calore, sudorazione notturna e osteoporosi.
Sembra che la pianta agisca con un meccanismo simile a quello degli estrogeni che, com’é noto, cessano la loro produzione al termine della vita fertile della donna.
Associando l’azione antinfiammatoria con quella estrogenica, gli integratori si rivelano un prezioso supporto per le donne quando i disturbi della menopausa sono particolarmente fastidiosi.
Un’altra funzione benefica degli integratori contenenti questa erba officinale è quella anti-diarroica, derivante dall’azione dei tannini che sono composti altamente astringenti.
Il loro meccanismo d’azione è duplice poiché da un lato agisce sulla peristalsi intestinale eliminando gli spasmi da contrattura della muscolatura viscerale (tipici della diarrea) e d’altro lato protegge la mucosa.
In questo modo si evitano sia la disidratazione che la perdita di minerali, due dannose conseguenze della dissenteria.
Sempre per uso sistemico, l’alchemilla sembra svolgere anche interessanti funzioni anti-tumorali, dato che (per ora soltanto “in vitro”) impedisce la replicazione incontrollata delle cellule neoplastiche.
Alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato come nei topi la maggior parte dei carcinomi regrediscono dopo somministrazione di elevate dosi del vegetale, soltanto se assunto in soluzione idro-alcolica.
Non provocando nessun effetto collaterale, simili rimedi possono aumentare le prospettive di sopravvivenza, offrendo anche un buon stile di vita (al contrario delle cure chemioterapiche).
Per ora si tratta di esperimenti di laboratorio che necessitano di conferme farmacologiche a livello clinico, ma che fanno ben sperare sulla possibile azione terapeutica e preventiva della piante in caso di carcinomi alle prime fasi di stadiazione.
La tisana di alchemilla rappresenta un modo estremamente vantaggioso di assunzione dei principi attivi contenuti nella pianta in quanto associa il calore alla loro efficacia.
Grazie all’elevata temperatura di assunzione del preparato, le sostanze terapeutiche naturali sono in grado di rendersi disponibili agli organi bersaglio molto più rapidamente.
Infatti la vasodilatazione indotta dal calore velocizza e potenzia la loro disponibilità biologica.
La preparazione di questa tisana prevede:
I risultati migliori si ottengono servendosi di foglie secche e ancora intere (che si possono comprare in erboristeria), per mantenere inalterati tutti i principi attivi in esse contenuti.
Prima di aggiungerle all’acqua bollente è preferibile sminuzzarle parzialmente in un mortaio (oppure con le mani), ma soltanto pochi istanti prima di incominciare il processo di infusione.
Soltanto in questo modo è possibile evitare la perdita di gran parte dei composti officinali.
Dopo circa 10 minuti di macerazione, la soluzione deve venire filtrata e bevuta ancora molto calda, per ottenere risultati ottimali.
La tisana può essere bevuta da 2 a 3 volte al giorno, preferibilmente a stomaco vuoto oppure al bisogno (come ad esempio in caso di dolori mestruali).
Alternativamente è possibile assumere estratti fluidi di alchemilla, con un dosaggio di 2-3 grammi al giorno, oppure estratto secco con posologia massima di 200 grammi nelle 24 ore.
Per la presenza di costituenti che si trovano anche nella camomilla (tra cui azuleni e apigenina), l’alchemilla può svolgere anche un blando effetto sedativo, che potenzia quello antispastico e analgesico.
Spesso vengono formulate tisane contenenti camomilla e alchemilla, proprio perché i loro principi attivi agiscono in maniera sinergica potenziandosi a vicenda.
Il vegetale assunto da solo, sotto forma di infuso, decotto oppure tisana svolge un’efficace attività flebotonica, utilissima in presenza di flebiti, varici ed emorroidi.
I preparati fitoterapici contenenti il vegetale sono tollerati benissimo in quanto si caratterizzano per un’ottima compatibilità biologica e pertanto possono essere utilizzati a qualsiasi età senza controindicazioni.
Come sempre è comunque opportuno chiedere il parere del medico in gravidanza e allattamento, anche se a bassi dosaggi l’alchemilla è consigliata per la sua attività antispastica e protettiva sulla muscolatura uterina.
In caso di tendenza all’aborto spontaneo, le tisane di alchemilla si sono rivelate supporti efficaci per mantenere a riposo l’utero.
Pazienti sottoposti a terapie anti-coagulanti non dovrebbero fare impiego di simili preparati in quanto gli estratti della pianta possiedono un effetto pro-coagulante.
Anche i soggetti ipertesi dovrebbero limitarsi nell’assunzione di integratori del genere, che potrebbero interferire con i meccanismi di regolazione pressoria.
L’agnocasto è un vegetale dotato di interessanti proprietà fitoterapiche derivanti dalla presenza di vitexina, un flavonoide dalle efficaci funzioni miorilassanti sulla muscolatura liscia viscerale.
Secondo la maggior parte degli studi erboristici questa pianta officinale è utilissima per migliorare tutte le funzioni genitali femminili, tra cui:
La sua attività dipende da un comportamento biomolecolare simile a quello degli estrogeni, che sono gli ormoni direttamente responsabili del benessere della donna durante la sua vita fertile.
I suoi principi attivi sono i seguenti:
L’agnocasto agisce prevalentemente sul sistema endocrino, modulando la sintesi di alcuni ormoni ipofisari che a loro volta agiscono sulle ovaie.
Pertanto viene prescritto in caso di irregolarità mestruali, di sindrome pre-mestruale, di amenorrea (assenza di mestruazioni), oligomenorrea (mestruazioni scarse), polimenorrea (mestruazioni molto distanziate) e dismenorrea (mestruazioni dolorose), di mastodinia (dolore alle mammelle),
La maggior parte di questi disturbi dipendono da un’eccessiva secrezione di prolattina, associata a un’insufficiente funzionalità del corpo luteo.
Il meccanismo d’azione dell’agnocasto agisce a livello dell’ipofisi anteriore inibendo il rilascio di prolattina e quindi regolarizzando le funzioni genitali della donna.
L’associazione fitoterapica tra alchemilla e agnocasto si è rivelata particolarmente efficace per minimizzare i seguenti disturbi femminili:
La maggior parte delle donne che soffrono di problematiche legate al ciclo lamentano anche una forte componente psico-emotiva che, tra l’altro, sembra sia collegata alla produzione di prostaglandine.
In natura esistono composti capaci di minimizzare la loro azione: si tratta delle endorfine, che sono presenti in alcuni vegetali tra cui agnocasto e alchemilla.
La competitività biologica tra endorfine e prostaglandine, infatti per alleviare i sintomi legati al ciclo mestruale, alla gravidanza e al parto (derivanti principalmente da processi contrattuali della muscolatura uterina), era uso comune servirsi di tisane o decotti a base di agnocasto e alchemilla, due piante officinali che crescono spontaneamente su terreni ombrosi e umidi e i cui principi attivi sono contenuti in tutte le parti del vegetale.
Attualmente gli integratori a base di queste due erbe si sono rivelati supporti ideali per le donne che desiderano migliorare il loro benessere si durante l’età fertile che in menopausa, senza ricorrere a terapie tradizionali a base di farmaci di sintesi.
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